Artisti di ieri e di oggi alla Mostra di Pinerolo

Artisti di ieri e di oggi alla Mostra di Pinerolo Artisti di ieri e di oggi alla Mostra di Pinerolo Pinerolo, 29 mattino. Con la compiacenza e con l'orgoglio di gente che sa giustamente di contare gualche cosa, nel bilancio dei valori, i ptnerolesii auspice il Dopolavoro e alla presenza delle maggiori Autorità della Provincia, hanno festosamente inaugurato ieri la loro prima Mostra ili arte e di artigianato. & una mostra veramente interessante, non solo per l'alto valore di parecchie opere esposte, ma per la sua compiutezza, che la la specchio fedele di tutte le attività e possibilità che la legione può vantare sui due campi afflili dell'arte e dell'artigianato.. Così interessante è risultata la raccolta, che è stata una sorpresa, ieri, tanto per 1 forestieri quanto per non pochi pinerolesl stessi, inoltrarsi e soffermarsi per le varie sale. L'inaspettato veniva incontro ad ogni passo, la meraviglia si disegnava nei volti e si esprimeva nelle esclamazioni. La visita .alla •Mostra è stata una specie di piccolo viaggio di scoperta, in cui le novità si seguivano una all'altra, ma, In quell'ambiente raccolto e modesto, non avevano per nulla l'aria di sbalordire ed anzi si offrivano cordialmente, quasi quietamente, con un tono di famigliarità che finiva per vincere due volte il visitatore. Artisti celebri SI veda, ad esemplo, in che consiste la Mostra d'arte: una raccolta di opere di artisti celebri o per lo meno notissimi, di proprietà .di pinerolesi; una raccolta di artisti pinerolesi defunti; una "raccolta di artisti pinei'oiesi viventi; una raccolta di dopolavoristi dilettanti d'arte. E', in una parola, tutto guanto la regione può offrire; e nella interezza e complessità di questo materiale, che viene riunito per la prima volta, nulla di strano se salti fuori l'ignorato se sboccino le sorBresc. Altrettanto, press'a poco, può dirsi della raccolta dei prodotti dell'artigianato, adunata con un lodevole sfarzo che si è diramato -in ogni Comune della montagna e della pianura. E se si considera che alcune forine di lavorazione casalinga, già cadute in disusa, vengono ora, merco un'ottima Iniziativa, rinfrescate e riprese, si vedrà come anche qui ci sia campo di piacevoli sorpreseMa esaminiamo partifcarnente per quanto sommariamente, cosi ampio e vario materiale. Ben quattro ampie sale, con circa 150 esemplari, sono riservati alle opere di pittori famosi .possedute dal plnerolesi, che le hanno gratuitamente offerte; e una si direbbe più bella e seducente dell'altra. Vi si ammirano una ventina di magnifici Delleanl, fra 1 quali due figure e, cosa quasi ignorata e strana per questo (pittore essenzialmente paesaggista, una natura morta. Benissimo rappresentato è pure Fontanesi con una decina di suggestivi paesaggi; /;ed anche qui Ve la nota della singolarità con la visione soleggiata di un porto In quiete. Si ammirano poi dèi Pasini, dei Morelli, degli Avondo, dei Cavalieri, dei Tavernier, dei Reycend, del Carniel di gran pregio, dei Giani, dei Follini, del Grosso, dei Gheduzzi, ed altri molti. La scultura è rappresentata da una testina di bimbo sorridente, piena di vivacità e varietà, di Medardo Rosso, da un'altra testina di bimbo, classicamente tratteggiata da Vincenzo Gemito, da alcune opere del Reduzzi. Carena ha tre disegni di nudi plastici e vibranti. Quésta Mostra è stata chiamata dagli organizzatori « divulgativa • ed ha lo scopo di divulgare nel pubblico la conoscenza e l'amore all'arte; scopo che,? data l'importanza delle opere esposte-ed il loro eclettismo, , può* dirsi pienamente, raggiunto. Un pittore ignorato La Mostra degli artisti pinerolesl ha come principale attrattiva la raccolta del pittore Ernesto Bertea, che, quasi sconosciuto fino ad ora. con l'odierna testimonianza della sua sensibilità delicata e penetrante di fronte alla natura, viene ad occupare un buon posto fra i pittori dell'Ottocento piemontese. Il Bertea ha molto viaggiato, e nei suoi quadri abbiamo la prova del suo Incessante e curioso peregrinare. Egli fu, con Fontanesi, Avando e altri, promotore del movimento antiaccademico, tutto volto alla verità semplice e soletta, ed anche di queste vedute moderne si ! notano i segni nell'arte sua. In una.parola, questa ventiquattro tele genthnente prestati) dagli eredi, sono tali da accrescere l'ammirazione dei pinerolesl ner il suo concittadino, al quale debbono altresì diligenti studi sui pittori locali del Medioevo e la ricerca e degna ttimu lazione delle ossa 4-el Principi d'Acnja. Accanto al Bertea. tre altri artisti del luogo scomparsi, da non molto o?cupano una sala, m Sacco Aytana Ve un autoritratto e due tele che dimostrano la sua delicatezza di ideatore e di esecutore; Colossi vi appare, tobusto e bonario, con ritratti evidenti e sanguigni; e il --giovanissimo May, stroncato prematuramente, nell'ansia della ricerca, che tradisce talvolta l'ef. tetto, rivela la sua schietta tempra dt aritista, che sarebbe certamente giunto a buona mèta. . Ed eccoci agli artisti viventi, diversi di gusti e di tendenze, ma tutti ugualmente attivi e probi, e continuatori dia una antica..e vigorosa tradizione. Anche qui ci sono le « sorprese », giachè alcuni di questi artisti sono giovani che hanno finora lavorato nell'ombra, nel loro piccolo ambiente non sempre favorevole alle manifestazioni dell'arte pura! Una sala è riservata al pittore Beisene e un'altra al pittore Cambursanq, una terza a Vignetta. In una quarta sala espongono Pasehetto, insegnante all'Accademia Albertina di Torino, Gavuzzi, Caruttl Galvano, Avaro e Lantelme. Anche qui, inquesta svariatfsslma serie di oltre un centinaio tli opere, li visitatore ha da osservare o ammirare. Un « numero » : caratteristico della Mostra d'arte è costituito dalla sala riservata allo scultore In legno Runggaldier. Originario della Val Gardena ma stabilito a Pinerolo da vari! anni, egli presenta numerosi lavori di varia mole — dal Cristo'di grandezza naturale alla figurina minuscola — in cui è tutta la vivacità policroma dell'antica tradizione valgardesana, affinata da un senso di osservazione e pe notrazione del tutto moderno. Con un'altra grande sala, che comprende circa 130 lavori del dilettanti dopolavoristi — fra cui emerge per abilità formale e tjfer una certa Inter pretazione artistloa:del paesaggio montano la signorina Barra — si compieta questa vasta, varia « allettante Mostra d'arte, di cui possono andare Aeri tanto gli organizzatori come la popolazione, amante delle proprie glorie artistiche, piccole e grandi, antiche e recenti. La « scuola di montagna » Acconto ad essa, come si è detto, è stala allestita una Mostra dell'artigianato, non inpno degna di lode per lo spirito che la informa e per la riu scita. Essa trae origine da un pratico e nobile intendimento : far risorgere !nplle viillata della regione quello che :fii più un artigianato fiorente e caratteristico. Occorre, a tal proposilo, ricordare «in scuola della montagna» ili recente istituzione. Per iniziativa del tenente Berutti. che è attivissimo commissario dei Dopolavoro e, nella sua qualità di capo della locale Milizia confinarla, conoscitore perfetto e ainantissiuio della montagna, si è attuato un pratico sistema per far tornare in onore degli antichi lavori praticati specialmente d'inverno, nella quieto delie case asseragliate dalla neve: quello di insegnare di nuovo tali lavori, ora in buona parte caduti in disuso e dimenticati. E' questo il compito della « scuola della montagna ». Tutte le domeniche lo scultore in legno Runggaldier, il plt— " . attore Catnbursano e un altro volon teros artista si recano nei centri delle tre vallate maggiori — Bobbio Pellico, cingo e Finestrelle —- a impartire il loro insegnamento. La scuola funziona da un anno soltanto, o gran parte dell'insegnamento ha consistito finora in nozioni di disegno; ma in avvenire esso si completerà con 1 apprendimento pratico e diretto delle varie lavorazioni che si Intendono far rifiorire, a vantaggio econmico delle popolazioni montane ed a beneficio di una gloriosa tradizione che rinasce. I risultati delia singolare e provvidenziale scuola sono già visibili in questa Mostra dell'artigianato, ove, accanto a molti accurati disegni, sono già presentati alcuni saggi di lavorazione con cui volonterosi allievi hanno per cosi dire precorso ed anticipato il programma della scuola. E' in tal modo, ad esemplo, che una valligiani cinquantenne presenta alcune garbate statuette in legno, di un ingenuo e minuto sapore realistico. l'ra le idustrie che si tende a riportare all'onore del mondo citiamo quella degli utensili di cucina (specie i cosidetti « t.upin ») in talco. La Val Georananasca è riicca di talco, il quale è però in genere friabile. Ma a Sapatlè esiste una cava di talco duro che, per essere poco conduttore del calore, si presta magnificamente a ricavarne ciotole e « tupin ». Un autore inglese del 1700, in visita per queste valli, rilevava già allora questa caratteristica industria artigiana. Una tradizione che rinasce Dal ferro battuto al mobile scolpito, dall'orologio per campanile al pizzo ed al ricamo, dal cofanetto di paglia di riso alle stoviglie colorate, dalle stoffe al giocattolo, dal maglioni alle scarpe chiodate, dal ferro di cavallo alla statuetta, dal tagliacarte di legno al tavolino laccato, tutto è degno di attenzione. All'accuratezza del lavoro femminile fa riscontro la robustezza di quello maschile; ed ovunque un buon gusto fatto di sobrietà e di praticità, che veramente denota una tradizione per nulla spenta e che attende solamente il giusto impulso .per risorgere in pieno. Completa la Sezione Artigianato una sala interamente riservata alla Scuola professionale e dopolavoristica delle Officine di Vlllar Perosa Grandi bacheche vetrate mostrano i lavori di precisione compiuti dagli allievi della Scuola, retta da un regolamento modello che, fra l'altro, concede la paga ai giovani frequentatorii come se lavorassero in officina. Anche questa caratteristica parentesi dell'artigianato della fabbrica moderna è, per il visitatore, piena di insegnamenti. Ed eccoci all'ultimo reparto della complessa Mostra: quello fotografico, ricco di 150 immagini in cui i dilettanti gareggiano in abilità con 1 professionisti della lastra sensibile, nonché di una raccolta di vertute offerte dall'Aeronautica. 11 soggetto predominante è il paesaggio delle vallate pinerolesi, 11 che contribuisce a fax,.conoscere, incantevoli luoghi della regione, ignorati dai più. La Mostra è stata Inaugurata ieri, con una solenne cerimonia degna della sua importanza e vitalità. Nell'arioso e alberato cortile delle scuole tirimarie di via Cesare Battisti, ove la Mostra ha trovato adatta sede, sono convenute alle 10,30 le Autorità, attorniate da un folto c scelto pubblico di invitati. La banda del Dopolavoro delle Officine Meccaniche prestava servizio d'onore, con l'esecuzione degli Inni patriottici. La cerimonia inaugurale Fra le Autorità erano: il rappresentante di S. E. il Prefetto Ricci, aw. cav. Rivera; il già nominato tenente Beruttì, in rappresentanza del Segretario Federale Andrea Gastaldi; il console Manuelli, per il generale della Milizia Oddone Mazza; il Segretario politico ing. Dolce; il Podestà avv. Ar mandis; il colonnello Massara della Scuola di Cavalleria; il capitano dei Carabinieri Quercia; il cav. Crippa del Dopolavoro di Torino in rappresentanza del comm. Giro; il conte Robotto per i Mutilati e Combattenti; ring comm. Bertea; il comm. Belmondo, e numerosi Podestà e Segretari politici dei Comuni vicini. Il Comitato della Mostra, presieduto da Andrea Gastaldi, era al completo. Oltre ai suoi membri maggiori, cav. Berutti, ing. Dolce e avv. Armandis, si notavano I più solerti organizzatori: avv. Mastrangelo, pittore Cambursano e geom. Bartolazzi, per la parte artistica; prof. Tlmbaldi, cav. Gallina e sig. Poggio per la parte artlgl-nato; geom. Bona per la parte fotografica. La cerimonia inaugurale è semplice e breve. Prende la parola il Segretario politico ing. Dolce, il quale; ringraziate le Autorit, osserva che la prima Mostra pinerolese, appunto perchè prima, va intesa come un punto di partenza e non di arrivo, con lo scopo di far conoscere tutto quanto v'ha di bello nel Pinerolese e che non da tutti è conosciuto. Ringrazia con fervide parole di lode gli organizzatori, ricordando particolarmente 11 tenente Beruttì e il Podestà, e termina auspicando all'immancabile incremento del la Mostra nel futuro, per mezzo della quale 1 pinerolesi si sentiranno sempre più legati al bene e al bello della loro Terra. A sua volta il Podestà avv. Armandis, rivolge un caloroso saluto al rappresentante del Prefetto S. E. Rie ci, sempre sollecito del bene della regione, ed esprime il più alto plauso al commissario del Dopolavoro e al Segretario politico, ideatori ed ese cutorl della bellissima iniziativa, ed al Comitato. Si tratta tra l'altro, egli osserva, di un'opera santa, giacché non si può amare la propria terra se non se ne conoscono la bellezza e la particolarità. E in nome della terra pinerolese e della grande terra italiana, rivolge il pensiero al Re e al Duce, terminan do con un fervido «alala» ai destini della Patria. I due discorsi sono appaluditisslmi dai presenti. L'aw. Rivera taglia ih nastro tricolore che attraversa l'ingresso e quindi si inizia la visita della Mostra, incominciando dalla Sezione dell'Artigianato, che è al pianterreno, e terminando con quella d'Arte, che è al piano superiore. Autorità e visitatori sono rimasti presi dalle molteplici attrattive della duplice raccolta, ed hanno espresso agli organizzatori sincero plauso e viva ammirazione. Nel pomeriggio, alle 14, le sale sono state aperte al pubblico, ohe vi ha affluito numerosissimo per tutta la giornata. \ UBALDO LEVA.

Luoghi citati: Perosa, Pinerolese, Pinerolo, Torino