Più di tre milioni al giorno per nutrirei torinesi

Più di tre milioni al giorno per nutrirei torinesi Più di tre milioni al giorno per nutrirei torinesi amenarmaggorconsumo -a.000cilogrammi di pane ai 54.200 di carne e pesce fresco -■ Lo scarso uso del riso -■ Alte quote per la verdura, il latte e il vino - Gli interessanti rilievi della Federazione fascista del commercio Tempo fa, come i lettori ricorde-ranno, in una serie di articoli ab- biamo pubblicato i risultati di una in- dagine da noi condotta intorno aH'at-trezzatura del commercio alimentario nella città di Torino, concludendo con pratiche proposte per rendere sempre più razionale, e conveniente nei riguardi della collettività dei consumatori, l'attività del commercio di minuta vendita dei generi di prima necessità. Argomenti di tanto rilievo e di così complessa natura non possono esaurirsi d'un colpo, nè i problemi che essi suscitano essere risolti al primo esame. Pertanto non sembra inopportuno considerare ora un aspetto particolare della questione, e precisamente quello che può essere -definito come la fisiologia del consumo alimentario della nostra città, vale a dire un calcolo di massima delle quantità e dei valori di mercato del consumo dei generi di prima necessità: quelli, cioè, che interessano tutte le categorie dei consumatori, e specie i ceti operai. Abitanti e negozi All'indagine — fino ad ora mai tentata — ha dato prezioso contributo di notizie e di_dati positivi la nostra Federazione del Commercio, e per essa il suo presidente on. Giovanni Vianino ed il segretario provinciale aw. Gino Poletti. Richiamiamo due informazioni preliminari: il numero degli abitanti che, al primo gennaio ultimo scorso ed esclusa la guarnigione militare, ammonta a 580.000 anime; il bum ero dei negozi (del genere considerato) che è di 7050 esercizi commerciali (esclusi i « pubblici esercizi » e le pasticcerie ) più 78 spacci cooperativi, 59 banchi sui pubblici mercati e 380 « ambulanti > stabili sulla piazza. Dal che ^risulta intanto che il 94 per cento della totalità degli esercizi per la vendita di generi alimentari è rappresentato da negozi commerciali, i quali — nella nostra città, come del resto in tutta Italia — non sono, tranne pochissime eccezioni, specializzati per la vendita di determinati generi. Di qui la necessità di indicarli tenendo conto della loro attività principale. Ma risulta ancora un fatto essenziale, e cioè il rapporto dei negozi commerciali rispetto al numero degli abitanti. Per ogni gruppo di 10.000 abitanti, Torino ha: 7 forni di pane, una rivendita di pane, 14 macellerie, uno spaccio di carne congelata, 2 rivendite di carne ovina, pollame, conigli, uova; una pescheria, 10 latterie, 4 salumerie, 14 drogherie, 4 negozi di pasta alimentare, 42 negozi di commestibili, 10 negozi di frutta e verdura, 38 negozi di vino. A ciò si aggiungano gli spacci cooperativi e quelli di fabbrica, ed i mercati per la vendita al minuto. I consumi e le spese Vediamo ora paratamente i consumi e . le spese. E cominciamo dal pane, la cui produzione è data da 446 forni commerciali e da 6 forni cooperativi. In media, un forno commerciale produce 240 chili di pane al giorno, e cosi complessivamente si ha una produzione di 107.000 chili; quella dei 6 forni cooperativi da 9000 chili. La produzione totale è dunque di 116.000 chili, pari a kg. 0,200 per persona. Il pane "osi prodotto è venduto per l'80 per cento direttamente ai consumatori e per il 20 per cento ai rivenditori ed ai commestibilisti. L'incasso medio gior naliero di un forno risulta di 430 lire, pari a lire 1,80 per chilo. La spesa giornaliera, valutata in base alla prò duzione complessiva ed al prezzo medio di vendita, è di lire 209.000, pari a lire 0,36 per persona. Il fabbisogno quotidiano di farina è calcolato sulla base di 1000 quintali, di cui soltanto il 10 per cento proviene dalla nostra prò vincia; la più parte proviene invece, quasi completamente, dalla Lombardia dal Veneto, dalla Liguria e dall'Emilia. Dopo il pane, la carne. E cominciamo dalla bovina fresca di cui si contano 382 macellerie, 7 spacci coope rativi e 6 banchi sui mercati. Ogni spaccio, in media, vende al giorno non più di 49 chili di carne (dove si vede che gli spacci — ed anche questo il nostro giornale aveva già rilevato — sono troppi), con un totale di 36.300 chili che corrisponde a 0,062 cilogram mi per abitante. La vendita complessiva produce 338.000 lire, con una spesa individuale di 57 centesimi Quanto alla carne congelata — la ■lui vendita è in notevole aumento — gli spacci (compresi 3 cooperativi e 2 banchi sui mercati) sono 78. Nell'insieme il consumo quotidiano è di 6226 chili, 80 per negozio, 0,011 per abi tante con una spesa totale di 34.250 lire pari a 6 centesimi per persona. Centocinque sono gli spacci di carne ovina, la quale ha una particolarità degna di rilievo: molto smercio da ottobre a maggio, quasi niente nei mesi .estivi. Ciò premesso, la media giornaliera può calcolarsi in 900 chili, con un consumo a persona — sempre con siderandolo ripartito nell'intera annata — di appena due grammi. La spesa quotidiana complessiva è di 6300 lire, che corrispondono a lire sette per chilogramma. Inutile parlare della spesa media per persona: del tutto inapprezzabile. Polli pesce pasta e riso Per la vendita del pollame esistono 105 negozi, ma — è bene tenerlo pre sente — ben 1839 negozi di frutta e verdura e 50 spacci cooperativi vendono anche pollame. Smercio giornaliero totale: 9100 chili, consumo medio per abitante: 16 grammi, spesa com plessiva: 91.000 lire pari a 16 centesimi per persona. Il consumo del pesce — che rlte niamo dover unire a quello della carne — è. purtroppo, notevolmente scar- bo, anche perchè — come La Stamparilevava in una importante inter-yista concessa a S. A. R. il Prin- -jcipe di Udine ora Duca di Genova, au- j gusto e sapiente animatore della cam pagna per la liberazione dell'Italia delj l'estero in fatto di consumo di peo sce — gli italiani nutrono ancora in-n e a a a a o a giustificate prevenzioni contro il pe sce grosso e non sono sufficientemente conosciute le qualità dietetiche dell'alimento. A Torino abbiamo 35 negozi, 9 banchi sul mercato del pesce, di cui 2 cooperativi, 4 banchi sui mercati rionali, più 80 negozi di commestibili che vendono all'incirca 80 chili di pece l'imo Dilla giornata di venerdì (le giornate di più intensa vendita sono il venerdì e il lunedi), n consumo totale medio giornaliero è di 1535 chili, e cioè di tre grammi a testa, con una spesa di 23.515 lire, pari a 4 centesimi al giorno per abitante. Alimento di popolarissimo consumo è la pasta. Nella nostra città essa è venduta dai seguenti negozi: 259 pastai, 2448 commestibili, 65 rivendite di pane, 813 drogherie, 222 salumerie, 60 spacci cooperativi nonché sui banchi dei mercati rionali. Complessivamente si smerciano ogni giorno 65 mila chili di pasta alimentare, con un consumo individuale di 0,112 kg. H prezzo della pasta, che varia — s'intende — a seconda delle qualità, varia anche a seconda dei negozi nei quali è venduta; ciò calcolato, si può ritenere che la spesa media giornaliera ammonti a 192.300 lire, 33 centesimi per abitante. La vendita del riso — troppo poco richiesto, nonostante quello che pongono in vendita i nostri negozi sia quasi tutto piemontese, e cioè il migliore del mondo — tocca una media quotidiana di 33.000 chili con una spesa di 56.100 lire: 0,056 kg. per persona, pari ad una spesa individuale di 10 centesimi. Frutta verdura uova latte Particolarmente difficile l'indagine sui negozi che vendono frutta e verdura giacché questi generi di enorme consumo sono offerti al pubblico da quasi tutti l negozi di commestibili. L'ufficio anagrafe della Federazione fascista del Commercio ha calcolato che i « commestibili » i quali smerciano anche frutta e verdura sono, al 20 agosto corrente, 2071. Si aggiungano 632 negozi « ad hoc », 37 banchi sui mercati e 150 ambulanti. (Se si pone mente poi al fatto che gran parte della frutta e verdura è venduta a numero e non a peso, si ha un'idea della difficoltà di stabilire il quantitativo medio giornaliero del consumo. Comunque, vagliati gli incassi dei negozi, tenuto conto degli importi provenienti da altri generi in vendita, sentiti 1 competenti Uffici municipali, la Direzione compartimentale delle Ferrovie e interpellati numerosi grossisti, si è potuto assodare che il consumo torinese di verdura si aggira attorno ai 64.500 chili, mentre quello della frutta tocca i 67 mila, con una spesa totale di lire 228.100 (77.400 per la verdura e 150.700 per la frutta) con un consumo per persona di 22 grammi. Il capace ventre di Torino ingolla ogni giorno la bellezza di 28.500 dozzine di uova, cifra a prima vista imponente, ma non più tanto se si considera che corrisponde a poco più dimezzo uovo per persona (58 uova su 100 individui; escluse quelle consumate per usi industriali). La spesa totale è di lire 121.800 e cioè di 21 centesimi a testa. Anche per questo genere non esistono negozi specializzati (o pochissimi) ; vendono infatti uova: 2448 « commestibilisti >, 105 agnellai e pollivendoli, 612 latterie, 222 salumerie e 60 cooperative senza parlare degli ambulanti è degli spacci sui mercati. Ogni giorno 1 torinesi bevono 114.080 litri di latte spendendo 108.400 lire, pari a 19-20 centesimi per persona. Il quantitativo totale è distribuito da 612 latterie, 52 cooperative e 30 ambulan ti. Le prime vendono 104.040 litri, 8840 ne spacciano le cooperative e 1200 gli ambulanti; con una media giornaliera di 170 litri per ogni negozio e cooperativa e di 40 per ogni singolo ambulante. Vino e generi varii Dal latte passiamo al vino che il nostro glorioso Viriglio chiamava « il latte dei vecchi ». Ma dalla quantità del consumo si può pacificamente dedurre che il genere non dispiaccia neanche ai giovani. Basti dire che ogni persona spende in media 87 centesimi al giorno per bere vino, il che dà una spesa complessiva di 515.000 lire pari a 206.000 litri, assumendo a prezzo medio di vendita (qui, si capisce, la media è più che mai relativa stante la varietà dei tipi e quindi dei prezzi) quello di lire 2,50. Il consumo si realizza attraverso 27 negozi di vino veri e propri, 1113 bottiglierie, 1091 tra trattorie, osterie e bettole, 2448 negozi di commestibili e 60 spacci cooperativi. Non si dimentichi poi che circa 2700 litri — sempre media giornaliera — sono direttamente importati dai consumatori (proprietari di vigne, ecc.). L'indagine non può considerarsi finita a questo punto, sebbene si siano considerati i generi di più intenso e generale consumo. Altri generi alimentari di grande smercio quotidiano, vanno considerati e, non potendoli prendere in particolareggiate considerazioni come s'è fatto per i precedenti, gioverà tuttavia esaminarli almeno sotto il duplice aspetto del consumo e della media giornaliera. Essi sono: burro, consumo chili 10.880, spesa lire 152.320; formaggi, kg. 14.200, L 149.100; carne suina, kg! 1800, L. 15.800; insaccati, kg. 10.850, L 135.600; pesce secco, kg. 3200, L. 25.600; zucchero, kg. 32.800, L. 208.300; caffè, kg. 5650, L. 169.500; 'olio, kg. 15.000, L. 105.000. Infine, sotto il nome di «generi di- - i i i e o , a o è e — versi », consideriamo quegli alimenti che costituiscono per cosi dire un «di più » nel bilancio di vendita dei negozi; i quali — non essendo, come s'è detto, specializzati — vendono, appunto, generi diversi oltre a quelli che formano l'oggetto principale dell'esercizio. Così le rivendite di pane smerciano pure cereali, granaglie, legumi secchi, ecc.; le salumerie vendono anche aceto, conserve, salse, tartufi e via dicendo. Per i generi alimentari che non sono stati oggetto di singolare considerazione, si può calcolare una spesa totale quotidiana di 146.290 lire. Ora, sommando le cifre da noi via via elencate, si ha un totale di tre milioni e 24 mila lire corrispondente alla spesa giornaliera dei torinesi per l'acquisto di generi alimentari di prima necessità. Fissato così un importante dato di fatto che si presta ad istruttive comparazioni, resta da considerare un notevolissimo aspetto della questione, quello dei trasporti: con quali mezzi cioè si attua il rifornimento del mercato alimentario torinese. Lo vedremo prossimamente. C. A. A.

Persone citate: Gino Poletti, Giovanni Vianino, Prin, Viriglio