Il Duce marcia per un'ora e mezza con i fanti del 22° reggimento

Il Duce marcia per un'ora e mezza con i fanti del 22° reggimento Il Ile, Il Cip nel fero», li Bica irtela e II Seijrelario dui Urlili alle manovre Il Duce marcia per un'ora e mezza con i fanti del 22° reggimento I rossi rafforzano le posizioni occupate e tentano di sboccare nella Valle del Tevere — Dal nostro inviato speciale • Perugia, 22 notte. La situazione rispettiva delle forze contrapposte, oggi, alle ore 12, si prospettava così: di corpo d^armatar<Zoppì~— 6dando ! aulteriore sviluppo al suo disegno di i ymanovra che eia ieri aveva così j lnettamente e vigorosamente traccia- gto, si affermava e rafforzava sulla Odorsale del massiccio montuoso, tra la conca di Gubbio e la Valle Tiberina, a Monte Lovesco, in località Castiglione, a Monte del Casale e a Monte Salce; e completava lo schieramento delle proprie fanterie e artiglierie della 18.a Divisione — generale di divisione Casilini — e portava in linea anche le artiglierie del corpo d'armata. In seguito, fatte avanzare da Pergola la divisione celere — generale di divisione Ambrosio — si affacciava con questa, dallo sbocco di Fossato di Vico, sulla valle del Chiascio, e all'estremità sud-orientale della conca di Gubbio, accennando ad una minaccia sull'ala destra degli azzurri; e con reparti avanzati di bersaglieri ciclisti, occupava la cresta di Serra Brunamonte e il nodo stradale di Schifanoia, tra la conca di Gubbio e la valle del Chiascio. — H partito azzurro — generale di corpo d'armata Graziosi — completava il trasferimento delle sue due divisioni — 19.a — generale di divisione Maravigna — e 20.a — generale di divisione Gabba — sulla sinistra del Tevere, e allargava il movimento sulla propria destra, verso la valle del Chiascio; e completava lo schieramento delle artiglierie divisionali e di quelle di corpo d'armata, sulla sinistra del Tevere. I rossi si avvantaggiano Sulla linea di contatto, nella notte e nella mattinata, si sono svolti combattimenti episodici, particolarmente a monte Lovesco, a casa Torrlcella, in regione Castiglione, sulle pendici meridionali di Monte del Casale. Nell'insieme di questi scontri, e particolarmente in regione Castiglione, i rossi hanno avuto la prevalenza, riuscendo non solo a mantenere tutte le posizioni occupate, ma ad avvantaggiarsi parzialmente verso sud-ovest, verso la valle del Tevere. Le artiglierie di entrambi i partiti sono entrate, di tempo in tempo, in azipne: quelle dei rossi, cercando di disturbare e contrastare l'avanzata delle colonne azzurre dalla valle del Tevere verso la linea di contatto; e inversamente, quelle degli azzurri, cercando di ostacolare quanto possibile l'affluire sulla linea di contatto dei rinforzi dei rossi. L'aviazione di entrambi i partiti ha compiuto la sua normale azione di osservazione e di caccia. Queste, schematicamente, l'azione e la situazione odierna, quali ho po tuto ricostruire correndo lungamente in automobile per le vie di avanzata degli azzurri e per quelle dei rossi, e percorrendo per qualche tratto la linea di contatto delle forze contrap poste. Partiti da Perugia nella prima mattina, seguendo la rotabile da Perugia a Gubbio, ossia una delle principali linee di avanzata degli azzurri, raggiungevamo due battaglioni delP88° Fanteria (brigata Bari) che marciavano per la rotabile stessa. A guardare i fanti, si riconoscevano perfettamente quelli stessi della grande guerra, il buono, paziente, resistente, fiero fante, che vinse la grande guerra: gli stessi volti, volti nostri latini, forti e abbronzati, le stesse mosse, lo stesso passo, la stessa tenacia nel durare alla fatica, nel procedere sotto il sole, fra la polvere col greve carico sulle spalle, delle armi delle munizioni, degli attrezzi, dei viveri, il sempre ingente bagaglio del fante. Gli uffi: ciali marciavano tutti a piedi, coi soldati, a cominciare dal colonnello, per il buon esempio, per quella più stretta, intima solidarietà che viene dalla comunanza degli sforzi e delle fatiche. Più tardi, con i fanti, vorrà nuovamente marciare, appunto come sedici e quindi anni fa, un sommo Condottiero, Condottiero dell'Italia fascista. Ma di questo dirò più oltre. Continuiamo, la nostra comitiva di giornalisti, guidata dal capo del l'Ufficio stampa delle grandi mano vre generale Pintor, continuiamo per questa rotabile da Perugia a Gub bio. E raggiungiamo il 22° Fante ria, della brigata Cremona. Incontriamo il comandante di questa 20' Divisione — che è l'intera Divisione che muove in questa direzione — il generale Gabba. Ed egli ci informa sull'avanzata delle sue truppe. La Divisione marcia su due colonne, una per questa rotabile, l'altra per una strada parallela, alla sinistra donde prende contatto, ancora ver so sinistra, con la 19" Divisione, che procedere, anch'essa con varie colonne, in analoga direzione. Inoltre, il generale Gabba ha distaccato un battaglione sulla sua destra, verso rpeaddtrsamDppBiscina, in direzione aeiia vane aei Chiascio, donde potrebbero venire le minaccie della Divisione celere dei rossi di cui gli azzurri presumono probàbile e prossima l'entrata in azione, appunto da questa banda. azione, w ^ ^ In sostanza, questa 20.a■ Divisio-Ee, mentre avanza verso Mengara, *erso Monte del Casale e Monte SUce, verso insomma la fronte, qua- le si è venuta determinando tra az- zurri e rossi, si tiene pronta a fron- leggiare gli eventuali attacchi che elementi della Divisione celere dei aya^an.°. ^HPPi deI1e artiglierie di-1 yisi9nan- P°i> sotto monte Castel-1 lacci°' troviamo che sta prendendo | gì?™"», il gruppo divisionale degli OD1"aa 149. .Pioceaiamo a Mengara tra Monte rossi, risalendo la valle del Chiascio,, potrebbero portare sulla sua destra e estrema destra, insieme, degli: azzurri. _ ^ Poco più avanti, troviamo, che del Casale e Monte Salce. Dalle pen¬ dici boscose di Monte del Casale tempestano mitragliatrici e fucileria. Si sta svòlgendo uno degli episodi combattivi, col tentativo degli azzurri di riprendere ai rossi il monte, e l'accanita difesa dei rossi. Dall'una parte e dall'altra sono impegnati reparti di fanteria e di bersaglieri. Gli avversari si.riconoscono per il fatto che i rossi portano l'elmetto, e gli azzurri il copricapo usuale, il cappello i bersaglieri, e la fanteria il berrettino a forma di busta. In manovra si può osare quello che in guerra sarebbe assurdo: di scavalcare le linee dei combattenti, e passare da una parte all'altra. E questo facciamo lasciando gli azzurri, e riuscendo incolumi fra i rossi sulle pendici di Monte Salce. L'automobile del Re In questo momento — sono le otto — giunge dalla strada di Pe^ .rugia, e sale" verso le pendici di!Monte Casale, l'automobile del TlB.\lì Sovrano, che veste l'uniforme dcampagna di Maresciallo d'Italia, ed e accompagnato dal suo primo aiutante di campo gen. Asinari di Bernezzo, sosta qualche tempo a considerare come si svolga l'azione di combattimento, che continua sulle pendici meridionali e verso la cima di Monte del Casale. Quando l'azione termina, con il successo dei rossi, riusciti a respingere l'attacco degli azzurri, il Re riparte, verso un altro settore della linea. E tutto il giorno così, va seguendo la manovra, in ogni suo particolare, per tutto il campo di azione. Scendiamo verso la piana di Gubbio ; e andiamo riconoscendo, in parte, lo schieramento dell'artiglieria rossa, che fino da ieri ha preso posizione, e va effettuando tiri contro le colonne azzurre, che salgono dalla Valle Tiberina, per l'altro versante di questi monti, che si interpongono, appunto, fra la conca di Gubbio e la Valle Tiberina, e sulla cui cresta, approssimativamente, corre la linea lungo la quale fino da ieri mattina, si sono scontrate e fissate le avanguardie dei due partiti contendenti. Poco più giù, verso la conca, incontriamo, quali in movimento di avazata e quali in sosta, i carri armati dei rossi: carri armati leggeri, cioè inferiori alle dieci tonnellate, quali il nostro esercito ha adottato, di tipo Fiat, modello 30. Questo carro Fiat si compone di uno scafo corazzato, che contiene l'organo motore e l'equipaggio, e sostiene una torretta girevole per l'armamento. L'equipaggio è composto di due persone: il pilota e il capo carro. L'armamento è costituito da una coppia di mitragliatrici SIA, oppure da un cannoncino semi-automatico da 37,40. L'organo di locomozione è costituito da un paio di rotaie a cingoli, ad anello, entro le quali si muovono le ruote, facendo svolgere le rotaie, e avanzare il carro. Ma questo organo di locomozione serve soltanto in combattimento: per i trasferimenti su strada si impiegano carrelli trainata da autocarri. Ora. le minacciose macchine ci appaiono tutte rivestite e festonate di fronde verdi sopra la torretta e ai lati trasfigurate quasi in grossi, informi cespugli. E ,il mascheramento: perchè gli aerei i nemici in ricognizione non riescano a riconoscerli; e li scambiano dal l'alto magari proprio per cespugli se in sosta, in marcia. o per carri agresti, se Filiamo attraverso la conca di ; GubbÌ0] passiamo Gubbio, continuia mo discendendo verso l'estremità e meridionale della conca, verso Torre - dei Casolari e Branca. Immagini - guerresche, apprestamenti e minac- cje di guerra contrastano con la pae ce georgica di questa meravigliosa i.campagna, dei pingui campi, delle 1 il folto non solo per sottrarsi alla 1 calura del sole meridiano ma soprat | tutto per non rivelarsi agli aerei in , vigne. Ma soprattutto nelle zone bo- ' scose sotto le chiome espanse dei : pini, lungo i filari dei pioppi, nella varia boscaglia, veniamo discopren- do armi e armati che si riparano tra. . ricognizione. Apparecchi da ricogni-zione del partito azzurro sorvolanoinfatti di tempo in tempo questa zo-na, spiando dall'alto, dal sereno e sfolgorante azzurro. Cercano evidentemente la divisione celere dei ros3Ì che dovrebbe presumibilmente affacciarsi di qua proveniente da Pergola. Li inseguono i tiri dei cannoni .contro-aerei, le raffiche crepitanti delle mitragliatrici. Che cosa è una divisione celere Anche noi, adesso, andiamo cercando la divisione celere; e anche noi, presumiamo, la troveremo da questa parte. Risaliamo, adesso, da Branca verso Fossato di Vico verso la valle del Chiascio. Intanto, un ufficiale superiore di S. M. che mi accompagna cortesemente mi illustra questa nuova formazione, della divisione celere. — « Che cosa è una divisione celere? Una volta si diceva divisione di cavalleria, perchè tranne i pochi elementi di artiglieria e i servizi necessari a farla vivere e operare, la massa di cui essa era formata era calelarvmsbvg^|a .caavrflleria- invece la ca- ^e^^.f^^°^^^^ ggg^Staf arniTTso^S che gg SSStaiSS della di- o visione celere, non rappresenta più da sola, tutta la capacità operativa e tutta la potenza di fuoco di cui —sddsapzqsSsctlvctmtocj, . — -— i.dispone la grande unita, nella quale q■ ^anc? ai tre reggimenti di Scava lena troviamo sempre unito un sreggimento di bersaglieri ciclisti,.cheMEMfn» cSs^msce gli elementi di tnhilnAla div?sione. Artigheria, au- Rtonr!rJ-a?» °22?i armatl'1 fantene au- LM»e,S ^tefe tme della grande unita, le.cui possi-|vmgldvLfsnlsdsssgrdpdi e bilità aumentano e si moltiplicano in ragione della capacità del comandante a rendere armoniosa la fusione dei varii elementi e in ragione delle attitudini di questi a agire in cooperazione tra di loro ». — Come si impiega di regola una divisione celere? — « La divisione celere inquadrata nella azione di altre grandi unità, può trovare impiego in due fasi diverse delle operazioni e cioè nella marcia al nemico e nella battaglia ». — Primo... — « Ecco, primo : durante la marcia al nemico che è la risultante di tutto quel complesso di movimenti e di spostamenti con i quali le truppe si portano incontro all'avversario, la divisione celere può essere incaricata dell'esplorazione, lavoro di ricerca e di controllo delle notizie sul nemico, che al comando superiore interessano per la prossima battaglia. La divisione esegue l'esplorazione precedendo anche di tre o quattro tappe — dai 40 ai 60 chilometri — la grande unità complessa nel cui interesse agisce, con il compito di precisare la situazione del nemico, che è quanto dire, stabilire nel modo più positivo possibile il terreno sul quale il nemico ha disposto le sue unità, la forza di queste unità e la quantità relativa delle truppe che occupano le varie zone di terreno, il contegno dei reparti incontrati e riconosciuti, se in marcia o fermi, se intenti o no al lavoro di organizzazione del terreno, eccetera; oppure con il compito di prevenire il nemico su tratti di terreno importanti e atti a facilitare la successiva marcia delle grandi unità circostanti ». L'impiego specifico — Lei ha detto, precisare la situazione del nemico.. — « Sì : in quanto nell'esplorazione la divisione celere, orientandosi sulle grandi linee delle notizie ne- cessariamente sommarie e generiche già raccolte dall'esplorazione «reaVnrr-prtn p mrrmWj .mioot» r,~n„;J accerta e completa -queste notizie, sia analizzandone gli elementi, sia colmandone le lacune con la ricerca dei particolari. Perciò questo lavoro raffittisce le maglie e stringe la rete — fatta di occhi per vedere e di braccia per colpire —-. attorno al ne- mico, sul quale dovrà poi sferrarsi il colpo di maglio della grande unità complessa, che segue con movimento sempre più serrato e sempre meglio orientato e indirizzato ». — Vedo. - — « Grande celerità e ardire, astuzia e impiego della forza, tutto armonicamente usato, improntano 'azione esplorante della divisione cne opera, ripartendo e suddividen hapstdo sul terreno da destra a sinistra; dall'avanti all'indietro i suoi elementi ; veri tentacoli, protesi verso il nemico, prima con moto nervosamente ncerto alla ricerca di esso; poi più enti, calmi e sicuri, via via che toccano su qualche cosa che il nemico riveli, pronti a stringersi per la presa e sempre in grado di darsi aiuto reciproco, vuoi per schiacciare, vuoi per evitare di essere singolarmente schiacciati ». ■—■ I varii elementi che compongono la divisione celere, hanno un loro specifico impiego determinato? — « Cavalleria e ciclisti possono trovare indifferentemente impiego come organi di esplorazione, punti estremi dei tentacoli, occhi; ma le loro stesse caratteristiche conferiscono però maggior idoneità alla cavalleria, di scostarsi innanzi per vedere e ai ciclisti di agire quale riserva tattica ed elemento di forza per il combattimento che l'esplorazione non esclude, e spesso anche ricerca. Gli altri elementi intervengono per dare maggiore consistenza e potenza alle armi tattiche ». Sfila il Reggimento delle Guide La dotta lezione è finita. Ed ecco, incontriamo uno dei reggimenti di cavalleria della divisione celere, che avanza: il Reggimento delle Guide, le bianche e azzurre Guide. E ci sfilano davanti. Ha percorso, come del resto tutti gli altri reparti della divisione, più di 65 chilometri. Ma uomini e cavalli appaiono in perfetto stato di efficienza. Poi, sfilano due baterie a cavallo. Poi, i carri armati veloci, assai più piccoli di quelli leg> fdMlmgmcfUcgramccddvhtpSgsmggerì — non oltre 1700 chilogrammi — che cingolati e corazzati, si spostano con i soli proprii mezzi, rapidamente, tanto su atrada che fuori di strada, potendo raggiungere, su strada, la velocità di 40 chilometri all'ora, e potendo, fuori strada, superare ostacoli ingenti, forti pendenze, attraversare terreni molli e acquitrinosi. Sono montati da due persone, e armati di una mitragliatrice. Si direbbero mastini rabbiosi, mostricciattoli feroci, che corrono via con sordo fragore, che strisciano sul terreno, che si avventano... Alla sfilata di questi elementi della Divisione celere, che scendono verso la conca di Gubbio, assistono, con noi giornalisti, gli addetti militari stranieri e le Missioni straniere militari. Tra queste, particolarmente notevoli per autorità di persone, o per il numero degli ufficiali che le compongono, la Missione albanese, i.ui:iuuu^uu quella della Germania, quella della Svizzera, che è capeggiata dallo stesso Capo di Stato Maggiore delM'esercito svizzero, quella della Spa del Messico, e quella della Rus'sia SovietiCa. Gli ufficiali straLferi seguono con appassionato in tiesse questa nostra grande manovra> E ^anno dicniarato replicatamente la loro ammirazione per l'organizzazione di essa, per i capi che la dirigono, per le truppe, per i mo derni.ssimi mezzi di guerra che vi vengono impiegati e sperimentati. La loro ammirazione si esprime con frasi veramente entusiastiche a que^ sta sfilata di elementi della Divisto ne celere. Qualcuno, considerando l'aspetto degli uomini e dei cavalli, stenta a credere che essi abbiano davvero, da stamane all'alba percor so 65 chilometri. E vuole accertar sene interrogando gli ufficiali del nostro Stato Maggiore che li accompagnano, consultando la carta, e misurandovi il percorso. Altri è stupito della leggerezza, della velocità, della potenza, dell'adattabilità al terreno dei carri armati veloci. Evidentemente, si rivela loro, anche per que. sto riguardo, della riorganizzazione e dell'addestramento del nostro Esercito, una nuova Italia, impensata e formidabile. U Duce fra i fanti Alla giornata odierna della ma novra ha presenziato S. A. R. il Duca d'Aosta, venuto in volo da Trie ste. La manovra è stata seguita, in ogni sua fase e nei diversi episodi, da S. E. il Capo del Governo, arri vato ieri a Perugia. Egli era accompagnato da S. E. il Ministro della Guerra generale Gazzera, dal Sottosegretario alla Guerra S. E. Manaresi, dal Segretario del Partito S. E. Starace, dal Capo di StatiMaggiore della Milizia S. E. Teruzzi. Incontrato un gruppo di giornalisti, sulla strada da Mengara a Petrosa, volle intrattenersi benignamente con loro, informandosi delle loro impressioni, compiacendosi del loro entusiasmo. Poco prima egli, salendo in automobile da Perugia per una strada dove avanzavano gli azzurri, aveva raggiunto il 22.o Fanteria in marcia. E subito, rico- noscendo le mostrine della brigatat ricor1ò di ^IiÌTJ^L™" vSSa V^mte EÌlt ferireTiuro alla tionte. Hi rece iermare i auto- mobile e discese: e si mise a camminare nei ranghi, coi fanti. E con loro, discorrendo amicalmente con loro, si fece una bella marcetta di oltre un'ora e mezza. Non è a ridire l'entusiasmo di tut- to il reggimento, per un così inusitato e inaspettato onore. Se si fosse in quel momento chiesto ai fanti qualche cosa di supremo e di immane, uno sforzo oltre l'umano, una temerità inverosimile, non uno di loro non sarebbe stato più felice e orgoglioso di tentare l'impossibile, di sacrificarsi sull'istante. Un fremito di incontenibile entusiasmo correva le file grigio verdi degli armati, tramutava tutti in giganti e in eroi. MARIO BASSI. .'.-"•>•,, f fecpntofa.. , PASStGNAfVO^ h*"!> O VAGÌONE l< vPERUGI* ^nbériidejA. "'CANTIANO/fj mS\j,-.^^2^^ siiiy/pi. i ,C.fossato « : x<Miccio>wy^f°9/ >~- a ;< /m w*° I '«"«'fMÌ Pennino >vj* 0 .ortmu,,,!*''' La zona delle operazioni.