Domani si parte da Tempelhof

Domani si parte da Tempelhof Il Giro aeneo d'Europa Domani si parte da Tempelhof 11 nuovo successo degli italiani nella prova di consumo — (Dai nostro ijexvle»to) —— e e a i l e . o i a l i e a l i : Berlino, 19 notte. _ Alle 5 di questa mattina è cominciata la lunga e noiosa operazione dell'abbeveraggio ai motori per la prova di consumo. I quarantun serbatoi delle macchine concorrenti hanno deglutito essenza fino alle 10. Per cinque ore, i membri della Giuria sono passati da un apparecchio all'altro per assistere alla delicatissima bisogna. Non crediate che il riempire un serbatoio per una prova del genere sta una cosa semplice. L'essenza viene rovesciata dentro l'imbuto con il contagocce e quando la bocca del serbatoio comincia a gorgogliare e a restituire alcuni bicchierini della bibita aromatica allora intervengono i tecnici e glt inservienti a chiuderlo, a sigillarlo e a impiombarlo. Sembrava di assistere ad un'operazione di alta chirurgia, tant'era la delicatezza con la quale lavoravano gli uomini di fatica. A lavoro ultimato, i membri della Giurìa si chinavano sulla bocca dissetata, osservavano e finalmente ne decidevano il tamponamento, i Sul campo, all'alba A misura che gli apparecchi erano satolli venivano rimorchiati sul traguardo di partenza. I decolli sono stati compiuti con non minor meticolosità e diligenza. Ogni pilota ha cercato di rullare il meno possibile perchè si sa che una corsa sull'erba, comportando uno sforzo maggiore per l'attrito delle ruote, ■obbliga ad un maggiore consumo di carburante. Questo primo e mattutino lavoro ai è svolto alla presenza di pochissimo pubblico. CSeranò'sulla terrazza del Caffè dell'aerodromo gli ingegneri delle Case concorrenti, i giornalisti e la interprete, una'graziosa signorina che porta un bracciale con la qualifica per tale. Appena mi ha veduto ha esclamato allegramente: — Ah! Il vostro collega è un gran diavolo! Potete essere orgogliosi di lui e degli altri piloti italiani. Lo vedremo ancora in questa prova. Essendo essa interprete ed empendo io italiano, mi ha parlato naturalmente in tedesco. C'erano poi anche dei fotògrafi, molti fotografi, che hanno fatto scattare il loro obbiettivo su qualunque cosa capitasse a tiro. Una bandiera, un passerotto che beccava le briciole di pane sparse sui tavoli laccati di bianco, una nuvola navigante per il cielo. Tutto è buono per il loro servizio di reportage fotografico. Siccome ad un certo momento mi sono trovato solo e mezzo addormentato su una sedia a sdraio, uno di questi maniaci, a corto di episodi, ha fotografato anche me. Sul campo, intanto, arrivavano di corsa i soliti uomini a torso nudo. Non ho ancora potuto capire il significato di un simile abbigliamento. Naturalmente, tutti quelli che sono a torso nudo hanno anche una bandierina bianca in mano. Più tardi, cioè verso le 6, è arrivato lo stuolo degli impiegati e delle impiegate agli uffici della Giurìa- e subito una cinquantina di macchine da scrivere hanno cominciato a mitragliare cen- Gimro75doorbrnoreol-\tinaia di cartelle bianche con cifre o e composte di molte unità e di moltissimi decimali. Si era riempito anche l'Ufficio Stampa, il quale ufficio, ricco di una decina di cabine e -'di innumerevoli telefoni, a onor del -i-uero, non ho mai veduto ad accorre-|re un giornalista. Ma qui tutto è or ,\ganiszato alla perfezione e sono or- i'n^iszate anche le cose inutili, an'chc quelle che potrebbero essere disorganizzate senza recar danno a nessuno. Vi garantisco però che è , e è, a o nil ra a bella, encomiabile questa meticolosa precisione con la quale hanno allestito il campo di Staaken. Uno della Giurìa mi ha detto: « Non importa se l'aviazione turistica germanica sarà battuta in pieno da voi italiani. Noi siamo e resteremo sempre i vincitori dell'organizzazione ». Non ho potuto fare a meno di dare ragione alla Giurìa e soggiungo, un po' tardi ma sempre in tempo, che i berlinesi sono stati con noi di ima gentilezza squisita, insuperabile- i-. , ft . g % { nostH ìloti han, e-' aeempao a mreneè tuconotenea anprd'sichtrcosiprtaoscoe UgigipequhinanebazigoslKzei fNtizidenràtomCloLpsulaEinvcaccdmoncilacztqrrEtltnccnfmtcncrsare mctri sul circuito Staaken-Tempel ta nof-Francoforte sull'Oder-Dabrilug, di |/05Se possibile, pur mantenendo una e\vélocità tale da non compromettere s- quella che si dovrà tenere durante u no saputo conquistare in pieno la loro simpatia e la loro ammirazione. La prova di consumo Alle 10, dunque, i 41 apparecchi, erano satolli e pronti a partire. La^prova di oggi, prova di consumo,'lbconsisteva nel percorrere 318 chilo- , i e Giro d'Europa, poiché i 300 chilo-tametri di oggi si sommano e concor- arono alla media da stabilirsi sui v7500 del percorso totale; media che sdovrà aggirarsi sui 200 chilometri : uorari. Dirò subito — e la cosa sem-, abra complicata a prima vista, ma'snon lo è — che se anche un appa-j trecchio qualunque riuscisse a filare j doltre a tale limite, e a raggiungere\pe e l a è a a , , di e- , magari i 400 orari non guadagnerebbe un bel nulla sul punteggio generale. La formula di questa gara è stata studiata per apparecchi da turismo e la corsa deve essere una corsa di regolarità. I « rompicollo » non trovano posto nel lotto dei partecipanti. E questo è giusto e ragionevole. Il turista è l'individuo che va a passeggio e non quello che vuole andare all'inferno. Ecco perchè le prove tecniche hanno deciso il Giro d'Europa prima ancora che questo si inizi. I giudici hanno detto: — Noi vogliamo un apparecchio che pesi poco, che dia la massima tranquillità a chi lo possiede, che consumi poco e che, in caso di necessità, possa fare un atterraggio su un praticeUoje da questo ripartire, saltando gli alberi o qualunque altro ostacolo che eventualmente lo circondasse. Adesso credo di avervi spiegato, e mi illudo che voi abbiate capito, U perchè dei decolli e degli attcrraggi che si sono verificati in questi giorni. Chiudo questa seconda parentesi per ritornare all'ultima prova di questa mattina. Alle dieci, dunque, hanno preso il volo in questo ordine isèguenti p'ilóti?~"""~'"' Colombo, Suster, De Angeli, Donati, Stoppani, Lombardi, Miss Spooner, Viazzo; i germanici Massenbach, Stein, Seidmann, Cramon, Morzik, Ynki; i polacchi Orlinsky, Giedgowd, Karpinski e Swinko; i cecoslovacchi Anderle, Ralla, Mares e Kleps e quindi gli altri, cioè gli svizzeri Straumann, Fretz e per ultimo i francesi, dei quali è inutile parlare. Non so perchè i francesi siano venuti a Staakan, data la loro preparazione deficentissima. Tutti in volo Adesso tutti sono in volo. Il bar dell'Aeroporto si è affollato. Nessuno dei presenti vedrà nulla, ma berrà il caffè e la limonata, si farà fotografare ed esporrà la sua epidermide ad una breve cura elioterapìca. Che cosa fanno gli apparecchi in volo'! Come si comportano? Mistero. L'unico che ne sappia qualche cosa perchè lia impartito gli ordini alla sua magnifica scuderia, è l'ing. Pallavicino, il costruttore del Breda 33. Egli sente ormai di avere la vittoria in pugno, ma seguita ad essere nervoso ed irrequieto. Il suo unico occhio si alza e si abbassa dalla terra al cielo, come se cercasse nell'aere chiarissimo il luminoso segno di una corona di alloro. Quello che sto per dire non c'entra col Giro d'Europa, ma lo dico ugualmente per rendere omaggio al nostro costruttore torinese. L'ing. Pallavicino ha un occhio solo; l'altro lo ìia perduto in un incidente aviatorio e tiene nascosta la sua gloriosa ferita sotto un monocolo di vetro nero. Della sua disgrazia non se ne rammarica e la sopporta con allegro stoicismo. « La caramella — mi ha detto, quando mi sono permesso di suggerirgli di portarne una di vetro naturale — è ormai il mio distintivo. Essa costituisce la mia unica civetteria ». Io ho l'impressione che porli il lutto dell'occhio perduto. Ma di mutilati, fra questi aquilotti italiani, non c'è soltanto lui. Il col. Dal Luca, che non partecipa al Giro quale concorrente, ma che è il consulente teenico dell'equipe, ha parecchie ossa fracassate, ed al popolare Donati mancano tre dita di una mano. L'altro ieri, alzando al cielo il suo moncherino, esclamaav: — Se avessi le mie cinque dita non avrei permesso al mio apparecchio di mettere il muso a terra durante la banalissima prova della messa in moto del motore... Gli apparecchi seguitano intanto a ronzare sul circuito berlinese. rtacfpdsdstrIfcnloscpissstadsmmmzrml g, a e u a e. hi, a^on vanno ne piano ne forte e i pio,'loti, pur facendo economia di car-burante, non vogliono abbassare troppo la media dei 200 chilometri orari. Essi badano alle due cose e si mantengono sui 1500 giri, cioè circa su una velocità che va dai 140 ai 150 chilometri. Voi sapete — e se non lo sapete ve lo dico — cheo- al di sotto di questa velocità, cioè al di sotto dei cento chilometri, il volo comincia a diventare pericoloso. Tante cose si imparano durante una prova di questo genere! A poco a poco vi ho detto tutto quello che so, e voi lettori, se mi avete segui to, correte il rischio di diventare dei tecnici della mia forza. Vedrete però — e questo non mi statico di ripeterlo — che un giorno non lontano riuscirete a classificare un aeroplano in volo, come adesso sapete distinguere un'automobile in corsa. Quel giorno l'aviazione sarà finalmente entrata nello spirito popolare. Verso la vittoria Ancora una cosa devo dirvi, chiedendo scusa di essere piuttosto disordinato nella mia cronaca. Quando sui campi d'Italia vedrete discendere le macchine dei concorrenti, non crediate che la prima sia veramente la prima nella classifica. Il regolamento concede ai piloti di fermarsi magari sei ore sopra un campo e tale tempo di fermata viene neutralizzato. Il risultato finale dipende dalla media e la media, orinai, è quasi stabilita. Resta inteso che il volo ha sempre molte incognite, ma a parte questo i nostri piloti hanno ormai vinto a Staaken il Giro d'Europa. I primi sei classificati, tranne il polacco Zwirco, sono italiani, e De Angeli e Viazzo seguono a breve distanza i trionfatori di Berlino. • Colombo, anzi, ha ancora guadagnato questa mattina due punti sul suo diretto antagonista, mentre Miss Spooner ha perduto alcuni punti, ancorché il suo motore Gipsy, meno potente del motore « Colombo », le avesse permesso un minor consumo di essenza. Con questo non vogliamo togliere nulla alla Spooner che indubbiamente è un'aviatrice mondiale. A mezzogiorno l'apparecchio di Colombo ha messo le ruote a terra e gli arrivi degli altri concorrenti sono avvenuti quasi contemporaneamente, cioè secondo la classifica. Unico danneggiato in questa prova è stato De Angeli, il quale, all'atto dell'atterraggio, si è trovata la strada tagliata da un altro apparecchio, sicché ha dovuto riattaccare il motore e compiere un altro giro del campo, consumando qualche mezzo litro di benzina in più. Chi invece ha guadagnato qualche punto è stato Donati che ha bruciato ogni cento chilometri soltanto nove litri circa di carburante. L'ideale sarebbe stato di mantenersi sui sette chili e mezzo, e tale consumo avrebbe dato al pilota il massimo punteggio della prova che era di trenta punti. L'ing. Colombo è arrivato a dieci litri e tutti gli altri, su per giù, sono rimasti in questa misura. La prova di oggi, per la quale si so no avute tante apprensioni, non ha cambiato invece l'ordine di classifi ca e nemmeno ha portato un tantino avanti i Klemm o gli Heinkels, dai quali non abbiamo più nulla da temere. Domani tutti gli apparecchi s porteranno in volo sul campo di Tempelhof di dove domenica avverranno le partenze. Ma adesso io pos so dire ai lettori della Starema e < tutti gli italiani che esulteranno a tale notizia: la competizione aviato ria turistica, la maggiore per importanza, l'abbiamo vinta noi. Possiamo inalberare sul pennone più alto il nostro bel tricolore. C'è veramente da essere commossi ed orgogliosi. ERNESTO QUADRONE mnndptlotssinfsetsmwcanlpan

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