Il Festival internazionale del Cinema a Venezia Secondo tempo

Il Festival internazionale del Cinema a Venezia Secondo tempo Il Festival internazionale del Cinema a Venezia Secondo tempo l . r a , e , Lido, 19 notte. S'era sussurrato che a questo primo Festival avrebbero assistito dive d'oltre oceano o almeno d'oltr'alpe; e parecchi avrebbero preteso, sbarcando all'Excelsior, di trovarne tutto un plotone allineato sul destr1 riga, sergente maggiore la Garbo e caporale di coda la Dietrich. Un po' di pazienza. Ai prossimi Festival avremo certo lungo la spiaggia dorata anche un cenvegno di protagonisti, di quelli che per contratto hanno il diritto di avere sui manifesti i loro nomi alti così; i fotografi della Metro-Goldwyn e 'iella Paramount s'installeranno tra le capanne, sui pontili, sui motoscafi; e un'Anita Page si farà certo fotografare in costume da bagno anche al piedi della loggetta del Sansovino. Dive e comparse Intanto, per ora, basta saper guardare: il Lido non è affollato che di dive e di divette. La smània del cinema, che indaga quale colore preferisca Joan Crawford, perchè John Gilbert abbia divorziato per la terza volta, quanti centimetri misuri la cintura di Virginia Bruce o la caviglia di Joan Marsh, l'ultimo. detto memorabile di Nancy Carroll, l'ultimo aeroplano acquistato da Wallace Beery, questa manìa conta ormai a ^Bilioni le fedeli degli atteggiamenti, degli sguardi e del sorrisi che l'Olimpo dello schermo ha prodigato alle platee del mondo intero. Basta guardarsi.dattorno. Sguardi filtrati da « primo piano », molleggiano andature da « campo lungo », altri sguardi che lentamente roteano a cogliere una «panoramica»; ecco l'abbozzo d'un sorriso che scopre due incisivi e un canino, nulla di più, edizione definitiva; ecco quest'altra che guarda quel vaporino poggiando il capo di profilo su di una spalla come se avesse un torcicollo; ecco una mano che sapientemente cela e addita l'onda sorgente del seno, e vorrebbe posarsi, e non si posa: copertine, viventi copertine, del « Ciné-magazine ». o del « Photo-play ». Ognuna di queste dive è il direttore e l'ufficio.soggetti di se stessa. Scelto al più presto uno sfondo, il biondo canapa dei capelli sul verde cupo delia portiera, un braccio si distende in un desolato sconforto, tirato giù a picco dal peso immane della borsettina di raso. (Ricordarsi di dilatare leggermente le nari, di protendere il mento, di far palpitare le palpebre) Perchè mai quel lentissimo ottavo d< giro, e quel tenero avanzare una spalla, e volgere il capo con uno sguardo ancor più sofferente? Un po' tardi, ma sempre in tempo, s'è accorta di un'ampia specchiera: e cosi può offrirle anche il dorso denudato fino alle reni, in un lieve ombrarsi d'alabastro dorato. Per 11 cameriere che le scosta la poltroncina ha uno sguardo che giunge dall'altro emisfero: falso allarme di sorriso, si siede, effetto di mantiglia e di caviglie: subito dopo, effetto di gomito sul cristallo del tavolino; e infine una delle provvidenziali sigarette, che sullo schermo si fumano ogni trenta secondi. Ad avere un obbiettivo nascosto nel nodo della cravatta ci sarebbe da girare, ogni giorno, sulla spiaggia e nei grandi alberghi del Lido,.almeno una mezza dozzina di « super-capolavori ».Inglesi e francesi Un bagno e due fìlms. un bagno e tre films: ecco il ritmo di queste giornate. L'Inghilterra, dove da qualche anno l'industria cinematografica tenta di risorgere, ha inviato al Festival saggi accurati e modesti: due documentari (Canterbury miniature, Springtime in the Scillies) e un dramma, Faithful Heart, ingenuo e sospiroso. Pure modesti 11 film cecoslovacco e quello polacco; mentre dei quattro films francesi presentati finora (David Golder, Au noni de la loi, Aza'is. L'hotel des étudiants) soltanto quest'ultimo, diretto dal Torianskyha rivelato, soprattutto nella prima parte, una serie di delicate e sottili osservazioni sulla vita degli studenti nel Quartiere Latino e una. magnifica promessa d'attrice nella giovinetta Lanvine. Le altre tre opere non sono che teatro o teatrino filmato. Par di esser, con l'obbiettivo, sotto 11 cupolino del suggeritore; la recitazioneoscilla tra i vecchi cànoni del decla-mato francese e le facilt comicità dun teatro bouleuardier; qualche quadro, qualche momento, parecchie scenografie di pessimo gusto, parecchi buoni attori di prosa; da ascoltare al■la ribalta, non sullo schermo; madal cinema francese, sarà meglio aspettare l'ultima fatica di René ClairInglesi e francesi hanno appesantito questa parte del Festival; nè l'americano L'urlo della folla, sbrigativa cqrejrida d'automobili che si scontrano es'incendiano e rotolano per le scarpad'un autodromo, nè l'atteso Fraticomicità dBi - te aìkenstein, artificioso e sommario ten a j aitatlvo d'un film d'orrore, ben lonta ^o dai pregi di un Dr. JekUl, ci hau¬ o a i o o i , a a i a i o i e a n e l e o n e l ) < o , i e o o i , i l i a . e e l , a , , a i i a a o i e no rivelato nuove espressioni dell'arte dello schermo. Maggior numero d'applausi hanno riscosso La cannone di una notte, dove la voce squillante del tenore Kiepura è abilmente impiegata, e La paga del diavolo, una commediola elegante; ma in complesso è stato questo il gruppo di films che ha maggiormente diviso il pubblico in due tendenze. Se per altri il successo è stato unanime e caldo, espresso da battimani convinti, qui non sono mancati dissensi; questo pubblico raffinato e cosmopolita, quando gli giungono con la dissolvenza finale an che gii ultimi concenti di un film, non esita a nettamente esprimere il suo gai-dizio; e non manca una battagliera pattuglia di punta, formata da giova-lussimi « cineasti » che aui si sono adunati. / goliardi del cinema Musi duri, prosopopee d'iniziati, sufficienze sapute; oppure candori ed entusiasmi di ragazzi che hanno l'apparecchio Pathé-Baby in capanna e che subito t'invitano a vedere 1 loro filmetti a passo ridotto. Sprangano porte e finestre in un'ovattata canicola, appoggiano al lavabo il piccolo schermo, una racchetta e una scarpa aiutano il comodino a far da treppiede: e quando meno te l'aspetti, ecco apparire il « pezzo » agile e armonioso, ben ripreso e meglio i montato ». Altri giungono nella penombra. Uno si rimorchia un'americanina sequestrata sulla spiaggia, non sa dirle altro che «bài, bài», ride a crepapelle; un altro ha sotto braccio alcune dispense di diritto romano gualcite in traslochi e traslochi per capanne, trampolini e campi di tennis; un altro ancora ha sempre con sè una gran busta di cuoio, nella quale conserva in bell'ordine i programmi delle varie serate. Quattro o cinque si sono sdraiati sul letto che scricchiola, ti offrono accanto a loro quel posto riservato di galleria; gli altri siedono in platea, le gambe incrociate sull'impiantito, con un bronzeo guizzare di muscolature giovanili tra gli spacchi dei pigiama e delle maglie da bagno. Infine, cessato il ronzio de', filmetto che han visto decine di volte, applausi, discussioni, « ma fammi il piacere »; e dalle finestre riaperte torna ." Irrompere l'azzurro bagliore del man Son quelli che danno giudizi senza remissione o che al ricordo d'un direttore prediletto trangugiano saliva schioccando la lingua contro il palato come se fossero dinanzi a uria monumentale focaccia; e che'alla sera si sparpagliano nelle ultime file di poltroncine, e giù applausi da scorticar le mani o zittii implacabili a far sorridere la rosea serenità di Maraini, Sono ì goliardi del cinema. Se i loro padri non mancavano mai a una « prima », apollalatl In loggione, questi dichiarano il teatro morto e sepolto, con parole sanguinarie, con sguardi innocenti; e forse non suppongono che l loro entusiasmi per il cinema non sono che un'altra forma d'amore per il teatro e che sempre esisterà fin quando lo spettacolo di loro stessi, sulle tavole d'un palcosceico o sul candore d'uno schermo, saia un insopprimibile bisogno di quei piccoli grandi attori che quotidianamente sono gli uomini. ti n altro film rosso Dopo l'Indimenticabile « Verso la vita » di Ekk è apparso un altro film sovietico. Sul placido Don, diretto da Olga Preobracenskaia con la collaborazione del Prevoff e tratto dal romanzo di Michele Sciokoloff. Sulle rive del placido Don, là dove i cosacchi avevano ottenuto in dono dallo zar 11 vasto territorio, il film si apre ai primi del novecento. Il filo conduttore dei varii episodi è la vicenda di un giovane cosacco che si occidentalizza attraverso 18 guerra e la rivoluzione; e sarà, naturalmente, « occidentalizzato » alla perfezione quando si sarà « bolscevizzato rdel tutto. Anche in questo secondo film russo gli intenti di propaganda politica grandemente ne danneggiano il ritmo d'arte; ma l'impronta della Preobracenskaia, che già diresse il torvo e sensuale « Le donne di Rjazan » (apparso anche sui nostri schermi col titolo « Il paese del peccato »), si rivela in parecchie scene efficaci. Siamo però assai lontani da « Verso la vita », la Preobracenskaia è una figura assai in minore nel panorama del cinema russo. Ne-1 capolavoro dell'Ekk, forze oscure e pri ll^io-onio -aprimre liricamente iT>isrn»tn i , . o e - ljmigenie, sempre liricamente interpreta¬ te, che si liberano in una luce di redenzione, In un vasto epilogo epico e solenne; qui un affiorare di crude e violente intenzioni satiriche che soltanto di rado si risolvono in urta felicità espressivae sempre un forzare i toni, un voler vedere ogni cosa dall'angolo prestabilito di una visuale spietata, realisticadocumentaria: troppo spietata per es sere ossessiva, troppo convulsa per nonessere sovente grottesca. Si ha. l'impres-sione di chi voglia far credere di esserforte gonfiando semplicemente le W^e il torace; e « giunge perciò a lunghis-simi brani fiorettati esclusivamente dsuperlatlvi. Ma non dimenticheremo le primissime scene, le visioni del • Don scorrente fra pigre brume, e tutte le altre dell'annuncio della guerra. <( Ragazze m uniforme » Ed eccoci al secondo capolavoro cinematografico rivelatoci finora dal Festival. Mddchen in Uniform è tratto dalla commedia « Ieri e oggi » di Christa Winsloe, ed è l'esordio di una nuova casa editrice. Leontine Sagan ha diretto la ripresa dei varii quadri, Cari Froelich ne ha diretto il montaggio; il film, interpretato esclusivamente da donne, rivela due ottime attrici, Emi¬ ]la Unda e Dorothea Wieck; una pro;dlglosa adolescente, Hertha Thiele; e |mostra in ogni minlmo dettaglio una 1 | a a o i e e n l a i e i o 8 > m l e n l - ura morbida, sottile e scrupolosa che è il maggior coefficiente per l'atmosfera in ogni quadro sapientemente raggiunta. Risorge sullo schermo la Germania di prima della guerra, in una vecchia città del nord, viste di scorcio dalle aule e dai dormitori di un collegio femminile. Ragazze in uniforme: le tuniche a grosse righe bianche e nere diventano in breve un minimo comun denominatore e il tema fondamentale: è l'uniforme che dovrebbe calmare, con rigida disciplina,e in parte addirittura distruggere tutti quegli aneliti a un rigoglioso fiorire: son queste le teorie d'una direttrice che è riuscita ad integralmente applicarle nel suo imperiai collegio. E la povera Manuela comincerebbe ben presto a intristire 3e la tenerezza di una giovane maestrina, contrarla a quei 'Sìstemr,'~riònl" destasse nell'animo della fanciulla un tumulto di dolcezza e di dedizione. Non vive ormai che per la sua bella Fratilein von Bernburg; e quando, per punizione, dovrà esserne separata, il dolore sarà così disperato da indurla al suicidio. Le compagne, angosciate, invano la cercano; e quando, atterrite, riusciranno a strapparla alla balaustra dalla quale già si spenzolava nel vano delle scale, quelle grida quel terrore saranno il primo e l'ultimo colpo per l'impassibile severità di certi sistemi. Tutto ciò è il pretesto i rievocare Ir vita di un collegio femminile; altri n:avrebbe fatto lo sfondo a una Santa rellina, o un mellifluo e roseo documei;-tario; qui, invece, ogni episodio è coirelato a tutti gli altri in una rigorosa unità di stile, in un'atmosfera d'inquietudine e di sottili, opache tristezze, tra maliziose occhiate femminili sullo spettacolo della vita che subito si ritraggono, e immensi candori e ingenuità di monelle. C'è della Colette e del Wedekind: un binomio non facile da accordare, e qui invece stupendamente risolto. Le scene nei dormitori, nelle aule, in giardino; e i preparativi per la recita del « Don Carlos », e le mene di una vecchia insegnante, e il ballo tra le allieve, e le figure delle governanti, e la visita di una severa Altezza imperiale, e la collezione di fotografie d'attori che un'allieva possiede dietro la carta che fodera il suo armadio, e la corrispondenza clandestina, e il bacio che !a maestrina dà alle sue allieve "g. : sera prima di coricarsi, e soprattutto l'angosciosa ricerca di Manuela scomparsa, quel grido che si ripercuote negli echi degli androni e delle camerate, e quel nome ripetuto di labbro In labbro, e lo sbigottito terrore di quelle giovinette dinanzi al fantasma della morte presentita : pagine cinematografiche stupende, di un vigore tanto più efficace in quanto calato in un'impeccabile euritmia. , A far sospirare qualche fanciulla più o meno in uniforme, partecipa intanto al Festival anche la luna. Non poteva mancare, lei che tante risorse ha offerto a direttori d'ogni paese, e tante serenate notturne ha sorvegliato sul brontolio degli altoparlanti, e tanti abbracci finali in dissolvenza ha consacra.;) facendo capolino tra rami sempre fioriti. Ha fatto prima le sue prove, quasi alla chetichella, adoperando soltanti uno spicchio, tentando le sue rime con la laguna che s'imbruna; e poi s'è slanciata in serate che sono ognuna una sua serata d'onore. S'effonde sulla distesa delle acque, rivela il lucciolare delle isole sorgenti dinanzi agli Alberoni e a Pellestrina, addita allo sguardo il cammino verso Chioggia e l'estuario. Il viaggiatore dei treni popolari, fatto zaino a terra del valigino di fibra, a lungo la juarda, quasi incredulo; e al ritorno quella del suo paese gli sembrerà ben diversa, una luna, tut-t'al più, da avventure di Meo Mao e di Topolino. MARIO GR0.MO.

Luoghi citati: Chioggia, Germania, Inghilterra, Nancy Carroll, Venezia