I progressi degli italiani

I progressi degli italiani COMMENTO ALLE PROVE ATLETICHE I progressi degli italiani L« Olimpiade.dei miracoli » re- sta istera memorabile nella storia dell'a- me tletismo italiano. Le vittorie di Fri- co] gerio ad Anversa ed a Parigi furono str Pf^"0^™^?1^1?. A™^?!.!?*?-1 ì^3e " g . a n ; e ) a n n ; cente vittoria di Beccali sùpera ogni'pealtro successo, ocni altra afferma-1 hamodimpommsinree glNe riniadscstpilastsuccesso, ogni altra affermazione. E' la vittoria conseguita contro campioni di notevole fama internazionale, su una distanza classica e suffragata da un favorevole asserto del cronometro. La lieta sorpresa Gli italiani, alla vigilia, si attendevano una bella prova dal milanese, ma ben pochi avrebbero giurato ad occhi chiusi su un suo successo. In atletica, assai meno che in altri sports, si può essere certi di conseguire la vittoria. I pronostici, anche quando sono passati al vaglio di una critica serena ed oculata, assai spesso vengono sconvolti e smentiti. Se molte ragioni potevano militare a favore di Beccali per un ottimo piazzamento, non altrettanto si può dire nei riguardi di un suo sicuro successo. La quantità e la qualità degli avversari e le incognite del lungo viaggio lasciavano molto perplessi. Tuttavia Beccali, ottenendo dal suo organismo un rendimento superiore al normale, è riuscito a battere i più quotati campioni del mondo ed a migliorare il record olimpionico della specialità. La vittòria del milanese — oegi è inutile parlare del come venne conseguita — è un magnifico inatteso premio per l'atletismo italiano. Il significato del successo ottenuto in terra americana non si limita alla conquista di un titolo e di un record olimpionico: va ben oltre. Lo sviluppo dato in questi ultimi anni alle discipline atletiche in Italia e la rapida quanto sicura propaganda che si va conducendo non bastano da soli a raggiungere il risultato che si vuol toccare. In tutti gli sports si è progrediti rapidamente quando c'è stato il campione che ha servito di richiamo, che ha spinto i giovani all'emulazione, che ha trascinato l'entusiasmo della massa. Dopo la vittoria della squadra « azzurra » su quella francese al Littoriale di Bologna (luglio 1929) il successo di Beccali segna una nuova tappa per l'atletismo italiano, ormai alla vigilia di occupare il suo giusto posto nella considerazione della massa degli sportivi. Per noi la vittoria di Beccali viene a sancire in modo inconfutabile la portata dei nostri progressi in campo mondiale, progressi che sono confermati dal terzo posto della squadra italiana nella finale della staffetta 4X100. ati ti rti ), ti uuos ti nti 1; 8; er ) : r3. ): a; 1. ele U aaati ro a aro ze. n a ia ca 9 1. ilGePiDe aapnati er ai atns anattte fer Ca ai veti). atrce etilre un'idea della'situazione atletica iotlitalJan?.vigilia di un nuovo pe- Orientamento nuovo Il nostro insuccesso nella prova di maratona e le due affermazioni or ora accennate si prestano ancora ad una considerazione circa l'orientamento dell'atletismo italiano verso la via battuta dalle maggiori Nazioni atletiche. Generalmente — l'eventuale eccezione conferma la regola — ai successi nelle prove di resistenza da parte di una Nazione ha fatto riscontro l'insuccesso nelle prove di velocità e mezzofondo. La storia olimpica è piena di questi esempi. Del resto è facile spiegarne il motivo, in special modo tenendo presente la situazione italiana. Per molti anni — quando scarseggiavano in modo allarmante le piste — l'attività atletica italiana si esplicò per la sua quasi totalità solamente su strada. Naturalmente non mancarono mai i fondisti e per un momento l'Italia fu all'avanguardia sulle lunghe distanze. L'avvento delle gare su pista diminuì notevolmente le manifestazioni su strada e ne ridusse le distanze. Con l'aumentare dei campi sportivi la situazione andò sempre più peggiorando sino a ridursi a poca cosa. La metamorfosi che si è verificata da noi in questi ultimi anni — a somiglianza di quanto accadde a suo tempo altrove — ha portato l'atletismo ad essere uno sport meno popolare forse, ma certamente più aristocratico e più alla portata di tutte le classi, quella studentesca in modo particolare. Tutto questo è stato detto non per condurre il can per l'aia, ma per- da eria) ono ens sen ato 1. 3. anndi; 'O il 1. 3. 6. Na, è riodo di più grande sviluppo. Ritornando al comportamento dei nostri atleti a Los Angeles, e dopo aver dato il dovuto risalto alla vittoria di Beccali, dobbiamo intrattenerci in primo luogo sulla prova compiuta dalla nostra staffetta veloce, finita buona terza dopo l'America e la Germania, battendo il Canada, il Giappone e l'Inghilterra. tacafopoglmapcerostlonlosuecsnanmnepcAnlciLBsispshqpPsrsiidrtsqTpp0 'A Vi Vi 5 'i 7 5 4 3 5 La staffetta 4 per 100 Per la verità i nostri velocisti non si sono presentati alla gara individuale riservando così ogni energia per la prova staffetta, ma non è meno vero ch'essi si sono classificati a meno di dieci metri dall'America, il che significa che il tempo della nostra squadra è stato, nella peggiore delle ipotesi, di 41", ossia 10" e 25/100 per ogni componente. Mai l'Italia, in passato, ha saputo ottenere un così brillante risultato su un campo straniero. Tuttavia noi siamo certi che avremmo potuto far qualcosa di più se la nostra squadra avesse potuto essere in migliori condizioni di forma. Manchevolezza che non è imputabile ad alcuno, ma che deve essere addebitata solo al caso. Nella staffetta 4X-Ì00 la nostra squadra è finita al sesto posto nella prova decisiva. Un cambio errato ha compromesso il nostro piazzamento, tuttavia non dimentichiamoci d'essere giunti in finale. Il quinto posto in finale conqui- stato da Facelli nella prova dei 400 metri con ostacoli, anche se non ha corrisposto completamente alla no stra attesa, ha il suo valore. Il pie- ì^3*^ non completamente a posto 'per un incidentei di allenamento^ noa 1 ha potuto fare di più. Accontentiamoci di questo piazzamento, che può dimostrare agli ultimi venuti in campo altetico come la volontà non ha mai fatto difetto negli anziani e come essi abbiano saputo combattere sino in fondo la loro battaglia. Nella prova di maratona abbiamo reso foi3e meno del previsto. Fanelli e Rocca ti hanno fatto del loro meglio, ma non hanno entusiasmato. Non imprechiamo contro la sfortuna e riconosciamo piuttosto la superiorità degli avversari, che hanno fornito tempi rimarchevoli. E' facile addossare la responsabilità di una sconfitta alla sfortuna, ma non è onesto toccare tale tasto, quando i tempi stanno chiaramente a dimostrare la netta differenza di classe che esiste tra vincitori e vinti. a e e i o . o e ù a e e o a n o i a a o e si è di lna til oro lla n ei e, al na ca pe- di or ad aso ni ecda ridi oel in si— altisi unfu didionoriù ca fi— a ano più di in er da ortri da di in uta ita la il La gara di morda Qualcosa di più avremmo potuto tare nella gara di marcia se la tattica svolta dai nostri rappresentanti fosse stata meno baldanzosa ed un po più accorta. Si può dare battaglia quando si ha la sicurezza matematica del successo, ma non si parte apertamente in lotta quando si è incerti sulle proprie possibilità. L'errore di valutazione preventiva è costato forse il successo ai nostri colori Francamente la squadra italiana lasciava bene a sperare per il valore dei singoli componenti e per il suo buon valore complessivo. Il valore dei nostri avversari non era completamente noto, ma di qualche campione si conoscevano le possibilità. Frigerio, il più anziano dei nostri tre rappresentanti, ha potuto, almeno in parte, salvare la situazione con un buon piazzamento. E' ammirevole la prova di volontà e di tenacia fornita da questo campione: egli ha chiuso la sua carriera olimpionica con uno di quei « serrate » che ricorda il brillante vincitore di Anversa e di Parigi. Non molta fortuna hanno avuto i nostri atleti nella gara dei tre chilometri con ostacoli naturali. Ancora una volta la classe degli anioni ha avuto facilmente ragione e Lippi ha potuto avere la meglio su Bartolini e Furia. Eliminato quest ultimo in batteria, perchè caduto in super-allenamento, gli altri due sono riusciti a classificarsi per la prova finale. I piazzamenti non sono stati dei più brillanti, ma, tuttavia, hanno la loro importanza. Anche in questa gara, come del resto accadde per quella di marcia, si è caduti, in Patria, in un grossolano errore di supervalutazione. L'entusiasmo per i risultati ottenuti in alcune prove di selezione si è ben presto trasformato in un esagerato ottimismo. I fatti in atletismo il cronometro non perdona e non tiene calcolo delle aspirazioni dei singoli — hanno contermato in pieno questo errore. La nostra squadra, per le gare di salti e lanci, non ha ospitato ch'e quattro atleti. Poggioli e Vandelli per il lancio del martello, Angelo Tommasi per il salto in alto e Tabai per il salto triplo. Fatta esclusione per i due specialisti modenesi, per gli altri non si nutrivano soverchie speranze alla vigilia. Le distanze raggiunte dagli specialisti delle altre nazioni erano troppo note perchè si potesse sperare in qualche affermazione o successo. L'esperimento Contati L'esclusione dalla finale del lancio del martello di Poggioli e Vandelli non ha mancato di sorprendere; ma all'esclusione degli altri due nostri atleti non si è fatto gran caso. Sono troppo progredite nei nostri confronti gli atleti di molte altre nazioni. Arriveremo anche noi un giorno a primeggiare, ma per ora dobbiamo accontentarci di segnare momentaneamente il passo. La distanza che ci separa dai vincitori di Los Angeles è molta: non basteranno forse tre olimpiadi per neutralizzare questo distacco. E' bene lavorare con tranquillità, saviamente, senza sperare quello che non si può ottenere se non col tempo. L'esempio della Finlandia e del Giappone deve pure insegnarci qualcosa. 0 non vigia mei a , il noore " e Mai ne un A proposito dell'esperimento fatto dalla Fidai — alludiamo all'assunzione di un allenatore nostrano per la preparazione olimpionica — possiamo dichiararci soddisfatti. L*on. Ridolfi ha scelto bene e con mano sicura. Da troppo tempo l'appassionato uomo di sport è sulla scena atletica italiana perchè debba incorrere in errori di valutazione. Anche il problema dell'allenatore nazionale — prospettatosi per l'ennesima volta or è poco più di un anno — si può dire finalmente risolto. Siamo sulla via della totale sistemazione definitiva: ecco perchè altre notevoli soddisfazioni a breve scadenza non ci dovrebbero sfuggire. VITTORIO ZUMAGLINQ.