Due operai periti tra le fiamme in un pozzo delle condutture stradali

Due operai periti tra le fiamme in un pozzo delle condutture stradali TRAGICA SCIAGURA IN CORSO NOVARA Due operai periti tra le fiamme in un pozzo delle condutture stradali A pochi giorni di distanza dal tragico | ascoppio di corso Verona, un altro in-j sfortunio sul lavoro che, par la dram- tmaticità dei particolari, ricorda quella|cprima sciagura, ha destato ieri vivis-1 p" 'aSbrtvcflvCmmnacCfetfsi'.--i commozione nella popolazione de;;a Barriera di Milano. Due giovani operai hanno trovato orribile morte in uno di quei pozzi per la fognatura, già tristemente noti per altre disgrazie, che si è trasformato d'un tratto in fornace ardente. La località ove è accaduto il sinistro si trova all'angolo di corso Novara e corso Ponte Mosca, dove appunto si stanno compiendo lavori di fognatura. Questo tratto di scavi è affidato alla impresa Andrea Sales, avente sede in via Foligno, 47. E' noto come si svolgano tali lavori. Compiuti sulla direttiva della futura linea di fognatura i pozzi verticali, alla distanza di una ventina di metri l'uno dall'altro, gli operai costruiscono le gallerie che si riuniranno a mezza strada. I cunicoli principali vengono scavati ad una profondità variante dai cinque ai sette metri e misura normalmente una sezione di circa due metri di altezza per uno e mezzo. 11 lavoro è delicatissimo |e procede lentamente per le precau zioni che si debbono prendere per evitare pericoli di franamenti. Una delle difese più efficaci è il puntellamene progressivo della volta e delle pareti dello scavo, compiuto con tavole di legno, montati laterali e l'imbottitura, fra il piancito di tavole e la superficie dello scavo, con paglia. Quest'ultima ha l'ufficio essenziale di aderire perfettamente ad ogni scabrosità del terreno, rendendo più omogeneo e quindi resistente il nve&Uménto. Il racconto del superstite Al proseguimento dei lavori di scavo di una di queste gallerie, erano addetti i terrazzieri Giuseppe Viola di Antonio e Francesco Cavallo di Francesco, ambedue di 23 anni, nati e residenti a Volpiano. paese d'origine di quasi tutta la maestranza adibita a tal genere di scavi. I due giovani, che nella serata di ieri l'altro avevano lasciato il lavoro senza aver notato alcunché di anormale nella galleria, ieri mattina erano tornati al cantiere poco prima delle ore 7,30 e, mutatisi d'abito, si erano appressati al pozzo insieme con un altro terrazziere, certo Antonio Gentina. Dei tre, il Viola avrebbe dovuto compiere il primo lavoro di scavo, mentre il Cavallo lo avrebbe aiutato stando alle sue spalle e cioè in diretta comunicazione con il Gentina che, dall'esterno doveva manovrare il verricello per sollevare i secchi carichi di materiale. Scoperchiato il pozzo il Viola si aggrappava alla fune del verricello e si calava in fondo, recando con sè picconi ed altri utensili. A lui seguiva il Cavallo che portava una lampada ad acetilene. A questo punto avveniva la disgrazia. 11 Gentina, unico testimone della fulminea e drammatica scena cosi narrava poi l'accaduto ai dirigenti dell'impresa ed ai compagni: « Avevo appena finito di « fiilare » la corda del verricello, alla quale si era aggrappato il Cavallo, quando sentii il Viola che lo pregava di accendere la lampada per aver luce sufficiente EvqfscfdlaiPtlcmgipclcsnmspanmhittI a muoversi fra i pali dell'armatura. ! | Io ero affacciato al pozzo. Udii lo sfre- j g amento del fiammifero contro una pietra, vidi appena la fiammella poi... — e qui il bravo operaio si passa la i rnaso sugli occhi, quasi a cacciare il ricordo della scena cui assistette — \ fu una vampata. Un boato come di a o i a a e terremoto, mi parve quasi che la terra tremasse sotto i piedi... Mi giunse all'orecchio un grido straziante, inumano. Mi afferrali alla maniglia del verricello, girai, la sentii pesante. Altri erano accorsi, e tirammo su con furia. Dal pozzo ormai veniva una nuvola densa di fumo. Alla fine, di tra quel fumo una massa avvolta dalla fiamme. Era il Cavallo ». Questi infatti aveva avuto gli abiti incendiati dalla prima fiammata e solo nello spasimo della disperazione aveva trovato la forza di rimanere aggrappato alla corda. Ora i compagni gli si affrettavano intorno, tentando spegnergli le fiamme di dosso, incuranti delle scottature. La guardia municipale Meardi accorreva e, fermata un'automobile di passaggio, provvedeva a trasportare il poveretto alla Astanteria Martini. Una scena drammatica Intanto dalla vicina sezione dei vigili urbani, si telefonava alla caserma Fontane. Di qui gli ingegneri Pastore e Anglesio si recavano tosto sul luogo del sinistro con due distaccamenti. Retava ancora in fondo al pozzo un ope- tol a!la bocca ni,ssu^0 P<*evaf o te Fensare di calarsi in f --Uibi di fumo continuavi -, miantì erano riuniti attorno i )- ^'v^^^SU^tów^aS^S | alla bocca nessuno poteva umanamen- contornavamo a satol l. miste a lingue di fuoco. Anche le tra-1-ivature dell'impiantito dovevano aver : — —«—* T ~~ „' te.nta^1Y.°td.1..slenfS".,„ "eLE.°z?°'_5? a non si poteva mandarlo a compimento, e Si decideva allora l'estremo prowedi mento. Il pozzo veniva allagato, con (quattro potenti getti d'acqua. Le fiam- i«e orano tosto soffocate ed in seguito tornava a prosciugarlo. Nel frat e tempo attorno al cantiere si era radu- nata gran folla e i vigili urbani, al co- mando del maresciallo Sacchetti e dclo l'ispettore Da Rui dovevano faticare ,'non poco ad allontanare i curiosi. Da ogni parte erano poi giunti operai di | altri cantieri, in apprensione per la j sorte dei loro congiunti, in quanto i terrazzani addetti a tali lavori sono, |come si è accennato, in gran parte 1 provenienti da Volpiano e per lo più 'anche legati da vincoli di parentela. Alla fine un impresario, tal Marcello Serra, di 32 anni, abitante in via Urbino 9, cercava di calarsi per recuperare la salma del Viola. Un primo tentativo non riusciva; ma l'animoso giovane tentava nuovamente, dopo essersi calzata la maschera di respirazione, e finalmente poteva risalire recando tra le braccia il martoriato cadavere, che veniva deposto sopra una barella della Croce Verde e coperto con un telone, mentre la folla, fattasi d'un tratto muta, si scopriva o levava il braccio nel saluto romano, ultimo omaggio alla vittima del lavoro. Il medico municipale, dott. cav. Zucchetti, ed il cav. avv. Lombardi del Commissariato di P. S., esperivano le formalità di legge. La salma stava per essere portata agli Istituti Universitari del Valentino, quando di tra la folla una donna si faceva largo a forza. e a Era una parente del poveretto, già provata or son 3 mesi dalla sciagura, in quanto il Viola è cugino del terrazziere ferito in un pozzo franato in via Gustavo Doglia, la quale voleva ad ogni costo ancora vedere il suo congiunto. A forza essa doveva essere allontanata da persone pietose e confortata. La seconda vittima Nello stesso tempo giungevano sul luogo del sinistro i vice-podestà comm. aw. Gianolio e comm. prof. Silvestri, i quali erano accompagnati dal comm. Gay, dal dott. Cramarossa e dall'ing. Porporato. Dopo aver assunto informazioni sulla sciagura, mentre i tecnici restavano sul posto per l'inchiesta tosto apertasi, essi si portavano all'Astanteria Martini. Qui i dottori Vidili, Quilico e Burzlo avevano fatto ricoverare il Cavallo giudicandolo in imminente pericolo di vita, tanta era la gravità delle ustioni riportate. Egli inoltre presentava sintomi di asfissia, per aver respirato gas venefici. Al suo capezzale erano congiunti ed amici. A loro le Autorità recavano parole di conforto e di consolazione; ma nonostante le assidue cure, il povero Viola non poteva resistere alla violenza del male e, dopo quattro ore di straziante agonia, decedeva. Sulle cause che hanno originato la sciagura è ancora in corso l'inchiesta; pare tuttavia che il sinistro sia dovuto alla presenza di gas che, infiltratisi nella galleria, avrebbero formato una miscela detonante, scoppiata al mimo contatto con la fiamma. La disgrazia ha suscitato grande impressione e, attorno ai pozzi, ieri rimasti inoperosi in segno di lutto, ha stazionato per tutto il giorno molta gente, commentando. « Ft di 'tbil

Luoghi citati: Milano, Volpiano