Il Duce passa in rivista le forze del partito A

Il Duce passa in rivista le forze del partito A L E MANOVRE NAVALI Il Duce passa in rivista le forze del partito A Incursioni aeree nel cielo di Tripoli L'immediato contrattacco delle squadriglie di difesa - Il convoglio è partito a mezzanotte affrontando la minaccia dei « campi di mine » e dei sommergibili . Per telegrafo dail nostro inviato Roma, 8 notte. La R. Nave Aurora, partita il 6 agosto alle ore 16 da Gaeta, con a bordo S. E. il Capo del Governo, accompagnato da S. E. il Ministro della Marina, è giunta il 7 mattina alle ore 8,30 a Trapani, ove si trovavano ancorate le forze navali del Partito A, al comando di S. E. l'Ammiraglio Burzagli. La nave ammiraglia ha salutato con le salve regolamentari l'insegna del Capo del Governo fascista. Il Prefetto, il Podestà e il Segretario federale di Trapani sono saliti a bordo per ossequiare il Capo del Governo. E' stato poi chiamato a rapporto, a bordo dell'Aurora., l'ammiraglio Burzagli, che ha esposto al Duce le disposizioni impartite per lo svolgimento delle esercitazioni navali in corso di esecuzione. Alle 9,30 U Capo del Governo con il Ministro della Marina ed il Comandante in capo della prima Squadra, si è recato sul R. Incrociatore Colleoni, che porta l'insegna dell'ammiraglio Castiglioni, comandante la terza Divisione. Lo ha visitato minutamente ed ha assistito ad u'na esercitazione di posto di combattimento dopo aver passato in rivista l'equipaggio. Sbarcato dal Colleoni, salutato dalle salve regolamentari, il Capo del Governo ha percorso in motoscafo la formazione degli incrociatori che avevano gli equipaggi schierati in coperta e si è recato sul cacciatorpediniere Freccia, che ha visitato attentamente, accompagnato dal capitano di fregata PerissinottiBisoni, comandante la settima squadriglia cacciatorpediniere. Verso mezzogiorno il Capo del Governo ha ripreso imbarco suWAurora, che poco dopo ha lasciato l'ancoraggio diretta al Sud. Nel congedare l'ammiraglio Burzagli, S. E. Mussolini gli ha espresso il suo compiacimento. (Stefani). L'apertura delle "ostilità,, Tripoli, 8 notte. Il nemico ci ha dato assai più tregua di quanto ancora stamani presto non credessimo, e diciamo nemico perchè involontariamente i neutrali come noi, imbarcati sulla Stella d'Italia della Missione navale, vengono a parteggiare un poco per il Partito con cui sono a contatto; e poiché noi stiamo per essere accodati al convoglio salpante da Tripoli verso Taranto, ceco che le sorti del Partito B ci stanno forse più a cuore di quelle delle unitp, in agguato lungo la nostra navigazione. Criterio sbagliatissimo, lo sappiamo, criterio che fa sorridere come puerilità gli ufficiali di Marina, ma che è radicato in un sentimento umano, istintivo, quel medesimo sentimento di emulazione, di volontà di riuscire su cui si basano tutte le azioni umane. E forse anche nella presente circostanza non completamente da rifiutarsi perchè alla fin fine, sotto la complessa ed astrusissima soprastruttura tecnica, l'elemento uomo sopravvive intatto eppur dissimulato, e a questo elemento si riduce in fondo anche la complicatissima meccanica guerresca. Questo mi diceva l'anno scorso, durante le interessantissime manovre dei sommergibili, cui ebbi la fortuna di partecipare, un Ammiraglio che ora ha lasciato il servizio ma non certo il cuore dei suoi dipendenti e collaboratori, e questo mi ripeteva ieri un valente ufficiale qui presente, sostenendo che una volontà anche rudimentale e caparbia di vittoria, un rifiutarsi ad ogni costo di dichiararsi battuti, possono talvolta prevalere su ogni progresso tecnico e ogni sottigliezza dottrinale. Dicevamo dunque che la nostra giornata è passata assai più tran- j equinti di quanto all'alba /esse dato\tpresumere, specie dopo le brìllaniis-;sime azioni compiute dall'Aviazione e dai sommergibili dei due Partiti da quando, passato il periodo della cosiddetta tensione diplomatica fra le Nazioni supposte in guerra, è stato dichiarato l'assetto precauzionale. E' noto che durante questo assetto tutti i servizi di esplorazioìie nel caso di guerra navale costituita essenzialmente dagli aerei e dai sommergibili, vengono parimenti vengono compiuti _ tutti quegli atti preparatori che, immediatamente dopo lo scoppio delle ostilità debbono determinare i più pronti e decisivi effetti. Così è che il Partito A non ha certamente perso tempo e che iersera alle ore 19, i suoi aerei sono piombati come falchi'su Tripoli che a quell'ora, sia detto tra parentesi, godeva animatissima l'incantevole pace del sereno giorno festivo, e sono riusciti a fotografare il porto e a identificare tutte le navi presenti. Naturalmente, l'aviazione del Partito B non è rimasta inattiva, e se gli idrovolanti della nave portaerei Miraglia non hanno avuto il tempo di essere messi in mare, viceversa gli apparecchi terrestri della difesa tripolina si sono lanciati alla caccia degli avversari; ma il loro inseguimento ha dovuto esser frenato dalla limitata autonomia e se per qualche tempo abbiamo assistito a magnifiche prove di perizia da ambo le parti, ciò non ha menomato i risultati della brillantissima azione del Partito A. I due convogli A questo proposito ancora una volta giova rilevare gli incommensurabili servisi che può rendere il tempestivo impiego dell'arma del cielo sapientemente combinato con la correlativa manovra navale e rivolto a un comune obbiettivo. Infatti l'Ammiraglio Burzagli può ormai essere certo che le corazzate Doria e Duilio del Partito 3 si trovino senz'altro alla fonda davanti a Bengasi, dato che a Tripoli non sono state scorte e che già precedentemente, come vi ho detto, gli aerei del Partito A avevano scorto vuoto il porto di Taranto; tutto ciò senza contare gli altri servisi di spionaggio, come quello fornito da una stazione radio clandestina che il Partito A sembra essere riuscito a far funzionare proprio dai dintorni di Tripoli. Facile è rilevare l'enorme importanza, per l'Ammiraglio Burzagli, di codesta certezza. Se egli infatti rischiasse ad attaccare il convoglio uscente da Tripoli prima del suo congiungimento con il convoglio uscente da Bengasi od dimeno prima che le due potentissime corazzate entrino in campo (se pure questo è il suo piano, cosa che naturalmente è impossibile precisare), potrebbe benissimo azzardarsi ad assalire anche le unità di protezione a quasi parità di forze senza temere l'effetto dei 26 complessivi cannoni da 305 capaci con un sol colpo di smantellare ed affondare non soltanto i suoi incrociatori da cinquemila tonnellate oppure i suoi esploratori delta categoria Navigatore da duemila, ma anche i due da diecbnila, Trento e Trieste, dalla velocità eccezionale ma dalla corazzatura assai li mitata. Ma l'attività del Partito A wou si è ristretta, in queste ore di assetto precauzionale, a una incursione aerea che di per sè sola costituisce una violazione di leggi internazionali per aver sorvolato su una piazzaforte. In questi due giorni tutti i sommergìbili dei due Partiti hanno raggiunto i l«ro posti di agguatipartendo dalle basi di Augusta {Partito A) e di Taranto (Partito B), ndintensificati e\■ e mentre gli idrovolanti del Partito A già segnalavano iernotte alle 3,15 fre sommergibili del Partito Bjs- ' "■'""" dti e e nelle vicinanze di Capo Passero, cositcil sommergibile da grande eroderai ndel Partito A, Millelire, comandato\ odal capitano di corvetta Girosi, con\cgrande audacia si portava stanotte davanti a Tripoli a seminare un banco di mine sulla rotta di sicurezza del nostro convoglio. Audacia però vnpstosto rintuzzata perchè la nostraisaviazione riusciva a scorgere un ga-]svitello che tradiva la presenza deliac terribile minaccia e i nostri draga-\rmine uscivano ad arare il fondo del mare per darcelo libero stanotte. Realmente dall'una e dall'altra parte si gareggia di ardire e di perizia, perchè mentre le nostre stazioni radiogoniometriche identificavano punto per punto, la presenza e la posizione degli aerei avversari, i nostri idrovolanti e gli apparecchi terrestri segnalavano la presenza nientemeno che di una squadriglia di nove Mas nelle nostre acque. L'incursione del leggero naviglio da superficie pò-teva sembrar temeraria e infatti ir, breve si rettificava non trattarsi di Mas bensì di sommergibili. L'errore non deve stupire nessuno, anzi è salutare che tali errori avven gano perchè propizi a chiarire le circostanze della realtà: sviste che rapidamente si correggono con infiniti mezzi di identificazione di cui ormai la tecnica guerresca dispone. Navigazione a lumi spenti Ecco dunque oggi la situazione dei partiti contrapposti: situazione di tensione estrema propria del precipitare degli avvenimenti. E' ormai questione più di minuti che di ore, quindi la fase più propriamente drammatica e pittoresca avrà inizio. Già noi della nave Stella siamo stoti tutti convocati e ci sono state impartite norme per questi due giorni di navigazione in assetto dì guerra: disciplina perfetta a bordo, tutte le luci oscurate di notte; viaggeremo nel buio assoluto accodati al convoglio costituito, fra navi simulanti il trasporto e navi di scorta, da ben quindici unità. Si tratta dunque di un complesso imponente, tale da dare un quadro grandioso di guerra vera. Veramente il capo convoglio dell'incrociatore Fiume non voleva saperne della nostra un poco... ingombrante presenza e temeva un'occasionale accensione di luci rivelante all'avversario il convoglio; ma l'ammiraglio Cantù capo della Missione navale ha dato le più ampie assicurazioni in proposito. Staremo dunque buoni buoni, da bravi ragazzi, disposti a trattenere anche il fiato per non impacciare la manovra. Ipotesi? Sono ormai tre giorni che non facciamo che ipotesi ed esse si moltiplicano di ora in ora a sazietà forse per qualche lettore ma con crescente interesse per noi. Prima ipotesi; speriamo, con tanto operare di dragamine, di non incappare in un banco di torpedini, e di non essere attaccati durante il momento delicatissimo della partenza da Tripoli. Nulla per altro di più facile che gli idrovolanti di Stagnoni (partito A) Savoia 55, piombino qui in volo da Marsala per scaricarci addosso un venti o trenta tonnellate di bombe. Veramente secondo il tema delle marjovre detti idrovolanti non potrebbero lasciare Marsala che un'ora dopo lo scoppio delle ostilità; ma- i diritti internazionali giù sono stati violati con l'incursione su Tripoli e quindi anche questa ipotesi è ammissibile. In realtà oggi nessun idroyo^ tante recante almeno 800 chili di esplosivi può disporre di autonomìa ecgrfrtmnmiacamTDrdFlvbt■n, - di volo da Stagnoni a Tripoli e vice-\versa; ma queste manovre devono ' anche contemplare i progressi tecnici ' immediati e immancabili: ed è posi- 'mIlvo che fra qualche tempo tale au- \tonomia sarà realizzata nemmeno si devono esagerare gli ef felli di un possibile bombardamen lo: poiché se anche ì dodici velivolii Tuttavia\! jsere colpiti non di Stagnoni potessero trasportare trentasei bombe la probabilità di esc che dello 0,50 per tcento: dato anche che alla mezzai notte Tripoli sarà completamente \ oscurata e che i dispositivi fumogeni \collocati lungo tutte le banchine av- volgeranno il porto in una immensa nube di fumo. Questo si dica anche per dissipare ipotesi troppo catastrofiche per una deprecabile ma pos- isibile guerra futura: anche nelle co ]se atroci cornei conflitti a tutto vi ca rimedio, tutto è se non scongiu\rabue almeno limitabile. Può anche ri i o s l , i i i i i i , e . i : e o l n i e e , o e i à i n e . i ) a n e a i i e ^ di a essere che già stanotte siamp attaccati dai sommergibili avversari sca-. glionaii certamente lungo la nostra rotta: l'audacia dell'avversario lo fa presumere. Sapremo (questo plurale chiarisca il nostro comune entusiasmo) scongiurare anche questa minaccia. La rotta su Taranto La sera è orinai giunta, l'ultima nostra sera tripolina che con un tramonto di indicibile bellezza accresce il rimpianto di lasciare questa terra africana divenuta terra italiana. Il convoglio è già uscito dal porto per ancorarsi in rada onde accelerare la manovra. Così pure l'incrociatore Tiara., recante a bordo S. E. Ducei, Direttore Superiore delle manovre, raggiunto da S. E. Badoglio, Capo di Stato Maggiore Generale delle Forze armate che seguirà tutte le esercitazioni. Fervono in ogni na ve le operazioni di disormeggio e abbiamo appena il tempo di correre a trasmettere questo dispaccio e di ■non rischiare di rimanere a terra. Può darsi per certa la partenza intorno alla mezzanotte e già anticipiamo, col pensiero la suggestione dell'imponente convoglio sfilante silenzioso fra le tenebre fitte. Circa quaranta ore di navigazione guerre- sca ci attendono, dato che a Tarantogiungeremo giovedì mattina onde partecipare alla grande esercitazione tattica di sabato e alla generale rivista di domenica. Saremo quindi letteralmente privati di ogni mezzo di comunicazione essendo la radio impegnata nelle trasmissioni riguardanti le esercitazioni. Ci faremo dunque vivi da Taranto. Per ora vogliamo considerarci soldati. MARZIANO BERNARDI La dittatura della Gina ripresa virtualmente da Ciang-Kai-Shek Nanchino, 8 notte. Ciang-Kai-Shek torna ad essere il dittatore virtuale della Cina in seguito alle dimissioni di Wang-CingWei, Presidente del Consiglio esecutivo, del maresciallo Ciang-TsueLiang e di altri membri del Governo. Le ragioni di queste dimissioni hanno una non breve storia. E' noto che Wang-Cing-Wei non ha mai perdonato a Ciang-Tsue-Liang il suo intervento contro la ribellione nordista di due anni fa, intervento che provocò la caduta dell'effhnero Governo di Pechino di cui Wang-CingWei era l'anima. Inoltre, se Wang-Cing-Wei si è alleato nel gennaio scorso al suo antico avversario Ciang-Kai-Shek per costituire un duumvirato capace di assicurare alla Cina un Governo centrale relativamente stabile, l'accor do non regna però affatto tra loro. La politica di Ciang Ka-ì Shek rimane oggi, come allora, quella delle. .. j. 7 . trattative dirette col ^«Ce-\lu0U° <*'■ un conflitto militare. Eglio ' Quindi non farà nulla per opporsi a ci Tokio. La sua massima difficoltà al - 'momento sarà quella M scovare in - \Cma un Mmstro degli esteri dispo- lii a\sto a condurre una politica di con basi desiderale da dilazione sulle ! Ciang-Kai-Shek. (Daily Telegraph).