Sua Maestà il Re inaugura il Congresso

Sua Maestà il Re inaugura il Congresso Sua Maestà il Re inaugura il Congresso ggdella Società piemontese di archeologia Le entusiastiche acclamazioni di Cavallermaggiore al Sovrano Forse per la prima volta dacché esi- lopte, la. Società piemontese di Areheo- elogia o Beile Arti, anziché tenere il msuo convegno annuale nella sede di via 1Napionc, 2, nella solita forma mode-1 msta e quasi oscura, gli ha dato que-! gsfanno un respiro e un'importanza ' sben maggiori, traendolo fuori dell'om-|nbra, recandolo arditamente alla conoscenza del pubblico e portandolo financo all'augusta presenza del Sovrano. Si è avuto così il Congresso di tutti gli archeologi piemontesi, a Cavallermaggiore inaugurato nel pomeriggio da S. M. il Re Vittorio Emanuele UT, appositamente giunto da S. Anna di Valdieri, Congresso che avrà oggi la sua seconda e proficua giornata di relazioni e discussioni scientifiche. Il merito di questa quasi audace iniziativa, spetta al solerte presidente della Società, comm. aw. Attilio Bonino, Segretario Federale di Cuneo, il quale ha avuto nelle Autorità di Cavallermaggiore consensi ed ausilii nella lodevole impresa. Ambiente festoso La pittoresca cittadina ha accolto i congressisti con spirito festoso e cordiale, ed ha fatto al Sovrano una calorosissima, indimenticabile dimostrazione di devozione ed affetto. Tutte le strade erano imbandierate. Già nelle prime ore del pomeriggio tutta la popolazione, si può dire, era fuori, sulle vie e sulle piazze, in attesa del festoso avvenimento. Essa aveva mobilitate le sue scolaresche, i suoi Giovani Fascisti, i suoi Militi, nonché tutte le sue Associazioni, sindacali e patriottiche. E nella piazza maggiore, prossima al luogo del Congresso — il salone dell'ex-convento di Santa Teresa — era un imponente schieramento di cittadini, i giovani e gli adulti, che portavano con sé l'anima gentile e patriottica del vecchio Comune piemontese. Il salone del Congresso tutto riccamente addobbato di damaschi rosso e oro e di tricolori, era gremito dal pubblico degli invitati e delle Autorità, Accanto all'ufficio di presidenza della Società, col presidente comm. Bonino e col segretario aw. Filipello, erano i più noti ed autorevoli soci, fra i quali, cospicue personalità. Ricordiamo, fra i molti, il senatore Rovasenda, gli on.li Di Miraflori, conte Parea, Imberti e Viale, il professor Silvestri vice-Podestà di Torino, il conte ing. Tournon Podestà di Vercelli, il.prof. Pivano Rettore della nostra Università, il dott. Barocelli, il prof. Vacchetta, il dott."Rovere, ring. Bertea, il dott. Viale, l'ing. Olivero, l'ing. Bruno, il cav. Maggiorotto, Emilio Zanzi, il conte Galateri di Genola, mone. Garrone, la signorina Ferrerò, il marchese Curio, il conte Reviglio della Venaria, il prof. Gasparoni provveditore agli studi, l'ing. Florio, il professor Collino, l'aw. I. M. Sacco, il comm. Bocca, ecc. Fra le Autorità erano il vice-Prefetto della Provincia di Cuneo commendatore Cibrario, il gen. Ascoli comandante la Divisione di Cuneo, il console Spelta, il preside della Provincia di Cuneo comm. Toselli, il colonnello dei Carabinieri Monti, il Podestà di Cavallermaggiore dott. cav. Tavella e quelli di Alba, Saluzzo, Fossano, Savigliano, e altri. Al servizio d'ordine . attendevano il Questore della Real Casa comm. Chiaravalloti, il Questore di Cuneo cav. uff. Serra e il vice Questore cav. uff. Olivazzi. L'arrivo di Sua Maestà Poco dopo le 16 è stato segnalato l'automobile reale, proveniente da S. Anna. Sulla vettura erano S. M. il Re, che indossava la bassa uniforme e l'Aiutante di Campo gen. Asinarl di Bernezzo. Un fremito gioioso ha percorso la folla, schierata in due imponenti ali al passaggio dell'automobile, e un frenetico scrosciare di applausi ed echeggiare di « evviva > lo ha accompagnata lungo il tragitto. Nella piazza la vettura è stata salutata dal prorompere della marcia reale suonata dalla banda degli Avanguardisti di Cavallermaggiore, mentre gli osanna ed i battimani della folla si mescevano all' argentino grido delle scolaresche La dimostrazione ha assunto un tono anche più caloroso e fremente, cosi da diventare apoteosi quando l'automobile si è fermata davanti all'ex-conVento di Santa Teresa, e Sua Maestà Ke è disceso. Il Sovrano è stato ossequiato da tutte le Autorità, e quindi, seguito da esse, è entrato nel salone del Congresso. Qui la manifestazione si è ripetuta da parte del pubblico degli invitati che affollavano il grandioso e severo ambiente e nel quale si trovavano molte gentili signore. In piedi, tutti rivolti e protesi al passaggio del Re, che sorrideva amabilmente, i convenuti non si stancavano di applaudire e di acclamare. 1 discorsi del Podestà e del Segretario Federale L'Ospite Augusto ha preso posto al centro dei posti d'onore, avendo ai la ti il comm. Bonino e il cav. Tavella. Fattosi il silenzio, ha preso la parola lo stesso cav. Tavella, quale Podestà di Cavallermaggiore, per rivolgere il benvenuto al R.e in nome dei suoi amministrati, esultanti per tale insperato onore. Egli ha osservato, fra l'altro, come non si trattasse, col presente Congresso, di una qualsiasi sterile adunata, bensì di un convegno destinato a portare nuova luce in quella scienza archeologica che ci insegna a conoscere meglio i nostri antichi padri, a illustrarne le virtù, a seguirne più da presso il glorioso esempio: in una parola, ci insegna a renderci sempre loMtastàctigclièRsmmtodgntrdmtoluupmligVccslavtal'tiIlanqstdvfloinppvdutel'gmppdmbtenvvcdCginnlisilnmTdmtfgfSccnncildulatlansgzaamtmtcrSarmUmfrflntlepmmigliori, per essere degni di quella!nelettissima Casa di Savoia che da tan- jmti secoli ci governa con luce di intel-jnletto e fiamma di amore. IlHa poi preso la parola il comm. Bo- nino, per porgere al Sovrano il benve-imito ctella Società piemontese di Ar-1 cheologia. « Dopo 57 anni di vita — egli ha detto — è la prima volta che la nostra Società viene onorata della presenza di un Re d'Italia. Perciò questo giorno è e rimarrà per noi una data indimenticabile e gloriosa. Inoltri noi ricorderemo sempre che non è soltanto il Re, che ci onora della sua benevolenza, ma anche lo studioso colto e appassionato, che ci insegna le vie del sapere >.•. L'oratore ricorda con commosse paiole i soci scomparsi, fra cui l'on. Pao- ridimr o Boselli, e quindi rievoca un curioso episodio storico: e cioè, il prosciugamento di tutte le loro bealere che nel 1592 fecero gli abitanti di Cavallermaggiore, per offrire del pesce in un giorno di magro ad una principessa sabauda loro ospite. E il corniti, Bonino così commenta: «Ho ricordato il ontano e singolare fatto per dire alla Maestà Vostra che ancora siamo pronti, qui, a tutto fare per tutto offrire a Voi; la nostra opera, la nostra passione, la nostra vita! ». Da ultimo il presidente della Socieà, chiesto il consenso al Sovrano, dichiara in suo nome aperto il Congresso. Questo inizia co3l la sua parte scienifica, con una relazione del gen. Maggiora-Vergano che tratta di « alcune considerazioni sulla numismatica itaiana e particolarmente del Piemonte». Breve e incisiva, ma di alto interesse, è la relazione del valente numismatico. Ricordati i tre grandi periodi, numimatici — l'antico, il medioevale e il moderno — si sofferma su quest'ultimo per mettere in rilievo l'impulso daovi da Re Carlo Alberto con l'ausilio di Domenico Promis, creatore di un grande medagliere. Re Vittorio Emanuele III continua ed intensifica tale radizione con quel monumento in via di ultimazione che il « Corpus Nummorum Italicorum », del quale il relaore esamina praticamente i varii voumi, fino ad arrivare al tredicesimo e ultimo per ora. Il Maggiora-Vergano passa poi ad illustrare tre rarissime monete da lui rintracciate e delle quai offre la fotografia al Re ed ai congressisti. La prima è stata coniata a Vercelli nel 1583; la seconda è stata coniata nel 1594 da Giacomo Radicati conte di Cocconato; la terza è un « testone » coniato ad Asti nel 1550 ed ha a singolarità di offrire un ritratto giovanile di Emanuele Filiberto. Il Rettore dell'Ateneo e un tedesco ato dal prof. Pivano, rettore del'Ateneo torinese, e riguarda « le foni della storia di Cavallermaggiore ». l relatore si sofferma in particolare ad illustrare un libriccino esistente nella Biblioteca Reale di Torino, il quale contiene un secolo e mezzo di toria del vecchio Comune piemontese, dal 1314 in poi. Egli accenna poi ai varii ordinamenti, alle concessioni e ranchigie concesse dai Savoia alla oro fedele terra e raccolti e redatti n forma pubblica nel 1447-1471. Il prof. Pivano chiude la sua relazione porgendo al Re il saluto della Università Sabauda per eccellenza, quella di Torino. Sale poi alla tribuna degli oratori un congressista «sui generis». E' il edesco Brinckmann, professore al'Università di Berlino e uno dei maggiori critici di arte che vanti la Germania. Egli è uno specialista in campo architettonico, e un conoscitore perfetto del barocco. E' un esaltatore del barocco piemontese che giudica il migliore di tutti, e su di esso ha pubblicato un poderoso volume — a suo empo ricordato su queste colonne — nel quale ha esaltato l'opera del Juvara, del Vittone e del Guarini. Trovandosi in Isvizzera, il Brinckmann, che è un sincero amico e ammiratore dell'Italia, ha voluto partecipare al Congresso, trattando il tema «La grandezza di Guarino Guarini e la sua nfluenza sull'architettura in Germania nella prima metà del Settecento ». Egli legge la sua relazione in itaiano, ed è attentamente seguito nella sua vasta e profonda dottrina. Ricorda l Fontana, il Boromini e si intrattiene sul Guarini, di cui esamina specialmente la chiesa dì San Lorenzo in Torino e la Cappella della Santa Sindone. Afferma che l'opera guariniana, mercè due pubblicazioni, fu conosciuta e imitata a Vienna, e che questo fu il tramite per cui il Guarini insegnò parecchie cose al Neumann, che fu il più grande architetto tedesco del Settecento. Del Neumann illustra la chiesa dei Quattordici Santi, e trova che questo « spirito italo-germanico », nonostante la ispirazione dì derivazione italiana, mantenne evidenti certi caratteri nazionali. L'oratore chiude l suo dire rivolgendosi al Re;e dicendosi felice di parlare in presenza di un discendente di quella Casa che fu a mecenate dei grandi artisti piemontesi del '600 e del "700. Le acclamazioni al Sovrano Ultima relazione della seduta è quéla del conte Carlo Lovera di Castiglio ne su « La funzione araldica della brisura o spezzatura ». Su questo pere grino e interessante tema della spezzatura degli stemmi, che ha origine antica e che era usata dai mastri di araldica per distinguere la linea primogenita dalie altre, il relatore intrat tiene piacevolmente l'uditorio, specialmente quando accenna all'abuso di un tempo della spezzatura ed il ritorno che essa ora fa, in misura però moderata, nell'araldica moderna, La seduta inalgurale è terminata. Sua Maestà prende congedo, e mentre attraversa là sala seguito dalle Auto rità, riceve un'altra calorosissima dimostrazione da parte degli invitati. Uscito sulla via, ecco quivi la stessa moltitudine dì prima, che si è sof fermata pazientemente nell'attesa, per rinnovargli la sua attestazione di affetto e di fedeltà. Il Sovrano sale sull'automobile, che si incammina fra il nuovo omaggio, appassionato e vibrante, della popolazione. La vettura è già lontana, è già scomparsa, che ancora echeggiano le acclamazioni e gli applausi. Vivo e ardente rimarrà certamente il ricordo di questa giornata nel cuore degli abitanti di Cavallermaggiore, a giudicare dall'altissimo tono delle manifestazioni tributate all'Ospite Augusto. Tolta la seduta, i congressisti sì sono recati alla villa S. Giacomo delT, . . .... ^li secondo tema scientifico è trat-1 conte Reviglio della Venaria, ove, adinlziativa della Civica Amministrazio-ne, è stato loro offerto un signorilerinfresco. Gli onori di casa erano fattidai Podestà, dal conte Reviglio e Mconte Olivieri di Vernier. La giornata è terminata in seratacon una attraente conferenza sugli«aspetti folcloristici della vita ruralein Transilvania » del dottor Gian Do-menìco Serra, professore di letteratu-ra italiana all'Università di Cluj (Ro-mania), tenuta nel salone parrocchia-lo, davanti a un folto uditorio.