Il ciclismo orgoglio dello sport italiano

Il ciclismo orgoglio dello sport italiano Il ciclismo orgoglio dello sport italiano , Ancora una volta sono stati i nostri ciclisti a darci la gioia immensa della vittoria, e questa è stata così netta, individuale e di squadra, che ci fa proclamare alto e con orgoglio che in nessuno sport nessuna Nazione può complessivamente vantare tanta superiorità quanta l'Italia ne afferma in ogni parte del mondo nel ciclismo su strada, specie in campo dilettantistico. Dai campionati del mondo del 1928, se si toglie la breve parentesi del 1931 con la discutibile prova di Copenaghen, è stata una serie significativa di vittorie che prendon nome da Grandi e Mara a Budapest, da Ber tolazzi e Bertoni a Zurigo, da Martano e Gestri a Liegi. Si direbbe quasi che i nostri « puri » si son fatta una tradizione di imbattibilità e gelosamente la custodiscono e se la tramandano. Cambiano gli uomini, ma la maglia vittoriosa è sempre azzurra e il nome che essi portano sulle labbra è sempre Italia. Confessiamo-che-fino alla vigilia nutrivamo qualche apprensione per questa prova; non che ci mancasse la fiducia nei nostri, ma le • particolari condizioni d'ambiente e l'incognita di avversari misteriosi ci stringeva il cuore in un'ansia che era quasi sofferenza. Ebbene, nonostante tutto e tutti, anche qui in capo a un altro mondo, gli « azzurri » sono stati all'altezza della loro fama e hanno non vinto, ma stravinto, travolgen do ogni resistenza sul loro veloce, irresistibile andare. Ecco un altro titolo di benemerenza che si è acqui stato il ciclismo fra gli altri sport nazionali. L'aspettativa del mondo olimpico e più specialmente di quanti qui vivono, per l'affermazione dei nostri colori, era oggi concentrata in due prove: nella finale dei 1500 metri nella quale era impegnato il nostro Beccali, e nella corsa di cento chilometri su strada a cronometro. Per quest'ultima la partenza è fissata in località Camarilla, assai distante da Los Angeles; tanto che la quasi totalità dei concorrenti vi è gunta da ieri sera per risparmiarsi questa mattina una poco comoda e salutare automóbilata mattutina. Gli azzurri, poi, sono a Camarilo da tre giorni, ospiti nella villa di un ita liano. Trentacinque partenti Il cielo è coperto e promette una temperatura meno torrida; è la prima giornata senza sole di queste Olimpiadi. Per ì nostri ciclisti la sveglia suona alle sei e mezzo e subito il massaggiatore è all'opera a dare le ultime carezze ai muscoli dei nostri atleti, che poi si adunano a colazione. La distanza dalla città e l'ora non molto comoda fanno sì che non molto pubblico assista alle operazioni di partenza. I concorrenti all'atto della firma sono punzonati al polso. Il cav. Bertolino e Moretti assistono i nostri, impartendo loro gli ultimi consigli. Alle otto viene data la partenza al primo concorrente, che è il francese Mouillefarine; seguono a dite minuti di distanza: Sinibaldi (Stati Uniti), Nilson (Svezia), Foubister (Nuova Zelanda), Elliot (Canada), Schmidt (Ungheria), Huber (Germania), Andersen (Danimarca), Merdcdith (Inghilterra), Diaz (Messico), Olmo (Italia), Fournier (Francia), Luedeke (Stati Uniti), Berg (Svezia), Jackson (Canada), Tondley (Germania), Sorensen (Danimarca), Southall (Inghilterra), Cazzulani (Italia), Choque (Francia), Condì (Stati Uniti), Hoghud (Svezia), Gates (Canada), Werner (Germania), Niélsen (Danimarca), Holland. (Inghilterra), Segato (Italia), Conan (Francia), O' Brien (Stati Uniti), Britz (Svezia), Robbius (Canada), Maus (Germania). Hanscn (Danimarca), Harwell (Inghilterra), Pavesi (Italia). L'italiano parte per ultimo alle 9,8'. Il percorso della gara è in asfalto e cemento. Camarìllo è a 120 metri sul mare, quindi i primi trenta chilometri, che portano al livello del¬ a a a o i i e l i i r , , d. n , , r o a ¬ l'Oceano, sono in leggera discesa con alcune montagne russe; gli ultimi settanta chilometri si svolgono in riva al mare e sono pianeggianti, solo verso l'arrivo ci sono alcune brevi salite, che nascondono una grave insidia per chi volesse affrontarle in velocità con forte rapporto. L'arrivo è a Castellamare ed è preceduto negli ultimi cinquecento metri da una sensibile discesa. Il traffico è stato chiuso... ufficiosamente negli ultimi settanta chilometri. Una moticìcletta della Polieia, facendo la spola, riduce la babele automobilistica. Sul percorso lungo il mare spira il solito forte vento. Olmo in vantaggio Come potete immaginare, non è possibile seguire la corsa nei suoi particolari. Dopo aver tenuto compagnia a Pavesi, ultimo partito, per un buon tratto durante il quale notiamo la velocissima e facile marcia dell'italiano che rimonta Harwel e si porta alle spalle di Hansen, risaliamo la lunga e interrotta fila dei concorrenti e li precediamo al traguardo,dove già si hanno le prime segnalazioni, dalle quali apprendiamo che Olmo a metà percorso si è già portato dalla ll.a alla 5.a posizione, mentre Mouillefarine è sempre in testa, seguito da Nilson, Foubister, Elliot e Sinibaldi. Un applauso scrosciante accoglie questa segnalazione nel campo degli italiani che sono numerosissimi. Nell'ultima parte del. percorso Olmo riesce a superare anche Elliot. Il primo a tagliare il traguardo è Mouillefarine, seguito da Nilsson, Foubister, Sinibaldi. Ed ecco arrivare Olmo, fresco e sorridente; l'annuncio del suo ottimo tempo manda in visibilio i connazionali che sono numerosissimi e che vi vedono un buon sintomo di vittoria. Lo avvicino e il ligure mi dice che la gara è stata dura, che egli ha spinto sempre a tutta forza il suo rapporto di 48 per 16 rimontando sei avversari. La vittoria di Pavesi Giungono poi Elliot, Handersen, Butler, Fournier; poi ecco il nostro Segato, che ci procura una nuova e più viva emozione: il cronometro segna per lui 2,29'21" 3/5; ha, dunque, battuto il tempo di Olmo. Il ligure, per quanto veda sfumare il successo personale, è con noi ad applaudire all'impresa del compagno che, meglio della sua, assicura la vittoria nazionale. Segato giùnge come un bolide, grondante sudore, ma in sorprendenti condizioni dì freschezza. Quando Bertolino gli comunica il suo tempo, Segato quasi piange dalla commozione. Mi dice che si è sentito benissimo durante tutto il percorso. Arrivano poi Schmidt, Sorensen (che era uno dei più pericolosi per i nostri, ma ha impiegato un tempo superiore a quello dei due azzurri), Southall, un'altra seria minaccia anch'essa svanita, Luedecke, Jackson e il nostro Cazzulani, che Ita impiegato 2,40'29" 8/10 ; Britz, che si avvicina al tempo di Segato e migliora quello di Olmo, Choque e Holland. Dovrebbe ora giungere Hansen, l'unico che ancora tenga in sospeso la nostra vittoria; ma il danese tarda e poi si viene a sapere che si è ritirato. E sapete perchè"! Perchè si è visto rimontare dal nostro Pavesi, che doveva procurarci la più lieta delle soddisfazioni. Il suo tempo, infatti, è migliore di quello di Segato e di Olmo e ormai nessuno può togliere all'italiano la vittoria. Gli « azzurri » in trionfo Quando la magnifica realtà della strepitosa vittoria appare ai nostri{ attraverso il freddo, ma eloquente linguaggio del cronometro, la nostra gioia prorompe in un'acclamazione commossa e vibrante. E anche la fai- la che non ha nel cuore il simbolico azzurro afferra il significato della [grande affermazione italiana e spor- tìvamente si unisce a noi nel fare ai vincitori una trionfale dimostrazione. E questa è così imponente e... preoccupante che devono intervenire i poliziotti in motocicletta a proteggere i nostri nel ritorno alla loro sede. Nessuna vittoria di queste Olimpiadi ha suscitato tanto entusiasmo popolare. E ben lo meritavano gli « azzurri » per la loro stupenda impresa, frutto della disciplina di preparazione oltreché delle altre doti fisiche degli atleti. Un primo, un secondo e un quarto posto dimostrano l'eccellenza non scio individuale dei nostri ciclisti, ma anche quella di massa, affermata ufficialmente con 'a vittoria per squadra, nella cui classifica siamo seguiti dalla Danimarca, la nazione degli specialisti delle corse a cronometro. La notìzia della nostra clamorosa vittoria, comunicata immediatamente per telefono al villaggio olimpico ha provocato una entusiastica dimostrazione di giubilo da parte di lutti gli « azzurri » che avevano vissuto ore di trepidante attesa attendendo il risultato della corsa. I giornali, usciti anche oggi in numerose edizioni straordinarie, lodano, nei loro commenti, la grandi prova degli italiani e pubblicano iti prima pagina le fotografie del vincitore e di tutta la squadra italiana. Il gigante della velocità Moltissima folla ha assistito all'ultima riunione allo Stadio di Rose Bowl; si calcola che siano presenti circa ottantamila persone. St inizia con la disputa delle semifinali della corsa di velocità. Nella prima sono di fronte il francese Chaillot e l'australiano Gray. Il primo sorprende l'avversario ai duecento metri, gli prende due macchine dì vantaggio che sul rettilineo di arrivo sono ridotte a meno di mezza. Poi scendono in pista il nostro | Pelizzari e il gigante olandese ~Van Egmond; la composizione delle senifinalì non ha favorito il nostro connazionale, che deve battersi con il favorito, cui spettterà il titolo. Van Egmond, dopo essere partito in testa adagio, temporeggia in surplace e poi riprende il comando, accelerando per scattare alla campana; ma Pelizzari reagisce e immediatamente rimonta l'avversario in curva. Ai duecento metri, però, l'olandese torna alla controffensiva e passa con adone irresistibile sostenendola fin sul traguardo senza essere minacciato. La sconfitta di Pelizzari non ha scusanti; egli è stato battuto da un uomo nettamente superiore. Non essendosi presentato l'australiano Gray a disputare la prova per il terso vasto, questo viene assegnato a Pelizzari. Nella prima finale per il titolo Chaillot sorprende alla campana Van Egmond da fermo, gli prende, sci! lunghezze, che l'olandese non può annullare del tutto. Fatto prudente da questo... bruito scherzo, Van Eumond nelle due prove successive prende l'iniziativa e parte da lontano, riuscendo a resistere ai ritorni del francese, e dimostrando di ^essere veramente degno del primato.\mtlpVapCslHaLAplgglItcfuiaCiLitpcsnozidgrtrrganrqanecgpitodlgntcVittoria australiana Ultima delle gare ciclistiche in pista si disputa la prova del chilometro da fermo a cronometro. I tem-, pi dei primi quattro concorrenti so--.lno tutti superiori al minuto e 15". mScende per quinto in pista il nostre cConsonni, il quale, però, si lagna divun noioso indurimento di muscol-.\cIrtIbche egli attribuisce all'umidità de! villaggio olimpico. Infatti Consonili segna l'14" 7/10, tempo molto al di sopra di quello da lui realizzato in allenamento, c col quale non ci lecito sperare vi una sua vittoria.\s lnfatti subito dopo il francese Rum- i velberg fa un bel l'13" 4/10, bai-1 « tendo così di un secondo il record ; olimpico di Fall: Hansen, che era di d 4/10. Ma neppure ciò è saffi-[Bdente per vincere. L'australiano [aGray immediatamente dopo segnaìrl'13", che è il miglior tempo della] giornata, t