Le rivendicazioni tedesche e l'indocilità polacca

Le rivendicazioni tedesche e l'indocilità polacca La Francia inquieta Le rivendicazioni tedesche e l'indocilità polacca Parigi 27 notte La pioggia delle adesióni al Pattoconsultivo, e in particolare l'adesione germanica, dissipano le ultime illusioni accarezzate a Parigi circa la sperata rinascita della cordiale intesa. La grande maggioranza dei giornali riconosce ormai che l'interpretazione data al .aPtto a Parigi il giorno della sua divulgazione era assolutamente . erronea. Alcuni organi vanno anzi più in là e non sarebbero alieni dal sostenere che, tal quale è stato concepito, il Patto costituisce un elemento tutt'altro che favorevole alle aspirazioni france si. Il fatto che esso obblighi gli aderenti a consultarsi con piena confidenza tanto sul disarmo quanto sulla Conferenza economica mondiale e sull'andamento generale degli affari europei, rischia di porre la Francia in una condizione più che Imbarazzante ogni qualvolta essa voglia difendere cause che non siano quelle degli altri principali firmatari del Patto, Una prima conseguenza dell'adesione del Reich i giornali parigini la vedono nella franchezza rude con cui il generale von Schleicher ha annunziato la volontà della Germania di rimediare per conto proprio al fallimento della Conferenza di Ginevra, provvedendo a conseguire per la via opposta la parità militare con le altre grandi Potenze del continente. L'opinione francese vive infatti tuttora nella pia illusione che, se la Germania "fosse mantenuta in una condizione politica subordinata, invece di essere ammessa a discutere degli interessi generali europei sul piede dell'assoluta eguaglianza coi vincitori di ieri, la Francia potrebbe indefinitamente sottrarsi alla paventata liquidazione della pace di Versailles. Di fronte al discorso perentorio del Capo della Reichswehr, il « Temps > si ammanta di propria dignità offesa e, appellandosi a tutti gli europei di buona volontà, scrive: « Il generale von Schleicher ha messo le carte in tavola. Il suo discorso ha il valore di un avvertimento per tutti i popoli. E' all'indomani dell'accòrdo di Losanna e all'indomani della prima risoluzione adottata dalla Conferenza di Ginevra, mentre nel mondo intero 1 Governi e i popoli lavorano al consolidamento della pace e si sforzano con una sincera cooperazione internazionale, di far rina-scere la fiducia, che il Ministro della Reichswehr, che — non vi si insiste abbastanza — è il vero capo del Governo tedesco, proclama pubblicamente la volontà del Reich di ripudiare le clausole militari del Trattato di Versailles e di riarmare. Questo discorso sarà compreso come deve esserlo in tutti i Paesi in cui ci si facevano ancora illusioni sulla buona volontà e la buona fede tedesca». Questo inquieto commento dell'organo ufficioso francese, a soli due o tre giorni di distanza dagli inni di Herriot sui risultati miracolosi della Conferenza di Ginevra, dicono più e meglio di lunghe disquisizioni quanto il preteso successo riportato dalla Francia fosse fittizio e inconsistente. Il Governo di Parigi ha raccomandato alla stampa di non fare molto rumore sul Patto russo-polacco: se ne parla Infatti in sordina e con alquante cautele. Ma l'impressione che la Polonia cominci a dimostrarsi indocile alle direttive francesi è abbastanza diffusa e molti si chiedono, analogamente a quanto prospettavamo iersera, se il Quai d'Orsay, nonostante le assicurazioni recentemente prodigate in proposito alle destre, non si vedrà quanto prima indotto, per mascherare lo scacco subito, a precipitare la firma del Patto franco-russo lasciato in sospeso da Briand prima di abbandonare il Ministero degli Esteri. C. P.

Persone citate: Briand, Herriot