A Balmamion la l Torino-Sanremo

A Balmamion la l Torino-Sanremo IL SUCCESSO DI UNA PRÒVA DI GRAME AVVENIRE A Balmamion la l Torino-Sanremo L'audace fuga di Benotto e il brillante finale di Astrua San Remo, 25 mattino, La Torino-Sanremo è nata sotto lietiauspici. L'appello lanciato dall'Unione 'Sportiva Sanremese è stato accolto con entusiasmo in Piemonte, in Liguria ed *n Lombardia da una mezza centuria e fUk dei migliori corridori delle due categorie, atte quali la corsa era limitata, «n miracolo o, se si vuole, una rarità, una giornata di sole e di azzurro in questa estate che ha tutti i capricci e 'gli umor neri dell'autunno ha voluto favorire la manifestazione. La gara è riuscita, grazie alla felice scelta del percorso e alla s&rijrHata e ardito condotta dei più serii aspiranti alla vittoria, quanto di pia interessante* ed emotivo ci si poteva attendere su di una 'distanza tutt'altro che comune alla maggioranza. Parlare di successo, dunque, della prova che I benemeriti or'ganizzatori si ripromettono di far assurgere a classicità non è fuori posto e noi siamo lieti di farlo a soddisfazione 'degli ideatori della prova e ad onore dei concorrenti. Per conto nostro ci rallegriamo di aver favorito i'inteiattua e ci ripromettiamo di accompagnarla in sepuito sulla via del crescendo successo..■ Prova ricca -di episodi Avevamo detto alla vtgilla che la va rietà del percorso avrebbe dato parecchie fisonomiu alla gara e non l'avrebbe mai lasciata appiattire nella mono ionia e nel grigiore. I fatti ci hanno dato ragione. Si è partiti alla berso'gltera e fin dai primi chilometri qualcu 710 ha voluto andare alla carica con scatti e con tentativi che, naturalmente, sono stati presto e facilmente sventati. Uno dei piti brillanti di questi episodl si è svolto dopo Kacconigl e ne furono autori due « ausoniani », Audagnotto e De Giorgie che, tirandosi dietro un terzo del gruppo, lasciarono gli altri due a un paio di centinaia di metri a inseguire sotto gli ordini di Minasso, il quale in pochi chilometri ricostituì la compattezza della marcia. 2?el frattempo Taglietti era eliminato da guasto di macchina, Oria e Cabliti rimanevano appiedati. Quest'ultimo fu preso di mira dalla sorte altre due volte durante l'inseguimento fin che, esauriti e tubolari, esaurì anche... la pazienza e rinunciò a San Remo. Per un'ora e mezzo si filò a più di trentacinque all'ora, il che non impedì a Oria di rientrare a Genola e di scendere giù nella stretta di Pemio,*al co mando di Graglta, in piena compagnia. Per risalire dall'altra parte c'è una salita di meno di un chilometro, ripida da far drizzare sui pedali, e fu Lolli a scdftarè come se dovesse fare una volata; ma non fece che stusisicare Sella il quale a sua volta volle avere la meglio e allora solo il « vigorino » e Moriste gli tennero dietro fin in cima, dove Bonino, Bessone e Giunteli! seguivano a cento metri, per poi ricongiungersi non appena in piano. L'ab bozzo di'Juga parve spegnersi quando anche JPiròtta, Potano e Peregó furono coi primis a riaccendersi a una sfuriata di Pireita che Lolli mise a freno. Ma tutto finì al sopraggiungere di Caudana. Mangiano, Graglia, Perina, Afontessoro. De Giorgis, Oria e Oggero. Ancora uno scatto di Potano poi una foratura di Sella quando già si era in vista di Mondavi, al cui controllo-rifornimento giunsero quasi tutti insieme alla media di trentatrè. Ma Sella non giunse neppure nei tre minuti.di neatraZtesazione. Che cosa era successo al bieZese, a ragione considerato uno dei favoriti"! Una dopo l'altra e in pochi chiometri aveva forato tre gomme; ogni «oZta aveva ripreso a inseguire con accanimento, ma quando, dopo un'ora di caccia, si vide per la quarta volta a terra, lanciò aZZ'aria un'imprecazione e la bicicletta e cosi finì la sua corsa. Graglia e Lessona portarono fino ale rampe di Lesegno, dove Moltnar diede un saggio dei benefici del cambio di velocità precedendo nettamente tutti gli altri che stentavano ad andar su coi rapporto grosso; lo seguivano Bertazdni, Poiana, Folco, Bonino, Perina, Astrua, Lessona, Minasso, ohe formarono un gruppetto, ohe tentò invano di difendere ii mezzo minuto di vantaggio che aveva sugli inseguitori. C'era da credere che la lotta sarebbe stata ripresa solo sul Col di Nava; ma così non a pensarono Potano e Benotto, ohe tentarono sorprendere i compagni con mprovvise tirate. Al primo il gioco non riuscì che pronta fu la risposta degli altri; riuscì, invece, al secondo, per la ndecisione delia comitiva. Il giallo-bleu ss ne andò un po' per volontà sua e un po' per inerzia degli altri. Fatto sta che a Garessio egli aveva già tre minuti e mezzo al sud attivo e nessuno ancora si decideva alZ'inseguimenxo. Da Ormea al Colle Benotto forzò più, che potè, mentre gli altri se la presero con calma, così che passarono in lunga fila a 5'40" da Zui. Che la corsa dovesse risolversi in questo modo sorprendente nessuno aveva creduto da principio; ma a questo punto Za fuga cominciava ad essere una cosa seria. La distanza non variò giù per Za discesa su Pieve di Teco, che valse, però, a frazionare gli inseguitori; Morisio e Minasso vi furono appiedati. All'attacco del Colle di San Bartolomeo Piretta, Lessona, Molinar, Olia, Palano, Bonino, Perego, Folco, Lolli, Montessoro, Perina< Giuntela, Ri. moldi. Graglia erario già in ritardo; ma Graglia seppe rifarsi avanti insieme a Cattaneo per cercare di riprendere Balmamion, Caudana e Astrua, Che stavano avvicinandosi a Benotto, il quale, in vetta, non precedeva che di mezzo minuto Astrua, di un minuto e mezzo gli altri due, di due e mezzo Bonino. Lolli, Stefanazzt, Rimoldi. Là fuga decisiva La scalata dei due Colli, dunque, non aveva definito lo sviluppo dalla gara. La fuga di Benotto, durata circa un'ora • mezzo, terminò quando il coraggioso ragazzo dovette fermarsi per il salto della catena. Astrua e poi Balmamion lo passarono mentre riparava, ingaggiando fra loro un duello fatto di p-n eesche audacie in discesa che si risolse con lieve vantaggio del secondo, il quale a Oneglia, quando fummo sul bordo di un mare che era uno specchio di azzurro scintillante di riflessi al sole pomeridiano, non aveva più che 4R" di ritardo -ul primo e incalzava con maggiqz rapporto, guadagnando, terreno a insta d'occhio. E, infatti, in pochi chi lometri, i due fecero coppia per resi- etere al ritorno di un gruppo in cui erano Benotto, Bonino, Lolli, Cai darci, Costa, sul quale ne premeva un altro fatto da Perego, Graglia, Como, Stefanazzi. I due gruppi non solo perdendo qualche unità si riunirono, ma Balmamion e -Astrua non furono più ripresi, ansi, si allontanarono ancor più dagli inseguitori, prodigandosi un po' per uno al comando. All'ultimo chilometro Balmamion volle ess-re in testa e al gomito che il viale di Sanremo fa duecento metri prima del traguardo cominciò ad aumentare; Astrua abbozzò un attacco, ma il « magnlnot ,-> se ne difese senza sforzo e. vinse per due macchine. Lunga, serrata e velocissima, fu, invece, la volata del gruppo che segui a circo tre minuti e del quale facevano parte i migliori velocisti. Riuscì a spuntarla Graglia, su Lolli, Rimoldi, Ste'anazzi) Perego e Folco; il giudice d'arrivo non riuscì a individuare gli altri, che furono messi tutti al nono posto, meno Potano, che chiudeva la pattuglia. La cronaca ci pare che appoggi le considerazioni che abbiamo fatto in principio sulla combattività dei concorrenti e il colore della gara; la media in rapporto alla distanza e alle diffi colta del percorso, ne è una riprova Attraverso un inizio velocissimo e brillante, alla fuga di Benotto in piano. alla controffensiva degli inseguitori sul Colle di San Bartolomeo, e più specialmente all'azione di Astrua e Balmamion dalla discesa all'arrivo, la gara ha avuto uno sviluppo ben nutrito (ti episodi, sempre sostenuto ntl tono sino all'arrivo incerto nel suo sbocco finale. Il piccolo e robusto corridore di Ciriè ha imposto le sue doti di tenacia e di resistenza, nonché quelle di maturità ed esperienza, e ha pienamente meritato il successo. Altri, più giovani di lui, han foxpe come Benotto, osato troppo o han provato che cosa vuol dire passare i duecento chilometri e sca lare due Colli, o non si sono presentati con la preparazione necessaria a taZe fatica. Astn.a, un giocane ben dotato di mezzi, è finalmente riuscito a metterti bene in mostra a un vaglio così severo e probativo. Egli è slato il protagonista della fase più combattuta e interessante. La Sanremese e l'Ausonia hanno saputo organizzare alla perfezione la gara. Non c'era da dubitarne con Sodalizi cosi saldi e con dirigenti ctttì citivi e capaci. La simpatica, calorosa accoglienza che le zone, le città e i paesi attraversati hanno fatto ai corridori, ci hanno accecato chi hi Torino-San'emo è una gara degna di un grande avvenire. Tana infoia a battesimo La Stampa ha inteso assicurare lunga e gloriosa vita a una manifestazione che viene ad arricchire il patrimonio organizzativo di due regioni sportive come la Liguria e il Piemonte, G. A.