I provvedimenti restrittivi della francia e la vivace reazione del Belgio e della Spagna

I provvedimenti restrittivi della francia e la vivace reazione del Belgio e della Spagna LA POLITICA DOGANALE I provvedimenti restrittivi della francia e la vivace reazione del Belgio e della Spagna Parigi, 21 notte. Gli avvenimenti politici tedeschi alimentano a Parigi una ansietà mal dissimulata, che i giornali si sforzano di calmare mercè un accorto florilegio di commenti londinesi, destinati a provare che l'Inghilterra segue con non minore vigilanza della Francia l'evoluzione germanica e che di conseguenza nessun pericolo esiste che quest'ultimo Paese abbia a trovarsi isolato davanti alla temibile vicina dell'est. I commenti sul movimento ministeriale italiano si mantengono per contro estremamente sobrii, riconoscendosi generalmente il carattere rotativo delle sostituzioni decise da Mussolini. Secondo" un importante organo moderato della sera, la sola previsiona ritenuta attendibile in questi circoli ufficiosi sarebbe che l'Italia «prepara nell'aeropago internazionale una vasta offensiva sulla questione italiana», questione ufficialmente posta, come tutti ricordano, dal Gran Consiglio nela sua ultima sessione e che il Duce « si proporrebbe di portare davanti ala prossima Conferenza economica mondiale servendosi all'uopo della colaborazione del Sottosegretario Suvic, uomo di cui gli ambienti della Lega delle fazioni hanno già avuto campo di apprezzare l'abilità ». Tralasciando di dar rilievo a congetture e ipotesi che preferiscono almanaccare nel vuoto anzi che arrendersi alla fisonomia estremamente semplice e schietta della decisione di Mussolini, passeremo a occuparci piuttosto di un'altra questione in questo momento più urgente e delicata: la crescente tensione commerciale che gli sconsigliati provvedimenti restrittivi delle importazioni In Francia determinano non soltanto tra Francia e Italia ma tra il primo di questi Paesi è i suol diretti vicini del nord e del sud: Belgio e Spagna. In Belgio un'intensa agitazione è ncominciata negli ambienti parlamentari per spingere il Governo alla denuncia del suol accordi doganali con a Francia. H rialzo di parecchi dazi francesi su merci di provenienza belga è stato infatti di tale entità ed effettuato per giunta con tanta brutale noncuranza degli interessi dell'altra parte, che la più viva irritazione è venuta diffondendosi nel Regno contro l'egoismo della vicina Repubblica. Basta considerare un esempio caratteristico citato da varii giornali, quello dei cavalli, il cui dazio di entrata in Francia è stato portato da 600 a 2000 franchi, e ciò non soltanto per i cavalli adulti ma anche per i puledri che pagavano finora soltanto 230 franchi. Quasi non bastasse l'elevazione dei diritti doganali, il numero di equini introducibile in Francia dal Belgio è stato contingentato a soli quattromila capì all'anno. Provvedimenti analoghi sono stati presi, superfluo dirlo, per le patate e le frutta in misura poco diversa da quella applicata alle stesse derrate di provenienza italiana e spagnuola. In Belgio non si nasconde che, di fronte alla politica doganale della Francia, non rimarrà al Paese altra risorsa fuorché quella di Intensificare 1 proprii rapporti commerciali con la Germania. La Spagna, dal canto suo, non va In caccia di tante perifrasi per dichiarare dàlie colonne del proprii giornali che 1 nuovi contingentamenti francesi sui legumi e le frutta costituiscono « una vera aggressione ». L'ambasciatore De Madariaga, attualmente a Ginevra, si è recato oggi, d'ordine del proprio Governo, a esporre a Herriot .le rimostranze della Repubblica spagnuola per la situazione che è stata creata al suoi esportatori dal provvedimento inatteso e inconsulto del Ministro Durand. A Parigi si prevede ormai che — come fu già fatto dall'Italia — la Spagna deciderà a brevissima scadenza un insieme di rappresaglie per ovviare al danno subito dall'esportazione nazionale, riducendo in misura proporzionata l'importazione delle merci francesi. Secondo le voci che corrono, verrebbero particolarmente presi di mira i vini spumanti, le seterie e le automobili. Certo il volume delle esportazioni francesi in Spagna è sin da ora considerevolmente diminuito rispetto agli anni precedenti. Mentre, per esempio, nei primi cinque mesi del 1030 la Francia esportava nella penisola per oltre 24 milioni di franchi di seterie, nel periodo corrispondente dell'anno In corso questa cifra si è abbassata a meno di due milioni. Non si può negare comunque che i produttori francesi facciano ancora oggi in Spagna, tenuto conto della crisi, una cifra d'affari non totalmente trascurabile e che il doverla cancellare dai propri bilanci non farebbe loro piacere, come non ne ha fatto il veder cancellata quella registrata in Italia sugli articoli da noi recentemente contingentati. Nel primi cinque mesi del 1932 essi hanno venduto infatti alla Spagna per circa 360 milioni di franchi, in cui le automobili sono rappresentate da quasi 17 milioni per 738 vetture. Ma abbiamo già avuto campo di constatare, in più di un'occasione, che il Governo francese non presta volentieri orecchio alle proteste dei suoi industriali e che quello che gli preme sopra tutto è di salvaguardare gl'Interessi dei suoi agricoltori, mantenendo artificialmente il livello attuale dei prezzi coll'escludere gradatamente dal mercato tutti i prodotti capaci di determinarne il ribasso. Parigi cerca dunque il pretesto per sbarazzarsi degli ultimi Trattati di commercio che la vincolano, ed è da presumere che le probabili rappresaglie spagnuole non avranno altro risultato fuorché quello di provocare a Parigi la denuncia degli accordi vigenti onde frustrare, a danno della Spagna,benefici della clausola della Nazione più favorita e rimaneggiare completamente il sistema degli scambi fra i due Paesi in modo da ovviare al « deficit » della bilancia commerciale attualmente negativa per la Francia. I giornali parigini, nel prendere atto senza il menomo entusiasmo di questi propositi del Ministro Julien Durand, gli rammentano che solo pochi giorni fa egli ha dichiarato alla Camera che la politica dei contingentamenti risponde all'unico scopo di facilitare una ripresa di accordi commerciali. Ora il mettersi in guerra economica con l'Italia, la Spagna e finanche coll'amlco Belgio non sembra davvero la strada migliore per arrivarvi. Circa la Conferenza internazionale del petrolio, un comunicato annuncia che la discussione generale è esaurita e che si è passati all'esame particolare del varll problemi. La verità è che le Ditte minerarie rumene Indipendentsi rifiutano di cedere le armi e lasciarsi includere nel « trust » anglo-americano, e hanno chiesto che il loro caso non sia esaminato se non quando alla Conferenza saranno intervenuti ufficiaimente i delegati russi che finora si mantengono dietro le quinte. La sola deliberazione positiva presa sin qui da« trust » americano e anglo-olandese consisterebbe in un aumento del prezzo dell'essenza sul mercato europeo. C. P.

Persone citate: De Madariaga, Duce, Durand, Herriot, Julien Durand, Mussolini