Vita di bordo degli olimpionici " azzurri ,,

Vita di bordo degli olimpionici " azzurri ,, NAVIGANDO VERSO LOS ANGELES Vita di bordo degli olimpionici " azzurri ,, (NOSTRO SERVIZIO SPECIALE PER MARCONIGRAMMA) Da bordo del « Biancamano », 7 notte. Sullo stesso piroscafo che in gennaio portò a Nuova York il primo gruppo di nostri atleti per le Olim- §iadi invernali si recano ora in terra 'America i 107 « azzurri » ed i 27 accompagnatori che rappresenteranno l'Italia nella maggiore competizione internazionale: 1 Giuochi di Los Angeles. L'antenna della radio vi ha già trasmesso i primi particoari della vita di bordo di questi ragazzi sani e robusti, che affrontano, n gran parte per la prima volta, la traversata. Ora che siamo a metà del viaggio per Nuova York, che tutti hanno preso dimestichezza con l'esistenza di bordo e che il navigare sembra una abitudine di tutti questi nostri italiani, è forse utile riassumere qualche impressione attorno alla vita di questi ragazzi, che rappresentano la parte migliore degli sportivi italiani. Quante speranze racchiudono questi cuori di giovanottoni saldi e ben piantati! Quanti propositi di vittoria vengono formulati nella quiete della cabina, mentre il piroscafo — il Biancamano, uno dei quattro Conti che solcano i mari per mostrare la nostra maestria di navigatori — scivola dolcemente sulle quiete acque dell'Oceano! Ma le speranze di vittoria non sona'Solo di quanti vivono qui abordo. L'antenna della radio è tormentata da messaggi 'che giungono con frequenza dairitalia per gridare la passione viva dei connazionali rimasti in Patria ad attendere la buona nòtizia di una vittoria. Tale incrociarsi di marconigrammi, questo continuo giungere di messaggi a noi dice qualche cosa di più e di meglio della passione dei singoli. Affermo che il problema dell'olimpismo è compreso veramente da tutti gli sportivi italiani e, se ancora vi era taluno ad ignorarlo, ha pensato il Duce a scuoterlo con quel suo incisivo discorso di Forlì, che è scolpito nei cuori di quanti navigano sul Biancamano: «disciplina, volontà, ardire». Le tre parole saranno il motto dei nostri atleti. Quanti torneranno col titolo di olimpionico in Italia? Se lo domandate agli atleti, tutti vorrebbero aveTe questo onore; certo molti qui a bordo hanno appreso quello che significa fregiarsi del tjtolo di campioni del mondo. Abbiamo con noi quattro olimpionici: Nedo Nadi, che si reca a Los Angeles come allenatore degli schermidori; Galimberti, il pesista, che gareggerà ancora nel sollevamento pesi, ma che intanto istruisce gli atleti in assenza di Raicevich, rimasto a terra, come vi hanno informato da Napoli; Ugo Frigerio, il marciatore che ha vinto ad Anversa ed a Parigi ; Braglia, il vessillifero della nostra ginnastica artistica ed i cui trionfi di Londra nel 1903 e di Stoccolma nel 19J.2 costituiscono altrettante gemme della storia dello sport italiano. Ebbene questi valorosi atleti sono additati dai passeggeri, sono trattati con maggiore riguardo dal personale di bordo per la fama del loro nome, per l'aureola della quale sono circondati. Anche lo sport ha la sua aristocrazia, fatta di valori indistruttibili. La carovana degli « azzurri » è guidata dal prof. Grattarola, un dirigente giovane che forse per la prima volta in vita sua si è trovato a risolvere tanti problemi di carattere logistico sportivo ; ma che ha portato nelle diverse soluzioni il frutto di una certa esperienza acquistata in giornalismo. E la carovana si è affiatata e vive la vita tranquilla di una bella colonia navigante. Una delle principali preoccupazioni di quanti guidano la carovana è quella di non far perdere ai nostri rappreBentanti la bella forma raggiunta in Italia. L'ozio del piroscafo — anche se non vi sono viaggiatrici di eccezione — non è sempre consigliabile. I muscoli vanno tenuti in efficienza con un lavoro metodico, preciso, coordinato. E' questa la prima volta che gli europei varcano l'Oceano per partecipare ad una Olimpiade e francamente il problema della preparazione non è stato ancora studiato e risolto da tutti i tecnici. Purtroppo, però, da tale preparazione dipende in gran parte il successo alle Olimpiadi. Nei primi due giorni di navigazione gli atleti ed i dirigenti hanno cercato di orientarsi o sistemarsi. A bordo si mangia abbondantemente e bisognava quindi stabilire una dieta utile agli atleti, mentre il medico, dott. Lbngostrevi, doveva a sua volta passare in rassegna tutti gli « azzurri » per studiare quali effetti aveva la traversata; i dirigenti delle diverse Federazioni dovevano rendersi a loro volta conto delle condizioni di forma dei campioni. Dopo un paio di giorni di orien¬ bi!:;■, tamento, che hanno intanto portato la nave in vista di Gibilterra, tutti si sono messi al lavoro. I ginnasti avevano veramente incominciato da Napoli; ma i nostri attrezzisti sono guidati da uomini competenti e qui sul piroscafo lo stesso Grattarola ha dovuto citarli ad esempio. Non si creda ad un lavoro di prova degli esercizi per Los Angeles. Sono gli esercizi a corpo libero che mantengono elasticità ed efficienza al corpo e qualche contatto con la sbarra, che tempra i muscoli e non fa perdere la familiarità con gli attrezzi. Lottatori e pesisti hanno invece potuto lavorare a tutto loro agio. Per queste due categorie di atleti il piroscafo è un po' come una palestra, specie quando il mare è tranquillo come quello sul quale viaggiamo, sicché in certi momenti ci sembra trovarci su un lago italiano. I canottieri, gli schermidori, si sono messi a fare della cultura fisica; gli atleti sono stati divisi per specialità e Nai, Pucci, Contoli, Brambilla li hanno presi in custodia per far eseguire esercizi appropriati. I tiratori compiono esercizi di puntamento; i pentatleti si sono provati nei diversi sports del loro programma ed in tal maniera tutti cercano di mantenersi in efficienza. Speriamo che tutto questo lavoro frutti veramente. Il Biancamano è, così, trasformato in una palestra di atleti dove i passeggeri fanno volentieri,da spettatori, ed americani ed inglesi prendono viva parte alla preparazione, conquistati dalla perfetta disciplina dei diversi campioni, dal sano cameratismo che qui regna. Non tutta la giornata viene impiegata in allenamenti; sarebbe una ubbriacatura di sport poco cosigliabile. Ecco perchè nel pomeriggio si giuoca al piattello e gli atleti si ricreano con quella giovialità che prova il loro spirito sano. La sera il cinema diletta la comitiva e la musica permette qualche passo di danza, Anche in questo gli italiani si distinguono... ' L. R.