Gli aviatori dell' " Atlantide ,, rintracciati presso una tribù australiane

Gli aviatori dell' " Atlantide ,, rintracciati presso una tribù australiane Gli aviatori dell' " Atlantide ,, rintracciati presso una tribù australiane Scomparsi nella tempesta - Un mese e mezzo di sofferenze - Le prime parole: pane!! pane! n e e o e , e : i o a a à nnne e io, to ma lnre to re odi ai in disa o, ee: rilla da Berlino, 4 notte. Una notizia, ormai non più attesa, viene oggi improvvisamente comunicata dall'Australia mi giornali tedeschi: il ritrovamento dell'aviatore tedesco Bevtram e del suo compagno, il meccanico Klausmann, ritenuti ormai perduti da quasi due mesi durante il loro raid verso l'Australia. Essi erano partiti da Colonia con tutto l'equipaggio della spedizione che si proponeva scopi mezzo sportivi, mezzo cinematografici, ed erano giunti nell'isola dì Timor, nelle Indie orientali olandesi; e di là, il 15 maggio, avevano spiccato il volo sul mare di Timor per porto Darwin, in Australia, attraverso l'Oceano. Fu in quest'ultima traversata che si perdettero, e dal 15 maggio non se ne era avuta più notizia. Erano state fatte tutte le ricerche possibili, le quali erano partite dalla base della stazione missionaria di Drysdale. Le autorità olandesi, inglesi e australiane avevano inviato aeroplani e cacciatorpediniere, esplorando le acque della regione e le coste australiane, ma invano. Lt prime tracci» Le ricerche avevano condotto, circa un mese dopo la sparizione, al ritrovamento, segnalato da alcuni monaci spagnuoli della missione Drysdale, di alcune tracce degli aviatori, e cioè del portasigarette col nome di Bertram e del fazzoletto con il suo monogramma. Si concentrarono perciò le ricerche nei luoghi del ritrovamento a mezzi di aeroplani è di corrieri indigeni; e fu in queste ricerche che venne ritrovata a terra la carcassa dell'idroplano Atlantide a cui mancava un galleggiante e a cui i naufraghi avevano attaccato un cartello annunziente di averlo abbandonato per penetrare nella macchia australiana, tentando di ritrovare abitanti. Questa notizia, invece di tranquillizzare, non aveva fatto altro che aumentare le preoccupazioni, conoscendo i gravi pericoli e il carattere insidieso di queste regioni, nonché la indole xenofoba degli indigeni locali. Le ricerche si erano fiaccamente protratte finora ed erano alla fine quasi abbandonate anche per l'impossibiMtà materiale di continuarle. Improvvisamente un telegramma all'Associazione aerea di Berlino, dóve era stato costituito un ufficio Ybase della spedizione Bertram, dà ^luce sul mistero e annunzia che i due aviatori sono stati ritrovati dagli indigeni in una località presso Capo Bernier sulla punta Nord-Ovest dell'Australia. Un altro telegramma è pervenuto alle Officine Junkers a Dessau, il quale dice semplicemente: «.Sani e salvi ». Dopo queste prime notizie, altri telegrammi hanno dato più diffusi particolari. Al commissario australiano di Polizia della regione Marshall, che aveva diretto in questo punto le ricerche, si presentava gior-pcdbtspfcncigdni or sono un inviato degli indigenidi Capo Bernier raccontando che idue aviatori si trovavano ospitipresso una tribù del Nord. ^^ahalsi recò siibito sul luogo, e infatti inlocalità che era soltanto a dodicmiglia dal luogo in cui era stato ritrovato l'aeroplano, egli si è incon trato con Bertram e Klausmann Bertram e Klausmann sono stati ritrovati in condizioni deplorevoliin-1 ,l0fe, nel quale completamente pe se'^gy^o l'orientamento. Navigandpre, ,^ tempesta, essi mettevano ueto. av- Bertram specialmente non P°tevareggersi in piedi. « Pane, pane », sono stare le solparole che essi hanno balbettato appena in presenza di Marshall. Vioini alla pazzia Marshall racconta: «Erano duesseri disseccati e vicini alla pazzia». 1 telegrammi non dicono iche stato di salute oggi i due si trovino, ma aggiungono che, sfamae curati e rifocillati in questi giorna poco a poco essi sono stati in grado di raccontare per sommi capi l'odissea che hanno passata. Partiti 15 maggio da Timor, erano entranella zona di un formidabile fortuconto uno spostamento laterale, modo che toccarono la costa in u a i a , o ^\ davvero", e o è a : ri si aso r- punto che non corrispondeva ai loro calcoli. Quindi li colse la mancanza di benzina, e si impose loro il problema dell'ammaramento. Ammarato e tratto l'idroplano in riva decisero di mettersi in cerca di gente penetrando nella macchia fittissima, forniti di pochissimi viveri e di poca acqua, sopportando per tre giorni privazioni e fatiche indicibili. AUa fine con gli abiti macerati e con i piedi piagati, ad un tratto incontrarono di nuovo U mare e, guardando meglio, scoprirono con disperazione di trovarsi un'altra volta nel punto dove erano partiti a poca distanza dall'idroplano tre giorni avanti lasciato. C'erano a bordo ancora un po' di provviste e un po' di acqua; riposatisi, essi decisero di smontare il galleggiante dell'idroplano e di servirsene come mezzo di navigazione, proponendosi di seguire la costa in cerca di abitati, e sperando di poter raggiungere Porto Darwin. « Il 29 maggio, mentre continuava questa navigazione, a un tratto essi scorsero a breve distanza un piroscafo, ma tutti i loro sforzi di segnalazioni riuscirono vani. TI galleggiante fu ben presto respinto sulla spiaggia ed essi, meccanicamente, senza quasi più nessuna speranza, si internarono un'altra vòlta nella macchia, e ricominciarono la: insidiosa irèmendti "migrazione non pensando mai più di scoprire un volto d'uomo. Si nutrirono per giorni e giorni, camminando, di lumache, di erbe e di bacche. Videro una volta, a un tratto, un fuoco: una grande speranza; ma era soltanto il resto di un incendio. Dopo questa nuova delusione caddero esausti e disperati, e dormirono a lungo. Ripresero ancora una volta la marcia., ma sempre più deboli e scoraggiati,', la febbre li aveva anche colti, e il nutrimento era addirittura insuffi- ditiuCPtoAnfichtrdmcCradcvdvbrgnsrpr13gcSnmbilzPlpdztmAMgceAmlidcùmte. I sensi stessi li ingannavano j ^con fantasmagorie e delirii. L'incontro eon lJI indigeni « Il giorno 23 giugno alla fine, svegliatisi da un lungo sonno di stanchezza che essi avevano creduto sarebbe sboccato nella morte, si trovarono a un tratto davanti a una figura di uomo. Non credendo ai loro occhi, immaginarono ancora una volta che fosse uno scherzo dei sensi in delirio, Ma era un uomo per « L'indigeno offrì loro di guidarli; ma essi non poterono muoversi essendo troppo esausti. L'indigeno diede loro oarne di canguro e un pesce. Essi si rifocillarono un poco; tentarono muoversi; ma fu loro impossibile. L'indigeno andò via e tornò, dopo un tempo imprecisato, con altri indigeni e con altri viveri. Gli indigetii avvertirono intanto la stazione della* Missione spagnuola e contemporaneamente mandarono un messo alla Polizia australiana. Il martirio era durato oltre un mese. ni! Le Autorita di Wyndham hanno in i\vìato ^ un motoscafo a Capo Ber- ti nier con viveri, vestiti, medicinali, ll\motoscafo che dovrà ricondurre n\due aviatori. Il motoscafo è atteso ci\ mercoledì i-jd}iam». La spedizione Bertram era par- prossimo a Wyn- n n ili tita da Colonia, come abbiamo det-to, nel febbraio scorso; e a bordo IdeZZ'Atlantide si trovavano, oltre il mmrrldnpeCips^va\Bertram e u Klausmann, anche un le pue zin oaltro pilota di nome Thon, e un operatore cinematografico. A Batuvia, tanto il Thon che l'operatore cinematografico erano rimasti a terra per i loro compiti, e il Bertram e il Klausmann avevano proseguito proponendosi un giro lungo tutta la costa australiana. 0. P.

Persone citate: Bernier, Dessau, Drysdale, Junkers, Klausmann Bertram, Thon, Wyndham

Luoghi citati: Australia, Batuvia, Berlino, Colonia, Porto Darwin