Il Duce assiste nello stadio dell'Urbe al saggio ginnico dei 10.000 dopolavoristi convenuti da tutta Italia

Il Duce assiste nello stadio dell'Urbe al saggio ginnico dei 10.000 dopolavoristi convenuti da tutta Italia Il Duce assiste nello stadio dell'Urbe al saggio ginnico dei 10.000 dopolavoristi convenuti da tutta Italia Un'elogio del Capo e l'entusiasmo dei ginnasti Roma, 4 mattino. L'ultima giornata della grandiosa manifestazione dopolavoristica si è ieri iniziata con la rassegna passata dal Duce alle pattuglie ciclistiche che hanno partecipato alla terza adunata nazionale delle staffette della Federazione Italiana Escursioni smp. Le trecento squadre dell'Ope' ra Nazionale Dopolavoro, giunte da ogni regione d'Italia, si sono allinea' te su di un lato del viale Tiziano in sieme alle trecento squadre dell'Ur he, fregiate del brevetto di primo e secondo grado; un complesso di circa 3000 ciclisti, tutti in costume sportivo, schierati su un fronte lunghissimo con le rispettive macchine Ogni squadra aveva il suo gagliardetto e l'insegna del luogo di provenienza. Alcuni gruppi recavano grandi cartelli con scritte inneggianti al Duce e al Fascismo. I La rassegna del Duce ai ciclisti Alle 9,15, salutato da calorosi aiolà!, è giunto S. E. Starace, Commissario straordinario dell'Opera Nazionale. Dopolavoro, che, insieme con il gr. uff. Beretta, Direttore generale dell'Opera Nazionale Dopolavoro, con Pon. Pescione della Direzione dell'Opera stessa e col cav. Vigano del la Federazione Escursionismo, ha i spezionato l'organizzazione dello schieramento. Alle 10 precise, annunciato dagli squilli regolamentari, è giunto in automobile S. E. il Capo del Governo. II Duce è disceso dalla macchina e, accompagnato da S. E. Starace e dalle altre personalità, ha iniziato subito la rassegna, mentre dai tremila dopolavoristi si levava un triplice poderoso aiolà. Con passo celere, il Duce ha percorso tutto il fronte dell'imponente schieramento, salutato al suo passaggio da entusiastici A noi!, mentre i gagliardetti venivano sollevati in segno di omaggio. Compiuta la rassegna, S. E. il Capo del Governo è salito su una piattaforma posta a lato dello spiazzo prospiciente lo Stadio nazionale ed ha assistito allo sfilamento." I tremila Dopolavoristi in bicicletta, con alla testa S. E. Starace, anch'egli in bicicletta, hanno sfilato dinanzi al Duce esprimendogli, con poderosi aloia!, la loro devozione e il loro entusiasmo. Ad una ad una, precedute dal rispettivo gagliardetto, le squadre dopolavoristiche, da quelle di Aosta, di Udine e di Gorizia, a quelle di Taranto, Cagliari e Messina, e a quelle numerosissime di Roma, che hanno chiuso la grandiosa sfilata, sono passate velocemente in perfetto ordine. S. E. il Capo del Governo, che aveva risposto col saluto romano alle entusiastiche dimostrazioni di tutte le squadre, si è infine compiaciuto con S. E. Starace dell'ordine e della disciplina dimostrata dalle pattuglie ciclistiche; quindi, ossequiato dalle Autorità, e risalito in automobile e si è diretto verso piazza Venezia, men tre dalle finestre gremite di popolo e dalla folla numerosissima che si era ammassata nelle vicinanze, prorompevano grida di evviva e fragorose acclamazioni all'indirizzo di S. E. il Capo del Governo. t Al Milite Ignoto e ai Caduti fascisti Quando nel viale Tiziano il Du toe passava in rassegna le pattuglie ciclistiche, -diecimila ginnasti dopolavoristi, convenuti a Roma per il concorso, adunatisi in Piazza dei Popolo, si muovevano in un interminabile e pittoresco corteo verso l'Altare della Patria e l'Ara dei Caduti fascisti in Campidoglio per deporvi corone di alloro. Anche qui l'ammassamento è avVenuto nel più perfetto ordine e nella massima disciplina. I gruppi dei giovani atleti, tutti nella candida divisa sportiva, avevano popolato nelle ore del mattino le vie della città riempiendo l'Urbe di canti gioiosi e si erano- raccolti nella Piazza del Popolo occupandola in breve tempo in tutta la ma vastissima area. Alle 10, il corteo si è mosso lungo il corso Umberto I tra i canti dei Dopolavoristi e al suono degli inni della Rivoluzione. Dalle finestre, tutte adorne di tricolori e gremite tìi persone, dai marciapiedi affollati di popolo, le schiere dei Dopolavori sti sono state a lungo applaudite. TI corteo era preceduto dal gagliardetto della Direzione centrale delTO. N. D. e da due corone di alloro, una per il Milite Ignoto portata dai ginnasti della squadra di Ginevra, e l'altra per l'ara dei Caduti fascisti portata dai Dopolavoristi di Zara. Mentre sull'altare della Patria gli atleti ginevrini deponevano la corona votiva, le squadre dopolavoriste, coi gagliardetti abbassati, passavano sotto la scalea marmorea e salutavano romanamente rendendo omaggio alla tomba del Milite Ignoto. Compiuto il rito, il corteo imDonentissimo si è diretto verso il Campidoglio e dinanzi all'ara dei Caduti fascisti l'omaggio reverente si è ripetuto. 'Piazza Venezia, lasciata libera dai ginnasti, veniva intanto occupata dalle pattuglie ciclistiche dopolavoristiche che, dopo aver attraversato il Luneo Tevere in Augusta, Marzio e Tordinona e il ponte Vittorio Emanuele, avevano percorso tutto il corso Vittorio Emanuele fatte segno a calorose dimostrazioni di simpatia dalla cittadinanza. L'allineamento dei ciclisti è avvenuto rapidamente.- Nel centro della piazza, la massa policroma dei Dopolavoristi assumeva, via via che si infoltiva di macchine e di giovani, un aspetto sempre più pittoresco. A) loro giungere, le snuadre lanciavano poderosi alala! al Duce. Ad ammassamento ultimato, dai tremila petti dei giovani è partita un'unica, altissima invocazione: Ducei Dace!^ il grido poderoso è giun¬ tmdzrtgtacivyisPadnDmimhulgpSmmvzsvtmittfhnsl e e . a i , ) o i a ¬ to sino al Campidoglio dove i diecimila ginnasti che attendevano l'ordine di muoversi per recarsi in piazza Venezia, spinti dal vivo desiderio di acclamare il Duce, hanno rotto i ranghi di corsa é sono discesi al grido di Duce! Duce! nella piazza Nrlsccptate gioiosamente, ampio semicerchio che ha, in breve, assunto un aspetto pimponente. Sulla massa dei dopola-j dvoristi acclamanti ondeggiava la sei- sya dèi gagliardetti. Da un lato, le sinsegne dei Dopolavoro sorti all'è-'mstero in tutti i centri d'Europa, agi-:eformavano un|vèsncsagDSfA Piazza Venezia Quando la vetrata del balcone di Palazzo Venezia è stata aperta, ed è apparso il Duce, le numerose bande dopolavoristiche hanno intonato l'inno Giovinezza e il grido di Duce! Duce! si è' levato poderoso e com movente, mentre i gagliardetti e le insegne venivano agitati incessantemente. Alcuni gruppi di dopolavoristi hanno formato delle alte piramidi umane sul cui culmine è stata issata l'insegna del proprio Dopolavoro. La grandiosa manifestazione è durata parecchi minuti. Il Duce, che aveva a lato S. E Starace, ha risposto con il saluto romano e, sorridente, ha sostato a lun go ad ammirare lo spettacolo indi menticabile. Poi si è ritirato, ma nuove acclamazioni lo hanno richiamato al balcone, e ancora una terza volta, dopo che la vetrata era stata chiusa, questa si è dovuta riaprire perchè il Duce tornasse a ricevere l'esultante- saluto dei dopolavoristi d'Italia. I ginnasti e i ciclisti hanno poi lentamente abbandonato la piaz za al suono degli inni della Rivoluzione. Prima di far ritorno alle proprie sedi, le migliaia di dopolavoristi convenuti a Roma per misurarsi nel concorso ginnico-atletico, hanno voluto offrire un magifico saggio delle loro capacità al Duce e a tutte le più alte Gerarchie del Governo e del Partito Questo superbo raduno, giunto ormai al quarto anno di vita e che col tempo va assumendo una importanza sempre più notevole, si è concluso in una cornice di indescrivibile entusiasmo. Spettacolo indimenticabile offerto in purità di spirito da oltre 10.000 autentici lavoratori di tutte le regioni d'Italia. In fondo, questo concorso, oltre alla sua importanza politica, già tante volte messa in giusto risalto, in virtù della quale è stato compreso fra le manifestazioni celebrative del Decennale, ha anche un altro significato non meno importante da un punto di vista sociale. Esso ammonisce che la qualità di lavoratori non esclude quella di sportivo praticante e che con un po' di buona volontà si può togliere al riposo giornaliero concesso ad ognuno di noi dalle quotidiane occupazioni un po' di tempo per dedicarlo alla coltura del corpo. Sport di masse Questi giovani dopolavoristi, che per tre giorni hanno punteggiato di bianco le principali arterie della Capitale, recando ovunque una nota di gioconda festività, hanno saputo e voluto prepararsi alle prove non facili del concorso con una costanza, con una passione, con uno spirito di sacrificio che bisogna esaltare. Il popolo sedentario non esiste più; il concetto della coltura fisica unita alla cultura dello spirito, ha ormai conquistato tutte le regioni della penisola, grazie anche alla saggia propaganda svolta dall'Opera Nazionale Dopolavoro. Tutte le regioni sono qui rappresentate tra questa massa gioconda di artieri che si stanno allineando in ordine perfetto per svolgere le quattro prove del saggio finale. Ciò dice che lo sport, e l'attività sportiva in genere, si è propagato ovunque, dalla montagna al mare, dall'Alpi all'estrema punta della Sicilia. Il Fascismo ha sempre creduto che lo sport debba essere anzitutto un problema di massa, un problema di propaganda, dove sono compresi i fini sportivi dell'O.N.D.; è appunto a tale scopo che il Partito si e vivamente interessato per la creazione di campi sportivi in tutti i Comuni ed ha ridato a Roma uno Stadio degno delle sue antiche tradizioni. Questo è lo sport vero, lo sport che fa bene, che allieta gli spiriti appesantiti dalle quotidiane vicende della vita. Fra tanta gagliarda gioventù, ci 3i sente meglio, si respira un'aria di sanità, di letizia. Nello Stadio immenso, diviso a settori da striscie bianche tracciate sul terreno, le colonne dei ginnasti lavoratori si vanno ammassando secondo gli ordini ricevuti. Alla mattinata minacciosa è subentrato un pomeriggio d'azzurro e di sole.-Le tribune sono piene di pubblico. La tribuna d'onore, dove salirà il Duce, è tutta ornata di un drappo di velluto cremisi, con al centro un Fascio Littorio. H concentramento delle squadre che si effettua per regioni è laborioso; si tratta di una massa imponente di giovani da mettere a posto e la cosa non è facile davvero. L'imponente adunata L'olimpionico Zampori, Direttore generale del concorso, sale di tanto in tanto sul podio e, a mezzo dell'altoparlante, dà ordini precisi e categorici che vengono eseguiti alla lettera. La banda di Chieti, la fanfara Enrico Toti » di Venezia e la banda dell'A.T.A.G. di Roma riempiono l'aria di allegre marce. La squadra dei Vigili urbani dJ Napoli, vincitrice del concorso, e la squadra della « Forza e Costanza » di Brescia, seconda classificata, al loro apparire sul campo vengono sa-lutate da applausi fragorosi da parte delle altre squadre che già si sono allineate sul campo. La squadra di Zara suscita usa fragorosa, oya^jje. Nel campo sono stati disposti numerosi altoparlanti, che serviranno per la diffusione dei comandi durante lo svolgimento del saggio. Sono già sul campo gli operatori della « Luce » ; così anche quest'anno le fasi dell'epilogo del concorso ginnico saranno proiettate in tutte le città d'Italia e daranno a tutti la possibilità di con statare la grandiosità della manif e stazione, la ferrea disciplina delle masse dopolavoristiche, l'ammirabile efficienza organizzativa del Dopolavoro. Tutta la vasta distesa dello Stadio è ora occupata da 38 colonne disposte ad eguali intervalli (ogni colonna è composta di 54 terziglie); il colpo d'occhio è magnifico. Ecco le squadre dei dopolavoristi residenti all'estero, salutate da applausi fragorosi. E' alla testa della colonna il Dopolavoro di Ginevra, seguito da quelli di Chiasso, Losanna, Goletta (Tunisi), Mulhouse, Nizza, Rabat, Susa (Tunisia), Sfax, e, via via, le altre. Queste squadre, con i gagliardetti in testa, si pongono sulla pista di fronte allo schieramento delle altre smadre. Ad un lato del campo scorgiamo i 92 gagliardetti dei Dopolavoro provinciali. Enrico Beretta, Direttore generale delFO.N.D., è già da tempo sul campo e sorveglia l'andamento degli ultimi preparativi. Sono sulla « pelouse » tutti i Segretari dei Dopolavoro provinciali. e o a J a » l In attesa del Duce Mentre le altre squadre vanno prendendo posto, uno squillo di tromba annunzia l'arrivo di S. E. Achille Starace. Il Segretario del Partito viene ricevuto da Beretta e si porta sulla tribuna d'onore. Tutt'intorno allo Stadio prendono posto le staffette ciclistiche che hanno partecipato alla terza adunata nazionale della F.I.E. Ad un ordine di Zampori, ginnasti prendono la distanza per l'esecuzione degli esercizi elementari. Pochi comandi secchi e il campo appare rigato e punteggiato di atleti irrigiditisi nella posizione di « attenti ». Alle 17,30 in punto, gli applausi della folla, che si è ammassata sul Lungotevere e ai cancelli dello Stadio, annunziano l'arrivo del Capo del Governo. Il Duce, che è in abito borghese con in testa il berretto di marina, viene ricevuto da S. E. Starace. Egli sale rapidamente alla tribuna d'onore, mentre ginnasti e pubblico salutano entusiasticamente alla voce. Nella tribuna scorgiamo anche S. E. Gazzera, S. E. Ricci, il Prefetto Montatori, il prof; Marpicati, l'on. Ermanno Fioretti, l'on. Adinolfi, Enrico Beretta, il Comandante del Corpo d'Armata. Le acclamazioni al Duce si protraggono per qualche minuto. Ristabilitosi il silenzio, Zampori, con comandi netti e precisi fa iniziare ai 10 mila ginnasti gli esercizi elementari dagli stessi eseguiti nella prova ginnica del concorso. L'esecuzione dei tre gruppi, nei quali l'ideatore Zampori ha sviluppato i movimenti del lancio del peso, del giavellotto e del disco, offre uno spettacolo di euritmia ineguagliabile; alla fine di ogni saggio il Duce, evidentemente soddisfatto, dà il segno dell'applauso. Dopo i saggi collettivi, eseguiti alla perfezione, Zampori cede il comando al comm. Sarrocchi, che dirigerà le prove collettive del canto. La musica intona l'inno « Giovinezza » e le voci gagliarde dei Dopolavoristi si spandono per l'aria; l'inno fascista e poi quello del Dopolavoro vengono cantati con slancio e fervore. Il Duce ascolta, con il maschio volto fisso sulla massa canora. E' una nota gentile e simpatica che questa prova porta fra le prove atletiche del concorso; la esecuzione degli inni dimostra tutto l'amor patrio che il Fascismo ha saputo infondere fra le masse. Ondata di entusiasmo Alla fine del saggio, un'onda di irrefrenabile entusiasmo si leva dalla massa. L'entusiasmo finora contenuto esplode: grida di «Duce! Duce! Duce! » si alzano dalla folla. Zampori è di nuovo sul podio e con voce energica comanda l'ordine di sfilata. Precedono le squadre dei dopolavoristi italiani all'estero — in testa a tutte quella di Ginevra, prima classificatasi in questa categoria. Il Duce risponde con il saluto romano al passaggio di ogni squadra e si sofferma a rivolgere irsuo sguardo acuto e penetrante sulla squadra di Parigi. Dopo è la volta della selva dei gagliardetti dei Dopolavoro provinciali: quindi avviene la lunga sfilata delle squadre italiane. Le prime sono : Verona, Mantova, Suzzara, Gorizia, Pescara. Acqui, Brescia — la cui squadra della « Forza e Costanza » viene applaudita dalla folla perchè anche in questo concorso ha mantenute fulgide le sue gloriose tradizioni nella ginnastica — Milano, Torino, Modena, Caltagirone, Napoli, Trieste, il Gruppo Dopolavoro Pubblico Impiego di Torino, Verona, Imperia, Genova. Scorgiamo: il Dopolavoro Tramvie Municipali di Torino, quelli di Romagnano Sesia, di Casale Monferrato, i dipendenti municipali di Genova, il Dopolavoro di Novi, di Alessandria, della Spezia, della Fiat di Torino, il Monopolio di Stato di Torino, i Comunali di Casale, Tortona, « Provinciale » di Aosta, i pompieri di Brescia,-vincitori della gara a squadre di tiro, la squadra dei Vigili urbani di Napoli, classificata al primo posto, Morano Po, il « Gas » di Torino, ecc. Per quasi un'ora sfilano dinanzi al Duce queste balde compagini, men -1tre le musiche di Chieti e della Atag e : di Roma suonano marce marznili. La o sfilata termina alle 19. Non appena i i diecimila ginnasti si sono ritrovati ..ammassati nel mÙKQ del .cami^ al¬ ltmqsblsSpvpmmSppBv[ l'improvviso rompono le righe e si precipitano gridando: « Duce! Duce! » in una pittoresca confusione di uomini e di gagliardetti sotto la tribuna d'onore. La manifestazione spontanea al Duce si prolunga per qualche minuto, ma non appena Mussolini accenna a voler parlare, la massa si fa d'un subito silenziosa. Il Duce pronuncia parole di saluto e di elogio. Dalla massa dei dopolavoristi un urlo altissimo si eleva: «A noi!», mentre il pubblico applaude fragorosamente. Il Duce si sofferma ancora per qualche istante ad ammirare lo spettacolo offerto da questa superba' giovinezza e poi, ossequiato dalle Autorità e salutato dagli applausi della folla, lascia la Farnesina. Subito dopo il pubblico, massa di popolo festante, invade il Lungotevere, Ponte Milvio, Via Flaminia per fare ritorno a Roma. Nella palestra ha luogo la premiazione che viene fatta, per le prime venti squadre classificate, dal Segretario del Partito. Sono nella palestra S. E. Ricci, il prof. Marpicati e l'on. Adinolfi, il grand'uff. Beretta e il comm. Parini. Il prossimo Consiglio dei Ministri Roma, 4 mattina. L'Ufficio Stampa del Capo del Governo comunica: « 11 Consiglio dei Ministri è convocato per giovedì, 14 corrente, alle ore 10, a Palazzo [Viminale ».