I campioni d'Italia battono pelli d'Ungheria per 4-0

I campioni d'Italia battono pelli d'Ungheria per 4-0 C/amoroso debutto juventino nella Coppa europa I campioni d'Italia battono pelli d'Ungheria per 4-0 La miglior classe e la maggior compattezza di squadra dei « bianco neri » segnano la differenza di valore fra le due compagini = I «goals» segnati da Orsi, Cesarini (2), Sernagiotto = 11 brillante esordio della «freccia d'oro» Decisamente, la Coppa d'Europa vede quest'anno un'entrata in competizione delle squadre italiane, di carattere e di stile impetuosi ed entusiastici. La gara svoltasi ieri a Torino ha visto infatti un'altra vittoria italiana a largo punteggio. A punteggio tanto largo, che la Juventus, precisamente come il Bologna dieci giorni or sono, ha ogni buon diritto di ritener fin d'ora come semi dischiuse le porte delle semifinali della manifestazione. L'incontro fu vivace ed interessante quanto \ poteva desiderare. Non che le due Sxjiadre in campo abbiano raggiunto il loro più alto livello di stile e di rendimento, che la compagine vincitrice stessa tardò alquanto a mettersi in azione ed a trovare il giusto tono di giuoco. Fu l'andamento dell'incontro in sè e l'alto valore dei contendenti emergente netto attraverso alle vicissitudini della gara e malgrado le difficoltà della giornata, a render bella la contesa. La squadra campione d'Ungheria tenne fede alla buona riputazione di cui gode al momento attuale nel mondo calcistico internazionale. In netta decadenza l'Hungaria, in difficoltà di ogni genere tutte le altre società di Budapest, si può dire che la difesa del buon nome del calcio ungherese sia oramai affidata con carattere di esclusività al Ferencvaros. Una unità classica E, sulla prova di ieri, il Ferencvaros costituisce la più classica delle unità magiare che si sian viste in questo ultimo triennio. Uomini di calibro internazionale in ogni singola posizione, tendenza al giuoco basso e raso a terra, classicità di movimenti, impostazione di giuoco a metà campo pratica e piacevole in pari tempo. La impressione che desta il complesso del lavoro dei bianco-verdi è così soddisfacente da'ricordare in certi momenti le unità budapestine che in un tempo non lontano dettaron legge sui campi europei. Sono presenti in squadra uomini che il ricordo all'antico richiamano in modo netto e preciso. Esempio: Sarosi. Il centro-mediano del Ferecvaros è un artisia del giuoco. Come tutti gli artisti egli è semplice nei sistemi che adotta e fa sembrar facile il difficile. Sarosi è tutto giuoco sulla palla e tutta calma e tranquillità. E come stilista è prevalentemente un uomo d'attacco, un costruttore, non un distruttore. TI contatto cóll'avversario egli non lo cerca mai. L'oppositore egli lo batte con quel movimento largo, basato su un'ampia finta e sulla completa padronanza della palla che era caratteristico di qualcuno fra i maestri inglesi dell'anteguerra. Sa rosi, gentiluomo del giuoco, cammina sulle traccie dell'ultimo ungherese di classe che lo precedette nella posizione che occupa, Orth dello Hungaria. Con un simile centro-mediano, con una difesa che lw, il difetto dell'anzianità, ma U vantaggio dell'espe rienza e che resse all'urto dell'attacco juventino meglio di quanto si riteneva, e con una prima linea che dispone di uomini che sanno manovrare, smarcarsi ed avanzare secondo ogni regola d'arte, il Ferencvaros si comporta in modo da accontentare il critico, per quanto riguarda il giuoco di metà campo. Più avanti, le cose cambiano aspetto. Nell'area di rigore i bianco-verdi, perdono ogni precisione di movimenti pur non acquistando in praticità od in energia. U punto debole dei magiari E' questo il vero difetto dell'undici ungherese, a giudicare dalla prova di ieri. Col mettere i piedi nello spazio delimitato dalla linea bianca dell'area dì rigore, gli attaccanti perdo • rtwitinun-nn a combinare nuanàn \lore' conrm"f.wo a contornare quanao ?7 j_ f.r\vì ri ero ritti o onn. mesqteaugsacaè sistSTvKcaregugpddecobreminpdLspdrdtocliluasJdpdmgtscbdctcvsGtrctvpbmsulrpfpmglgtspidipno il cinquanta per cento del loro va- il momento di concludere già è suo nato da lungo tempo, e quando cercano di far qualcosa di conclusivo, sl sbandano, esitano o st mostrano imprecisi in modo impressionante. Il F miglior tiratore della linea dovrebbe ssere la mezz'ala destra Takacs : ma uesto giuocatore dalle ottime doti ecniche rifugge dalla mischia, non ma quella lotta corpo a corpo che è na imprescindibile necessità del iuoco odierno, davanti a porta. Chi non teme le cariche dell'avverario, chi anzi le ricerca per contracambiarle prontamente e rudemente l'altra mezz'ala, Toldi. Ma il nervoismo fa velo alle possibilità di queto giuocatore dallo splendido fisico. e si aggiunge a ciò, che il centro Turay è uomo più di irruenza che di alore tecnico e che l'ala sinistra Kohut ha perduto con gli anni di arriera il tiro alla Levratto che lo ese noto un tempo, si avrà una spieazione della debolezza dell'undici ngherese in quel particolare del iuoco che è il lavoro di finitura. Un articolare, combinazione, che decie del risultato degli incontri quano ci si trova di fronte ad una difesa nergica e rotta a tutte le malizie ome quella juventina. Per le doti e per i difetti a cui abiamo più sopra accennato, il Feencvaros lasciò fino al riposo di metà tempo, fino anzi al momento n cui la Juventus segnò il suo terzo unto, l'impressione di non meritar i perdere, di essere anzi sfortunata. La prima metà dell'incontro fu diputata in tono prettamente tecnico a parte degli ospiti, tanto da appaire a lungo come la migliore delle ue squadre in campo. lì terzo puno tagliò le gambe ai giuocatori. La ompagine, come stroncata, smobiitò. Ed allora vennero per essa in uce difetti ed emersero doti degli vversari, tali da giustificare il riultato. Contro i campioni d'Ungheria, la Juventus fece una partita che, pur dando risalto alla classe di cui sono provvisti i singoli elementi, non soddisfece appieno se non nell'ultima mezz'ora, per quanto riguarda il giuoco d'assieme. I due tempi dei bianco-neri Sotto questo particolare aspetto, utto il primo tempo fu piuttosto cialbo. Era l'impostazione del giuo co che non era pratica, era la distribuzione delle azioni che lasciava a desiderare. Gli attacchi, invece chiamare all'opera simultaneamente utti e cinque gli avanti ed impegnar così l'intera difesa ungherese, venivano svolti a base di movimenti spezzettati, individuali od a coppie. Gli è che, in quel periodo dell'inconro uno degli uomini su cui grava la responsabilità della distribuzione, il centro mediano Monti, stentava a ritrovare il suo ritmo normale di lavoro. Gli è pure, che nel primo tempo l'estrema difesa juventina, Combi eccettuato, attraversava un momento di incertezza, per cui l'intera seconda linea retrocedeva lasciando una spazio di venti e niù metri fra l'attacco e se stessa. Bertolino solo resse in quel periodo, e fu ventura per i bianconeri. Anche la temperatura pareva influire sui torinesi hi modo dannoso più che sugli ospiti. Minor mobilità, maggior lentezza di scatto e maggior difficoltà nel controllo della palla. Non era la Juventus dallo smagliante finale di campionato. Nel secondo tempo, subito dopo il terzo punto, i bianconeri, come se il successo avesse dato loro le ali ai piedi presero di colpo a funzionare in modo migliore. E si videro allora discese fra le più pregevoli in stile, in velocità, in coesione. Fu per puro caso che gli avanti bianconeri non raccolsero in quel periodo un più largo bottino di punti, che il portiere degli ospiti terminò l'incontro come uno degli uomini più affaccendali in campo. Un pubblico oltremodo numeroso presenziò all'incontro. Ogni ordine posti era stipato e completo. Nel- la tribuna d'onore era presente tutto un eletto stuolo di autorità politiche e sportive, fra cui S. E. il Prefetto Ricci, il Podestà di Torino, Conte Paolo Thaon di Revel, il Segretario Federale, Andrea Gastaldi, il Con- sovil'adeti,dusenuneKocogaSeFevaednifedegevubetagigalainvegelintonuromriqui mtrgsisppdsoauvtistecinHI ricmppracsrinfcqsvmvntamuUudnlncgzfcprlrl n ù o e o e sole d'Ungheria, comm. Sclopis, il vice-Segretario federale Conte Orsi, l'avv. Edoardo Agnelli, Presidente del F. C. Juventus, il comm. Gazzotti, il comm. Bossi. Giornata calda ed afosa, terreno duro e secco. Le due squadre si presentarono in campo, con qualche minuto di ritardo sull'orario stabilito, nella formazione seguente: Ferencvaros: Hada; Takacs I e Koranv: Laki, Sarosi e Lazar; Tancos, Takacs II, Turay, Toldi e Kohut. Juventus: Combi; Rosetta e Calir garis; Varglien I, Monti e Bertolino; Sernagiotto, Cesarini, Vecchina, Ferrari ed Orsi. Da arbitro funzionava il cecoslovacco Cejnar. I due goals del primo tempo Il primo tempo fu il più disputato ed interessante dei due. Subito all'inizio Combi è chiamato all'opera per fermare un'avanzata pericolosissima dei magiari. Il portiere torinese si getta nei piedi di Toldi che ha ricevuto un bell'allungo di Kohut, e libera. Da parte sua, la Juventus non tarda a dar lavoro al portiere magiaro: su tiro di punizione di Caligaris, Hada si lascia sfuggire la palla e per poco Cesarini non indirizza in rete a porta vuota. L'incontro è velocissimo e l'attacco magiaro, svolgendo temi dettati dalla intelligente linea mediana, è in predominio, tanto che Takacs II, verso il decimo minuto, sfiora il palo con un forte tiro. E' questo uno dei momenti di maggior pericolo corsi dalla rete torinese in tutta la partita. Al 14.o minuto, giunge in modo quasi improvviso il primo punto per i bianconeri. Tiro di punizione da metà campo. Caligaris spedisce trasversalmente in piena area di rigore. Cesarini tocca di testa ad Orsi e questi sopravveneìido in corsa, spara di destro ed infila la rete di prepotenza con un tiro sulla sinistra dì Hada. Grande entusiasmo. L'azione che ha portato al successo, si ripete quasi in identico modo a pochi minuti di distanza quando un lungo centro di Sernagiotto trova Orsi nuovamente libero ed in ottima posizione: il tiro dell'ala sinistra finisce però questa volta a lato, I due portieri hanno lavoro senza economia. Combi ha appena deviato in alto un forte tiro di Turay, che Hada vede Vecchina sparare a lato I magiari tornano a fruire di un periodo di predominio e fortuna vuole che Combi si veda giungere nelle mani un tiro di Toldi eseguito da pochi passi! Ad una diecina- di minuti dal riposo, Caligaris, scontratosi con Turay, resta a terra per un forte colpo alia testa. Il casalese riprende con coraggio, ma è così menomato nelle sue condizioni fisiche, da necessitare che Cesarini venga a dargli aiuto in difesa. Cesarmi, protagonista dei minuti finali di questo primo tempo, retro cede, e lavora come terzino fino a quando non vede che il suo capitano si riprende. Allora torna fra gli a vanti. Riceve subito la palla verso la metà del campo e punta deciso in a vanti. Con una accorta finta accen na a voler servire Sernagiotto, tanto che gli avversari si scostano, ed al momento stesso in cui il piazzamento di Sarosi e di Korany gli apre uno spiraglio di luce, egli spara. Una mazzata. La palla non impiega un secondo a percorrere lo spazio dal piede dell'avanti juventino a finire nell'angolo basso della rete sulla destra di Hada, che non si muove nemmeno. Un punto fra ì più belli che si possano vedere sui campi di giuoco : frutto di intelligenza, di forza e di precisione. Una prodezza da fare epoca. Brillante ripresa Juventina Col pubblico in visibilio termina così il primo tempo. Tornano in campo le squadre, alla ripresa, ed il Ferencvaros torna coraggiosamente alla riscossa. Ma di pericolo per la rete di Combi non si parla più. Al lO.o ed al 14.o minuto viceversa è la veavsessosopoprchinpuciapupaprinnouncoCobiTovetrguchCoGlspl'inmtainriecavadasustLacopaIl frlepamVpdicusv«restsedetaiprcinmbegugcoessqsed la Juventus che segna ancora. Diversamente dai due primi punti che avevano avuto il carattere del « possesso», questi due ultimi successi sono ottenuti in modo un po' confuso e col concorso di incertezze del portiere magiaro. E' Cesarini dapprima e Sernagiotto subito dopo che, trovatisi a tu per tu con Hada, infilano la rete da pochi passi. Il punto di Sernagiotto frutta una speciale ovazione al neo-juventino, che, pur mostrando coraggio, velocità e padronanza della palla, aveva dato prova fino a quel momento di essere in preda all'emozione. Al 22.o minuto ultimo incidente notevole della partita. Nel corso di un attacco magiaro, Bertolino ostacola un avversario per dar campo a Combi di intervenire e liberare. L'arbitro concede un calcio di rigore Toldi, forse memore di quanto avvenne a Budapest nell'ultimo incon tro internazionale, si rifiuta di eseguire il tiro. E' il mediano Lazar che tira, ma così debolmente, che Combi non ha difficoltà a parare. Gli ungheresi hanno un gesto di dispetto. Col risultato di quattro a zero, l'incontro è praticamente finito. 1 magiari rinunciano a velleità d'attacco, richiamano Toldi e Takacs II in difesa per evitare guai peggiori, e riescono a impedire, grazie anche al caso ed alla precipitazione degli avanti torinesi, che altri palloni vadano a finire nella rete. Come chiusura delle ostilità Hada para magistralmente un violento tiro di Monti. La Juventus termina dominando. L'incontro fu complessivamente condotto con cavalleria da ambe le parti. VITTORIO POZZO. aAgliZdttlvtanptbtmmrihdrEpi sasrdKGRrG ii l'UjLpUmgpmuddg

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