19 anni a Giovanni Manzoni

19 anni a Giovanni Manzoni Il dissesto delia Br.^n di Milano 19 anni a Giovanni Manzoni a Il processo contro Giovanni Manzonie po un'ora preci;— la camera di deliberazioni, il Tribù-naie è tornato nell'aula Il pubblico foltissimo è tutto in pie-di ed in un religioso silenzio il con-sigliere Vaccaro legge il dispositivodella sentenza, con la quale sono stateinrlitte agli imputati le seguenti con-danne: Giovanni Manzoni, anni Ul di rechi-, siono e lire 70.200 di multa, 3 anni diilibertà vigilata, interdizione perpetua dai pubblici uffici; Lorenzo Manzoni,8-11™ 13„di reclusione lire 40.200 di ì^TiS' t2 alW,dJ mobilitazione, anniJ*L^^.^}^.J^f^^it M^n,?^ lire di multa, 10 anni di inabilitazione,3 anni di libertà^vigilata, -at^l^perpetua dal pubblici uffici; LorenzoGiancolini, 10 anni di reclusione, 39.000 lire di multa. 10 anni di inabilitazione, 3 anni di libertà vigilata ed interdizione perpetua dai pubblici uffici; Edgardo Doria e Giuseppe Minafra, un anno di reclusione e 2 anni di inabilitazione al commercio, con condono per condizionale; Bortolo Glisenti, sei anni di reclusione, 19.000 lire di multa, un anno di libertà vigilata, interdizione perpetua dai pubblici uffici: Roberto Ciralli, Giuseppe Perrucchetti, avv. Emanuele Zaccari, avv. Attilio Labriola, rag. Luigi Potter, due anni di reclusione e 7000 lire di multa ciascuno; Ercole Manzoni, 2 anni, 8 mesi di reclusione e 4000 lire di multa; An- tela Travclla, 3 anni di reclusione e 000 lire di multa. Condanna in solido al pagamento delle spese e al risarcimento dei danni verso le parti civili e.assolve: Giovanni Manzoni e Lorenzo Manzoni dalla imputazione dì falso in assegno bancario e di onigssn pubblicazione di marche per assicurazione, perchè ; fatto non costituisce reato; e dal reato di appropriazione indebita in danno della « Libreria del Littorio », per insufficienza di prove; Ernesto Lucio Manzoni, dal reato di falso in atti sociali, riguardanti la Società Anonima « Libreria d'Italia » per non aver commesso il fatto, e dalla imputazione di falso in assegno bancario, perchè il fatto non costituisce reato; Edgardo Doria e Giuseppe Minafra, dai reati di truffa e bancarotta fraudolenta, per non aver commesso i fatti, e dalla imputazione di falso in atti sociali, perchè il fatto non era punibile secondo la legge del tempo in cui sarebbe stato commesso; il Glisenti, dal reato di falso in atti socia!:,—riguardanti la Società Anonima «Libreria d'Italia»; Piero Monaco, dai due reati di falso in atti sociali ascrittigli; il Francesco Ponti, dall'unico reato di falso in atn sociali: lo Spartaco Orari, dai due reati- di falso in atti sociali, perchè il fatto non era punibile secondo la legge del tempo in cui sarebbero stali commessi: Cesare Broggia, Maria De Carlo e Ugo Ciancolini, dall'unico reato loro ascritto, per non aver commesso il fatto; Roberto Ciralli e Giuseppe Perrucchetti, dal reato di falso in atti sociali, riguardanti la Società Anonima « Libreria d'Italia » per non aver commesso il fatto; Attilio Labriola, dal reato di truffa per insufficienza di prove, e dal reato di falso in atti sociali riguardanti la Società Anonima « Libreria d'Italia » per non aver commesso il fatto; Filippo Mambretti, dai reati di falso in atti sociali, e di truffa per insufficienza di pròve; Giorgio Berlutti, dal reato di falso in atti sociali per insufficienza di prove. Il Tribunale ordina, inoltre, che l'esecuzione della pena inflitta al Doria e al Minafra rimanga sospesa per 5 anni e ordina la scarcerazione del Minafra, del Doria e del Mambretti, se non detenuti ner altra causa, e dichiara chiusa l'udienza. Le malversazioni de! Manzi-Fè in danno della Malo-Britannica Roma, 27 notts. Il laborioso processo per le malversazioni in danno della Banca Italo-Brltannica è entrato nella sua fase risolutiva con l'inizio della discussione vera e propria. Ha preso la parola stamane il patrono della parte civile, avv. Lionello Manfredonia, il quale, dopo aver tratteggiato rapidamente le figure dei protagonisti, è passato ad analizzare criticamente il « curriculum criminis » del binomio Manzi-Fè-Morin. Nel 1925, il Morin aveva i mobili di casa pignorati, ed è l'epoca in cui s'inizia la sua carriera nell'Italo-Britannica. La nomina è del 2 maggio 1925. In quel tempo egli, e lo disse al Tribunale, aveva debiti per 40 mila lire. Dal 10 aprile 1924 al 2 maggio 1925. il comm. Manzi-Fè ebbe modo di studiare il tipo. A distanza di appena un mese dall'entrata nella banca, il Morin fa infatti quello che aveva già fatto nel Banco di Roma: crea conti fittizi. Il Manzi-Fè è subito messo sull'avviso dal capo-contabile Debolini, ma egli non risponde. Debolini insiste e scrive nell'ottobre successivo un'altra lettera denunziando che la sede di Roma aveva assunto impegni superiori ai limiti concessile. Qual'è il contegno di Manzi-Fè? Non risponde. E vi è una terza lettera del dicembre, sempre -del Debolini. Un'altra denunzia. La sede di Rbma, oltre che fare speculazioni su titoli, fa anche fidi a privati in misura imprudente. Fa il fido a Saint-Just. Debolini sconsiglia l'operazione: qual'è l'effetto? A Saint-Just si danno quaranta milioni. « E sapete — domanda l'oratore — a conclusione di tutti i gridi d'allarme del Debolini, che cosa fece il ManziFè? Ordinò che la sede centrale.di Milano non avesse più alcuna ingerenza sulla sede di Roma. Ma perchè fece tutto questo? I risultati ce lo dicono: Manzi-Fè è quegli che ha ricavato i maggiori utili dall'attività del Morin ». A questo punto, l'avv. Manfredonia ricorda il delicato momento bancario in cui il Governo nazionale ordinò la difesa della lira e regolò il commercio dei cambi. Fra le poche banche autorizzate vi fu quella Italo-Britannica e fu proprio in quel tempo che la Direzione di Milano ricevette l'ordine di non controllare più la sede di Roma. Fu in quel tempo che il Morin creò le contabilità speciali, che il Manzi-Fè istituì un cifrario speciale col Morin, che i sindaci ricevettero istruzioni di non curarsi della contabilità di Roma. I vincoli tra i due imputati sono da quel momento (maggio 1926) rinsaldati. Tra i due si stabilisce anche il reparto degli utili: due terzi a Manzi-Fè, un terzo a Morin. Le operazioni di cambio fatte a mezzo della Gracechurch fruttarono decine e decine di milioni. L'arringa dell'avv. Manfredonia prò-' seguirà nell'udienza di domani. L'omicida pastore di Licata fucilato all'alba Agrigento, 27, notte. Domani mattina, all'alba sarà fuci- lato il pastore Angelo Porrello, di Li-1 cata, il quale nello scorso dicembre uc-j cise certo Giuseppe Perniici ed il ra-'gazzo dodicenne Nunzio Vecchio, che| aveva assistito al delitto. n porrello aveva, in questi giorni, inoltrato domanda di grazia, che gli èstata respinta.