Dentini

Dentini Dentini - Quando Anna Morelli fece la sua entrata nel mondo, vale a dire nella • società, parve veramente portarvi un riflesso della più delicata giovinezza. Aveva diciott'anni, l'età prefissa: era alta, bionda, sdutta, bianca. L'imagine vieta del giglio si attagliava alla sua persona, e, io lo sapevo, anche al suo animo... Ma non un giglio languido e triste : che ella, pure in quella delicata apparenza, svelava come una energia lieta di vita e di sensi. Entrò nel mondo in un ballo, naturalmente. Era, naturalmente, vestita di bianco. Io me la trovai accanto più volte, condotta a me dalla ami; cizia che mi univa ai suoi, per cui ella mi considerava, se non come un padre, come un fratello anziano. E le chiesi: — Ti diverti? — Sì, molto. Ma non mi pareva fatta per quei divertimenti concitati, in cui solo la fantasia si stordisce e i muscoli si esercitano. Inconsciamente per lei ci voleva di più o di meglio. Ed io guardai la folla dei giovani abiti neri, che scodinzolavano intorno al suo bianco, e pensai : — Chi sarà per lei? Poveretta, non ebbe tempo di sceglierlo, che glielo scelsero gli altri. O fu ella scelta da altri, veramente scelta? Chissà! Non anche un anno era passato da quell'entrata nel mondo, che i suoi me ne annunziarono il fidanzamento. Non me ne stupii. Oltre la bellezza ella portava al futuro sposo vantaggi di situazione e di relazioni. Il giovane scelto mi parve degno di lei. Non uno dei tanti ragazzi rumorosi e pigri, o presuntuosi e irrequieti : ma tale che aveva già fatto le sue prove di serietà e di energia, a. trent'anni in una carriera onorevole ; bello, intelligente e anche lui ricco quel tanto che bastava a scartare qualsiasi ipotesi di speculazione. Io pensai : « Sarà felice ». Così tra due vestiti bianchi la vita di quella bella creatura parve cornin ciare e tracciarsi. Appena sposi, il marito dovette raggiungere la sua residenza in un Paese straniero : e per qualche tempo io non la vidi più nè più quasi la pensai. I popoli felici non devono avere storia... Vecchia massima : ma la storia tesse la sua tela quando meno.si vorrebbe e come meno si pensa. È il ^empo corre così velocemente, che appena si è dimenticato, ecco gli eventi vi riportano alla memoria le cose antiche, le persone scomparse... Seppi che Anna tornava. Perchè? Volli immaginare un congedo, una vacanza, un trasloco. Tutto pensai fuor che quello che era : una separazione definitiva. La mia consuetudine coi suoi ge nitori si era un po' rallentata. Nella vita mondana talvolta certe eclissi succedono. Basta un mutamento di rotta o di casa : delle visite che si manchino o una villeggiatura che non coincida... Poi flutti di conoscenze nuove passano sulle vecchie ; e l'ami cìzia non crolla ma si offusca. Così, non la rividi subito. Ma un giorno la trovai a un ricevimento di nozze. Mi vidi davanti a un tratto, nella galleria dei regali la sua figura alta, sempre sdutta ma, ohimè, non più bianca... La madre che l'accompagnava, vedendomi, mi fermò, e quasi senza volerlo mi accennò mutamente quella dolente.imagine. • — Oh ! Corrischi ! Anna, non lo riconosci ? Vidi sulle labbra della giovine donna un sorriso. Affettuoso, ma spaurito. Insieme, come un moto di energia ; quasi un colpo di spalla a se stes sa per reagire contro una emozione, per sormontare in pubblico quel momento di abbandono e di debolezza... — Sì... Come state, caro amico? Mi trasse, con una specie di volontà occulta, fuori della folla. In questa la madre si perdette. Quando fummo soli in un angolo ella si abbandonò di nuovo... — Mi trovate cambiata? ■ — Ma... veramente... — Non credevate di rivedermi così presto, no? La necessità della dissimulazione la riprese. Passava gente: qualcuno guardava. — Parliamo allegramente... Tutti sanno : ma nessuno deve sapere... Eppure... Bisognerà bene che la verità venga fuori... Tanto... , Fece un gesto di infinita stanchezza. Io- le presi la mano, per calmarla. — Ditemi, Anna... — Che volete che vi dica? E' orribile, è orribile ! Non erano passati sei mesi, sei mesi.» — Vi ha tradita? — bisbigliai io con una specie di indulgenza maschile pensando forse di consolarla con qualche massima accomodante Ma... — Tradita? No. Qualcheduno potrebbe pensare che non sono stata io la tradita. Ma l'altra... L'ha tradita: oh così poco, per sei mesi appena : e poi è ritornato... Un nome, un'imagine mi salirono involontariamente quello alle labbra questa al pensiero. Ella chinò di più la testa.. — E' ritornato a lei... Lo ha ripreso... Ripreso, capite?... E io non sape; vo, non sapevo... Subito, appena arrivati ella mi aveva profferto la sua amicizia, il suo aiuto. Era più vecchia di me, era pratica di quel luogo e di quelle abitudini... E poi conosceva da tanto tempo Ferdinando : era il più caro amico di suo marito... E gli voleva bene, diceva... — Oh! — Ma sì... ma sì... Io mi sentivo così sola in quel paese lontano, tra quella gente nuova, che non mi parve vero... Fui imprudente: ma perchè egli non mi avvisò? Qualcheduno dice ch'egli era sincero : che aveva voluto rompere... Ma chi lo sa? Gli uomini ! Oh come il mondo è cattivo ! Come tutti e tutte sono senza cuore ! Ec*¥er.etta, provata l'avevano! Le zion——erano.Si dicgi. strarabdellitàgliananabiio..——quail cNocap10 camFoc'enonspr11 dirr—_ Evinla, saleracem—SaE(queziaricMpenPenoforsuapapiùdisdelfortemmigiocontizmastupra bsi seml'uto buzi Siritstnoputaaualpaprnofaviremcarovinasicadadgivavatitadfesobvddrincsinglscnsrgic■ctfrdac i i n e , a i a e a , . a o i ì a o ti pà a. ti o aa oa ieo a ù ee; rua cgo e il gli vo ra ve hè diooo ! e ! Le avevano ucciso nel cuore ogni illusione, ogni fiducia. Ella non vedeva ormai intorno a sè che l'inganno, la finzione, il tradimento, la colpa... — Ma... ma... — Io vidi che egli, Ferdinando, era un po' imbarazzato, un po' strano... Ma il suo imbarazzo durò poco. Si abituò subito a quella situazione, diciamo così, ne vide subito i vantaggi. Ella quasi si installò in casa nostra, diventò la mia amica inseparabile... Ah come deve aver riso ! Risc della mia ingenuità, della mia credulità! Quando, col pretesto di consigliarmi, di aiutarmi mi chiedeva financo della mia vita di sposa, delle abitudini di Ferdinando... E io... e io... Ah! che disgusto! — Anna, vi prego ! — Un giorno finalmente non so quale indizio mi aperse gli occhi... Fu il caso : una parola, un atto un gesto? Non ricordo neppure. Fatto sta che capii. Ero stata una intrusa, io. Ero 10 che mi ero intromessa tra loro. Ma amata? No: non ero stata amataForse egli aveva sperato... E non c'era riuscito. E nel mio dolore io non ho neanche il conforto di disprezzarlo. Lei, sì... ma lui? Tutto 11 dolore, per tutta l'umiliazione... E irreparabile, mi capite? irreparabile... — Oh! irreparabile... _ Ella scosse la testa come per convincermi di quella certezza. In quella, un fiotto di gente che entrava nel salottino, violò anche l'angolo dove ci eravamo ritratti. Ella si alzò, semplicemente, tornata tranquilla... — Andiamo a cercare mia madre... Sarà ora di andarcene... E fu l'ultima volta che la vidi, in (quel tripudio discreto di radunata nuziale, che doveva così amaramente ricordarle la sua effimera gioia. il ziamavmvigrigvaoudeduPrSadinenedinel'abaDunreUmlenorinraMa_ non l'ultima volta che la pensai, nè l'ultima che ne parlai. Pensai qualche volta che forse ella non aveva amato quell'uomo : che forse aveva sofferto soltanto nella sua dignità, nella.sua fiducia. Le sue parole di quel giorno mi parevano più esprimere uno stupore, un altero disdegno, che un vero laceramento delle fibre del suo cuore... E allora forse ella poteva guarire... Forse, nel tempo, un nuovo amore... Lo sperai : mi confermai in codesta speranza un giorno, qualche mese dopo, che incontrando il p„dre glieni chiesi notizia e mi sentii rispondere : — Anna è a Sanremo... con sua madre... sta bene... Sta bene? Forse mi lesse un po' di stupore negli occhi, perchè aggiùnse precipitosamente : — Divorzia, sai ? Le pratiche sono a buon punto. Prima non voleva. Poi si è decisa... Bisogna dire, continuò sempre scrutandomi, che lui... quell'uomo... sì, il marito insomma, è stato in questa circostanza meno farabutto di quel che credevo... Direi anzi che è stato abbastanza per bene... Si è addossato tutte le colpe, ha aderito a tutte le combinazioni... E' questione di tempo... E se he andò stringendomi la mano, come per rassicurarmi... Dunque era così, pensai io. Ella può dimenticare ; può rifarsi una vita... Tanto meglio! E' quello che le auguravo, povera Anna ! Povera sì, questa volta. Perchè un altro giorno, .e molto tempo non era passato, vidi in un giornale, d'improvviso, il suo nome. Ma non era la notizia di un divorzio : nè ella si rifaceva una vita. Si era spenta quella vita, così giovane, cosi fresca : e i parenti, desolati, annunziavano... La guerra passò su' tutto questo : e molti privati dolori furono dimenticati e agli antichi lutti si sovrapposero i nuovi. A Firenze un giorno in via Tornabuoni, mi vidi sorgere innanzi due vecchi, un signore e una signora, vestiti di nero, canuti, che camminavano un po' trasognati guardando intorno col fare caratteristico di chi si trova in paese ignoto. Eran giorni che gente d'ogni parte capitava lì, quasi fuggendo. Quanti ritrovamenti, o dolci o amari, trepidi tutti. A tutta prima non li riconobbi, tanto erano mutati: ma lo sguardo della vecchia signora si incontrò, si fermò, come un fuoco fatuo che sosta... — Voi? Nessuna parola mi uscì dalle labbra. Anche il marito taceva. Rivedevano forse in quel tardo pomeriggio d'autunno la primavera della sua, della lor vita, uccisa? Egli pel primoi ruppe «1 silenzio, e disse : — Ma ! E' stata una gran cosa Poi, con un'espressione indefinibile in cui entrava molto rancore, qualche rammarico e soprattutto l'impres sione che ci sono nel mondo castighi ineluttabili, e indeprecabili rovine, aggiunse più piano : — E' morto anche lui, lo sapevi? — Zitto ! disse la madre, battendo le palpebre. E' morto bene... E rapidamente, con voce strozzata — Prima di morire ha scritto... Ha scritto a un suo amico, per- noi... Ha chiesto perdono... Dice che voleva be ne ad Anna : ma quella donna era stata più forte... Gli aveva fatto paura, gli aveva fatto perdere la ragione... Ora tutto questo non ha più importanza. Si allontanarono nel crepuscolo come ombre. ■ E, poi chcil caso talvolta fa le cose a dovere, e si picca di completare situazioni e scoperte, in quell'affluire di gente da ogni parte, in quel raccogliersi costà di tutti i profughi, di tutti gli incerti, un giorno trovai anche lei. Quel nome! Fu pronun ciato accanto a me, nel salotto di una vecchia signora dove mi ero recato a far visita. Chiesi, senza parere. Era lei. La guardai, allora. Vidi una donna di mezza età, di aspetto volgare, con un viso rigido, come un po' già fissato dagli anni in una espressione arcigna ; e due occhi fondi, sfuggenti. Parlava con una voce aspra, ma tranquilla. La bocca larga, già appassita, mostrava nel parlare due denti d'oro. COSIMO GIORGIERI-CONTRI. temsenlesopcndcdlalipfubsdbssvdvvnsleedzsfPnczsTg■cdastLNss

Persone citate: Anna Morelli, Cosimo Giorgieri

Luoghi citati: Firenze, Sanremo