Come la Camera egiziana ha ratificato il trattato per Giarabub

Come la Camera egiziana ha ratificato il trattato per Giarabub Come la Camera egiziana ha ratificato il trattato per Giarabub p^SERVIZIO SPECIALE DB «LA STAMPA») Dopo sei anni toAq««&.ffi armato, finalmente la Camera egiziana si; è decisa a ratificare l'accordo italo- egiziano di Giarabub. La Commissione parlamentare degli Esteri, nel M\ecorsi, aveva finito l'esame del Tratta- to firmato noi Hirfimhr« m25 d.all'Ita-to firmato nel dicembre 1925 dall'Italia e dall'Egitto per la rettifica delle frontiere della Cirenaica, ed aveva concluso per l'approvaziono, presentandolo alla Camera. [ Il rapporto della Commissione Nei suo rapporto, la Commissione premette che alcuni suol membri, accompagnati dal leva Ahmed Kamel pascià, Direttore generalo dell'Amministrazione delle frontiere, e dal kaima^ kan Green bey, Governatore del deserto occidentale, si erano recati due mesi or eono al confine occidentale per studiare sul posto la portata dell'accordo. I membri della Commissione furono ricevuti ed accompagnati lungo la linea di frontiera dal colonnello italiano De Agostini. Il rapporto comincia con l'esporr^ le diverse fasi attraverso le quali^-é passato il problema delle frontière occidentali. Il problema, per U "prima volta si presentò dopo la g'aerra italo-turca e ila conseguente r^quista della Libia da parte dell'Italia. Allo scoppio della conflagrazióne mondiale, la questione acquistò' un'importanza di primissimo orriine, poiché essendo l'Italia rimasta neutrale nel primo anno di guerra, l'Inghilterra, che aveva proclamato il suo protettorato sull'Egitto, era preoccupata della vicinanza di una grande Potenza della quale non poteva prevedere l'atteggiamento futuro. Ma dopo l'entrata in guerra dell'Italia a fianco degli Alleati, la questione formò oggetto di conversazioni tra il Governo di Roma e quello di Londra e alla firma dei Trattati di pace si giunse alla conclusione dell'accordo Milner-Scia" loja. Nel 1922, in seguito alla proclamazione dell'indipendenza egiziana, furono intavolati negoziati tra l'Italia c l'Egitto per la "definizione di alcune questioni in sospeso in modo che si arrivò all'accordo definitivo del 2 dicembre 1925, che va sotto il nome di Trattato di Giarabub. Nel suo rapporto, la Commissione rileva che, se ci si dovesse conformare alla Carta ottomana, la regione compresa fra il capo El Kanaisse e il golfo di Sollum (larga 288 Km.) potrebbe essere rivendicai» dall'Italia, in base alla circostanza che essa ha ereditato itutu i diritti/della Turchia sulla Lio18-j La Commissione rileva che la so;aì ilpT.lonfi sollevata contro 1 accordo. obiezione sollevata contro dall'opposizione consiste nell'affermazione che il Governo egiziano ha ceduto all'Italia una parte del territorio dello Stato mediante la rinuncia all'oasi di Giarabub. Ora risulta che l'Egitto non ha mai messo piede su questa oasi durante tutta la Dinastia di Mohamed Ali, né vi ha mai avuto un governatore militare o civile, né un qualsiasi altro rappresentante dell'amministrazione governativa e giudiziaria. Nelle altre oasi invece situate all'ovest della frontiera fissata dal Firmano della Sublime Porta, delle quali la più importante è quella di Slua, il Sultano era rappresentato da una amministrazione civile che curava la riscossione delle imposte. La Commissione infine ha tenuto ad esaminare e a controbattere le obiezioni formulate dall'opposizione parlamentare sotto il duplice punto di vista politico e militare, benché l'oasi non faccia parte del territorio egiziano. La seduta alla Camera La seduta alla Camera per l'esame del trattato è stata lunga e laboriosa, ma alla fine sì è avuto un voto favo- mrevole quasi unanime: 90 favorevoli e quattro contrari. Al banco del Governo erano presenti il Presidente del Consiglio e tutti 1 Ministri. Com-i piute le formalità d'uso, il relatore del ! progetto Wabib Doss bey dà let- ttura del rapporto della Commissione j degli affari esteri e quindi ha inizio,la discussione. Dopo brevi osservazioni di Mu- stata El Sclaurbaghl sull'interpreta- stione dell'art. 46 della Costituzione, scirca la modifica del territorio nazio- ! snaie, prende la parola Abdel Ha- tmidSaid il quale biasima il Governo aper avere ratificato l'accordo durante dla sospensione del Parlamento. Egli. Epassa quindi ad enumerare gli argo- !nmenti che, a suo parere, provano che'n"" stssAbdel Hamid Said alce aie r ac-; ccordo Milrrer-Soialoja rappresenta una gparte dei compensi dovuti all'Italia dal-! nl'Inghilterra in base al Trattato di j aLondra del 1915, e osserva che la Gran Bretagna non aveva diritto dì compensare l'Italia a detrimento dell'Egitto. Parlando dell'Importanza di Giarabub, l'oratore dice che essa è una posizione militare e politica di primo ordine e che può essere considerata la chiave delle frontiere egiziane. Sale quindi alla tribuna Ibrahlm Zakt, il quale sostiene che non esiste alcun dubbio che Giarabub appartenga all'Egitto e cita argomenti in favore della sua tesi. Abdel Azììz Safuani, che gli succede alla tribuna, dopo avere lungamente citati fatti e argomenti che tendono a dimostrare come l'oasi sia sempre stata provincia egiziana, osserva che l'Inghilterra ha tutto l'interesse dì stabilire al confini una Nazione forte che incuta timore all'Egitto affinchè essa ricorra costantemente al suo aiuto. Abdel Aziz Safuani termina esortando 1 suoi colleglli a respingere il progetto. Agli oppositori risponde il relatore del progetto Wablb Doss pascià, il quale osserva che non si ha alcuna prova per dimostrare che l'oasi di Giarabub appartenga all'Egitto. Egli dice che la carta che accompagnava il Firmano di investitura dì Mohamed AH poneva l'oasi al di fuori dei confini egiziani. Dopo aver fatto brevemente la storta della delimitazione delle frontiere Giarabub è egiziana e critica la carta unita al Firmano sultaniale, che giù dica inesatta. Proseguendo le sue argomentazioni, | Lbdel Hamtd Said dice che l'ac-; ardlttèiazllsGdgqsitae della occupazione di Sollum da parte\ndelle truppe egiziane, l'oratore confuta ! gli argomenti dell'opposizione circa'l'importanza militare dell'oasi di Già-1 rabub e osserva che il solo punto stra- teglcp della regione è il colle William. | Wabib Doss parla quindi della fir- ma dell' accordo e del silenzio osser- vato in proposito dalle precedenti Ca mere e conclude dicendo che se il Trattato venisse respinto sarebbe necessario concludere un nuovo accordo per le frontiere fra l'Egitto e la Libia. a Ze^%JgT&*£ Cs^ni^ Per tuttequaste conSLioru e per e je raEiom esoostP «rir ,ifnl M\tì«S&^ìiSL,^^I^. - mera ad approvare accordo -l Wfroyare i accordo. Il^discorso del Primo Ministro Fra l'attenzione generale prende quindi la parola S. E. Sidkl pascià il quale, dopo avere premesso che egli ne*la sua qualità di presidente della commissione che nel 1925 negoziò con 'Italia la delimitazione delle frontiere occidentali, non può negare l'appartenenza di Giarabub all'Egitto, avendola già rivendicata durante le trattative, dice che i delegati italiani, che hanno proceduto ad un profondo esame della questione, hanno potuto confutare quasi tutti gli argomenti addotti dalla Commissione egiziana. Il Pririvf) Ministro prosegue affermando cjie 1 negoziatori italiani hanno dini^rstrato che i libri scolastici pubblicati a cura del Ministero della Pubblica Istruzione non comprendono l'oasi di Giarabub in territorio egiziano, ciò che 6 innegabile. L'oratore dice quindi che in risposta alla nota egiziana circa i rapporti cho esistevano fra l'Egitto e Giarabub sotto Abbas I, Valy d'Egitto, gli Italiani hanno sostenuto che la storia smentisce tale versione, poiché lo Sceicco Osleh, padre dello Sceicco resosi celebre durante la rivoluzione degli Arabi, ebbe a dichiarare che Sayed El Senussl era un ciarlatano e che bisognava allontanarlo dall'Egitto. Quando fu invitato a lasciare il Paese egli scelse come sua residenza l'oasi di Giarabub. Come si spiega — osservarono gli Italiani — che un esiliato dall'Egitto elegga domicilio a Giarabub, se l'oasi è considerata territorio egiziano? Più tardi il Sultano per ricompensare El Senussi che si era sottomesso alla sua autorità emise un Firmano che esentava gli abitanti di Giarabub dal pagamento delle tasse. Il Sultano non avrebbe potuto prendere tale provvedimento se Giarabub fosse stata considerata territorio egiziano. « Gli Italiani — prosegue il Primo Ministro — hanno citato tali fatti aggiungendovi altri argomenti di ordine geografico tendenti a sostenere la loro e tesi >. ad Conclude esortando la Camera approvare l'accordo italo-egiziano. Cessati gli applausi che accolgono la fine del ,jiSC0I.go jel Primo Ministro, ivlene data lettura del progetto di legge j comportante la ratifica dell'accordo che ì messo ai votii per appeuo nominale, . yjgjjg approvato con una maggioranza di 90 voti contro 4 ed una astensione. Un equivoco che scompare La ratifica avvenuta — ed era ormai tempo — segna la fine di un equivoco che dal 1925 sino ad oggi aveva lungamente ed inutilmente pesato in certa misura sui rapporti, tradizionalmente ottimi, tra Italia ed Egitto. Come mai, vien fatto di chiedere, un accordo concluso nel '25 é stato ratificato soltanto oggi, cioè sei anni dopo? Esistevano forse, da parte dell'Egitto, ragioni gravi d'indole nazionali, tali da indurre 1 Governi a rimandarne dì anno in anno la ratifica? La realtà, per chi conosce l'accordo, è invece ben diversa. La stessa Commissione parlamentare, nominata appositamente per studiare sul posto il problema delle frontiere libico-egiziane, è stata molto esplicita in proposito. Del resto nessuno in Egitto aveva formulate serie riserve sulle clausole territoriali dell'accordo. Le ragioni erano sentimentali, riserve di natura puramente psicologica. L'ostacolo era infatti rappresentato da Giarabub (su cui l'Egitto non avrebbe mal potuto vantare territorialmente al cun diritto); da Giarabub unicamente perchè la Sonussia dichiarava che era ]a cuna e la sede della Confraternita i e ove, per di più, venerava le tombe di ! alcuni suoi Banti. Alcuni gruppi poli tìci egiziani avevano fatta propria la causa della Senussia: ecco perchè i Governi passati evitavano di portare in Parlamento un accordo ufficialmente concluso col nostro Paese, i_,a causa della Senussia era da que sti medesimi gruppi nazionalistici spo sata ciecamente senza il minimo con trollo critico: tanto è vero che nessuno ai Curò di appurare se le ragioni ad dotte dai Senu3si fossero vere o false, E' noto, infatti, che le origini della Senuasla, vanno assegnate all'Algeria, e non a Giarabub, in Cirenaica, dove la sua permanenza, nonostante il proselitismo fattovi a suo tempo, ed ora cessato, va considerata transitoria ed episodica. Inoltre le operazioni militari che in Cirenaica hanno condotto recengemente allo stroncamento della ribel none senusslta, hanno distrutto ogni argomento sentimentale anche nei più accesi fautori egiziani dei millantati diritti della Senussia. Non si potrebbe affermare, d'altronde, che l'Italia annettesse una specialissima importanza, dal punto di vista territoriale, a questa ratifica. Ormai il territorio, In cui è incluso Giarabub, è infatti saldamente e definitivamente in nostro possesso. Esìstono tuttavia alcune norme nei rapporti tra le nazioni, alle quali non si può derogare per lungo tempo senza impedire che malintesi od equivoci sorgano. Dì questo si è reso perfettamente conto l'attuale Governo Ismall Sidkl pascià e bisogna dare atto al Presidente del Consiglio egiziano di tale piena comprensione, la quale comporta un senso preciso di responsabilità e di dignità nei rapporti internazionali. Un'altra tappa è segnata sulla via dei tradizionali rapporti di amicizia tra l'Italia e l'Egitto. A. L. i B NhdMmvlidgccmcdctlzsspsnzsptM