Quartieri in demolizione

Quartieri in demolizioneAsili GÌn& ©1 rinnova Quartieri in demolizione ASTI, giugno. |tNoi quattro precedenti articoli su\v- - - f1'-^"- !„ fenomeno di una città che, già potentis- a sima nel Medio Evo, aotto la spinta del- l'provincia, compiendo, cioè, l'analisi dei!lule sue rinate forze economiche (la loca- c iQ r>.«. ,ii r>: ,„—„»„ nontn "i salgano a tre- „ cento ottanta), in meno di dieci anni si f rimette in marcia, per usare la frase■ sionomia irriconoscibile. Senonchè n(!lilèhiaVe di fronte allànuòVa^nelchiMO scuro, diffonde un penoso senso di ana cronismo. Bisogna lacerare questo velo, e vedere se 6 possibile impostare il problema del rinnovamento cittadino nella sua estensione totalitaria, penetrando nei logori quartieri con il proposito di lasciare anche lì, il passo libero alle squadre operaie armate di piccone per l'opera demolitrice. La città vecchia Quelli che infatti abbiamo intravisto nella visita ai restauri dei superbi mo munenti dell'epoca del Comune come |colpiti da decrepitezza, erano semplici angoli di vie o di piazze; vi sono invece nella città vecchia, interi rioni il cui sventramento non costituisce solo una necessità di messa In valore equiparata ai quartieri nuovi, ma è imposto da evidenti motivi di Igiene. L'affermazione ^f1 chiaro storiografo comm Nicola Ga- 1 bianl che un terzo almeno delle odierne case di Asti nasconde sotto l'Intonaco il carattere medloevale, non è per nulla contraddetta dalla constatazione che sulla nervatura delle antiche vie — contrade le chiamavano con sottile e inconscia nostalgia i nostri nonni —, di fianco ai massicci palazzi e allo turrite case-forti, si sono venute ammassando durante i secoli costruzioni di tutte le foggio per il popolo minuto, le quali con il lungo uso hanno assunto forma e aspetto sempre più dimessi, quando non sono divenute vere e proprie spelonche. Tali costruzioni, d'altro canto, si sono allineate secondo esigenze in diretta relazione con le necessità della difesa in caso di incursioni e di assedii. Ciò vai quanto precisare che le vie sono riuscite strette, tortuose, scarseggianti di !^ìa~e"dìTuce rtpdzcmpnrbssdnppBls 1^ Varterla principale che attraversa da iUn capo all'altro la città e che assolve psdvdlè temperata soltanto dalle innovazioni.introdotte qua e là nel settore del corso Alfieri, cosi per l'edilizia come per le strade. Eppure anche questo stesso cor- cndcLa vecchia Asti reca da cima a fondo una siffatta angustia costruttiva, che i altresì il compito dello smistamento nei riguardi delle vie secondarie e dei nuovi corsi, pur offrendo nelle sue frequenti svolte,'nel suo procedere senza una nor-; m.à 'urbanistica ben determinata, lati ?|pittoreSchi e di vivo colore, ha però una eiBede troppo limitata rispetto al traffico \crescente; ed è presumibile, data la ten.denza sempre più accentuata del turi smo automobilistico a percorrere 1 cen- tTÌ de&u abitati' che 1133211 P000 vantaS . —«-herannn alla snellezza del su< n'demolire a gruppi di vie le case nelle ta {quali la povera gente trascorre la i vita In una esclusione quasi completa dagli elementari benefici della civiltà; e n e gio arrecheranno alla snellezza del suo movimento il Corso alla Stazione con il protendùnento del Corso alla Vittoria e il Corso Regina Margherita con il sussidio di un tratto del Corso Dante, d; via Carlo Emanuele I, di via Arò e di corso Milano, in funzione di anello di circonvallazione. Nè alcuno si dorrà che sia cosi, giacché il passaggio ai -'centro tornerà sempre utile al com- Impelo. Tuttavia il fatto dell'ingorgo, sDecialmente a mezzogiorno e nelle a\^s^nJli restai e nonbe difficile pre- o i i a vedere il giorno iti cui occorrerà mettervi riparo. Un'idea dell'on. Baronzo Sventrare, dovrebbe dunque essere anche per Asti la parola del momento; i (Samare7Cquartieri"d7~più^ -\bisogno, metterli sul medesimo piano-^blsogno, metterli sul medesimo piano-\ài comodità e di ariosa bellezza di -1 <3uelli sor" *,re°en,te su' dfhvl° dellao collina, al di la delle antiche mura: e e;tutt0 questo senza spostare l'asse cit- tadino, al contrario seguendo i vecchi tracclati, continuando la liberazione degli antichi monumenti, ridonando loro luce e splendore. Perchè, ad esem- ipio se la tradizione non falla, il Pa- - fazzo del Podestà, nella via che fu già [dei Pellicciai ed è ora dedicata al- il'Abate Incisa della Rocchetta, l'acuto j diarista astigiano della fine del Sette- cento e del principio dell'Ottocento di cui avrò occasione di occuparmi; il 'glorioso palazzo in cui furono accoltitanti potenti della terra, nel quale, 'dal supremo Magistrato repubblicano,.'assistito dai magnati e dai rappresen-i tanti dei popolo, furono adottate nelle o e li °re del pericolo decisioni degne di-:R°nia; ripristinato fin dove la sui. -superstite struttura medioevale lo con»e sente, non dovrebbe essere restituitol al suo originario aecoro' -. Qul torna ad ir calzare il problem.-l - U proposito di imporre, nelle attuali o condizioni, ai proprietari degli stabili - obblighi eccedenti le loro possibilità • - quelli dell'economia cittadina, sarebbe-necessarl0 u diretto intervento del £ Municipio con l'impegno di una som- - ma * taJe entlta '5a richiedcre 11 ri-- corso a un prestito magari su ernie- - sione di obbligazioni; ma nonostante e la solidità del bilancio del Comune.e oggi una soluzione di questa natura è o af'scartare. Il Municipio si è pertanto - attenut0 ad un programma di minoree a"t"r„ Tonpridr, ft™ il rluntopn- portata. Tenendo fermo il punto ca-i pitale che anche 1 rinnovamento delle vecchie zone d?lla città deve essere a Immuto, il Podestà ha fatto sapere a compiuto. 11 Podestà ha fatto sapere - che avrebbe facilitato con ogni mezzo - possibile tutte le iniziative private che, .,jaccedendo al criterio di procedere per | gradi, si trattasse dell'abbattimento e Ideila ricostruzione di singole case o ideila ricosiru-iiuue iu ambine kusb o M£j? « «SLfftSJS!^ incontro alle disposizioni emanate aiO ritardo. , a i L'atteggiamento dell'on. Buronzo in tardò a conseguire il miglior ef- ^'S** *«^jSE»2Ùbffi - zione au esame oeu Amministrazioni i.di "no schema ci! prosetto che propu via gnaudo l'apertura di una nuova ra corso Alfieri in corrispondenza di mvia Cavour e via Cesare Battisti, ri-(c„._,.i___^_ ,_ .. . .' . -qangoli si avvicinerebbe alla Torre del- 'Orologio. Eccellente l'idea, che avrà ungo 11 nuovo palazzo, uno dei cui Scerto il consenso dalla popolazione ove " progettista riccia ad attuarla sen¬ mfrdeRc„iudizio su] uroo-err0 del Dredetto Da-lcf che 'n il "n aule taaroeco «5-1 s ?„,z,?' ™. con 11 " atue Barocco ai-le Ju centralt Ia . , , * j -stabile rrErattori di una elegante casa di abitazione. Si sarebbe cosi ancora in tempo per condurre il palazzo fino al corpo della torre e determinarne l'incorporazione limitatamente al secondo piano, con l'arretramento ad almeno cinque metri dei piani successivi, in base alla proposta della Sovrintedenza ai monumenti, accettata aneli» dall'on. Bu> ronzo. Ma un'opera c!i proporzioni edilizie ben più vaste, è stata progettata, in seguito alla divulgazione dei propositi del Podestà in tema di demolizioni, da un notissimo e gemale artista torinese per conto di un gruppo di intraprendltori. L'opera, che da tempo appassiona la cittadinanza, si riferisce al Borgo San Rocco. Abitato in prevalenza da ortolani, questo borgo, per la sua posizione di aderenza alla vecchia1 per cui, il progetto risanatore, presentato nel febbraio di quest'anno, dopo i relativi studi ed accertamenti, veniva accettato in linea di massima dal Podestà, tanto che appena esaurite le formalità presso l'Autorità superiore si porrà senz'altro mano ai lavori. // Borgo San Rocco Sarà questo il vero inizio del grandioso piano di risanamento che, l'iniziativa privata «lutando, potrà svolgersi in un giro di anni relativamente non lungo. Il progettista non si è allontanato dal criterio di allargare e rettificare vie e piazze col rispetto della planimetria cittadina. B progetto, che segna la sistemazione su una superficie di trentaseimila metri quadrati, si ricollega con il plano regolatore mumcipaie ^ ta esecuzione per u corso industria e prevede l'apertura dj tre nuove vie, con la sistemazione - città tra passa p la fprrnuia rnatituiano I J^i, costituisce. effettivamente una delle più urgenti necessità di rinnovazione. Le sue con-l dizioni sono -.attristanti per chiunque ' capiti a passare per le sue vie; motivo I di altre sette,, la cui linea di fabbricazione sarà rettificata. L'importo totale della spesa, tra espropri, demolizioni e ricostruzioni, si aggira su una cifra che non è stato ancora possibile fissare con esattezza; per 11 primo lotto di lavori, che- rappresenta circa jin terzo dell'opera complessiva, 11 costo è stato preventivato in circa cinque milioni. Una parte delle costruzioni consisteranno in casette con giardino, un'altra parte in palazzi (quattro), coij negozi. I lavori saranno compiuti in due anni. Poiché le caratteristiche razionali delle nuove costruzioni, studiate in modo da unire l'economìa alla comodità, consentiranno di utilizzare meglio le aree lasciate libere dalle case soggette a demolizione, il progettista ha compreso nella zona anche la costruzione delle case dei ferrovieri'. Il congegno finanziario poggia su mutui concessi dalla Cassa di Risparmio ai prenotatoli degli appartamenti iì condizioni di favore: ciofi il sessanta per cento dell'ammontare del capitalo rimborso rateale <n venti anni ad un tasso oltremodo conveniente. L'operazione è stata trattata in modo parti- colare dal nuovo direttore della Cassadi Risparmio, cav. Dario Baldini, che con largo spirito di comprensione ha voluto facilitare la realizzazione del Pr0&ett0 Per Ia sua intrinseca bontà, i "c°"°4,0)1"tra Purf, dall'on. Buronzo, ma ^al^Lfu^W^fp^ T ^oa alla soluzione del problema della | ^j. Si calcola infatti che per tutta la ! Millo n '11 I tHme °Pcrffl 01 lavoro ,. durata delle demolizioni e ricostruzioni troveranno lavoro circa mille operai delle diverse categorie tributarie del l'edilizia: sarà quindi tutta la mano d'opera astigiana disoccupata che ver rà assorbita da un'opera di squisita ci viltà, uno dei cui benefici, subito visto dall'on. Buronzo, sarà che la quota da pagarsi dai prenotatori degli alloggi. anche comprendendo l'ammortamento! non supererà 11 limite dell'affitto chs dovrebbe essere corrisposto per ognu ino degli alloggi stessi. Il contributo del ;Comune, si aggirerà sulle 425 mila jlire, rappresentate dalla differenza tra ;» valore di esproprio del primo set- : tore ed il valore dei terreni da fabbri- \ carsi su una-superficie di circa ottc- 'mila metri quadrati, ivi compresala ! proprietà che ,! Comune verrà ad ac,quIstare come sede stradale con l'ai- .largamento delle vie. Dello stesso autore del progetto di : risanamento di San Rocco, è un altro Bianco, il cui edificio, improntato ai |concetti della nuova corrente architet- ,tonica, temperati dalla natura dell'I- .stituto, sorgerà nolla zona del vecchio ; Castello. Cosi con 1] volonteroso contributo |de?U Privati Pressati, altra- verso 1 intervento di gruppi di finan- jziatori e di ìntraDranditori, secondo laIpratica decisione del Podestà, anche la vecchia Asti è avviata a rinnovarsi. E pttt di chiunque altro i lavoratori ne,sentiranno oggi tutta la profonda e 'umana utilità proionoa e ,umana utl"ta- FRANCESCO ODDONE.

Persone citate: Asili Gìn, Bianco, Cavour, Dario Baldini, Francesco Oddone, Incisa, Millo

Luoghi citati: Asti