Luce nel mistero Lindbergh

Luce nel mistero Lindbergh Luce nel mistero Lindbergh Le decisive confessioni della cameriera di casa Morrow - La tragica scena nella villa di Englewood dinanzi al col. Lindbergh e ai poliziotti - Il famigerato Ernie rintracciato e messo a confronto col dott. Condon New York, 11 notte. stLa mancia degli ex-combattenti sj^Hd , o o o l i a a a a o d o e ai i o n a di a c imi lmn hi re ne o di n are oire le a, sola be aoa to, a a-|/<j queste dichiarazioni: al-1 « Il suicidio della Sharpe tende a confermare il sosge-tto -delle Autorità inve¬ Washington e lo spettacolo di miseria c di patimenti offerto dai primi contingenti accampati dinanzi alla scalinata del Palazzo, del Congresso avevano fatto interamente dimenticare al pubblico la tragedia Lindbergh e l'inverosimile industriale Gurtiss che un giorno si dichiara colpevole e il giorno dopo si rimangia ogni confessione. Se il pubblico non pensava più alla tragedia, continuava a meditarvi sopra quel famoso colonnello Schwartzkopf, della polizia di New Jersey, il quale è stato attaccato spesso villanamente dai giornali e dai gangsters. Egli ha ingoiato gli insulti e ha continuato, con la pazienza di una formica, ad ammucchiare fatti e indizi con la segreta speranza di ottenere un giorno la piena conferma della sua teoria sul delitto. La tesi della Polizia Schwartzkopf, fin da quando il piccolo Carlo Augusto scomparve da Hopewell, si mise in mente che il rapimento fosse stato compiuto da qualche gangster in piena collaborazione con una persona al servizio di, Lindbergih. Da questa idea non si è mai mosso, ai punto che quando Condon, Curtiss e gli altri compagni dichiararono di aver scoperto in alto mare i delinquenti, egli consigliò e scongiurò Lindbergh a diffidare di queste informazioni e dei loro propalatori, e perfino a non consegnare un solo centesimo a cotesti negoziatori. I consigli del Capo della Polizia non furono ascoltati, e gli eventi hanno dimostrato quanto egli avesse avuto ragione. Giorni sono la buona sorte aiutava il colonnello. Il famoso gangsters Fleischer, ricercato da quattro mesi in qua dalla Polizia, si arrendeva spontaneamente, nell'incapacità — a quanto sembra — di sfuggire più oltre alle ricerche poliziesche. Sulle dichiarazioni fatte dal Fleischer nulla è trapelato in pubblico; senotichè il giorno dopo, in seguito a un telegramma ricevuto dalla Polizia di Detroit, il colonnello Schwartzkopf convocava al suo ufficio — com'è noto — la signorina Violetta Sharpe, cameriera della signora Morrow suocera di Lindbergh, e la sotto poneva a un serrato interrogatorio. Un medico poneva termine al supplizio dell'interrogatorio di terzo grado e riconduceva alla villa Morrow a Englewood, nel New Jersey, la ragazza in uno stato inquietante di esaurimento nervoso. Sembrava un cencio e, piangente, in una crisi di disperazione gridava: « Mai più uscirò da questa casa; sono dei' selvaggi, non mi lascierò più torturare!» Ieri però, verso le nove del mattino, un'automobile si fermava dinanzi alla villa e ne scendevano due ispettori di polizia. Erano venuti per condurre la cameriera all'ufficio di Schwartzkop il quale desiderava nuove informazioni su alcune cose dette ieri dalla ragazza. Lindbergh, presente alla scena, chiamò la Sharpe e l'avvertì che era attesa dalla polizia. Il resto è noto. La ragazza salì in camera e ne scese pochi minuti dopo dopo, ma soltanto per cadere a terra, fulminata, dinanzi a Lindbergh e agli inviati di Schwartzkopf. Aveva trangugiato il contenuto di una bottiglietta di cianuro di potassio rinvenuta poi sotto il suo letto. Una gita nella notte Si può immaginare l'impressione destata da questo nuovo dramma non solo in casa Lindbergh ma attraverso l'America. Oggi il col. Schwartzopf fa delle rivelazioni sensazionali. Egli ditte che la Sharpe confidò tempo fa che, nel pomeriggio del giorno in cui venne rapito il piccolo Carlo Augusto, era partita — insieme con la sorella residente attualmente in Inghilterra — in compagnia di due giovanotti che in automobile erano venuti alla villa Morrow per invitare le ragazze a un'allegra scampagnata. Esse tornarono atta villa poco dopo la mezzanotte. In un primo interrogatorio la Sharpe affermò non avere la minima idea dell'identità dei due giovani e li descrisse come degli sconosciuti. Ieri però la ragazza finì col dire che uno dei giovani si chiama Ernie; più di questo però non volle dire. Le fu messa dinanzi una collezione di fotografie e dì fronte a una di esse la ragazza trasalì come colta da sbigottimento. Era caduta nel tranello. Dovette confessare che Ut fotografia era quella del misterioso Ernie, ossia di un certo Ernesto Bnnkert conosciuto dalla Polizia perchè varie volte arrestato per furto e tentato assassinio. V'era quanto bastava per impressionare un poliziotto anche meno ingenuo del colomiello Schwartzkopf. Egli oggi nehafuchseunl'idiPtoscsclaincavegisudedazaIel'Acinpcotimvminckracv1 Illaseilmesptatefsgs2loclanindttoinzitapdcCicltmlzblsdbmrasftffr stigatrici nella tragedia della villa di Hopewell circa la colpevole connessio- ne dela ragazza col delitto. La Polizia ha avuto sospetti fin da quando essa fu interrogata la prima volta; fece dichiarazioni contraddittorie, negò di essere uscita, poi confessò di aver fatto una gita notturna, rifiutò di confessare l'identità dei suoi compagni e perfino di dire dove si era recata. Sennonché la Polizia scopriva poco tempo fa che, al tocco del pomeriggio del primo marzo scorso, ossia qualche ora prima della scomparsa del piccolo Carlo Augusto, la Sharpe telefonò a un uomo, forse per informarlo di ciò che aveva appreso in casa Morrow, ossia che i Lindbergh avevano deciso di prolungare di qualche giorno la loro permanenza a Hopewell». Ieri infine la Sharpe identificava il suo compagno di gita nella fotografia del Brinkert. Ma subito dopo era colta da una crisi di lacrime di tale violenza che si dovette chiamare un medico. Ieri notte tutti i posti di polizia dell'America ricevevano ordine di rintracciare il Brinkert e arrestarlo. Il colonnello Schwartzkopf si proponeva di porre oggi a confronto il giovinastro con la ragazza. Il suicidio di quest'ultima ha evitato quell'incontro drammatico che, secondo il colonnello, doveva condurre alla soluzione finale del mistero. Due arresti zen a tarda notte sono stati tratti in arresto il Brinkert e un certo Bums che fu fidanzato della Sharpe. Il Brinkert è stato interrogato durante un'ora e poi messo a confronto col aott. condon il quale — come si ricorda — versò ai presunti rapitori del bambino 1 cinquantamila dollari dì Lindbergh. Il Condon ha riconosciuto nel Brinkert la persona alla quale versò la tagliasenonchè oggi, all'una dil pomeriggio, il Condon ha ancora una volta lungamente contemplato l'arresiato, lo ha esaminato da presso e da lontano e poi ha finito col dichiarare die dubitava dell'identificazione e che non poteva affatto giurare che il Brinkert fosse il bandito col quale negoziò presso Norfolk. Il Brinkert — nuovamente interrogata — ha fornito un alibi alla Polizia sul come ha pensato la notte dall'i al 2 marzo, data del rapimento del piccolo Lindbergh. Egli afferma che, in compagnia di sua moglie, ha passato la notte presso un negro a Bridge Port, nel Connecticut. La signora Brinker, interrogata a sua volta, ha fatto una deposizione in diversi punti contrastante con quella del marito. L'interrogatorio della signora è durato per oltre otto ore. Tuttavia essa venne lasciata in libertà perchè. secoMo la dichiarazione del commissario, non entrerebbe in nulla nell'affare. Quanto al Bums, il secondo arrestato, egli sarebbe stato prosciolto dalla accusa di complicità nel rapimento, dopo due ore di interrogatorio. In seguito a richiesta della Polizia di New Jersey, Scotland Yard ha incaricato ufficialmente la Polizia della Contea di Berks di procedere a talune investigazioni locali collegantisi al suicidio della cameriera. Una delle sorelle della defunta, Emilia Sliarpe ,che si trovava anch'essa in servizio, alcmii mesi or sono, a New York, interrogala dalla Polizia, ha fatto le dichiarazioni seguenti: « Ignoro ogni cosa del ratto del bimbo dei Lindbergh e sono convinta che la mia povera sorella Violet non ne sapesse più di me. Fatto certo è che dal giorno della scomparsa del bambino dei Lindbergh essa * stata tormentata di continuo dalla Polizia americana. 'Smile persecuzione è giunta al punto che, in ultimo, mia sorella non sapeva più ciò che dicesse e ciò chi facce ». A. R. CFPPSvLNd'ricoR85vaEvalelidotostsiB10trne11TF48Coe M69iSechItni22MEItAd31MEDcGAFSVIBOnte69cZ7liYE——P—_FN——ODP—————B——CC—rTpMECf31SS