Il paradiso dei ruminanti

Il paradiso dei ruminanti Il paradiso dei ruminanti Dal nostro inviato speciale BUSSEM, giugno. L'Olanda è davvero il paradiso nel bestiame, basta percorrere nella buona stagione le campagne e i polder, quattro, cinque, sei metri sotto il livello del mare, trasformati in praterie, per convincersene interamenteD'inverno il bestiame se ne sta rinchiuso, protetto e ben guardato nel caldo delle stalle; ma come viene la primavera e le notti fredde e piovose non- sono più da temere esce in libertà, e si spande lietamente per il verde dei pascoli. Il capo rivestito da un cappuccio di grossa tela le vacche affrontano l'ultime brinate, le brume spesse che a volte s'attardano fino all'aprile: dacché vanno_ a pastura il latte ridiventa migliore,^ acquista di bel nuovo le sue qualità generose e succulente. Le praterie sono quasi tutte di loro dominio esclusivo, e in un paese nel quale il latte, il burro, il formaggio rappresentano la grande industria nazionale si comprende pure una così compiacente tolleranza. In cifratonda si può dire che i pascoli co-■^tituiscono da soli: un-buon terzo del-la superficie totale dell'Olanda, e' inc.ert.p. nrrìrn.'nsiip. r.tvmt>. ripTl'Ciìtintiti, .«tor-certe Provincie, come nell'Olanda set tentrionale e meridionale, più della metà, quando addirittura non ne siano i due buoni terzi, come in FrisiaLe 'proporzioni si sono alquanto modificate nel dopoguerra, allorchè per soddisfare all'alimentazione piuttosto compromessa del popolo neerlandese s'è dovuto lavorarle in partee ridurle a cultura: terreni bassi dh^,,w.„ 4.™..; „,..;. ,,,„,,,„torbiere, terreni d'alluvione marina o fluviale sono passati a un più diretto sfruttamento degli uomini. 11 toro di Potter Il famoso Toro di PotternelMu seo dell'Aja, nel Mauritshuis, han ragione gtt olandesi di esserne fieridi tenerselo caro come un personaggio dei più cospicui e dei più familiari. Non c'è turista che non lo ri cordi, che non abbia presente la sua figura tozza e impeccabile, quel suo cranio duro, di roccia, e lo sguardo ingenuo, terribile: ai suoi piedi vacche e montoni sdraiati per terra, e un guardiano, appoggiato ad un albero: sopra, nel fondo, da ogni parte, un immenso cielo olandese. Veramente egli è il capostipite di questa razza magnìfica è di gran lignaggio la cui genealogia sta registrata nei libri ufficiali: giacchè in Olanda, paese votato per eccellenza all'allevamento del bestiame, pure i bovini godono il privilegio di un loro stato civile. Con metodo, specie da uh mezzo secolo in qua, vengono iscrìtti anche loro in registri appositi, da associazioni, incoraggiate e sostenute dallo Stato, le quali hanno in proprio di seguirne la riproduzione, di selezionarli, di svilupparli in numero e qualità. Essi sono per lo più di tre specie, ben distinte e riconoscibili: una di Frisia, una della Groninga, una del Brabante settentrionale: le due ultime così da latte come da macello. Da codeste circoscrizioni originarie di allevamento le tre specie bovine si sono sparse variamente per il paese, riprodotte in puro sangue e per incrocio: lo Stato interviene con regolamenti genera-li, con fondi importanti devoluti al-le amministrazioni provinciali che hanno obbligo di ripartirli alle associazioni a cui s'è accennato, conforme il bisogno, e grazie alle quali si ottengono esemplari scientificamente perfetti, e di una bellezza opulenta ed amena. Con ogni rispetto parlando le vacche sono una delle fortune dell'Olanda; in una rassegna delle principali risorse del paese va loro dato debitamente un posto d'onore. Gli alle-valori ne sanno qualcosa ed è giusto che ripongano tanto studio nel curarne altresì la forma e il colorel'estetica, non pure la sanità della razza. Bianco e nero In Frisia il più bel pelame è quello che si disegna a macchie nere sul petto, sul dorso e sulle reni, che è bianco lungo il ventre e dai garretti su insino ai fianchi: le narici devono essere del color dell'ardesia, le corna bianche di cera devono finire in nero alla punta: e nera la testa, decorata regolarmente da una stellina bianca in mezzo alla fronte. Nella Groninga- il nero non domina in maniera così assolu-ta e le opposte tinte si armonizzano con più di grazia e con equilibrio gradevole. Il ventre e il petto sono bianchi, la testa è altresì bianca, esolo al più gli occhi sono qualchevolta torno torno circondati da un leggiero cerchio di nero: le gambe nére, fino alle caviglie, la coda nera, a ciuffi bianchi nell'estremità, di buon effetto decorativo: le narici d'un color bluastro, assai tenero. Ve n'ha pure nelle regioni dell'Yssél, della Mosa e del Reno, nel Brabante settentrionale, di un vel, fulvo a macchie più vive e d'un in-sieme più chiaro comunemente det-to tigrato; ma non staremo a enu-rimare tutti i vezzi con cui l'arte o a o . l a n r a e e l o a a - j p0si«, verniciati in rosso per l'e-,sportazione. Non mancano nemmen\no i formaqah,inalesi, di Cheddar -l „ j: m i..-—- j— ±i ± -, esperta degli allevatori ha saputo aggiunger pregiò''a questa loro ricchezza e renderla adorna: chi s'è trovato un veHerdfc mattina ad Alkmaar, al jnercafo' dei formaggi, ricorda l'imponente. ' solennità con cui i valletti delle nGilde, vestiti ancora del vecchio costume e con sul cappello un nastro i svolazzante dello stesso colore, -trasportano a due a due, al peso pubblico, i preziosi prodotti delle lord fatiche: e arguisce anche di qui, %af questa stessa solennità, l'impofitpnza somma e sto per dire storica'e tradizionale che comunemente '.ad essi vien dato. Formaggi di Edam, di Utrecht, di Texel, del Lvmburgo, formaggi di fabbriche specializzate e di contadini che li lawprano a mano nelle fattorie, formaggi che rappresentano il risultato ultimo e più raffinato della Scuola di Stato per l'industria dei latticmi, della Fattoria sperimentale di'aoorn, e della Sezione di contrpUOedi Leida, vengono ammucchiati ea Squilibrati in piramidi colossali, passati dentro i de a . r e e di Cheshirei, \destinati naturai mente all'Inghilterra, e quasi al trettanto buoni di quelli del paese d'origine. ■ ' La fattoria di.Bussem è delle così dette fattorie-modello che godono tanta reputazione dentro e fuori l'Olanda: vale perciò la pena di venirci, dì farsene un'idea, di metterla hìn conto delle curiosità e delle bel- „ lezee-olandesi. Non è da credere che a Bussem ci si venga unicamente attirati dalla celebrità delle stalle e del puro latte ffiè vi si produce: la comodità del sito, a men c%e un'ora da Amsterdam, tutto a grandi pinete e faggi secolari, è per sè sola una ragion: sufficiente e un richiamo naturale per chiunque della villeggiatura abbia ancora un concetto all'antica, per chi non vi si rechi a solo scopo di diporto mondano. La fattoria, Ond Bussem, Vecchia BusVsem come oggi si chiama, sta se mai a garantire ai nuovi venuti la felicità della scelta r'ai nuovi venuti che sono mólti, moltissimi, ove si consideri che la piccola borgata circostante, di poche anime che era fino a dopo la-guerra, s'è fatta nel giro di qualche anno, quasi in un bàtter d'occhio, una città-giardino dì oltre cinquantamila abitanti: fenomeno quasi senza riscontro da noi, in Europa, e appena nel Nord-America, a quanto dicono, abbastanza comune. a u n i, ia o o e a o i , i o e i i e o -1 Le stalle, di Bussem L'impressione che produce il casamento centrale della fattoria allo sbocco di un viale è delle più favorevoli: in forma di ferro di cavallo, con un pinnacoletto a orologio su in cima alla parte di mezzo dov'è il portone d'entra^, tutto a mattoni e pietra da taglio, battenti rossi e bianchi, lustri e minùscoli, e d'una proprietà ed eleganza quale non ci si aspetta dì solito, sembra fatto per gioco da un amatore che abbia non so che debole pei latticini. Entra>ìdo a destra, subito ci si ritrova a una delle estremità di una stalla: ima sala, un'autentica grande sala lumi- -',nosa e bene aerata, senza nemmeno e a i -, l : a e , i e o o -. o o e quel che di rustico, di volutamente, stilisticamente rustico e paesano serba l'edificio nell'aspetto esteriore. Il pittoresco se n'è andato, l'igiene e le esigenze pratiche del comfort e della scienza tengono il campo. La sala-stalla pavimentata da un capo all'altro in maUoneUe lucide, bianche e nere, è suddivisa per il lungo in due file di box o scompartì parti-1 colari, dove gli animali stanno chiù- \ si e separati tra forti barre di ferro,\ su, uno spazio più che sufficiente di\ un metro e mezzo in larghezza. Lei mangiatoie sono in cemento con delle piastre di rame perforato a piccoli intervalli regolari : servono a stabilire la comunicazione con una rete di condotti sotterranei ì quali danno sull'esterno, permettendo così di far circolare a volontà l'aria necessaria alla.ventilazione. I muri sono doppi: ragion per cui la ventilazione è favorita altresì da una seconda rete di condotti, praticati fra il muro esterno e l'interno, mentre delle larghe tubature in direzione del tetto favoriscono a loro volta la fuga dell'aria calda. La temperatura è difatti mantenuta stabilmente a circa quindici gradi, l'aerazione avviene senza che delle correnti s'abbiano mai da avvertire. I muri rivestiti da mattonelle bianche in ismalto fino all'altezza di due metri portano dei e grossi rubinetti per la pulizia- e l'inaf- n e , . - fìa.mento a grande getto della stalla, ottenuto con una presa d'acqua alla profondità di quaranta metri, capace cioè, in breve per la stessa violenza del getto, di rimuovere e ricacciare le materie fecali verso un terreno depurativo, situato molto lontano, alla distanza di due chilometri; in maniera che non sia questione di accatastamento nè ingombro di nessu- -\naspecie, massime di materie nocive, -\neUe vicinanze, e[ Interessante in proposito U fun¬ 1 \ \ \ i zionamento per lo scarico del letame, essenziale si sa alla buona manutenzione di ogni fattoria e di questa particolarmente che vuol essere un modello del genere. Il cunicolo scavato immediatamente dietro gli animali sopra una profondità^ di quaranta centimetri e una larghezza di sessantacinque, conduce, per una leggera inclinazione, verso il fondo: nelle ore in cui il regolamento prescrive di nettare le stalle il letame corre a deporsi nel sottosuolo, la parte liquida passa in un serbatoio di dove esce, per mezzo di una pompa, nelle cisterne di trasporto, e il resto si carica automaticamente in un vagonetto che per dei binari, attraverso un lungo tunnel costruito sotto le stalle, va a versarlo dentro un bacino a pareti di cemento : ricoperto da uno spesso strato di polvere di torba, tale da assorbire ogni traccia di ammoniaca, e da essere perfettamente inodore. Il bacino è molto ampio, ha millecinquecento metri cubi di volume, e grazie a un riparo di tegole che lo garantisce dalla pioggia riceve una sufficiente ventilazione. Curioso e non senza perchè, delle corde sono legate fra le barre di ferro poco sopra il cunicolo: servono a tenere sospesa l'estremità della corda, quando l'animale si corica. Il latte in aeroplano Il signor Floris Vos, che gestisce e dirige Oud Bussem per conto di una società anonima, seguita a fornirmi i più minuti ragguagli. « La nostra fattoria consta di quattro stalle,, due capaci di contenere quaranta capi di bestiame, due altre tréntadue, in tutto centoquarantaqnattro. Oltre a queste stalle ve n'è una per la quarantena, e una per gli animali tenuti in osservazione. La latteria è qua vicino, di là dal cortile, a una trentina di passi: il latte viene rapidamente raffreddato mediante due apparecchi ad ammoniaca e acqua salata, fino alla temperatura di pochi gradi sopra zero, poi versato in un nuovo apparecchio che lo deposita automaticamente in bottiglia (l'elettricità è la forza motrice di tutte le macchine di Oud Bussem, pure di quelle usate per la preparazione del cibo degli animali). Le bottiglie vengono chiuse ermeticamente con una piccola placca di cellulosa paraffinata la quale non può servire che una sola volta: portano la data e l'ora in cui il latte è stato messo in bottiglia: vengono anche, al caso, spedite dalla Compagnia Aeronautica Reale'Olandese, che in brevissimo tempo, con la sua organizzazione eccellente, può consegnarle in Inghilterra, in Germania, in Francia, ed altrove: come i nostri fiori. Poiché ella sarà al corrente di un fatto bene accertato: che quanto più si procede verso Nord tanto più cresce il bisogno di vitamina, di queste misteriose sostanze il cui carattere chimico e fisico è ancor oggi quasi sconosciuto, benché costituiscano dei fattori nutritivi essenziali per l'organismo. Non è tuttavia la sola ricchezza in vitamina che determina le qualità di un alimento: occorre che questo si presenti in forma attraente, e che sia facile da digerire. E' a causa di ciò che il latte rappresenta il nutrimento vitami-nato per eccellenza, e che da noi se ne fa consumo più, relativamente, che nelle vostre regioni; talché col maggior consumo crescono insieme le esigenze di un prodotto assolutamente puro e perfetto. « La direzione è partila dall'idea fondamentale che un bestiame sano produrrà un latte inoffensivo quanto ai microrganismi, e che il latte rimarrà tale a condizione dì non essere esposto a influenze sfavorevoli. Di qui i nostri criteri igienici, riguardanti: V) l'iaienc degù animali, cioè le misure che assicurano degli animali sani e li mantengono in stato di sanità. 2) l'igiene del prodotto, cioè le misure che permettono di scartare le influenze contrarie all'igiene. « Percorrendo le stalle chi conosce le razze olandesi è colpito dalla evidente prevalenza delle razze del- l'Olanda settentrionale. In effetti è su di esse che si è fissata la scelta dell'amministrazione fin dal tempo dei primi acquisti di bestiame, per via che, fra tutte, esse sono le meno soggette a tubercolosi. L'allevamento tendente a ottenere degli individui in cui la produzione del latte sia alta il più possibile presenta il grave inconveniente di menomare la forza di resistenza alla tubercolosi, e in generale dì renderli cagionevoli di salute e di costituzione. Abbiamo perciò risolto di rinunciare ai vantaggi diretti, di sacrificarli ai vantaggi dell'igiene, non acquistando bestiame la cui produzione si elevi al di sopra dei venti, ventidue litri giornalieri. « Acquistate che sono, le vacche vengono chiuse nella stalla della quarantena: il corno sinistro marcato, al ferro rovente, di un numero. E' con questo numero che s'iscrivono nel li- If bro del bestiame dove ciò che con cerne ciascun animale è accuratamente notato. Vien loro fatta una iniezione di tubercolina, e se una ve n'è che sia dichiarata tubercolosa le si perfora un orecchio, con due buchi: rivenduta poi al più presto con, s'intende, espressa menzione delle ragioni della vendita. I risultati dell'iniezione, ripetuta una volta l'anno, sono soddisfacenti, e il numero degli animali riformati come sospetti è minimo: quasi tutti mantengono la loro temperatura ordinaria. Minuziose misure igieniche « Le misure d'igiene prese nei riguardi del bestiame permettono dì affermare con certezza pressoché intera e assoluta che il latte è inoffensivo quanto ai microrganismi: solo occorre che sia preservato dalle influenze perniciose dell'aria delle stalle, veicolo essa pure di microrganismi. Degli utensili, secchie, bottiglie, filtri, lavati all'acqua di_ soda e disinfettati a vapore, non è da sospettare: rimane il personale, il quale dev'essere sano per lo meno quanto il bestiame, e scrupoloso e versatissimo in materia d'igiene. Dopo un esame medico molto attento, ed entrato in servizio, il personale si sottopone rigidamente al regolamento, soprattutto esplicito riguardo tre punti: 1) che bisogna prendere un bagno al giorno, 2) che l'amministrazione fa lavare i vestiti, 3) che si ha l'obbligo d'informare l'amministrazione di ogni propria anche minima indisposizione. Il nostro personale è quasi tutto di Frisoni. Oltre che la Frisia è una contrada dove i latticini sono-tra i principali mezzi di sussistenza, per cui il paesano frisone è particolarmente adatto a curare il bestiame, sta di fatto che questa mano d'opera offre un nuovo grande vantaggio: il Frisone ha un carattere molto chiuso, non fa lega con nessuno d'altre regioni. « Il nostro personale se ne rimane pertanto quasi sempre raccolto, a lavoro finito, nella sala di conversazione della fattoria, ciò che facilita singolarmente il controllo da parte dell'amministrazione : esso non subisce le idee spesso arretrate dei contadini del vicinato, non frequenta altre fattorie e non espone il bestiame al rischio di epidemie. D'altronde, specie d'inverno, il dottore, il veterinario e il batteriologo fanno lezioni e il personale, anche per regolamento, è obbligato a seguirle. Ciò gli dà occasione di porre delle questioni, e di discutere tutto quello che ha inteso. Si persuade così anche meglio dell'importanza dei regolamenti, e sarà poi più dispostò a osservarli. «Prevengo una facile obiezione: il personale numeroso e ben pagato, alloggiato, nutrito, l'onorario del medico, del veterinario, del batteriologo, le spese amministrative di una organizzazione così eccezionale com'è Ond Bussem devono portare il bilancio annuo a una cifra enorme. Tant'è, nontónego. Ma a- tutto questo bisogna ricorrere se si voglia evitare la bollitura del latte, la pastorizzazione, la tyndallizzazione, ecc., con conseguente impoverimento di quelle sostanze nutritive che sono le vitamine: peggio, se si voglia evitare aualsiasi forma di manipolazione industriale. La nostra fattoria risponde esattamente agli ideali degli antisterilizzatori: essa basta perciò appena alle crescenti richieste e ordinazioni ». ERCOLE REGGIO.

Persone citate: Bianco, Floris Vos, Frisia, Frisoni, Potter