Italia e Svizzera di fronte nei quarti di finale a Montreux

Italia e Svizzera di fronte nei quarti di finale a Montreux LA COPPA DAVIS 1932 Italia e Svizzera di fronte nei quarti di finale a Montreux qGiorgio De Stefani e i suoi valorosi :ncompagni di squadra si apprestano ad;Paffrontare sui campi di Montreux i rappresentanti del tennis svizzero che, battendo gli avversari belgi e quelli del Principato di Monaco si sono qualificati per contenderci il posto nella semifinale di zona europea della Coppa Davis 1932. Giorgio De Stefani è freschissimo del brillante e lusinghiero successo ottenuto a Parigi ai Campionati internazionali di Francia, dove è giunto all'onore della finale contro Henry Cochet, al quale ha anche strappato in eccellente stile un set. E' la prima volta che un tennista italiano giunge tanto avanti in un torneo di grande risonanza internazionale, una vera aduna- delle migliori racchette del mondo, c°me Pu° considerarsi l'avvenimento che ogni anno si svolge sui courts del lo stadio tennistico parigino «Roland |lenzio- La s^mj>* ìnt„ernaaiL0„n^!„1Ìn Garros » e per questo il fatto non può assolutamente essere passato sotto si genere e quella francese in particolare hanno commentato l'avvento del giocatore italiano alla finale di Parigi con commenti agro dolci e ciò si spiega. De Stefani ha un po' deluso gli organizzatori che, per ragioni di cassetta, avrebbero preferito che la finale si fosse svolta tra Cochet e qualche altro asso inglese, o meglio americano, dal nome di maggiore risonanza di quello del nostro modesto giocatore; ha anche un po' deluso il pubblico parigino che, sempre piuttosto chauvin avrebbe preferito che, alla peggio, la finale si fosse disputata tra due francesi. Le possibilità di De Stefani Ma De Stefani, che sa sempre quello che vuole, ha messo tutti d'accordo e con una progressione irresistibile è giunto all'ultima partita, battendo campioni di fama assodata e dal gioco poderoso perdendo un solo set, più per propria noncuranza che per effettivo valore dell'avversario: l'armeno Aslangul. De Stefani non gode apparentemente all'estero di buona stampa, e si capisce. La sua modestia va oltre ogni limite: non è uso a concedere interviste, non 6 agente di nessuna fabbrica di racchette e altri articoli tennistici e quindi attorno al suo nome non turbina il clamore di nessuna campagna pubblicitaria, sul campo mantiene un contegno troppo serio, irreprensibile, non è abituato a fare del court una ribalta per esibire la propria teatrali tà; è anzi il tipo del giocatore antitea trale per eccellenza. I soli particolari che lo staccano nettamente dalla normalità sono quel suo prodigioso ambidestrismo e, occorre pur dirlo, la classe, che è grandissima. Ma in Francia, quella sua abilità di servirsi indifferentemente delle due mani è stata definita jotiglerìe e, in genere, all'estero la sua classe non è considerata al suo reale valore. Eppure 11 nostro giocatore è quello che due anni fa ha giocato una partita contro il grande Allison che non può essere ritenuta come una vera scon fitta; che l'anno scorso ha battuto e e à e e l , e n e o i o e o a nello stesso torneo quel Perry che è la più solida speranza del tennis britan nico e che quest'anno ha chiuso in quaUro sets la medesima partita che Tilden stesso non aveva saputo chiudere che in tre. Si è persino giunti a dire che il set strappato al prodigioso campione del mondo può considerarsi frutto di una evidente... distrazione di questi. Nulla di più maligno; Cochet è giocatore che, specie nelle partite d'importanza non perdona nulla ai suoi avversari. Se esso fosse tanto uso ad elargire seta ai suoi competitori per quale ragione si sarebbe permesso di schiacciare in trei toqvdgticiAgPcisuvmbbipQPsucnpPtaorodpcmmPèdzilsmddtDvsldt6iDptdcudammlPlgttnsvpbdqpfmsgiTdlpp|psole secchissime partite - 6-0, 6-4, 0-2\ noni Marrol Rppnorri ,-1-ir. t-J - >,i.i-, — quel Marcel Bernard che si avvia ad essere il vero enfant gite del tennis francese, il più serio candidato al ruolo di numero « due >■ neila squadra di Francia di Coppa Davis e quindi molto degno di qualche... concessione a titolo d'incoraggiamento? Il nostro giocatore ha saputo pit-ndere un set al campione del mondo soltanto perchè la sua classe elevatissima glie lo permette, e non temiame affatto di dire una eresia se osiamo 1 affermare che egli ormai può trovar degno posto nella famosa graduatoria mondiale di quei primi dicci che possono considerarsi come ì capilista a|di uno speciale Almanacco di Gotha r. tennistico, - , «iocataTi elvelle! - 1 s»°caM)ri retici - ! Fresco, fresco, come dicevamo, al - questo grande successo Giorgio Le ; Stefani si appresta a capitanare la noo stra squadra contro gli avversari clveè tiri. Una partita, questa contro la livizi zera, che tutto filando per la normalità non dovrebbe darci preoccupazioni suPeriori a quelle che già abbiamo sapu- i to superare Difensori dei colori svizzeri, per quanto la Federazione della libera Elvezia abbia notificato quattro nomi, dovrebbero essere quei due stessi che già hanno giocato e vinto tutte le partite di Coppa contro Belgio e Principato di Monaco, e cioè: Fischer e Aeschlimann. I nostri giocatori di singolare saranno lo stesso De Stefani e Palmieri; v'è quindi da stare sufficientemente tranquilli al riguardo. II nostro numero « uno » è troppo superiore a entrambi i giocatori avversari e cosi potrebbe dirsi del numero « due ». Anche Palmieri dovrebbe riuscire a spuntarla contro entrambi gli avversari; nella peggiore delle ipotesi almeno contro Aeschlimann. Questi infatti, nell'incontro contro il Principato di Monaco ha perduto i suoi punti tanto contro Gallepe che con Landau; due elementi, questi, che normalmente avrebbero non troppe probabilità di poter vincere contro Palmieri. Il gioco di questo nostro rappresentante è quanto di pdù stilisticamente ortodosso si possa immaginare; un vero tennis da manuale. Ma nel gioco di Palmieri v'è quasi sempre quella passività che rivela l'allenatore; se i colpi sono perfetti la tattica è — come dire? — neutra, manca spesso di mordente e di autorità. I progressi di Palmieri sono però evidenti; a Parigi è andato a... rischio di battere l'irlandese Rogers, un giocatore abbastanza quotato in campo internazionale; il piccolo romano sa già mettere nel suo gioco, troppo bello per essere demolitore, quegli sprazzi di audacia e di genialità che differenziano l'« arte » dal « mestiere » tennistico. Possiano quindi considerare l'incontro odierno già vinto con i singolari. Dove si naviga sempre un po' alla ventura è nel doppio. A Parigi gli stessi avversari svizzeri hanno battuto la nostra ex-coppia di Davis formata da Sertorio e Del Bono con un punteggio affatto incoraggiante: 6-2, 6-4, 6-3. Segno evidente che i due svizzeri in doppio se la intendono abbastanza. Del resto essi hanno guadagnato il punto della vittoria contro il Principato di Monaco precisamente con il doppio. Occorrerà quindi opporre una coppia che dia affidamento di ottenere almeno un buon punteggio. SI è già parlato della formazione Sertorio-Palmieri e adesso sembra spuntare quella Palmieri-G. De Martino. Ambedue le formazioni ci sembrano press'a poco della medesima forza; alla regolarità di Palmieri potrebbe fare buon riscontro la efficacia del gioco — almeno nei giorni di buona vena — di due brillanti volleyers quali il minore del De Martino e Sertorio. Comunque per quanto riguarda la nostra coppia non è il risultato di questa partita che può contare; essa dovrebbe invece darci nuove indicazioni per gli incontri avvenire che saranno ben più difficili e nel quali il punto del doppio potrebbe molto contare. Superata la Svizzera ci troveremo quasi sicuramente di fronte il Giappone che non dovrebbe durare molta fatica a ridurre alla ragione la Danimarca. Sembra che i nipponici non si sentano del tutto sicuri di batterci giacché il capitano della loro squadra, il signor Miyaguchi, avrebbe chiesto a Tokio istruzioni sulla linea di condotta da tenere riguardo all'avvenuta riqualificazione del nostro Palmieri. Ma la posizione di questi è regolarissima e può essere attaccata soltanto sul cam|po, racchetta alla mano; a tavolino ovsvvsiltcdSttdgpalntOenmsnmsmzdescrGtlLddCGnShlplLcpppacpudfssce;'' ; | \' è posslbiie batterci. ... a a i e Ad ogni modo è bene non ipotecare l'avvenire e pensare a vincere a Montreux, il che, come abbiamo detto, non è troppo difficile. UMBERTO MAGGI0LI.