Giornata di fervore patriottico a Caprera intorno alla tomba dell'Eroe

Giornata di fervore patriottico a Caprera intorno alla tomba dell'Eroe Giornata di fervore patriottico a Caprera intorno alla tomba dell'Eroe L'ardente orazione di Carlo Delcroix Caprera, 6 mattino. Ieri Caprera con il primo pellegrinaggio cinquantenario ha tributato il superbo omaggio del popolo italiano al suo grande Eroe. Fino dall'alba la cittadinanza si è riversata lungo la linea litoranea in attesa delle tre navi recanti le Autorità, le Camicie rosse, i mutilati, i combattenti, i rappresentanti dei Governi esteri e dei Municipi italiani. Verso le ore 10 giungono le motonavi Arborea, Carolis e Cesare Battisti. A bordo dell'Arborea sono S. E. il Sottosegretario di Stato conte Cao di San Marco in rappresentanza del Governo, il sen. conte Girolamo Marcello accompagnato dal dott. Galante in rappresentanza del Senato, l'on. Gianturco accompagnato dall'lng. Turola in rappresentanza della Camera, il prof. Marpicati per il Partito fascista, il Plenipotenziario dell'Uruguay con la Missione uruguayana delegata ad assistere alle cerimonie, l'on. Ezio Garibaldi e donna Costanza Garibaldi con la priqplnmpif! figlia signorina Rosa, l'on. Delcroix in rappresentanza dei mutilati, il Vice-,Governatore conte D'Ancora per il Go-I vernatorato di Roma, e tremila Carni-ieie rosse. Col Battisti giungono i mu-|tilatt di guarra con 600 labari e gagliardetti. Un imponente corteo litare marittimo della Sardegna, ».il Prefetto di Sassari Guerresi, l'on. Marghinotti, i Segretari federali Allo sbarco delle Autorità dalla ino-tonave Arborea le truppe del Presidioi | i i la Marcia Reale, di « Giovinezza » e dell'Inno di Garibaldi. Sul piazzale dell'Arsenale si forma subito un grande corteo proceduto da plotoni di fanteria, di marinai, di artiglieri e di Milizia. Seguono gli ufficiali dell'Esercito, della Marina e della Milizia dellaPiazza della Maddalena, 3000 Garibaldini e Cacciatori delle Alpi con le musiche di Perugia e Montevarchi, 1200 mutilati preceduti da una selva di 000 bandiere e gagliardetti, una larghissima rappresentanza di combattenti sardi, tutta la popolazione e le rappresentanze di numerose associazioni. L'imponente corteo, composto di oltre 10.000 persone, si snoda attraverso la diga e il ponte di Caprera e percorre l'isola sacra al suono degli inni patriottici. Alle ore 10,30 la testa del corteo raggiunge il recinto della tomba. Si trovano a ricevere le Autorità donna Clelia, ultima figlia dell'Eroe, e donna Costanza, vedova del generale Ricciotti Garibaldi, con la figlia signorina Rosa. Ezio Garibaldi depone davanti alla tomba dell'Eroe una magnifica corona di bronzo della Federazione nazionale volontari garibaldini. Tutte le Autorità sostano un minuto, in atto di reverente omaggio davanti al masso, salutando romanamente, mentre i gagliardetti si inchinano e le musiche suonano l'Inno dì Garibaldi. Il corteo sfila poi davanti alla tomba. La sfilata dura oltre un'ora. Indi presso lo storico nino, davanti ad una enorme folla, salgono su una tribuna S. E. Cao di S. Marco, il prof. Marpicati e l'on. Delcroix. Il conte Cao di S. Marco reca il saluto del Governo fascista e il prof. Marpicati quello del Partito fascista, entrambi applauditissimi. Il discorso rìell'on. Delcroix Segue l'on. Delcroix, il quale dice: « Giuseppe Garibaldi era stil letto di morte e già si raccontava la favola che di lui sarebbe giunta ai nepoti. Tanto grande da apparire inverosimile, era entrato da vivo nella leggenda; esiste anche un'antichità del futuro e non mai figura di eroe fu in questo significato più antica rispetto all'età sua. « Il popolo, che ha il senso della propria continuità, in lui vide se medesimo quale avrebbe dovuto essere e lo rispettò come un'idea e lo sub! come un istinto. Il popolo sa che nulla è più inverosimile del vero e gli credette e lo segui ma non lo raggiunse, in quel distacco sorse il mito che per gli umili è un modo di ingannare le distanze e per gli eroi una riprova delia solitudine. Così egli, assunto dr. vivo nel mito, ora grandeggia fuori di ogni incantesimo, con il rilievo e il peso della realtà nella storia. La morte 10 ha avvicinato invece di allontanarlo e oggi lo sentiamo più certo, più vero: perchè la sua grandezza è di quelle che eì impongono subito e si misurano dopo, perchè la sua figura è di quelle che si definiscono col tempo. Oggi sappiamo che le sue vittorie, più che al fascino del suo nome e del suo esempio, furono dovute a virtù di coniando, alla felicità dei piani, alla fulmineità delle mosse, a tutte le doti che fanno 11 capitano. « Gli stessi uomini d'arme si inchinano oggi al suo genio, ma forse il politico sovrastò il guerriero. Guidato dall'infallibile intuito del suo spirito e dall'istinto del sangue, egli non s'ingannò mai. Egli fu il solo forse che spinse il disinteresse fino alle idee e non ebbe che un'ambizione, non servì che una causa. Con l'insurrezione o con il Re, la sua fedeltà fu senza condizioni e la sua dedizione senza limiti: egli non subordinò il fine ai principii e nei molti contrasti, nella continue avversità non vide che l'interesse, non volle che il bene del popolo. Audact fino alla ribellione e paziente fino all'obbedienza, violento come sono i generosi e mansueto come sanno i forti, ma nella fede assoluto e nella giustizia terribile, egli ebbe su tutti la superiorità del cuore e amare è il modo più diretto e sicuro di comprendere. Il può non fu l'amore indeterminato, la vaga simpatia senza impegni che non si dà a nessuno perchè si volge a tutti. La sua pietà per le genti veniva da un profondo smisurato amore della propria gente e del nostro riscatto egli fece la causa dei popoli umiliati ed oppressi, sollevando a dignità di missione il nostro destino. Perchè umanità è sostanza che ogni popolo deve trovare in sè per averne senso e misura nel mondo; perchè solidarietà è sentimento del proprio diritto rispettato negli altri. « Può sembrare che la nostra età necessariamente spietata, che l'anima nostra inasprita dai disinganni e indurita dalle avversità, non siano fatte per intendere la sua grandezza; ma la nostra cruda temerità nasconde una passione che ha il pudore di sè e infondo noi abbiamo servito e serviamo la stessa causa, la stessa idea. Daltempo della sua morte, da quando parve che su questa riva si fosse spenta una luce del mondo e non si sapes se più dove guardare nè come proce - - dere, noi siamo andati in cerca di lui.anche senza saperlo. Quando dietro il stio esempio movemmo in aiuto ,|,.t popoli insorti; quando di là dai mari ritrovammo sotto le labili sabbie le indelebili impronte del nostro passato; quando dai monti dove egli era salito per inchinarsi e ubbidire scoprimmo le vie del nostro domani; quando infine riconducemmo la vittoria tra le mura della città da lui posta all'estremo di un dilemma di vita o di morte, per ogni dove abbiamo fatto risuonare i nostri passi, per ogni dove abbiamo fatto splendere il nostro sangue, noi siamo andati in cerca del suo spirito. Quando la piena di primavera si rovesciò per le strade in torrenti di popo! lo, la sua voce era nei nostri canti: quella che combattemmo non fu la sua guerra, ma fu sua la passione che ci chiamò sulle piazze e sua l'idea che ci portò sul campo. « Oggi noi domandiamo con la stessa voce il rispetto di quella idea e l'adempimento dei patti giurati in suo nome. Noi non siamo mutati dopo aver vinto: per noi la pace non è vera se non è giusta e non merita il suo n nome questa immobilità di minàccia ,e di sospetto. Della nostra guerra noi I rivendichiamo il principio e il fine fra -ile genti che dall'odio e dalla paura -|non avranno cht> frutti Hi mn^o a ,-r, non avranno che frutti di morte e in questo sforzo siamo fedeli all'esempio e abbiamo compagna la tristezza dell'eroe. Egli morì nel dubbio di aver vissuto in un inganno, tanto la realtà d, là dal°;::,~~ & £ ; otta . ° Xere irI r»™» JLC0^retÌ(? ha nortato lo armi l^f,^?^ ChÌ -^f^.Rpa™m"na fede e^ o„Sr^^^SJS e e a0 0 i l à , a a dì ti e i a f. . , : i a . ; e . a e a , r e i e o : e e l , à o l o o e e ì o : i e n t , o . , e e e i . i e à a ne a a e lo sdegno sovrastano il rimpianto, e il freddo proposito c la sprezzante tranchezza ci fanno apparire più poveri di ispirazione, più asciutti di cuore. Gente disincantata cui non bastò innocenza nè valse cortesia, noi non abbiamo più la sua prontezza al perdono e non potremmo rendere pietà per ingratitudine; ma nell'animo nostro e ancora tanta nobiltà, tanta purezza che possiamo senza vergogna invocare la sua presenza in mezzo a «Da Roma, dalla città del suo vo;ns™9 v™"ti qui dove il mare ha il suo respiro e con i piedi sulla riva che «MtlÒ im su\quiete, davanti X va! non ba.stò al suo affanno, noi e sentiamo più vicini al passato e all'avvenire, ci sentiamo più dVlni di appartenere al suo popoloT Qui dove egli abita eterno, con i vecchi che p°eSSJrtf. alle imprese già avVolte fn un aura di mito, con gli anziani che a«Sh,.mSiì aU,a X™a che ancora f ■SSSlS du1Ie piaShe non chiuse, con yanì che non senza stupore ascoltano dentro di sè i richiamii deltastoria e della vita, sono presenti tutte la generazioni in cui la nostra continuità si adempie e si infutura. Questa VtìFT* ^?nÌU- ^'^ attiva e vuoile e, di U dai limiti apparenti del nascere e del morire, noi sentiamo che una sola indistruttibile vita si svolge da quando per la prima volta fu pronunziato il nome di Roma In questo modo per noi s'intende e si avverila perenne contemporaneità degli Eroi»! Alla casa di Garibaldi La folla che aveva interrotto sovente con scroscianti applausi la commossa orazione del grande mutilato? tafi. f.?imh sa!utat° l'oratore con una entusiastica ovazione. mus,ic{le intonano l'Inno di Garibaldi cantato a gran voce da tutti II onHriam,nlIa?H° De Feo accompagna quindi le Autorità ad una visita Illa 1882 dsen Jn °,e rìoroinata' quali era nel ÌZ i a 1 Ia sua personale direzione. Le Autorità sostano commosse e reverenti davanti al letto ove spirò 1 Eroe, ora conservato in una grande c«a rii.rpi^"0'' D°P° ,e Autorità?!? casa dell Eroe viene visitata da tutti i partecipanti al grande pellegrinaselo La visita dura tutto il pomeriggio . Alle ore 15.30 le Autorità vengono ricevute al Municipio. L'on. DelcfoSf acclamato ripetutamente dalla folla' SST& dal i)aIc<^ne ingraziando li polazione di cui esalta le virtù eroiche vt??u *a '."^S-lando al Duce e alI Italia fascista, suscitando una grandiosa manifestazione all'indirizzo del rrw, i? Automa si recano quindi al1MfnPCdale) GlusePPe Garibaldi, presieduto da donna Costanza, del quale si celebra il 25.o anniversario. Vengono pure inaugurati alcuni nuovi locali e si procede alla consegna di una gran! de medaglia d'oro a donna Costanza^ de diplomi di benemerenza ai membri del Consiglio di presidenza dell'Ospeda e e alle patronesse. L'on. Ezio Garibaldi rivolge ai dirigenti della impors?meepSCa lstitllzione applaudltisPer tutta la giornata la Maddalena ha entusiasticamente festeggiato le gloriose Camicie rosse e i mutilati. In serata, salutati da tutta la popolazione schierata lungo l'imbarcadero con una calorosa manifestazione ed al suono degli inni patriottici, le Autorità e i pellegrini tutti partono a bordo del1 Arborea e del Caralis per CivitavecS;„ ove _ giungeranno stamattina, mentre il Cesare Battisti prosegua •ui crociera in-Sardegna. La rievocazione a Brescia j| ,., , Brescia, G ninnino Neil adunanza solenne tenuta ieri ali Ateneo bresciano per la ricorrenza (lello Statuto, presenti il Prefetto e tutte le Autorità civili e militari, il Presidente come I.echi ha rievocato il cinquantenario della morte di Garibaldi e il centenario della fondazione ueiio Movine Italia, suscitando fervido e generate consenso. Quindi, n segre- i? M..«nfriii0nri?1 "^.comunicato che il Museo del Risorgimento, per disposìzione del Podestà, avrà la sua degna sede presso l'Ateneo insieme col nuovo feottocomitato bresciano della ; feocietà nazionale per la storia del Risorgimento, la quale l'anno prossimo terrà a Brescia il suo congresso. infine, fra il consenso dell'assemblea, e stata consegnata la grande meduglia, d'oro del legato Carini al sen. Angelo Passerini il quale « da lungo volgere di anni profondo il suo censo in una multiforme attività benefica in soccorso a privati e a istituti e ha fondato e irantiene gli asili infantili nei Comuni di Bovezzo e di Volta e il ricovero Valsabbino da lui dotato di sede e di capitale cospicuo che ni Permette il ricovero e il m'antenimeno to di oltre -T> vecchi poveri e inabili al]al lavoro». La grande medaglia di o argento e stata consegnata alla maestra Giuseppina Rosio, la nualo «alla - scuola popolare femminile Baldini per - orfane dedicò l'intera esistenza col i.'dono di nino il suo patrimonio e col l fervore Ui una inesausta carità' ma.t . u"1" mtt