Trenta corridori in gruppo a Viterbo dopo un inizio battagliero sulla salita del Cimino

Trenta corridori in gruppo a Viterbo dopo un inizio battagliero sulla salita del Cimino MENTRE SI CORRE LvA ROMA-FIRENZE Trenta corridori in gruppo a Viterbo dopo un inizio battagliero sulla salita del Cimino = (Servizio speciale dei nostri inviati) C'è un tale che vuole la mia "faccia,, Roma, 30 mattino. Mantengo la promessa e rispondo a quelli che hanno avuto la bontà di scrivermi. Coloro che non han fatto altrettanto, magari adesso si roderanno dall'Invidia, ma la colpa non è mia. 10 sono diventato ormai un uomo che Duo. eptrare senza farsi annunciare nella camera di Binda, in quella di Guerra o di Pesenti o di un « asso » Qualunque, straniero o nostrano. Imagino quanti vorrebbero essere al mio postol Vi assicuro però che mi sono guadagnato questo privilegio con molta fatica. I principii sono sempre duri. 11 primo giorno e anche il secondo e anche il terzo nessuno badava a me. Ero come un isolato nel tumultuoso giornalismo sportivo. Mi avvicinavo con molta timidezza e con grandissimo rispetto agli idoli delle folle e. Quando ero riuscito a pescarne uno le a rimanere con lui a quattr'occhi, non sapevo assolutamente come cominciare il discorso, In genere cominciavo cosi: — Come vaT — Bene, grazie. — Molto duro questo giro... — Nè più nè meno degli altri. — Io Invece ci trovo una grande differenza. — Oh bellal Perchè? — Perchè agli altri non c'ero... Patta questa confessione, con le Ruancie soffuse di un leggero rossore, parlavo di tutto fuorché di ciclismo. A poco a poco è caduto il velo dagli occhi e adesso comincio a vederci chiaro se non chiarissimo. Insomma, bene o male, vivo e soffre anch'io questa competizione, questa lotta di atleti. "Il dente del miracolo,, E veniamo a noi. La corrispondenza che mi arriva da ogni parte d'Italia è aumentata in questi ultimi giorni in modo piuttosto impressionante, sicché sono costretto a fare una selezione, a scegliere fior da flore, i.a storia del mio dente comincia a diventare noiosa e magari dovrei smetterla. Ma che colpa ho io se essa assume le proporzioni di un romanzo? Ti) romanzo che forse un giorno scriverò e che avrà questo titolo: « 11 dente del miracolo «. Il dottor Restagno di Mondovl dunque mi scrive fra l'altro che, non potendo a molti chilometri di distanza indovinare quale sia « la trentaduesima parte della mia mandibola lasciata In quel di Rimini », ordinerà al suo meccanico di confezionarmi un dente In oro « 22 k. titolo 930 >, ricavato dal modello appartenente a una delle sue piti belle e vezzose clienti. Grazie dottore. Me ne farò un ciondolo. "Purtroppo nella mia bocca non potrà mai adattarsi un solo raggio del sorriso che indora il labbro di una fresca e giovane fanciulla, ta frase è piuttosto letteraria ma non importa; in essa c'è racchiusa tutta l'ammirazione per la monregalese che non conosco. Il collega Mario Barduccl. direttore del giornale II rlsvealio di Cesena, e che firma i suoi articoli collo pseudonimo « Dinamite », mi confessa di essere passato, dopo la Foggia-Napoli, dalla parte di Guerra. Ammiro il coraggio con cui « Dinamite » esprime le proprie opinioni e gli assicuro che Guerra è degno della più alta e incondizionata ammirazione. Non bisogna però dimenticare quello che ha fatto e quello che è stato Binda. Non è colpa del campione cittigliese se il suo carattere è piuttosto freddo e alleno dalle dimostrazioni popolari. Binda è un aristocratico del pedale e, pure essendo quello che è. nella tappa dell'altro ieri egli si è messo generosamente a disposizione del suoi gregari, di Pesenti e Bertoni. Vorrei vedere ad esempio se Aureliano Portile in una serata nera offrirebbe a Gandusio di cantare in vece sua il ìtigoletto. Sono cose che bisogna considerare. " Gli sportivi di Ponte a Giada In i quel di Firenze mi incaricano di rivol-gere a Guerra questa appassionata efclamazlone: - Apri gli occhi e bada agli stranieri, Learcol Vinci come sempre hai saputo vincere.. Già fatto.il signor Allegrane di San Minialo (Montelupo Fiorentino) mi serve testualmente cosi: «Ieri, 26. gior !! rtel Corpus Domìni, eravamo In at,SL di notizie davanti a quello stupefacente gioiello inventato da Marconi quando udimmo una voce stentorea annunziare la vittoria di Guerra immagini quale sia stata la nostra esultanza. Uno degli amici abbracciò addirittura la radio Piangendo di emozione. Auguri a lei a alla sua famiglia.. Caro signor AUegrandi la sua passione sportiva cosi spontanea e sincera le fa onore. Non oso pronunciarmi circa l'atto compiuto dasuo amico. Capisco che si possa abbracciare nel fervore di un entusiasmo incontenibile anche una radio, ma nella vita, santo Dio, vi sono tante cose da abbracciare che mi sembra piuttosto eccessivo il gesto di stringersi al petto sei valvole e di soffocare nell'abbraccio la voce di uno sconosciuto. Ho scritto alla mia famiglia che quelli di San Miniatello si occupano del suo buon andamento. Uno scherzo spiritoso Adesso sentite questa. 11 signor Fabio Rossi, torinese, abitante alla Tesoriera, mi scrive : ■ La sua ostentata Ignoranza in materia ciclistica è davvero geniale ma punto persuasiva, lo Vtcordo lei come vincitore di una corsa a Milano. Lei è stato allora una vera rivelazione: cuore saldo, polmonpotenti e garretti d'acciaio. Non sperchè dopo di allora Ella abbia voluto ritirarsi nell'ombra, lontano da legni buona competizione. La sua tec a o i o a ¬ nica era sicura e decisa. Valendosi di una strategia semplice e insieme travolgente, ella poteva considerarsi un genio « metafisico . della ruota. Io speravo molto da leil Ma Quadrone — l'ho intuito allora e lo comprendo meglio adesso — era inguaribilmente un timido. Lo so: la ricchezza, gli agi, le fortune allontanano dal grande agone sportivo. Se lei invece di un privilegiato della' sorte fosse stato un povero diavolo, oggi anziché seguire su un'automobile lussuosa o snobisticamente su un camion la corsa degli altri, potrebbe forse essere uno dei protagonisti del giro d'Italia, il suo direttore, che è un grande sportivo. Le ha telegrafato: « Continui a fare l'ignorante .. Io invece le avrei detto: «Inforchi anche lei una bicicletta da corsa .. Mi voglia sempre bene ». Che mattacchione questo Fabio Rossi. Una delle due: o il suo è uno scherzo spiritoso, oppure la fantasia e la memoria gli giocano un brutto tliro. Ho già detto e ripetuto che non so andare in bicicletta e adesso debbo confessare che non conosco né gli agi nè le fortune nè tanto meno la richezza. Accetto queste « insinuazioni > come un augurio. Un amore senza speranza Questa è più carina, ma guai se capita in mano di mia moglie. La lettera mi è stata inviata dalla signorina Mary di Sestri. « Caro Ernesto Quadrone, è con vera gioia che ho raccolto l'interrogazione lanciata da lei alle tifose italiane in calce al suo articolo « Idoli a scelta». C'è qualcuno che fa 11 tifo per me? A questa domanda il mio cuore ha avuto un fremito strano. Mi è sembrato che la domanda fosse indirizzata a me, esclusivamente a me Non avrà certo mal pensato che nella lontana e bella cittadina di Sestrl Levante una ragazza che, come tanto altre è stata colta dal fascino dello sport, potesse avere per lei tanta simpatia da farne l'idolo sportivo del suo cuore, da dedicarle un • tifo » indescrivibile nella sua potenza? Ma purtroppo è cosi. Dico purtroppo perchè paragono il mio « tifo » per lei a un amore senza speranza, tanto mi sembra impossibile che lei, girando continuamente per tutta Italia e avendo quindi chi sa quale « harem • di titosine, possa avere per me quel contraccambio di simpatia adeguato alla gravità del mio morbo tifoideo. Lei certamente mi domanderà come e in quale occasione io abbia potuto prendere il bacillo di questo tifo. Ma io stessa non saprei precisamente capacitarmene. Sono un'assidua lettrice del magnifico suo giornale La Stampa e suppongo che, dalla lettura dei suoi articoli che ho sempre divorato con febbrile interesse, abbia contratto questo . tifo. che man mano è diventato il mio animo. Non ho quindi mai avuto l'onoro e il piacere di conoscerla In persona, ma mi riprometto di farlo quanto prima. Mercoledì primo giugno il giro transiterà da Sestri Levante dove avrà luogo il rifornimento; io sarò presente, cercherò la sua macchina e con un omaggio di Mori che il cuore mi dice non vorrà rifiutare potrò finalmente vederla e testimoniarle la mia simpatia. Mancano ancora sei giorni... Ma non mi pesa la lunga attesa.-. Voglia considerarmi tra le sue più devote tifosine. — Dattilografa Mary ». Mi perdoni, signorina Mary, se io metto a nudo così pubblicamente fi suo gentile cuoricino. La sua lettera mi ha fatto tanto piacere e l'omaggio di una donna sollecita sempre l'amor proprio di un uomo. Non parli di . amore senza, speranza ». Uniamo invece spiritualmente il suo « tifo » alla mia « bellezza » e speriamo nell'avvenire. Accetterò con molta riconoscenza i fiorì che ella mi porgerà a Sestri mercoledì t giugno e 11 terrò come perenne ricordo di questa mia prima avventura sportiva. Ancon d nne... Quattro signorine di Alessandria t che si qualificano bruttissime — la firmataria della missiva ha il coraggio di mentire e sotto il suo nome dMaria Silaqua, con ostentata umiltàdice di essere la più brutta della «quaterna » — se la prendono con la signorina Fos perchè fa un « tifo .anzi addirittura un • tifone. peGuerra e inneggia invece ad Alfredo Binda e al forte Pesanti che ha saputo strappare al tedesco la maglia rosa. Le quattro • brutte • di Alessandria mi incaricano di dare un bacio sulla « testina pelata « del signor EverardPavesi. Questo poi no; fare il Giro d'Italia sta bene, ma che io debba anche aggiungere a questa fatica quelldi baciare un uomo pelato mi sembra un po' troppo. Le alessandrine terminano la lettera inviando anche a m« un bacio sportivo >. Un bacio sportivo, ma, intendiamoci, veramentsportivo lo accetto volentieri e questsera ho telegrafato a mia moglie chiedendole il suo consenso. Un gruppo di sportivi carraresi frequentatori de! Caffè dello Sport mavvertono, in tutta confidenza, che giorni francesi e belgi coalizzati Inizieranno una grande offensiva contrPesenti, detentore della « maglia ro sa » e mi pregano di intervenire. Sonintervento tempestivamente recandomsubito da Pesenti e l'ho messo in guardia di quanto si sta addensando asuol danni da parte dei corridori stranieri. Pesenti mi ha risposto con unsola frase: « La vedremo». Stiandunque di buon animo 1 carraresi aquali prometto di occuparmi del numero 121 che essi mi raccomandanoIl signor Nlccolal di Pisa mi scriv chiedendomi la mia « faccia.. A tutta prima ho dato un balzo. SI, già che c'è, ho detto fra me stesso rabbrividendo, potrebbe addirittura chiedere la mia testa. Proseguendo nella lettura ho poi capito che egli vuole la mia fotografia e tanto per indurmi in tentazione mi assicura che partecipa alla mia passioncella per il numero 119. Ma io non sono mica Greta Garboi Una certa signorina Mainicela di Roma mi scrive per dirmi che ha raccolto la mia preghiera e che ò disposta a fare un leggero «tifo, per me Accetto e ringrazio. Per finire. La signorina Lidia .Olivotti mi confessa che il « tifo » ispiratol dalle corispondenze della Stampa le impedisce di studiare. Male, signo¬ rina Lidia. Lei devo essere una cara rbambina e quando io ero un « caro 'abambino. non studiavo ed ero la indisperazione dei miei professori. I ci-ìmdisti si chinano sul manubrio; lei si !ichini sui libri e cosi sarà promossa agli \iesami e darà una grande consolazione jrai suoi genitori che per premiarla la condurranno ai bagni di mare. Ho Unito e chiedo scusa ai lettori se mi sono troppo dilungato. Ieri però ho avuto per questa iticontinenza il castigo elio mi sono meritato: 11 collega Ambrosini "brutalmente, come al solito, mi ha svegliato alle due. Chiedo una parola di conforto per tutti i tormenti che mi procura il Giro d'Italia. E. QUADRONE. V6idGrarls