Boccascena

Boccascena Boccascena II « caso » Picasso... sogna stancarsi di far girare. Picasso sa bene che lo stimiamo e che su que- Non ce ne voglia Lamberto Picasso e ci consenta sul suo « caso » alcune chiose: non è proprio un caso eccezionale, ma sempre istruttivo, e poi tira acqua ad un certo mulino che non bi- ste colonne fu, scritto di lui tutto il bene che merita. Attore aristocratico e scolare, seppure un tantino «ruggie J saMo in grande fama pocni anni sono per avere, con corag- gi0i reaHzZati ottimi criteri; costituend0 apposite compagnie per apposite commedie, scegliendo attori adatti, che, — da luì diretti — divenivano adatta fissimi e ottenendo col giro del Gran vyt{JO}o e del Sexe faible quell'incondizionato successo che ognuno ricorda Volle adesso ripetere l'esperimento, scegliendo La lingue de coeur, commedia di un giovanissimo di Francia e debuttò a Roma; ma fu cosi tempestoso l'esito che il giorno dopo tutto andò a rotoli, nè il lavoro fu replicato, nè la compagnia tenuta in vita. Avrà esa- gerato il pubblico, che quando è cat tivo si fa bestia; avrà esagerato Pi casso che avrebbe potuto accettare un ^udlzio d'appello, nondimeno questa a . ? a e e a r n e a i e a volta non l'ha azzeccata. E non l'ha azzeccata perchè anche lui — ahimè! — è incorso in quel peccato d'esterofilia, troppo ancora diffuso tra i capocomici nostrani. Ma riteneva, sul serio, di far colpo e sbrego con La Tigne de coeur."ì O quale travisamento daltonico lo ha ingannato? Non lo incolperemo d'essersi fermato su di uno sconosciuto qual'è Claudio Andrea Puget, l'autore della commedia in quistione, giacché, a vero dire, nè lo Sheriff del Gran viaggio e neppure lo stesso Bouerdet del Sexe faible, che pure è un veterano delle scene ed un eminente scrittore, contavano tra noi una qualsiasi fama. D'altronde, il nome più e meno celebre e risonante di un autore, oggigiorno non vale e le folle se ne infischiano e soltanto valgono i nomi delle' stelle e dei divi cinematografici: tristi sovrani di tanti vizi segreti, direbbe Duhamel. Tuttavia, se non conta il nome, conta la commedia e come e quanto! E, francamente, La tigne de coeur è uno specchietto per allodole: può abbacinare al primo atto, ma al secondo ed al terzo, a vista chiara, disillude. Sappiamo che Claudio Puget fu pel parigini la rivelazione dell'annata : rappresentato il suo lavoro al « Michel » alla fine del settembre scorso, trovò una critica eccellente. Puget, a Nizza, giovanissimo — sta ora sfiorando i trent'anni — era stato un brillante avvocato, quindi poeta, con due volumi Pente sur la mei- e Miracles de dormeur, poi, con la vocazione pel teatro, s'intruppò tra i surrealisti, s'accampò a Parigi, redattore dì B?'oi;o e collaboratore di riviste. La tigne de coeur fu il suo primo saggio e, come tale, soprattutto, venne giudicato con stupore: come saggio, si badi, che parecchi ambirebbero di avere scritto, ma che nessuno s'assuefferebbe a ritenere definitivo. Avvenne, press'a poco, quel che avvenne alla prima dell'Alfe heureux di Natanson: e le due commedie, guarda un po', filano sullo stesso marivaudage, sulle spume dello stesso sorriso, appena, appena, iridescente. Lodi copiose, dicemmo; e le più appropriate queste, di Maurice Rostand: dti Sacha Guitry moins parisien sur le quel il y a convme un peu de carneval de Nice et une goutte d'Alfred de Musset. A nostro avviso, più sgocciolante, forse, di De Musset che non di Guitry, e l'onore che gli facciamo è dunque enorme; ma nei tempi così poco incipriati e romantici che corrono, chi s'arrischierebbe di organizzare per De Musset una formazione apposita, sulla quale fidare per successo di scena e dì eassetta? Eppure ciò che non si sarebbe mai tentato pel Maestro, lo si è tentato per il pallido scolaro.. Che cosa ci ha visto Picasso in più dei deliziosi giochi di persiflage al primo atto, della trovata sulla singolare professione de! protagonista, costruttore di viaggi illusori per ogni paese del globo, mercè etichette per valigie, conti di albergo e cartoline illustrate? H travestimento che alimenta l'equivoco -idegli altri atti è vecchio se non quan- o to la barba di Noè, almeno quanto l quella di Nerone che Poppea, disgustanita, gli fece radere. Commedia piacevol jlo e delicata da repertorio o i a i o , ò e o a a a n i a a! | a a e a i i o e r le e delicata da repertorio e niente altro. Ciò nondimeno, Picasso, duro, trova (o cerca) i quattrini, spende ingegno e fatica e falla. Mirabile fede per certi aspetti; però fede vieppiù ammirabile se l'avesse impiegata altrimenti; magari risparmiandone uno zinzino ed uno zinzino risparmiando sulla stessa fatica e sul denaro. Purché fosse rimasto a casa nostra si fosse guardato 'd'attorno o, solamente, avesse riguardato quel suo primo cartellone dell'annata, in cui un altro autore italiano era annunciato e restò allo stato d'annuncio. E se non quello, tentativo per tentativo, altri... Ma che credete? Picasso e compagni ci ricascheranno. E chi protesta ed urla, come le statue di Gong o Magong, urlerà infinitamente al vento. E, quel ch'è peggio, molti, troppi italiani, rimarranno, inetti e placidi, in ascolto. O forse, qualcuno, seccato, si turerà le orecchie. Perchè è cosi, è cosi... * I giornali italiani si sono intestarditi a spacciare per pagliaccio quel compagno di Groock, l'elegantissimo Max, che, licenziato dal padrone gli ha fatto causa, pretendendo un grosso indenniz|zo. E sui duo presunti clown's in litigio s'è favoleggiato di rivalità a dovìzia. Ma no, che Max non è stato mai un buffone! Max era il partner musicale di Groock, il suonatore eclettico che passava dal pianoforte alla fisarmonica, dal sassofono all'oboe, con tanto di frack addosso ed un mezzo cipiglio in volto. Max non rideva, nè faceva ridere. Accanto a Groock pareva lui il padrone, il direttore, l'impresario; e tuttociò era nel ruolo. d aa f. noro a n* Si scoprono certe opinioni di Immortali che fanno raggricciar la pelle. Panzini ha pescato un'epistola di Cicerone, l'oratore ed il filosofo del più puro e disinteressato dovere, in cui, a cinquantanni, dà consigli dì cinismo e di egoismo che Marziale neppure avrebbe epigrammati per ischerzo. In questi giorni La Vie di Parigi ha trovato, a sua volta, una lettera di Victor Hugo nella quale il Grande, rifiutando, sdegnato, ad un editore l'autorizzazione di ridurre per la musica un suo dramma, scriveva : la musique a abruti l'Italie et, en ce moment, elle est en traiti d'abrutir la France. Je ne veux parteciper en rien à cette oeuvre devastatrice. Le opinioni degli uomini, specie se Immortali, non si conoscono mai abbastanza... * Gianfranco Giachetti, artista pensoso, aristocratico, raccolto, è il più fotogenico tra gli attori italiani, tanto che ad Hollywood se ne sono accorti e gli han fatto preposte invitanti. Dalla parlata veneta a quella inglese e oboli gatoria per contratto. Beyil, ndlitectamauucptoqlasszdgepfmlqpstccdNvgccnvvlfiassanvrrSicuc1mmp

Luoghi citati: Francia, Hollywood, Nizza, Parigi, Roma, Samo