La superba sfilata dei grenatieri dinanzi al Duce

La superba sfilata dei grenatieri dinanzi al Duce La superba sfilata dei grenatieri dinanzi al Duce La Messa al campo con l'intervento dei Principi di Piemonte = Il corteo all'Altare della Patria = L'elogio di Mussolini all'Arma fedele = Il Principe Umberto assiste al rancio Roma, 23 notte. AI campo dei granatieri, al Testacelo, la sveglia ha suonato anche stamane alle 6. Non si torna soldati per nulla. Giovani e vecchi commilitoni sono sbucati dalle tende su cui per tutta la notte aveva tamburellato la pioggia ed hanno tratto gli oroscopi scrutando il cielo. La terra era bagnata, ancora piovigginava "ma l'orizzonte accennava a schiarirsi. Il programma di questa seconda giornata, di cui ogni granatiere aveva con sè una copia più o meno sgualcita, recava nella sua prima riga: Ore 8, Messa al Campo nella caserma del secondo Reggimento Granatieri. Mezz'ora prima delle 8, con puntualità più che militare, la Brigata era al suo posto, ammassata in doppio quadrato nel vastissimo cortile della Caserma Umberto I, a Santa Croce. E qui tutto era già pronto per la ce- ccduslddgbfcvcRedsziDrimonia. Le truppe"del"reggimento era-itno schierate per Compagnie affiancate j l3 r a o l e . ei r o i o i a i e e cSvgtfsommità un'alate «OTàfc^SqjVaglie volo, un Altare da Campo mette- ^va la bianca nota dei suoi lini e dei suoi ceri sullo sfondo di un rosso drap- |peggio sormontato dallo stemma sa- baudo. in fondo al cortile; dinanzi a loro, gli ottomila granatieri in congedo levavano alte, sul fronte dello schieramento, le sete dei gagliardetti e degli stendardi in mezzo a cui spiccava lo scintillio del medagliere circondato dalla sua scorta d'onore in grigio verde. Uno spazio rettangolare era stato lasciato libero e nel centro, presso una colonna dalla cui t Principi di Piemonte Poco dopo le 8, uno squillo di « attenti! » seguito dalle note della Marcia Reale: il Principe e la Principessa di Piemonte sono giunti. A riceverli si fanno incontro il Comandante il Corpo di Armata gen. Goggia, con il Comandante la Divisione gen. Zucchi ed il Comandante la Brigata Granatieri gen. Baffigi, i generali Albricci, Scappucci, Graziosi, il console Berretta, Presidente dell'Associazione Nazionale Granatieri, con il Direttorio al completo, e varie personalità. I Principi sono accompagnati dal gen. Clerici, Primo Aiutante di Campo del Principe, dalla contessa Brandolini d'Adda e dalla Principessa Borghese di Sulmona, Dame di Palazzo di S. A. R. la Principessa, nonché dal Gentiluomo di Corte Principe Borghese di Sulmona. Il Principe Umberto, che indossò già i bianchi alamari e di cui il vicino Museo dei Granatieri conserva l'originale del giuramento prestato come sottotenente, passa in rivista lo schieramento dei gagliardetti, saluta il medagliere con la mano alla visiera, sorride a quelli della sezione di Cremona che sulla loro bandiera portano la sua effigie. Poi, seguito dal console Berretta, percorre fino in fondo il molteplice schieramento mentre le musiche suonano e gli invitati borghesi applaudono e gridano entusiasticamente: «Viva il Principe! ». Dopo aver passato in rassegna anche le truppe del 2° Reggimento, il Principe e la Principessa di Piemonte si fermano presso la facciata della palazzina centrale della caserma, dove bianchi lenzuoli coprono otto lastre marmoree su cui sono incisi i nomi dei Caduti e le motivazioni delle medaglie d'oro guadagnate dai Granatieri durante l'ultima guerra. Ad un cenno del Principe, che si pone sull'» attenti », risuona uno squillo di tromba e le lastre vengono scoperte, mentre nell'aria salgono le note dell'Inno al Piave. Il Principe e la Principessa prendono ora posto nella tribuna eretta per loro a lato dell'altare, e qui chiamano i parenti dei Caduti, con i quali si trattengono affabilmente. Vi sono tra gli altri la mamma Samoggia ed i genitori della Medaglia d'oro Rocco: a loro i Principi testimoniano una particolare affettuosità. La Messa al campo è celebrata dal cappellano del 2° Reggimento, Don Luigi Quadri, assistito dal cappellano del V\ Don Rossi. Servono due granatieri in congedo decorati di medaglia d'oro. Il silenzio è assoluto, e si odono distintamente le parole dell'officiante e le risposte dei due granatieri. Solo di quando in quando un rumore si sovrappone al mormorio delle preghiere: è un rombo di ali e di motori perchè sul cielo della caserma passano e ripassano triangoli e cunei di velivoli, omaggio delle forze aeree a questa cerimonia di fraternità militare. Terminata la Messa, la Principessa di Piemonte scende dal palco, si avvicina al gruppo delle nuove « colonnelle » delle Sezioni, ne prende una e dopo averla liberata dalla guaina di velo la porge al sacerdote che traccia nell'aria il segno della croce e la benedice. Uguale gesto compiono le altre madrine e tutte le « colonnelle » delle nuove Sezioni vengono cosi benedette. Ce n'è una piemontese, quella della Sezione di Novara, che è tenuta a battesimo dalla contessa Vittoria Marini. Chiarelli di Villacortese. Mentre una bimba e due signorine !offrono fiori alla Principessa, il console Berretta, a nome dell'Associazione, faomaggio al Principe di uno scudo di bronzo finemente cesellato contenuto in un artistico astuccio di cuoio. Egli accompagna il dono con le seguenti parole: - i « Altezza Reale, graziosa Principes- - sa. Questa cerimonia, che volutamente i si svolge qui nella Caserma del glorioso i 12" Granatieri all'augusta presenza delle e j Vostre Altezze Reali e dei Reggimenti i in armi della nostra gloriosa Brigata, non è solo il battesimo ufficiale delle « colonnelle » alle quali S. A. R. la Prin- cipessa di Piemonte si è degnata concedere l'altissimo onore di essere madrina, ma è anche un po' il battesimo ufficiale dell'Associazione tutta che risorge a nuova vita e, riunita per volere del Duce in comunità di spirito e di intenti con gli ufficiali e i soldati della Brigata in armi, ripete al Principe granatiere ed alla gloriosa Dinastia Sabauda il suo giuramento di indefettibile fedeltà. A ricordo di questa indimenticabile cerimonia, Vostra Altezza Reale voglia gradire questo modesto omaggio che le vecchie guardie offrono al futuro Re d'Italia ». Al Vittoriano Con questo la cerimonia ha termine e i Principi, mentre squillano le note della Marcia Reale, lasciano la caserma salutati da una imponente dimostrazione che si rinnova quando essi escono in piazza Santa Croce gremita di folla. Dal canto loro, i Granatieri, nuovamen- ite incolonnati, muovono alla volta del j l'Altare della Patria. Il corteo è quello che già ieri sfilò dinanzi al Re, con i Sardi e i Piemontesi in testa, poi via vìa le Sezioni disposte in ordine geografico; corteo severo e pittoresco in cui le figure, le foggie, il comportamento danno l'idea di un'uniformità che è fusione, forza, coesione; e le bandiere, i gagliardetti, gli stemmi, i cartelli richiamano l'idea di una varietà che è qjT di ^VuXXÌu ^^ft-US e££ ^ e aU , ^ t dei Granatieri, |aett fazione unità dell'Esercito comDattente in cui il valore, il sacrie , e a o e i è l a e i a e e . i. e ficio, l'eroismo non furono prerogativa di alcuna regione, di alcun ceto, di alcun gruppo, ma patrimonio, slancio, istinto, forza di tutto il popolo. Anche oggi come ieri la folla accorre a salutare i valorosi del Cengio e di Monfalcone, fa ressa dietro ai cordoni che chiudono gli incroci, saluta e applaude rivolgendo un'espressione particolarmente calda di grata e reverente ammirazione agli otto torpedoni che chiudono la sfilata e sui quali passano i Mutilati e gli Invalidi, i Veterani, le Madri degli Eroi dell'ultima guerra. Giunte in piazza Venezia al suono della loro storica Marcia, le colonne sostano il tempo necessario perchè un gruppo di reduci decoratissimi deponga sul tumulo del Milite Ignoto, al sommo della bianca scalea del Vittoriano, una corona di alloro. Un nastro reca la semplice dedica: « Al Milite Ignoto — 1 Granatieri in congedo ». Sul ripiano della Tomba un reparto del 2° Granatieri presenta le armi ed un gruppo di Ufficiali in fascia azzurra è sull'attenti. Quando il rito è compiuto, la marcia riprende ed il corteo sale sul monumento e sfila dinanzi al tumulo salutando con l'attenti a sinistra. Mussolini Quando tornano giù e passano dinanzi a Palazzo Venezia, una sorpresa attende le vecchie guardie: sulla strada c'è il Duce in divisa di Comandante della Milizia; il Duce, che in luogo di assistere allo sfilamento del corteo dal balcone del palazzo, ha voluto scendere nella piazza per vederli più da vicino i suoi Granatieri, quel Granatieri di cui egli esaltò ieri, nella sua visita al campo, le glorie trisecolari. Per oltre mezz'ora dura la bella sfilata. Ecco le salde colonne piemontesi, quelle ancora più numerose della Lombardia, e poi le Tre Venezie con gli stendardi fregiati del leone di San Marco; e poi l'Emilia e la Romagna: qui c'è un gruppo che non sfugge all'attenzione del Duce: il grup po di Forlì, gente che Mussolini conosce anche di persona o che gli lancia un «A noi! » prepotente e aggressivo. Seguono le Provincie dell'Italia Centrale, il giglio d'oro di Firenze, lo stendardo bianco e nero di Siena, poi la ! Campania, la Sicilia, la Liguria anche oggi spaesata con l'arguta epopea dei suoi cartelli alla maniera alpina; infine il Lazio che fa gli onori di casa e chiude il corteo, e poi gli otto torpedoni. Tutti, passando dinanzi al Duce, salutano romanamente e lanciano l'« A noi! ». Mussolini è sempre con il braccio teso; ammira il comportamento delle vecchie guardie; osserva le medaglie e le bandiere, interroga il console Beretta che gli è a fianco, si compiace con lui del superbo spettacolo; poi, quando lo sfilamento è terminato, scompare nell'interno di Palazzo Venezia con il Direttorio dell'Associazione, con i presidenti delle Sezioni e con la mamma del granatiere Samoggia caduto in guerra e Medaglia d'oro, che ha voluto presso di sè. Intanto, nella piazza, tutti gli sbocchi vengono aperti e la folla, che finora era stata tenuta indietro perchè non ostacolasse lo svolgimento del corteo, irrompe impetuosa gremendola. Migliaia di voci reclamano il Duce. Passa qualche attimo nell'attesa e infine il balcone di Palazzo Venezia viene dischiuso. Un frastuono indescrivibile, una tempesta di applausi, un fragore di grida e l'inno «Giovinezza» intonato dalle musiche. Il Duce è apparso al balcone e saluta romanamente più volte rispon- dpzonfipcimscmcpprrminvvnslntmsge aidendo in tal modo all'entusiastica di i jmost'-azione. Quindi, rientrato nella o > Sala del Mappamondo, riceve il console i j Beretta, presidente dell'Associazione i Nazionale Granatieri, insieme con i membri del Direttorio e i delegati re- - gionali e o \ e j II console Beretta offro al Capo del i Governo una statuetta in bronzo ri I Granatieri al Duce , producente un granatiere in divisa e della prima metà dell'SOO, accompa- gnando l'offerta con le seguenti parole: a ù e l n a a i o l ; , , a e n . . » - « Duce, i camerati che ho l'onore di presentarvi rappresentano al completo i quadri dirigenti dell'Associazione. Essi sono tutti fascisti e la loro opera di ordinamento e di ricostruzione dell'Associazione, spesse volte difficile e delicata, è sempre stata improntata a quel sano spirito fascista che, messi da parte i personalismi, gli interessi e le .ambizioni dei singoli, mira direttamente alla mèta che Voi stesso ci avete additata. « Duce, come già vi dissi, l'Associazione ha camminato e cammina; molta strada vi è però ancora da percorrere. Sprone alle difficoltà da superare ci saranno le difficoltà già superate, ma soprattutto la Vostra parola, o Duce, che non solo per noi dirigenti ma per tutti i Granatieri 6 comandamento. Il modesto ricordo che i Granatieri offrono al Bersagliere Benito Mussolini e che io a loro nome vi prego di accettare vuol dirvi sovrattutto questo: vuol dirvi che i Granatieri tutti, come hanno sempre risposto « presente ! » come un sol uomo Illa voce della Patria, cosi risponderanno alla Vostra che con essa si identifica, oggi, domani, sempre! ». La Medaglia d'oro generale Bignami, a sua volta, consegna a S. E. Mussolini un « album » artisticamente rilegato contenente i nomi dei decorati della Brigata.. Il Capo del Governo ringrazia vivamente compiacendosi per lo stile ed il comportamento dei Granatieri ed incitanóloli a rafforzare la loro organizzazione e dando loro convegno a Roma per la prossima adunata in occasione del ventesimo anniversario dell'entrata in guerra dell'Italia. « Duce ! Duce ! » I presenti nella sala accolgono con vibranti acclamazioni le parole del Duce, ma più vibrante sale il grido della folla che infittisce nella piazza e vuole che il Duce torni ad affacciarsi. Con particolare insistenza chiedono di vedere Mussolini i granatieri in congedo che, dopo la sfilata, rotte le righe, sono tornati indietro ed ora scandiscono con le voci poderose l'invocazione: « Du-ce, Du-ce! ». Mussolini fa cosi riaprire il balcone, si affaccia di nuovo, questa volta avendo a fianco la mamma Samoggia sul cui petto scintilla la medaglia d'oro conquistata dal figlio eroico morente con la divina bugia. Questa nuova apparizione del Duce e la presenza al suo fianco dell'umile donna che appare profondamente commossa del grande ma meritato onore riaccendono dovunque fiammate di entusiasmo. Si grida, si agitano i cappelli, i fazzoletti, le bandiere. Infine Mussolini fa cenno di parlare; il silenzio si ristabilisce e il Duce, con la sua voce forte e vibrante, rivolge alla massa dei granatieri parole di saluto elogiandoli per il modo superbo con cui hanno sfilato. Nuove acclamazioni salutano le parole del Duce il quale, rientrato poi nella Sala del Mappamondo, accoglie l'ossequio dei dirigenti dell'Associazione Granatieri che, al colmo dell'entusiasmo, fanno echeggiare sotto le volte severe le note dell'inno « Giovinezza ». Mussolini, congedandoli, ha per tutti nuove espressioni di compiacimento e abbraccia mamma Samoggia che non riesce più a frenare le lacrime. Con negli occhi la visione dell'intensa mattinata vissuta, i Granatieri hanno fatto ritorno al campo; qui si è recato, alle 13, S. A. R. il Principe Umberto per partecipare, in mezzo ai soldati, al rancio delle vecchie guardie. Il Principe, accompagnato dal generale Clerici, suo aiutante di campo, all'ingresso del campo è stato ricevuto da S. E. il Ministro della Guerra gen. Gazzera, dal Segretario del Partito on. Starace, dal Capo di S. M. della Milizia gen. Teruzzi, dal console Beretta presidente dell'Associazione Granatieri, dal gen. Anfossi comandante del campo, dal Governatore di Roma, dal Prefetto, dal Comandante del Corpo d'Armata gen. Goggia, dalle Medaglie d'oro gen. Bignami e on. Amilcare Rossi presidente dell'Associazione Nazionale Combattenti, da molti ufficiali generali e superiori dell'Esercito e numerose nersonalità. ' a e e i - l a : Per tutto il campo, dove era addensata la massa dei Granatieri, ha echeggiato un grido possente: «Viva il Principe Ereditario! Viva il Principe granatiere! ». Il Principe, che appariva assai lieto di trovarsi far i soldati tanto benemeriti della Nazione, ha risposto con affettuosa affabilità a questa dimostrazione e, continuamente circondato dalla folla imponentisslma, si è avviato al centro del campo ove sorge la tenda del Comando in cui era apparecchiato il rancio. Egli si è seduto al tavolo comune avendo a fianco il gen. Gazzera e il Segretario del Partito, mentre continuavano al suo indirizzo le più clamorose manifestazioni. Alle 14,15 il Principe ha lasciato il campo e alla sua partenza si sono rinnovate, ancora più vibranti ed entusiastiche, le testimonianze di affetto e di devozione dei Granatieri d'Italia. Nel pomeriggio di oggi, come già ieri, i graditi ospiti di Roma si son-* sparpagliati a piccoli gruppi per la città addensandosi soprattutto intorno ai monumenti più celebri. Poi, in serata, ritorno agli attendamenti per it rancio e il riposo. Meritato riposo dopo una giornata come questa, defatigante ed emozionante quasi come unn giornata campale. ENRICO MATTE!.