La corsa decisa allo "sprint,,

La corsa decisa allo "sprint,, La corsa decisa allo "sprint,, Ferrara, 17 notte. Battesini l'ha finalmente spuntataA Vicenza era stata una maledetta gomma che al momento decisivo della volata gli aveva giocato il brutto tiro di uscire dal cerchione o di obbligarlo a frenare l'impeto col quale rinveniva su Guetra. E non fummo in pochi ad avere l'impressione che, senza questo incidente, il vincitore della prima tappa dal « Giro » sarebbe stato il ragazoito ventenne della pattuglia dei «c garibaldini ». A Udine sapete come o perchè non gli fu possibile adoperare i suoi mezzi di velocità per strappare la vittoria rubatagli il giorno prima dalla sorte. Ma il fatto di aver battuto tutti gli assi nel gruppo che segui tre giunti staccati fu un'altra dimo strazione della più ampia possibilità in caso di arrivo disputato in pistaE oggi il bel sogno del « balillone » una realtà. La lotta in volata Leggerete in seguito come si è svolta la lotta sui quattrocento metri ,asfaltati del campo della Spai. Qui ntraggo solo il giudizio tecnico su quoto tipico routier-pistard che, non perfetto su strada, ha doti eccellenti pele corse non eccessivamente dure e non mai-toriate da salite e per le risoluzioni clic richiedono il pronto e totale rendimento della macchina umana negli ultimi duecento metri di esse. In queste difficili circostanze Battesini sa comportarsi con estrema decisione ed intelligenza, sa prendere a tempo la miglior posizione, sa produrre tempestivamente lo sforzo e sostenerlo alla maniera dello sprinter puroEgli ha battuto i nostri più reputatfinalisti come si devono ritenere Guerra, Di Paco, Binda, Mara, PiemontesiNon parlo degli stranieri, fra i qualil solo Stoepel ha fama di essei-e pericoloso agli arrivi. Ma non vi sarete certo dimenticati che egli ha fatto altrettanto un giorno col fior fiore deciclismo internazionale adunato al Giro di Francia, in uno dei pochi e più regolari arrivi in pista della grande corsa francese. Non è quindi una sorpresa quella di oggi; è la conferma del valore di uno dei nostri giovanissimi e della minaccia che egli rappresenta per tutti, nessuno escluso, ognqualvolta la tappa sarà decisa in velocità Tanto più che egli forma con Piemontesi un binomio formidabilper queste situazioni; e il risultatodierno è appunto il frutto dell'intesa fra due grigio-bleu, perchè prima della campana essi si sono trovati padroni delle prime posizioni e hanno obbligato Gueira ad impegnarsi prema turamente, in modo che, quando questi ha cercato di respingere l'attaccdell'allievo, si è trovato a corto di risorse, e quando Di Paco si è fatto innanzi era troppo tardi. .In gioco pela vittoria non sono stati che questuomini, che Binda non è parso mamolto pericoloso e Stoepel è andatcalando, al contrario di Menegazzi chè rinvenuto molto forte, ma neppurlui in tempo. Mara e Girardengo non hanno potuto districarsi dalle posizioni di rincalzo. Gli altri sono seguitnella scia senza nessuna pretesa. Le previsioni si sono avverate Ho detto del vincitore e dell'episodio elle ce l'ha dato. In quanto alla corsa che ci ha portato alle porte dFerrara c'è, in proporzione, molto meno da dire. Le previsioni, che non erano solo mie, si sono pienamente avverate. Ci sarà solo da rilevare chsu di un percorso facilissimo tra i facili, in una giornata che è parsa meno pesante per calura delle precedenti, la media è la meno alta finora ottenuta. E di non poco. In rapporto a tale rilievo è l'altro: che quella coloritura a base di episodietti e di scattche ha caratterizzato la prima tappa ed anche la seconda sino al colpo dBuse, è stata meno vivace che nei primi due giorni. La causa non deve esser stata tanto la minor freschezza degli uomini, quanto la persuasione che battagliare sarebbe stato inutile e che prender-ne l'iniziativa sarebbe stato fare il gioco degli altri. Ormai, coloro che pensano sul serio di vincere il « Giro » tengono in riserva le loro cartucce da sparare contro la maglia rosa per le tappe che presenteranno quelle salite die non sono di suo gusto. In. piano Buse-, ed, i suoi < compa¬ qnalenno si metterà di buzzo buono anettare lo scompiglio tra le file. gni non scherzano; se le altre squadre fossero d'accordo, o pensassero ognuna di contribuire all'attacco del leader, questo potrebbe essere portato in ogni momento. Ma questo non è; sarebbe inutile e tedioso rinnovare le critiche già fatte ad uno siato d'animo e ad una mentalità che proviene da una situazione elio dura da anni. Il dualismo Guerra-Binda impronta di sè questa corsa, come ha improntato tutte quelle che in Italia si disputano da due stagioni. E rende schiavi anche i corridori stranieri, ai quali non si potrebbe certo fare l'appunto di non intromettersi a spezzarla e dominarla. Belgi e francesi (lascio i tedeschi che da Udine hanno un loro chiaro programma di difesa che è più che logico) aspettano di vedere quel che fanno o vogliono fare le squadro dei due avversari, considerati i migliori corridori del mondo, specie in casa loro. Demuysère e Verwaecke, Antonino e Pierre Magne, pensei-anno, non a torto, che non spetta ad essi render dura la vita a Buse e l'obbligo morale di vincere il «Giro d'Italia ». Eppure anche oggi se s'è vista qualche maglia di aggruppato condurre il gruppo e scuoterlo con raffate rabbiose, erano quelle di Merviel e Godinat, di Demuysère e Verwaecke, di Heitmann e Luisoni. Dei gregari di Guerra e Binda nessuno si è fatto mai vivo e a massimo Bergamaschi e Rinaldi, Canazza e Pesenti, si sono messi alla caccia quando si profilava la probabilità di una sorpresa. Le uniche modificazioni notevoli alla classifica, generale sono state portate oggi dall'incidente avvenuto in prossimità dell'arrivo. Il quale ha fatto la sua maggiore vittima in Camusso. Il suo ritardo non è grave, ma oltremodo spiacevole perchè iniqua è la sorto che l'ha inflitto a quello dei leaders, che finora si era distinto per maggiore attività. L'attesa per la tappa odierna La tappa di domani è l'ultima di quelle esclusix-amcnte piano. Andremo per Bologna.. Faenza, Fori), fino a S. Arcangelo, per la piatta via Emilia, ed a questo punto avremo compiuto 172 dei 215 chilometri che comporta la Ferrara-Rimini: poi ci interneremo salendo velocemente sino a Verucchio, scenderemo di ottanta metri e quindi risaliremo al bivio che conduce alla Repubblica di S. Marino, superando in 5,5 chilometri 244 metri. Di lì non ci saranno che 23 chilometri di discesa per andare all'arrivo. Come si vede, questa che si può dire la prima salita che incontriamo sul nostro cammino, è tutt'altro che severa e si presta anche alle possibilità di non eccezionali arrampicatori. Non è presumibile che ì migliori possano essere messi in difficoltà dalla scalata, mentre non è da escludere la probabilità di sorprese nella discesa, nè che i non specialisti della montagna, come può essere considerato Buse, trovino superiore ai loro mezzi la visita a S. Marine, specie se La tappa è quindi attesa con una certa ansietà; comunque, Rimìni meterà, la parola fine alla prima parte del Giro, quella caratterizzata dall'estrema facilità dei percorsi; ed entreremo «elto soiia montagnosa 2«ftJe sor. ra collaudata la consistenza della posizione conquistata da Buse e verranno indubbiamente a galla i valori degni di aspirare alla vittoria finale. La partenza da Udine Mi avviavo stamane a prendere notizie di Guerra e l'ho incontrato su per le scale dell'albergo che scendeva a fare colazione. L'espressione serena, quasi sorridente, del bell'atleta, mi ha subito rassicurato sulle sue condizioni di salute che ieri davano ancora da pensare. « II dolore al polpaccio non c'è più, ini dice, e speriamo che non torni più. Ma ancora devo sapere da che cosa esso derivava. Forse da una vena ». E t»/a£ti nel punto ieri dolorante della... biella della « Zocomotiua » risultano alcune vene gonfie azzuirine e serpeggianti. Trovo nell'appartamento dei tedeschi, Buse che sta indossando con un certo sussiego la maglia rosa. Egli mi dice, confermando le mie previsioni di ieri, che oggi starà a guardare quello che fanno gli altri e i suoi compagni gli faranno da buona guardia. Nessuna novità nelle squadre nazionali tutte al completo, all'infuori della bianco-celeste che, come sapete, ha perduto. Marchisio. Mentre si svelgono le operazioni di partenze, avvicino Gerbi, meno immusonito e truce del solito. Mi saluta e mi dice: — Ma non sa che cosa mi è capitato ieri'! Mi son visto arrivare un telegramma che diceva: «.Attendiamo la vittoria ». Ah! buona gente, che cosa volete aspettarvi da un povero diavolo di quasi 50 a!!«i? Oggi sono quelli lì che devono dare queste soddisfazioni... — E indicava Di Paco che stava vicino a sentire. L'aitante toscano intervenne subito: — E oggi ho proprio l'intenzione di vincere. Mi sento così bene ed ho tanta fiducia che ho scommesso una cena con Girardengo. Alle 8,30 i controllori hanno finito il loro compito. Dobbiamo portarci a prendere il *. via » fuori di città al PoìUc sul Comor, dove alle 8,40 ha inizio la Udine-Ferrara, con una scappata di Bergamaschi e Canazza che Thierbach imbriglia prontamente. La irriqnietezza dell'inizio dura circa una ora, cioè fino a S. Vito, che Decroix, Moineau e Merviel si prodigano con una serie di attacchi che però lasciano il tempo che trovano. Nè a nulla conclude lo spunto di Cignoli che, con Fatticcioni, Thierbach, Bergamaschi, Mammina, Bonaeina, riesce a formare un gruppetto che precede di cento metri gli altri, riportati poi in avanti da Rovida. Una volata di Battesini alla entrata di Codroipo, una foratura diCamusso, che rientrerà poi con Orec-chia e poi una caduta in cui fannomucchio Piemontesi, Molinar, Meini,Bovet, Cavallini ed Erba. Il primo esce fuori con una ruota rotta, che può cambiare subito. Breveè l'inseguimento dell'infortunato, per-che dopo S. Vito (Km. 55), i primivanno senza faticare; /inora la mediaè di 33, ma poi diminuisce, perchè la strada è oltremodo sassosa e polverosa, tanto che appieda l'uno vicino all'altro Binda Albino, Erba, Stoepel e Tramontini. Finalmente imbocchiamo la nazionale per Treviso, poco prima di Motta (due ore di marcia e 00 Km. di strada) all'arco della cui porta figura un enorme cartellone che ha scritto quest'ordine imperioso degli sportivi locali : « Girini italiani! vendicate la sconfitta di Udine! », invocazione questa che stona con il lontano ricordo di ben altre competizioni. Iniziative che sfumano Da Motta a Ponte di Piave si incarica di ravvivare l'andatura l'isolato Erba con un buon passo e qualche battuta di velocità. Un minaccioso allun!'° effettuano dopo il paese Mmoni e Bovet, che si portano cento metri avan¬ ti Pesenti, agnoli. Negrini, Venvaecke, Canazza e Ferioli. ma Tierbach e poi Camusso riallacciano la fila. In questo momento Cremo è con una gomma a terra. Erba, dopo due scatti eli Eeripli g di Merviel, riprendo il po.- aio di vedetta e lo tiene a lungo e con brio quasi fino alle porte di Treviso. Tutti seguono con facilità sulla perfetta strada di asfalto e nel meriggio non affocato dal sole, die ogni tanto si nasconde dietro le nuvole bianche che sembrano banchi di ghiaccio vaganti sull'azzurro. Una foratura di Giacobbe e il rallentamento della marcia sono gli unici spunti di cronaca nei 12 chilonc(,.j cne c{ portano al rifornimento ai Scorze. siamo a meta gara. La media tocca quasi i Z2, ma non si è concluso niente e .,j 6 scmpre (n attesa di vedere qualc!le cosa dl bU01l0 e a, sen0_ Le speTan. -e non sono molte> percllc non si veae w minimo accenno di intenzioni offensive c la marcla co„tlnu„ in tono uni Memi, appiedato da una gomma, ha aPP™à « tempo di raggiungere la compagnia che anche la gomma nuovasibila fuori l'anima sua; ma non gii costa caro riprendere insieme a Heimann; i due risalgono alle prime posizioni a dare due strappi violenti, ai quali seguono quelli di Meinl, Bertoni, Grandi e Scorticati. Poi torna alla carica Heimann, quindi entrano in scena Pomari e Ferioli, che rimanaono con Bertoni, Thierbach, Bergamaschi un mezzo centinaio di metri avanti a tutti fino die è esaurito lo slancio di una serie di volate. Ma nulla di fatto neppure questa volta: a Padova (Km. 148), la numerosa compagine ha resistito a tutte queste offensive spicciole e individuali. Sono le 13.15. Abbiamo ancora da percorrere 77 Km. per giungere a Ferrara.Dopo Padova, la strada è un largo orlo levigato al canata del Brenta e l vento si fa sentire alle spalle: e tutto favorevole, dunque, per la velocità, e si mettono sotto i rapporti grossi. Fino a Monselice si sfoga a dare strapponi verwaecke, ben vignato aa Canazza, che in queste sue terre vuol onere una posizione d'onore. Anche Mara fa la parte sua in questa fase, che però sì esaurisce sull'imcrminabue rettilineo che conduce a Stanghella. Appena passato questo paese parte n volata, Godinat, alla cui ruota si attacca Bergamaschi. Quando i due hanno preso un centinaio di metri, il francese invita l'italiano a coadiuvarlo nel tentativo. Ma non trovando risposta favorevole la 'smette e il gi-nsso sopraggiunto va agli ordini di Kimoni. Siamo tutti insieme a Rovigo alle ore 14,34. Dopo Rovigo ci si attendo almeno l'inizio di quel finale rabbioso, veemente, disgregatore, che naturalmente non manca quando, dopo una corsa tutt'altro che massacrante, ci si aiwic-ina in troppi all'arrivo. Ma anche questo finale è ridotto a modeste proporzioni Non bastano infatti le tirate di Luisoni e Blattmann; la prodigalità di Vitali, le frustate di Merviel, tutte cose dpochi secondi e di poca entità, per inscenare l'attesa fase degli ultimi chilometri. In vista di Ferrara saranno un'ottantina almeno gli uomini che possono sperare dì essere classificati col tempo del primo. E la selezione che avvienea poco più di un chilometro dalla finenon è davvero quella sperata. Essa è provocata da una numerosa cadutache toglie di mezzo Camusso, Giacobbe, Memi, Frascarelli, Vitali e Negrini.Un gruppo di 85 corridori a FerraraIl primo ne esce il più malconcio, che riporta una leggera ferita al inento e spezza una ruota. Può effettuare subito il cambio, ma ormai non potrà più riprendere i primi. Altrettanto dicasdi Negrini. Rimangono così 85 uomini a contendersi la vittoria di tappa; ma solo una parte di essi è fatta entrare in pista, escludendo quelli di coda che non avrebbero fatto altro che creare confusione. Nel campo della Spai fanno il loro ingresso nell'ordine BindaDi Paco, Piemontesi, Battesini, Stoepel e Guerra. C'è da fare un giro e mezzo di pista. Piemontesi abbordando ia prima curva toglie, con Battesini, Binda dal comando e alla campana aumenta progressivamente, portandosi sulla ruota Battesini, Stoepel, Binda e Guerra. Questi, ai 350 ??ictri, avanza al largo e di colpo si porta in testa. Allora Piemontesi, che ha già esaurito il suo compito, lascia a Battesini quello di prendere la ruota di Guerra; terzo è Stoepel e quarto è Binda. Al centro del penultimo rettilineo Guarà entra in piena azione e già si pensa, che essa debba essere irresistibile e progressiva, quando Bat- i e e i a e . e tesini ai 180 metri gli si affianca a poi cerca rimontarlo in curva; all'entrata del rettilineo d'arrivo i due sono alla pari, ma negli ultimi cinquanta metri Battesini fa un balzo in avanti e resiste bene al ritorno di Di Paco, al quale avevano dovuto cedere Stoepel, Binda e Guerra. Menegazzi, invece, anch'egli fulmineo negli ultimi cinquanta metri, non può che aver ragione di Binda. Belloni, danneggiato al momento culminante, riesce a fare il sesto. Folco, con uno sprint incalzante riesce ad occupare il decimo posto, prendendo così la vittoria di categoria. Girardengo e Mara, anch'essi presi in mezzo allo scompiglio finale, devono rinunciare ai primi posti. GIUSEPPE AMBR0SINL