Arte e sindacalismo

Arte e sindacalismo Vecchio Piemonte artistico Arte e sindacalismo La pubblicazione della nostra nota critica di ieri: « Vecchio Piemonte artistico: Pittori di ottant'anni », non è stata senz'effetto nel determinare un provvedimento che già da varii giorni pendeva come una spada di Damocle sulla mostra di pittori piemontesi organizzata nelle sale Codebò per iniziativa di A. M. Comanducci, quasi a corollario di quel suo dizionario (ancora in corso di stampa) dei pittori italiani dall'Ottocento ad oggi. Per intervento del Sindacato regionale degli artisti piemontesi, la mostra — che doveva inaugurarsi ieri — è stata vietata dall'Autorità, perchè contraria alle norme sindacali che disciplinano l'allestimento, la gerarchia, il carattere delle pubbliche et.pnsizioni d'arte. Scrivevamo infatti ieri, dopo aver cercato di definire il clima estetico della mostra: «Nessun criterio di scelta ha guidato gli organizzatori; nessuna limitazione critica li ha consigliati; un allegro disordine occupa le sale ». Era la nostra una implicita condanna di chi non si preoccupa (e, peggio, con il suo agire la contrasta) di quella «moralità » che secondo noi deve presiedere sempre a ogni manifestarsi — grande o piccolo che sia — di un fatto artistico: moralità che si risolve in un esempio di alta coscienza, di profonda serietà, di inflessibile severità, offerto al pubblico, cioè al popolo: poiché senza questa coscienza, serietà, severità del creatore verso sè stesso, verso la sua opera, verso i suoi simili, l'arte diviene cosa spregevole e vile, perchè tradisce ogni suo significato ideale. Tacevamo tuttavia (perchè ad altri spettava rilevarne ed impedirne l'assurdo) una circostanza anche più grave: che questa mostra, cosi come si presentava, e non lcpvsqnnPphittmsdsrsdaprcemmh ■ . _ . .spirituali nel secolo passato che esse* 1 do cresciuti e maturati in clima artisti- come in origine ci era stata annunziata ; da qualche espositore, contravveniva nettamente alla legge: la quale vieta a privati e ad associazioni di allestire pubbliche esposizioni regionali se non con il consenso o l'intervento o la collaborazione dei Sindacati regionali, quando non si tratti di mostre personali, o di gruppo o retrospettive, o comunque semplicemente culturali. Quando infatti tempo fa ci era stato parlato di quest'esposizione, ci era stato detto che si aveva in animo di radunare una piccola schiera di quei pittori anziani (anzianissimi, anzi) della nostra terra, quasi vecchia guardia, gloriosa e cara, del vecchio Piemonte artistico, pittori che avendo le loro radici l e u i i i a i a a i e co tanto diverso dal nostro, seguitarono a lavorare in completa fedeltà ai loro ideali estetici, alle loro tecniche, al loro modo di sentire e di esprimersi. E subito ci era sembrata questa una bellissima iniziativa, un'impresa culturale utilissima pei confronti ed anche per le lezioni che ne potevano scaturire, un doveroso atto di omaggio, infine, da parte dei giovani verso questi vecchi lavoratori dalle cui esperienze, dai cui travagli, dai cui errori — persino — tanto essi hanno attinto nel guidar l'arte incontro a nuove mète. Ma — invitati ad andare a dare una occhiata alla mostra che ieri dovevasi inaugurare — constatammo che le cose erano ben mutate. Accanto ai decani della pittura piemontese, ai Calderinl, ai Cavalieri, ai Follini, agli Stratta, ai Rossi, ai defunti Delleani, Pollonera, Reycend, che ci stavano a fare dieci e venti e trenta e quaranta altri diversissimi che non appartengono (per età e parecchi neppure per ispirito) a nessuna vecchia guardia piemontese e che contemporaneamente espongono alla Quarta Mostra Sindacale inaugurata sabato appunto al Valentino? Di qual significato — o polemico o di puro e semplice commercio — voleva vestirsi quest'esposizione ? Ci limitammo dunque a nominare e a segnalare quei pochi artisti che, secondo noi, conferivano vero ed originale interesse alla Mostra: Cavalieri, Carlo Stratta, Marco Calderini, Alberto Rossi, Carlo Follini, Enrico Reycend; e tacemmo tutti gli altri. Cra apprendiamo che — dopo abboccamenti fra gli organizzatori e Michele Guerrisi, segretario del Sindacato — stanno per iniziarsi le pratiche per una mostra limitata appunto a quegli artisti dei quali noi avevamo segnalato la presenza come moralmente significativa e culturalmente utile; aggiungendo i nomi di Carlo Pollonera e di Giacinto Corsi. La mostra si intitolerà, secondo il nostro suggerimento : « Vecchio Piemonte artistico ». Questo « incidente » artistico, che per la prima volta a Torino si verifica da quando vige l'odierno ordinamento sindacale, è una piccola, ma salutare lezione. Sta a significare che, mentre ormai dalle esposizioni sindacali regionali, da quelle nazionali di Roma, da quelle internazionali di Venezia, ogni visitatore accorto può rendersi conto della serietà e della disciplina con cui l'arte italiana prepara ed elabora la ricostruzione dei suoi sparsi valori ed il ritorno alle realtà più umane e plausibili; anarchia e disordine, faciloneria ed improvvisazione, non sono più tollerabili. mar. ber.

Luoghi citati: Guardia Piemontese, Piemonte, Roma, Torino, Venezia