Pittori di ottant'anni

Pittori di ottant'anni Vecchio Piemonte artistico Pittori di ottant'anni Se a questa farraginosa Mostra pittorica eie oggi s'inaugura a Torino nelle sale Codebò di via Po 4, si volesse dare un titolo, un'insegna o meglio un motto, si potrebbe benissimo scrivere sulla porta: «Al vecchio Piemonte artistico! ». Vecchio non tanto perchè almeno cinque o sei espositori,;da Marco Calderini a Vittorio Cavai-:iSaleri, da Carlo Stratta ad Alberto Rossi e a Carlo Follini s'avvicinino a gran passi all'ottantina (e qualcuno l'abbia già varcata), quanto perchè, pur nella gran confusione più di gusti che di tendenze di queste duecento e più opere, un modu.? pingendi domina sovrano e incontrastato. Il pubblico tranquillo e benpensante può accorrere in massa: qui troverà fedelmente conservati certi suoi ideali artistici un po' vecchiotti, qui tranquillamente potrà prendersi una piccola rivalsa degl spasimi che spesso gli fan provare le giovani generazioni con le loro irruen ze ed esperienze. Siamo cioè in pieno stile ottocentesco; siamo nell'alone più o meno luminoso di quell'astro che ancora brilla in molti rimpianti e in alcuni desiderii; siamo sui flutti schiu mosi d'una risacca che l'antico mareggiare d'un secolo defunto ancora spin ge intorno agli scogli sui quali venne a naufragare un'epoca, Naufragare? La parola ci è sfuggita, tanto abbiamo ormai l'orecchio abi tuato alle violente negazioni. Diciamo meglio: ad approdare. E se sùbito dopo l'approdo all'isola deserta toccò alla gran maggioranza la sorte di Robinson Crusoe, di ricominciare, cioè, dal principio e di abbattere la foresta vergine per procedere penosamente innanzi, non ci si deve stupire: che questa è una storia che sempre ricomincia, una specie di gran malattìa di crescenza di cui l'umanità sembra, a intervalli secolari, aver bisogno per emendarsi, per rinfrancarsi, por scontare i più neri peccati dei padri. In questa bizzarra Mostra siamo dunque con Robinson Crusoè prima del naufragio, quand'egli ancor vagheggia le traversate marine senza tempeste, le belle lunghe corse sul libero mare sotto l'azzurro cielo. Siamo in una atmosfera di serenità e di pace. Novecento? Futurismo? Espressionismo? Surrealismo? Fauvismo? Parole, in questo caso, vuote di significato; for mule ed espressioni senza rispondenza di estetiche. Un folto gruppo di pittori s'è raccolto sotto le bandiere di A. M. Comanducci, autore di un dizionario (in corso di stampa) dei pittori italiani dall'Ottocento ad oggi, ed ha mandato qui saggi di un lavoro che sembra essersi svolto lontano da ogni burrasca. Nessun criterio di scelta ha guidato \critica li ha consigliati; un allegro -ì disordine occupa 'e sale. "E tuttavia I l'esposizione non è senz'interesse e curiosità. La presenza di Lorenzo Dei- gli organizzatori; nessuna limitazione™in-„ 1; u„ e i l e e o a , a a e l e i l r . . : i - leani parrebbe conferire alla Mostra un carattere (a parte il valore artistico delle cose esposte) puramente culturale; ma ecco che lì acr~nto spuntano alcuni trentenne o quaiantenni a smentirlo solennemente. Non si può dunque pariare della Mostra come un fatto estetico in sè. Giova meglio scegliere pochi nomi, che più di tutti ci interessano. E per il primo quello di Vittorio Cavalieri. Da quanto tempo non vedevamo più esposte in una mostra tele di questo pittore piemontese? Orbene, quella d'oggi è un'occasione rara, ed è bene che il pubblico non se la lasci sfuggire. Troverà qui una sorpresa delle più gustose e rare: troverà un pittore che a settantadue anni dipinge icon un tal brio, con un tale impeto, con una tale freschezza d'immagini, d: colori, di sensazioni, che qualunque Siovanotto potrebbe invidiargli. E non e soltanto l'energia creativa che si sente vibrare in queste tele, a meravigliarci: è l'eleganza, la finezza, la. squisTtezza del tocco che sopravvive nella mano dell'autore di T?-jste inverno e di Tonio il galante. Ma quando si organizzano grandi mostre nazionali e internazionali, ci si ricorda dì Vittorio Cavalieri? Tra venti, fra trent'anni un jnovane critico « scoprirà » il Cavalieri; si scriveranno articoli, monografia si riconosceranno le autentiche doti d: questo artista insigne che oggi è, per ì più, se non un dimenticato, un sopravvissuto. Ci piace insistere su questo limitea e i l a, o, o si el è a a oe lra r oetlci r é li id'età: ottant'anni. Da quanti lustri unaltro ottantenne, Cario Stratta, l'allievo di Couture e di Fontanpsi non compariva più in pubblico? Amici suoi coetanei o quasi rammentano le cento figure dell'Arre Sacra nell'esposizione torinese del '98; pochi intimi sanno desuoi grandi affreschi nella chiesa dCastagneto Po e nel castello Cerianama per i giovani il suo nome è quellot^z^Tt^^ fè,q* 7^sua figura di ragazza che fa la calzain riva a un lago, che per nettezzalimpidezza, onestà di pittura costituisce una vera lezione. Sotto quel colore delicato ma fermo, entro quei contorn: precisi, sicuri, si sente un tcmpcramento d'uomo probo che s'identificacon quello de. pittore valente. Che cosa ci ha lasciato Stratta nnora? Checosa possiamo chiedergli adesso chha varcato l'ottantina? Rosta il rimpianto, per molti, di non aver capitoche cosa avrebbe potuto dare questo11 poverlavoratori tormidaartista, se la critica di un tempo, scommittenti accorti, avessero sollecitato e favorito il suo talento. E accanto a Ini Marco Calderini, Alberto Rossi, Carlo Follini, il Enrico Reycend : bili, dalle fedi sicuri ed immutabili. Glaltri, i molti altri, meno ci interessaniente, anche senza catalogo, tanto iloro « genere » è ormai familiare all'occhio dei frequentatori di mostreMa a quella vecchia guardia piemontese, anche se è ormai fuori dal nostrno. I visitatori li ritroveranno agevolclima estetico, anche se 1 nostri idealconvergono ormai ad altro punto dell'orizzonte, conviene mandare un saluto. E' il meno che possano fare lgenerazioni nuove, che si accingono asoffrire dei suoi stessi travagli, a rinnovare le sue medesime lotte. mar. ber.

Luoghi citati: Guardia Piemontese, Piemonte, Torino