Tra la gente che non ha fretta

Tra la gente che non ha fretta VIAGGIO I3ST OT_,A.3STPA Tra la gente che non ha fretta DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE DELFT, maggio. Quando l'Olanda ai poteva ijirarla in battello, tirati da un cavallo al trotto, il viaggiatore doveva riportarne il ricordo di una terra stratta, piena di miraggi; dove a ogni passo, sui bordo dei canali e dei jiumi, gli alberi e quel poco che sovrasta all'orizzonte appaiono un particolare inutile, un artifizio del paesaggio che si mira la testa all'in giù, e tende a vanificarsi. I canali e i fiumi erano delle vie larghe, mobili, sotto il cielo movimentato di nuvole, delle vie larghe e gioconde fra le praterie grasse che stanno per invaderli dalle rive quasi a fior d'acqua, simili a delle siepi, a spalliere di verzura. Qualche fiore trova sempre il modo di penetrare sulla superficie dell'acqua, sui tappeti di lemma che la fiancheggiano: iridi qua e là, lenti palustri, ninfèe. Dalle parti dove l'occhio arriva, altri canali, altri fiumi: strisele d'argento, d'azzurro, di smeraldo, d'ardesia, secondo i riflessi dell'ora, secondo la luce e il momento. Meglio, infinitamente meglio di adesso, chi viaggiava doveva sentire, allora, l'incanto di questa terra e goderne il segreto luminoso. Solo che non avesse fretta. La diligenza e la gondola Incredibile che sia, di gente che non ha fretta ce n'è ancora, ma sono soltanto olandesi. I trekschuit in uso dai turisti fino a non molto addietro (l'ottimo De Amicis era di quelli che se ne servivano) ormai non si ammi rano che dal finestrino del treno, e producono la curiosa impressione di essere stati costruiti per far sembra re il tragitto più lungo. La loro eleganza è di molto decaduta e sarebbe arrischiato farci intorno della letteratura. Le gondole sono un'altra cosa, Hanno evidentemente tra del barcone e della diligenza, e oggi che alla diligenza si sono sostituiti dei rotabili più ««loci, e che quanto a barche ce n'è di più moderne e di minori pretese, non stupisce di vederli messi da parte, cosi soli e, con tutto rispetto della tradizione, molto spesso anche fuori servizio. Chi se ne serve non ha fretta per la buona ragione che ci vive dentro, che ci ha la sua casa e l'indispensabile alla vita di bordo. Si contenia di farne il suo mondo, di codeste arche di Noè, con galline, pollami, gatti, canarini alle finestre, e già questo conferisce quanto basta al pathos che vi si può ancora trovare. Il casotto occupa il trekschuit per il lungo quasi interamente, e così dipinto a grandi tinte vistose Ila un non so che aria di gala: sporgono dalle tendine i vasetti di ottone, lucidissimi, coi tulipani e i gerani. Specie ài cottages galleggianti e lillipuziani portano in'giro una nostalgia di mare fra queste campagne fiorenti. E si direbbe a vederli che non hanno mai di preciso un approdo. Ogni tanto s'incontrano, l'uomo a cavallo, il capo di casa, fa un cenno di saluto, fa delle complicate manovre con corde e con tiranti infilati all'anello di un'asta di ferro, sulla prora, e annodati vicino al timone. Al timone non è raro che ci stiano delle donne, con in braccio un bambino. E di bambini ci dev'essere grande abbondanza in codesti romitaggi patriarcali: se ne vedono da per tutto, sbucano dove meno uno se li aspetta, giocano e si corron dietro tra un asse e l'altro, sui mucchi e sui sue chi delle derrate, tra i cordami e le pertiche, con una franchezza disinvolta che su terraferma non si saprebbe immaginarne altra più grande. Se un giorno non faranno anche loro il mestiere e non preferiranno piantar le tende in Africa o nell'Oriente, piglieranno il largo, marinai di razza, e iloro gioco sarà più contenuto e più libero. Intanto noti perdono tempo. Dbuon'ora i grandicelli s'allenano alla fatica, tirano la fune rimorchiando anche loro, legandosela a un sottopancia di cuoio e premendo col peso deloro piccolo corpo, con tutte le forzeSi guadagnano la vita quel poco che possono: anche i cani aiutano. Avranno poi tempo di rifarsi, quando per il trekschuit sarà venuta la volta dandare a riposo e non ci sarà da portarlo da un paese all'altro, da un mercato all'altro: semplificando le sue funzioni non servirà che per le masserizie, e da riparo contro la cattiva stagione. Ma sarà quello il momento buono, per i ragazzi. I canali gelatsi trasformano in solide strade e finalmente ci si può gettar sopra, fare a gara a chi corre di più. Si dice che gli Olandesi nascono con i pattini apiedi. Un originale Bedecker Mai ho capito così bene l'utilità e l'estetica di certe stoviglie a colori che paiono voler togliere il pregio alle cartoline illustrate: Delft con le sue maioliche bianche e blu, a goccie d'iìVdaco su arenaria smaltata, coi suovasi e vasetti da fiori e da farmaciapiatti, caffettiere e zuppiere, placchtonde ed ovali, me ne ha fornito esattamente il segreto. Una volta che ssono viste ci si orienta a meraviglia sulla topografia della città, 'sui luoghi e monumenti celebri che vi stanilo sopra ripetuti e stampati; e come rie sce impossibile non ricordarsene, spuò fare il conto sulla punta delldita di ciò che conviene conoscere visitare. Non ò il caso di farne gran lodi, di metterle vicino a quelle che sfabbricavano una volta, che non è piil tempo, e ci corre da quando la cera e i e e i e i a o i e e n i ù ¬ mica di Delft godeva di universale reputazione e nel nord teneva il primato; pure anche così ridotta alle proporzioni modeste dì un'industria locale il suo scopo riconosciuto, che vuol essere divulgativo, massime di volgarizzazione di quadri antichi e moderni, si può dire interamente raggiunto. Io per me ho da renderle grazie: mi !>a dato modo, appena, arrivato, d'imparare tra un orario e l'altro dov'è che senza perdere tempo avrei dovuto muovere i passi. Tutto è un po' decaduto, un po' stinto, ina è questori bello delle città di provincia che furono illustri e non se ne ricordano piùi Se non cresce l'erba sul selciato in mezzo alla strada si è che il rastrello olandese, l'ordine e lo spirito pubblico, si guardano dal voler lasciargliene il 'tempo. Con tutto ciò, silenzio e pace 'profonda, prospettive rettilinee, deserte, placidità sconcertante. I tigli bagnano la loro ombra gustando le dolcezze dell'ozio. Tra una casa e l'altra, case-plebee, vecchie case a stemmi gentilizi, sul Singelgracht, sul Prinsengracht, i gabbiani tracciano come i mulini a vento dei circoliimmaginari: uno dirige il volo deicompagni e va a fermarsi sull'antenna di un barcone immobile contro la riva, contro i gradini di uno dei tanti ponti, in pietra, in'legno dalle spallette dipinte di bianbó'i corti, a dorso d'asino. Il carillon;fdéZta cattedrale esegue delle ariette'dd xnrtuoso ogni volta che la suoneria 'delle ore, dei quarti d'ora, si sveglia ' con precisione a misurare il tempo e a comporlo entro spazi simmetrici: timbri argentini, tenorili, a cui i rirafocc/u delle grosse campane rispondono come bassi dalla voce profonda. Par sempre di rimenarcisi allo ■ stesso punto come in un calle veneziano; salvo che i gracht sono incomparabilmente più larghi, più ariosi, e hanno vero aspetto di stradeMa anche qui alcunché di simile nell'abbandono 'in cui sono tenuti, che sfatica a pensarli abitati e per poco non ci si volta con inquietudine a ognrumore di zoccoli strascicati sopra iselciato. Le insegne dei negozi sono tutto quello ini cui si può concentrare l'attenzione. Bottiglie di birra appese ad un chiodo, pennelli, testoni di moro con turbante dorato e la bocca enorme, spalancata, scope in quantità, e di tale strana abbondanza da far supporre ci stiano lì,in aria, con qualche significato simbolico: come la scopa storica del veterano famoso della marina olandese, vincitore di non so quante battaglie, il quale rientrando in Patria ne issò .una all'albero della nave ammiraglia, per far sapere, dlontano, che gl'Inglesi li aveva spazzati dal mare. E poi pipe, pipe di Gon da, del paese dei pipai dove la pipa è stata nei secoli un'occupazione assorbente e un'hulustria nazionale: ben noto ad ogni amatore. (C'è a Gonda il museo con pipe della prima epocae vi si mostra l'emblema della, corporazione, in argento sbalzato, dove svedono delle donne che lavorano alla fabbricazione delle pipe, segno anchquesto dell'estensióne e dello sviluppveramente eccezionale di tale indù stria, fin dal suo nascere — e oggpeiò ridottissima, che su trecentoset tantacinque fabbriche non ne sono ri maste che cinque). Sotto di una vedo scritto : « Alla pipa di Hans Bart ». Un mausoleo nazionale Svicolando da una stradetta e ormaper abitudine guardando in sii mi si fa sotto gli occhi un cartellino, in luogdi un'insegna, attaccato a una portaben alto e in vista: un bollettino medico, quale non è infrequente vederqui nelle maggiori nonché nelle miìwri città, quando il caso aiuta. Un usprettamente olandese, un modo comun altro di dar notizia dello stato dsalute di qualcuno ad amici e conoscenti, e dì tenerli lontani affinchnon disturbino. Da gente pratica gli Olandesi si servono di simili annunzi nelle più svaliate occasioni, e non solo per partecipare notizie poco liete, o addirittura ferali. Quando nasce un bambino non è raro leggere: zìi bimbo sta bene, la puerpera sta bene, hanno passato tutte due buona notte ». In circostanze così felici nemmeno guasta qualche cosa di più di una semplice scritta, e s'appendono allora, sopra la porta, dellpalle di seta dentro trine colorate: dseta rossa, se è maschio, di seta bianca se è femmina; il tutto raddoppiatoquando sono gemelli. La piazza del mercato, il GrootMarkt, è chiusa a uno dei lati dal monumento più insigne di Delft, e dei piinsignì di tutta l'Olanda. La NuovChiesa, chiamata col nome di nuovbenché risalga al quattordicesimo secolo, è in proporzioni naturalmente minori, ciò che l'Abbazia di Westminsteè per l'Inghilterra: un mausoleo di glorie nazionali. Si sarebbe tratti a considerare che questa non è una chiescome le altre, che è un tempio sacralle Muse e alla. Patria, dove le corondei poeti si'ntreeciano con le corondei re. Basti a muovere a reverenzl'epitaffio di Grozio, così concepito«Prodigio d'Eu,ropa, stupore unico demondo, opera augusta della natura chvolle in lui superarsi, cima del geniceleste, immagine della virtù, ornamento del genere umano; a cui la vera religione da lui difesa concesse l'onordei cedri discesi dall'alto del Libanocui Marte coronò di lauro e Pallade dolivo — poiché fu Lui a regolare i d ritti della guerra, e così della pace; a Lui U Tamigi e la Senna guardarono quale a meraviglia del paese dei natavi, e la Svezia volle associarselo quale proprio Ministro: Egli è Grozio, e qui dentro riposa: da questo tumulo state lontani, voi cui non arde amore fervido delle Muse nè amore di Patria ». La tomba del primo Guglielmo sta nel mezzo della chiesa in forma di piccolo tabernacolo e quasi tiene luogo d'altare. E' carica d'ornamenti marmo- rei, sopra quattro colonne: dentro,dritte leixite, le statue allegoriche della Religione, della Prudenza, della Libertà, della Giustizia. Sul sarcofago l'effigie distesa del Principe, ucciso, com'è noto, da un sicario del re di Spagna, qui a Delft, nel suo proprio palazzo. Non hanno dimenticato di collocargli vicino il suo piccolo cane, che coi latrati ebbe una notte a salvargli la vita, durante un assedio, mentre due soldati spagnoli si avvicinavano alla sua tenda, di soppiatto, per assassinarlo. Di faccia a chi guarda e in grandezza naturale un'altra statua del Principe, seduto, rivestito dell'armatura, col capo scoperto e l'elmo ai piedi. L'i ^ scrizióne latina dice che ad erigere il i monumento furono tutte le Provincie iRiunite d'Olanda, e ch'esso fu consarcrato all'eterna memoria di quel Guglielmo che « Filippo II, timore d'Europa, temette, e non domò nè atterrì, principi della dinastia. Eppure chi vie- ine qui, compreso di rispetto doveroso, ma spense con frode nefanda». Nella :cripta che sta sotto, in trentasei loculi, sono sepolti i figli e i discendenti, i Iuo?» può a meno d'avvertire che alla gloria che qui si celebra manca qualcosa, e che Dio è stato escluso per dare luogo agli Eroi. Non più chiesa ma un'immensa cappella mortuaria, un carcere, una cella da Benedettini, di proporzioni sia pure gigantesche. Il bianco gessoso dell'intonaco è passato sugli ori ». sulle immagmi sacre, acceca gli occhi. Il pavimento è un cimitero a grandi lastre di marmo su cui gli stenuni araldici affiorano ancora, ma nomi, iscrizioni, si sono cancellati sotto i piedi dei passanti, sono scomparsi e non ne resta più nulla. Una furia vandalica sembra essersi abbattuta qua dentro, e vien di pensare agli antichi templi distrutti dai barbari, saccheggiati di tutto ciò che attestava come la divbr'.tà fosse vicina, tra gli uomini. Ne han fatto un luogo di memorie, il ricordo di Delft, di quello che una volta è stata questa città. ERCOLE REGGIO.

Persone citate: Benedettini, De Amicis, Gonda, Grozio, Hans Bart, Muse, Noè

Luoghi citati: Africa, Europa, Inghilterra, Olanda, Spagna, Svezia