Brüning difende al Reichstag la sua politica

Brüning difende al Reichstag la sua politicaBrning difende al Reichstag la sua politica « Quello che noi vogliamo è un disarmo generale e una parità dì diritti - Se il sistema economico del mondo capitalistico non è ancora crollato, ciò è sopralutto dovuto alla pazienza dei popoli» Berlino, 11 notte. La discussione al Kcichstag si avvia alla sua conclusione che avrà luogo domani con i varii voti sulla legge finanziaria per l'estinzione dei debiti, sulla richiesta dei nazional-socialisti di revoca dello scioglimento delle loro squadre di assalto, e infine sulle vane mozioni presentate dalle Opposizioni sia contro l'intero Gabinetto, sia con tro i singoli Ministri. La situazione parlamentare del Gabinetto, già reggentesl su una cosi debole maggioranza, non si, è rafforzata in questa sessione, e due o tre volte è apparsa assai pericolante. Uno di questi momenti di grande avvallamento è stato l'insuccesso oratorio di ieri del Ministro degli Interni e della Keiciiswher Groner nel • difendere il provvedimento )li scioglimento delle truppe di assalto nazional-socialiste e in genere della politica seguita dal Governo in materia di organizzazioni militaresche di Partito. La momentanea insufficienza oratoria del Ministro è giustificata negli ambienti ufficiosi con le sue non perfette condizioni di salute, e con il fatto che egli e un generalo e non ha quindi l'oobligo di essere oratore sebbene gli av- versari osservino-che parlava non già in qualità di Ministro della Reichswher, ma nella sua qualità di Ministro degli Interni; essa ha dato in ogni modo gioco libero agli attacchi dei nazionalsocialisti tanto che le dimissioni del Ministro si davano ieri sera per certe. Ma oggi ogni voce di crisi è un'altra volta sedata, e allontanato pare il pericolo rappresentato dalle nuove mozioni di sfiducia presentate dal Partito economico — il quale rappresenta la cliiave della maggioranza governativa — contro due Ministri, quello della Agricoltura, Sditele, e quello delle Provincie orientali Schlange-Schoningen. Pare che il partito economico, anche se manterrà queste mozioni di sfiducia contro i due Ministri, voterà poi in favore del Gabinetto nel suo insieme. Si tratta dunque di niente altro che di piccole manovre di voto senza reale importanza politica. y L'intervento del Cancelliere Nella mattinata di oggi ha preso la parola il Ministro della Giustizia Joei pronunciando un discorso nel quale ha difeso dal punto di vista giuridico l'applicazione dell'articolo 48 nonché l'amministrazione della Giustizia da vivaci critiche che le erano state mosse. Nel pomeriggio il Cancelliere è intervenuto nella discussione con un discorso politico che era vivamente atteso per puntellare la situazione scossa dall'insuccesso oratorio di ieri sera del Ministro degli Interni. 11 Cancelliere ha premesso che non intende discutere a fondo la politica estera per il fatto che avrà domani occasione di trattare questa materia di fronte alia Commissione degli Esteri del Reichstag, e ciò farà specialmente per le questioni di Memel, di Danzica, e per il problema danubiano. Per ora si limiterà a parlare sulla Conferenza del disarmo e della questione delle riparazioni. « Nella stampa — dice — è stato vivamente criticato il lento andamento della Conferenza del disarmo. E' comprensibile che i nervi dei popoli, a lungo andare, si stanchino, di questi indugi. Ma tuttavia, in confronto al momento del mio ultimo discorso pronunciato avanti al Reichstag nel febbraio scorso, oggi so:>o già da registrare alcuni progressi. Non può es- servi dubbio che la volontà di un vero disarmo si manifesti ora più vigorosa di prima perchè già presso tutte le Delegazioni si è compresa la necessità di venire a una conclusione ». Il Cancelliere afferma quindi l'opinione che le idee tedesche sulla questione del disarmo incontrano sempre maggior comprensione! e specialmente ha potuto ciò constatare nelle conversazioni con altri uomini di Stato, nelle quali gli è risultata la realizzazione di avvicinamenti essenziali verso il punto di vista della Uermania. « Esistono certo — dice — presso altre Delegazioni punti di vista che porteranno ad altre serie e difficili discussioni nelle prossime settimane. Noi ci riferiamo al diritto e alla giustizia, c non abbiamo da temere responsabilità dinnanzi al mondo. Tre questioni — aggiunge — stanno nel primo piane della politica mondiale: disarmo, riparazioni, e crisi mondiale. Esse sono in- separabili l'una dall'altra. Dal come saranno trattate nel prossimo periodo dipenderà 11 destino del mondo. La questione del disarmo certamente interessa tutte le Nazioni, ma per l'Europa essa ha un carattere speciale? Sa rebbe un errore affermare che in Euro pa si cominci solo ora col disarmo; il disarmo in Europa è già cominciato 12 anni or sono in forma drastica, quando cioè si costrinse la Germania e i suoi alleati al loro disarmo. Solo che, dopo ?uesto buon principio, l'Europa si e ermata senza trarne le necessarie conseguenze. Dall'addormentarsi della volontà del disarmo è poi nato l'inasprirsi del contrasto che abbiamo dovuto constatare nell'ultimo periodo. Nel suo complesso l'Europa è oggi il continente maggiormente armato, e che ha sempre più aumentato lo sue forze militari e accresciute le sue spese per gli armamenti. Quanto a noi quello che noi vogliamo è un disarmo generale, e una parità di diritti. Ambedue questi obbiettivi sono strettamente legati uno con l'altro. La Germania vuole la parità a mezzo del generale disarmo. Respingiamo l'idea di una generale corsa agli armamenti. Vogliamo l'eliminazione della disparità negli armamenti, vogliamo l'applicazione dei medesimi metodi che hanno prevalso a proposito della Germania per il suo disarmo. Non è ammissibile che siano deluse le so?ranze che i Popoli hanno concepito dalla Conferenza del disarmo. I.,a miseria cresce: essa non si ferma, ma progredisce mentre gli uomini di Stato nella loro dura fatica si sforzano di tenere il passo con essa. Vogliano i Governi finalmente mettere il piede sulle vie e sui ponti che tra Popolo e Popolo sono già da lungo tempo costruiti anche in questa questione. Se il sistema economico del mondo capitalistico non è ancora crollato, ciò è dovuto sopratutto alla pazienza dei Popoli, e voglio aggiungere — per quanto riguarda il nostro — alla capacità di sofferenza del popolo coapzibii chsesttuquial'retuGmAreqtuimredsogtocitomromngdgseripgnclascdrdpnacgrccpmSdmaoacspusmnvscaagrClmccgmdaumpbtomsrirtèesesmplbgnmgtedesco* Quanto tempo ancora Y*Go-verni abuseranno di questa pazienza e * ritarderanno ancora le loro decisioni?». Paesi creditori e paesi debitori Il Cancelliere passa quindi a parlare della questione delle riparazioni: «Ora — dice gli sguardi di tutti _ sono diretti a Losanna. Il pensiero del Governo tedesco nella questione delle rlparazioni è noto, e nulla vi è ora dissas &<&.jg%ss5^vista guadagnano terreno anche inPaesi creditori. Ma la via per. la fs- conda collaborazione sarà realmente aperta solo quando cesserà la distinzione fra Paesi creditori e Paesi debitori. E' mia ferma convinzione che popoli sarebbero oggi «jen più ricchi di quello che siano se cancellassero i debiti politici. Purtroppo questo non 6 ancora il punto di vista di tutti i Governi interessati. Sebbene questi Governi ammettano ormai che a Germania, dopo la. scadenza del'anno di Hoover, non potrà più pagare le riparazioni, pure mantengono ■— tuttavia —- sempre la sperauna che la Germania, almeno dopo un certo numero di anni, riprenderà i pagamenti. A me pare che questi Governi ncn si rendano conto che le condizioni dalls quali dovrebbero dipendere questi futuri pagamenti non sono, nella realtà, mmaginabili. Nessuno vorrà affermare — dice qui l'oratore -• che l'oro di tutto il mondo si °ia accumulato solo per un puro caso nel l'aési maggiori creditori. E lo stesso rivolgimento si esprime nelle bilancia commerciali. I creditori debbono rendersi conto che le loro richieste sono assolutamente irrealizzabili ». Il Cancelliere parla qui delle rigorose misure di protezione che la Germania ha dovuto prendere per mantenere intatta la sua valuta. Questo regolamento delle diviso è stato introdotto, non involontariamente, per ragioni commerciali, ma ha dovuto esserlo solo, in seguito al momentaneo ritiro dei debiti a breve scadenza, e per consiglio anzi addirittura in seguito al quasi offensivo insistere dei nostri creditori. Più tardi Poi Ja ne" cessità, cioè il costante affievolirsi della copertura della Reichsbank, ha costretto la Germania a restringere ancora di più le esportazioni di divise destinate agli acquisti eH merci estere. E' ferma intenzione del Governo di mantenere entro i più stretti limiti possibili le riduzioni delle importazioni, e di non dare nessuna preferenza a un Paese piuttosto che a un altro. « Se lo sviluppo della nostra bilancia commerciale — dice — e quello dei pagamenti lo richiedessero, non esiteremmo ad intervenire con misure ancora più rigorose. A questo stato di cose — aggiunge poi il Cancelliere — potrebbe essere posto fine soltanto a mezzo degli sforzi riuniti di tutti gli Stati. La Germania, dal canto suo è disposta, appena le necessarie premesse saranno avverate, a procedere ad eliminare tutti gli intralci che si oppongono al commercio e associarsi ad una generale riduzione dei dazi. La crisi — dice ancora — nelle prossime settimane e nei prossimi mesi farà purtroppo progressi cosi rapidi che un'attesa, anche solo di altre poche settimane o pochi mesi, metterebbe il mondo in una situazione dalla quale nessun Paese potrebbe trovare più la via di uscita. E questa è purtroppo la sola speranza di risanamento che ancora sussista ». Il Cancelliere dice poi che questi ammonimenti egli va ripetendo da due anni agli Uomini di Stato, e crede giunto il momento di dirli ormai senza reticenze alla pubblica opinione. « Tenere saldi i nervi » La seconda parte del discorso dei Cancelliere si rivolge piuttosto alla politica interna, e consiste in una polemica con gli oratori che hanno mosso critiche all'opera di Governo, e In spe> cial modo con i nazional-socialisti. « Se terremo saldi i nervi — egli dice e impiegheremo tutte le nostre energie, il popolo tedesco non sarà il primo ad accasciarsi nella crisi mondiale. La critica — dice quindi rivolto ai nazional-socialisti — è certamente un diritto politico, ma essa non deve menomare le forze di resistenza di un popolo. Io ho creduto sempre nella bontà del sistema di dire al popolo tutta la verità. I più gravi passi, in ogni modo, per la Germania sono ormai stati superati senza che il Paese sia caduto in collasso; ed ora — dice rivolto ai nazional-socialisti — voi vorreste eliminare questo Governo per poter dire che tutto quello che si è fatto è opera vostra ». Dopo un altro vivo scambio di botte e risposte, il Cancelliere passa a ai scutere il piano economico di lavoro esposto dal deputato nazlonal-socian sta StrasBer, e alle critiche da lui mosse al progetto di finanziamento aei piano di lavoro, secondo il Cancei liere le proposte di Strasser portereb bero a mettere in pericolo la valuta. « Ne per ragioni interne nè per ragioni estere — egli dice — farò mai nulla che possa produrre momentaneamente qualche effetto di sollievo o malgari qualche popolarità, ma che poi possa intaccare la valuta ». Il Cancelliere continua fino alla fine controbattendo altre critiche degli oppositori nazional-socialisti, ai quali infine dichiara che smetterà con il sistema di polemizzare con loro, per non comprométtere quella tranquillità di cui si ha bisogno quando si é a centc metri dal traguardo. 0. P. dleiCPbrlCiCcdeipptLdTdpgJtqsfdmfM

Persone citate: Hoover, Popolo, Strasser