Lebrun sarà oggi Presidente della Repubblica francese

Lebrun sarà oggi Presidente della Repubblica francese Lebrun sarà oggi Presidente della Repubblica francese li ritiro di Painlevé - Tardieu presenterà oggi stesso le dimissioni del Gabinetto al nuovo Presidente - La sfilata del popolo dinanzi alla salma di Doumer - Nessuna nuova luce sull'assassino l Parigi, 9 notte. Dalle statistiche definitive la fisionomia della nuova Camera esce orientata molto più nettamente a sinistra di quel che non si fosse previsto dopo la votazione del 1° maggio. Si tratta di una vera disfatta dell'antica maggioranza, e dell'avvento di una maggioranza interamente nuova, la quale, secondo il giudizio di Painlevé, è anche più a sinistra di quella dei 1924. Se disponiamo su due colonne gli effettivi dei varii gruppi nella Legislatura precedente e in quella attuale, abbiamo le seguenti variazioni: Vecchia Camera Comunisti . . Comunisti dissidenti e social-comunisti Socialisti (Sez. francese dell'Internazionale Operaia) . Repubblicani socialisti e socialisti francesi Radicali - socialisti Radicali non iscritti al Partito, indipendenti di Sinistra e non iscr. di Sinistra Repubblicani di Si-, nistra . . . . . Democratici popolari Unione repubblicana democratica . . . Indipendenti di Destra e Destra . . Nuova Camera 11 111 28 109 115 92 18 86 40 Totale 612 10 129 33 159 77 67 15 76 34 611 (Manca al secondo totale il risultato della Guadalupa). Tardieu si dimette E' da registrare pertanto un acquisto di ben cinquanta mandati da parte dei radical-socialisti e di diciotto mandati da parte dei sociali sti, mentre i mariniani perdono dieci dei loro, e un vuoto di trentotto deputati si scava in seno ai radicali del Centro, quelli che nella passata Legislatura servivano di complemento alla maggioranza moderata. Nessuno, a cominciare dai radicali, osava sperare tanto, e soprattutto dopo il tragico evento di venerdì, che pareva avesse avuto sul Paese un effetto dei più deprimenti. Gli appelli del Governo, la propaganda attivissima fatta da Tardieu e dai suoi fidi non han servito a nulla contro il malumore di una massa elettorale che, evidentemente, la crisi economica ha inasprito ed irritato, e che a tutti i costi esige un mutamento profondo di politica. L'Unione repubblicana democratica o Gruppo Marin, che aveva già perduto molti dei suoi membri nel corso della defunta Legislatura, è diventato in ordine di numero il terzo gruppo della Camera, con l'aggravante di non essere più circondato da forze che le permettano di fare ancora sentire il proprio peso nella vita parlamentare. D'ora innanzi gli uomini che sino a ieri dettavano legge torneranno a confinarsi nell' opposizione, mentre l'opposizione di ieri si prepara a prendere il potere. Abbiamo assistito già troppe volte, in questi anni agitati, a simili spostamenti del centro di gravità dei Parlamenti per meravigliarci di un fenomeno che fa pensare a quello dell'inferma daniesca rivoltantesi incessantemente ora su un fianco ora su quello opposto, in cerca di un sollievo che non le danno nè l'uno nè l'altro. Tardieu ha già tratto per conto proprio le conclusioni del caso, annunziando la propria intenzione di oresare il futuro Presidente della Repubblica di non ingiungergli di conservare la carica di Presidente del Consiglio, quando domani sera, dono la sua elezione, egli verrà coi colleghi a presentargli le rituali dimissioni del Gabinetto. Painlevé si ritira Ma con questa dichiarazione il Presidente del Consiglio porta vasi a Samo, essendo per Io meno inverosi imilc che il successore di Doumer gli faccia una offerta la quale urtereb- K,e in rfl0do flagrante contro il ca rattére della nuova Camera. Tutto quello che Lebrun gli domanderà sarà di assicurare il disbrigo degli affari di ordinaria amministrazione A'-10 al Primo giugno, secondo un'al- . +-aA\,inru> ormai Irnnnn antioa per essere discussa, tale breve interregno essendo desiderato anche dalle sinistre che hanno bisogno di qualche giorno per consultarsi, orientarsi, e stabilire una linea di condotta. Vorrà Tardieu rifiutarsi di ffjre Uo che> in circostanze ana- i0ghe, fece lo stesso Poincaré, e ciò |unicamente per mettere i vincitori nell'imbarazzo, obbligandoli a risol- tra tradizione, ormai troppo antica vere il problema del potere prima di avere avuto il tempo di mettersi d'accordo? L'ipotesi ci sembra, date le consuetudini parlamentari, inammissibile, per quanto l'irritazione di Tardieu sia attualmente tale da spiegare anche un atto di rappresaglia. Intanto Painlevé, dopo una giornata di esitazione, e dopo avere accettato che la sua candidatura fosse posta ufficialmente, ha deciso questa sera — a tarda ora — di ritirarla cedendo alle amichevoli pressioni del Senato, dove i gruppi moderati hanno esplicato da questa mattina una grande attività votando ordini del giorno su ordini del giorno preoccupati quali erano così di evitare a Versaglia una battaglia elettorale — che contrasterebbe penosamente con la tragicità delle circostanze — come di fornire una consolazione alle Destre battute, assicurandole che durante la nascente Legislatura almeno all'Eliseo ci sarà un uomo che nulla ha a che fare con le Sinistre, e che potrà esplicare quindi opera di moderatore e di arbitro. Vincitori, i radicali, non hanno voluto stravincere, e questa prima prova di moderazione e da segnare al loro attivo. Comunque sia, in seno ai due grupDi della nuova maggioranza il lavoro di organizzazione della vittoria comincierà subito impostato come ben si intende intorno al quesito se convenga costituire un Governo puramente di sinistra in unione coi socialisti, o viceversa accontentarsi di una concentrazione orientata verso sinistra. Come dicevamo ieri sera, la maggioranza di concentrazione sarebbe nossibile mettendo insieme 156 radical-socialisti, 36 socialisti indipendenti e repubblicani socialisti, 62 radicali moderati, 72 renubblicani di Sinistra, 16 democratici riopolari e oualche altro isolato, ossia più di 350 voti. Ma almeno in un primo tempo potranno i radicali sottrarsi alle logiche conseguenze del cartello elettorale formato coi socialisti, e venir meno all'obbligo morale di offrire a questi ultimi di Drendere il potere al loro fianco? Il Partito radicale dovrà decidere di tutto quanto precede nel Congresso indetto, come sapete, per il 18 maggio. I socialisti, dal canto loro, per risolvere il problema della parteciDazione, hanno già convocato un altro Congresso pel 29 maggio. Come vedete, le trattative fra i due Partiti vincitori non dureranno nè un giorno nè due, e tutto il znlbmese di maggio sarà accaparrato da \ 'no in animo di redigere senz'indu gio un programma minimo di Go verno da sottoporre ai socialisti per onn^nrol co „„.ct'„lf,-™; » ^ questo interno e tutt'altro che facile travaglio di assestamento. Il riserbo di Herriot Herriot, interrogato oggi dai giornalisti, si è espresso con molto riserbo dicendo: « Mi è impossibile fare prima del 18 maggio, data alla quale si riunirà la Commissione esecutiva del Partito, la minima dichiarazione. Noi dobbiamo esaminare con attenzione la nuova situazione politica, concertarci coi gruppi suscettibili di collaborare con noi al Governo, e precisare le condizioni di ciuesta collaborazione. Sono dunque obbligato, per il momento, a una grande riserva, e deploro di non poter dire nulla ». "L'Ere Nouvélle, nel desiderio di evitare allarmi e campagne tendenziose, scrive anch'essa con molta discrezione : « Il Paese è andato a sinistra, là dove ha visto la ragione e la saggezza, e dove ha sentito affermarsi una volontà di conciliazione repubblicana, e us» vero desiderio di realizzare l'unione repubblicana. I radicali hanno inteso e compreso il voto della Nazione. Essi sapranno rispondere alle speranze che il Paese ha messo in essi. Vincitori, sfrutteranno la loro vittoria con l'unica preoccupazione di servire gli interessi della Francia c della Repubblica ». Senonchè un radicale notorio, l'on. Palmade, ex-Ministro del Bilancio e relatore del medesimo, confessa sin da oggi di desiderare ardentemente la partecipazione socialista. D'altra parte dalle indiscrezioni che filtrano intorno ai primi conciliaboli radicali, sembra risul- ! tare che i dirigenti del Partito han- accertarsi se quest'ultimi sono di¬ aP°J1Ì ™!!f0J;t?SCrÌve,7Ì' imPeS?an"{dosi a partecipare alla sua realizza- zione. Riusciranno i due gruppi a formulare, prò bono pacis, una transazione accettabile da ambe le tati., assumendo di concerto un at- leggiamento che consenta alla Fran- Ieia di ripigliare a Ginevra — pel be- ne proprio e dell'Europa — una azio- ne di sincera e generosa collaborai I zione internazionale? La possibilità o la impossibilità della nuova esperienza cartellista è sospesa a questa incognita, forse ancor più che non alla sorte di certi progetti socialisti di nazionalizzazione rielle ferrovie e delle Compagnie di assicurazione, o di estensione delle assicurazioni di Stato. Ma quello che in ogni caso diversifica la situazione attuale dalla situazione del 1924 è che, qualora abbia a riconc»cersi la impossibilità di un Governo social-radicale, radicali sono questa volta abbastanza numerosi per formare una maggioranza senza i socialisti valendosi — come notammo più sopra — delle forze similari che nella nuova Camera non attendono se non un cenno di Herriot per schierarsi docilmente, quali satelliti, intorno al nuovo pianeta. La situazione del partito di Rue de Valois è tornata ad essere quella degli anni anteriori al 1914. C. P. La sfilata dinanzi alla salma Parigi, 9 notte. « lasciatemi mio marito sino a lunedì » aveva chiesto a Tardieu la signora Doumer, e il Capo del Governo non aveva potuto che accedere a questo pietoso desiderio. Questo limite di tempo terminava oggi a mezzogiorno, e ormai il defunto Presidente non apparteneva più alla sua famiglia. Poco prima delle 13 la salma venne trasportata nella sala delle feste e collocata sopra un catafalco mentre, di fuori, la folla innumerevole si accalcava nel sobborgo S. Honorè, nella vìa dell'Eliseo, e nel viale Gabriele sino alla piazza della Concordia. Fin dalle prime ore del mattino la folla si trovava sul posto malgrado il vento freddissimo, e la pioggia che in certi momenti è caduta a dirotto. La sfilata della popolazione ebbe inizio dopo la visita delle personalità ufficiali. Breve ma commovente l'omaggio del Governo al Capo dello Stato. Il Presidente del Senato Lebrun in marsina giunse per primo seguito poco dopo dal Presidente della Camera, Bouisson, e dai membri degli uffici dì Presidenza delle due Assemblee. Fu poi la volta del Presidente del Consiglio e dei membri del Gabi¬ netto. Parecchi di questi non poterò \no trattenere le lacrime, fra gli altri Pietri e Paul Reynaud che venerdì ! scorso erano a lato del Presidente al momento dell'abbominevole attentato. Alle 11,30 il pubblico venne ammesso. Non vi fu, malgrado la lunga attesa, nessuna irruzione; la folla avanzò lentamente cosciente dell'omaggio che andava a recare al Capo dello Stato. L'arco dell'entrata principale del Palazzo, che dà accesso al cortile d'onore, è completamente ricoperto con drappeggi neri attraversati diagonalmente da una larga fiamma dai colori nazionali a drappeggi neri stellati d'argento, nascondendo per tre quarti la facciata del palazzo e per intero la pensilina della scalinata che da accesso al vestibolo. Quest'ultima, insieme ai due saloni che seguono, non ha speciali decorazioni. Guardie repubblicane, in piccola uniforme, sono schierate lungo il percorso fino al giardino d'invento pél quale si accede alla grande sala delle feste, dove due domeniche or sono il Presidente della Repubblica e la signora Doumer avevano offerto, con cura paterna, una merenda a degli scolaretti poveri dì Parigi, e che è stata ora trasformata in cappella ardente. I quattro grandi lampadari accesi, ma velati, diffondono una luce attenuata nella sala, il cui fondo è occupato dal ca taf dico. Questo è composto da un baldacchino e da un cenotafio. Il {baldacchino, di proporzioni maestà - , .-tti** se' e sosPeso al «>//*tto: quattro im mense sciarpe nere se ne distaccano venendo con dolce curva a congiun gersi ai quattro fasci di bandiere no Iv. * ,7 „„„„,„*:„ si bnlnate- 11 cenotafio, posto sotto il baldacchino, è composto di una serie Idi gradini e da un pilone centrale che sopporta una bara. Dietro, un immenso drappeggio tricolore nasconde il fondo della sala. Corone di foglie verdi sono disposte in modo da rendere l'insieme armonioso. Ma la salma è posta su di un catafalco più basso a piano inclinato, collocato davanti all'arco. Quattro ufficiali superiori della guarnigione, con la spada sguainata, si tengono immobili ai lati del catafalco sul quale riposa la salma del Presidente in marsina col Gran Cordone della Legion d'Onore. Poiché per aderire ad un desiderio espresso dalla signora Doumer, è stato rinviato a mercoledì sera il momento in cui la salma verrà collocata nella bara. Una grande bandiera tricolore, le cui pieghe, ricadendo ai quattro angoli, si confondono con quelle dei veli neri che ricoprono il catafalco, ricopre i piedi del cadavere. Il signor Doumer sembra riposare, e il pallido volto ha un'espressione di infinita dolcezza. Una lieve traccia alla tempia destra segna il punto della ferita mortale, e attrae invincibilmente gli sguardi dei visitatori, che in quadruplice o quintuplice rango sfilano davanti al catafalco. Qualche donna si inginocchia e si fa il segno della croce, ma la folla non ha il tempo di arrestarsi come desidererebbe per mirare un'ultima volta i lineamenti del Presidente: discretamente essa viene invitata ad avviarsi verso l'uscita. La sfilata è continuata fino alle 20, e riprenderà domattina per terminare mercoledì sera. Un incidente Durante la lunga sfilata di popolo parigino davanti alla salma dì Doumer un solo incidente si è prodotto. Una giovane donna russa di 23 anni, Anna Zemit, mentre passava davanti al catafalco tenendo per mano una bambina cadde svenuta. Trasportala in una camera attigua, ha dichiarato che non aveva mangiato da parecchi giorni, e che era senza lavoro. « Dopo il delitto commesso dal mio compatriota ho creduto che mi sarebbe impossibile trovare da guadagnare la vita a Parigi, e perciò avevo l'intenzione di uccidermi davanti al corpo del signor Doumer » La Zemit, che non possedeva alcuna arma ,era stata internata qualche tempo fa. Lo modalità pei funerali nazionali, che si svolgeranno giovedì mattina, sono state fissate in tutti ì loro particolari, ma una modificazione è stala apportata all'ultimo momento: il corpo del signor Doumer non verrà tumulalo nella cripta del Pantheon, bensì nel cimitero di Vaugirard dove si trova la tomba della famiglia Dou mcr. E infatti la vedova ha fatto sapere al Presidente del Consiglio il suo desiderio di vedere modificata su questo punto la decisione presa sabato per quello che concerneva " funerali nazionali del marito. Rico noscente per l'omaggio che sarà reso al defunto Presidente con la cerimonia del Pantheon, la signora ha desideralo che la tumulazione abbia luogo dopo la cerimonia nella tomba di famiglia. La bara vi sarà trasportata nel pomeriggio di giovedì dopo lo sfilamento delle truppe e il discor so del Presidente del Consiglio. Le giornate di Gorguìoff Alla fine del Consiglio di Gabinetto di stamane il giudice istruttore Fougcry si è recato al Ministero della Giustizia per raccogliere la testimonianza del Guardasigilli, Paul Reynaud, il quale, insieme al Ministro della Difesa Nazionale, Pietri, si trovava a fianco del Presidente della Repubblica al momento dell'attentato. Il Ministro non ha potuto che ripetere le circostanze ormai note. Alla prigione della Sante, Gorguìoff occupa la cella numero nove, che fu quella ove venne rinchiuso Villain, l'assassino di Jaurés. L'as¬ sassino del Presidente della Repubblica conserva la calma inalterata, die non si è mai smentita dopo- l'attentato. Egli prega frequentemente, accompagnando le preghiere con segni ortodossi. E' curioso notare che l'avvocato Geraud, designato d'ufficio per la difesa di Gorguìoff, è stato pure l'avvocato di Villain. Un altro segretario dell'Ordine degli avvocati verrà designato per aiutare, quale aggiunto, l'avv. Geraud. Infatti l'avvocato Bondoux, che era stato designato dal Presidente del Consiglio dell'Ordine, ha dovuto declinare la designazione dati i vincoli di amicizia che univano lui e la sua famiglia alla famiglia Doumer. Il Prefetto di Polizia Chiappe ha ricevuto dal Prefetto di Polizia di Berlino il duplicato del testamento olografo di Gorguìoff, datato da Monaco il 3 maggio, che è stato inviato dal russo all'editore di Berlino che doveva pubblicare « FI romanzo del Cosacco », opera di cui il Gorguìoff è autore. Con questo testamento redatto in nesso Gorguìoff lascia all'editore la proprietà della sua opera, riservando la metà dei diritti d'autore alla propria moglie. Chiappe ha immediatamente trasmesso il documento al Giudice istruttore. I ringraziamenti di Tardieu ai Duce Roma, 9 notte. A S. E. il Capo del Governo è pervenuto il seguente telegramma del Presidente del Consiglio francese: « Ringrazio sinceramente V. E. della simpatia che Ella ha voluto esprimere, a Suo nome e a nome del Governo fascista, in occasione della morte del Presidente della Repubblica. La Nazione francese è profondamente setisibile alla parte tanto viva che la Nazione italiana prende al suo lutto. — Andrea Tardieu ». Un lutto a Corte di sette giorni Roma, 9 notte. S. M. il Re, in seguito alla morte del signor Doumer, Presidente della Repubblica francese, ha ordinato un lutto di Corte di sette giorni. Doumer commemorato al Senato Roma, 9 notte. Come sabato scorso la Camera dei Deputati, il Senato, riprendendo i suoi lavori, ha oggi solennemente commemorato il Presidente della Repubblica Francese, Paolo Doumer, togliendo poi la seduta in segno di lutto. La seduta è aperta allo 16 dal Presidente Federzoni. Al banco del Governo sono presenti il Duce, i Ministri Ciano, Giuliano, Sirianni, Mosconi, Acerbo, Rocco, De Bono e quasi tutti i Sottosegretari. L'aula è affollatissima. Dopo l'approvazione del verbale dell'ultima seduta, il PRESIDENTE si leva in piedi per commemorare Doumer. Si alzano anche il Duce, i Ministri, i Senatori ed il pubblico delle tribune. S. E. Federzoni dice: «L'atroce delitto che ha troncato la vita del Presidente della Repubblica francese ha suscitato, in questa nostra Assemblea come in tutta Italia, un senso profondo di raccapriccio e di angoscia. La coscienza umana ripudia con orrore simili atti di fanatismo settariamente criminale contro i quali ogni Paese ordinato secondo principii di civiltà ha il dovere di difendersi fermamente. <: Particolare rimpianto ha destato la tragica fine del sig. Paolo Doumer, figura nobilissima di cittadino e di uomo di Stato, che onorava la Francia per la sapienza e il patriottismo dimostrati nell'adempimento dei più importanti uffici durante una lunga carriera politica e che aveva dato la misura della sua devozione alla Patria in guerra col sacrificio dei suoi quattro figlioli. « In queste giornate così dolorose per la Francia noi ricordiamo tutto ciò che ci ha unito alla grande Nazione vicina e partecipiamo sinceramente commossi al suo cordoglio. Propongo, onorevoli Colleghi, che il Senato sospenda i proprii lavori e che la seduta sia tolta in segno di lutto ». Domanda quindi la parola il CAPO DEL GOVERNO, il quale dice che nell'altro ramo del Parlamento il Governo ha già manifestato i sensi della sua esccrazione ed il suo cordoglio per la tragica fine del Presidente della Repubblica francese. Si associa ora alle nobili parole pronunziate dal Presidente del Senato. Posta ai voti la progpsta di togliere la seduta in segno dirotto, ossa è ap provata. Alle 16,10 la seduta è tolta, '!i(