Le richieste del Pubblico Ministero e le prime arringhe di difesa

Le richieste del Pubblico Ministero e le prime arringhe di difesa Il « Crédit Valdotain Le richieste del Pubblico Ministero e le prime arringhe di difesa p gAlessandria, 7 notte. £' e "bancarotta semplice, per il falli t dJ Credito e{J antì£.a di ban carotta sempiice e bancarotta fraudo lenta per il fallimento della Società a- iterali di Courmayeur, chiede la * „ _J, '. _ .,„„_■ condanna, alla pena complessiva d anni 3*6 mesi di reclusione. Chiede 1 as solutoria del dott. Bethaz dall appro priazione indebita dei titoli, ritenendo Stamane alle ore 9 si è ripreso il |ocesso per il dissesto del Credito Val- iptnr\n TI r\»«i-ic;^nn trt /limivi Porr QTlJllprocesso dostano. Il presidente comm. Bertana dà ancora la parola al P. M. comm. May che passa in rassegna la posizione del ragioniere Assi e dell'avv. Chatrian. Proseguendo il P. M. fa per ogni singolo imputato le seguenti richieste: Per il dott. Giuseppe Bethaz, presidente del Consiglio di amministrazio- — —- r- - - - r- stato abuso di foglio in bianco e per la imputazione di correità nel falso m atto pubblico, per la procura redatta dal notaio Oghetti Per l'avv. Alfonso Chatrian, amministratore e consulente legale del Credito, imputato di bancarotta semplice e bancarotta fraudolenta tanto per il Credito come per la Società delle Acque di Courmayeur, lo ritiene maggiormente responsabile come mente dirigente ed osserva che doveva essere certo a conoscenza di tutte le operazioni della banca la quale è anche sua cliente. Chiede pertanto la condanna di lui ad anni 6 e mesi 6. Per mons. Luigi Lyabel, ora residente a Roma, Luigi Quaini, Giuseppe Usel, amministratori e sindaci nelle fallite società, imputati di bancarotta semplice, chiede un anno di reclusione, per ciascuno. Nei confronti del rag. Giovanni Mattio consulente amministrativo e impiegato della Banca, imputato di bancarotta semplice e bancarotta fraudolenta e di truffai ritiene, che la presenza nella banca di lui non valga a farlo credere responsabile di correità nella bancarotta semplice contestatagli. Lo ritiene però re sponsabile di concorso nella bancarotta fraudolenta del Credito, specialmente per le operazioni Berti; chiede pertanto la condanna a tre anni di reclusione; per la truffa contestatagli unitamente al Baldoni, escluso il valore rilevante, chiede la condanna a 8 mesi e 600 lire di multa. L'oratore passa, ad esaminare minutamente le posizioni del rag. Giuseppe Assi, direttore amministrativo del Credito sul quale si concentrano le maggiori responsabilità, non solo come esecutore di ordini del Consiglio di Amministrazione, ma ancùo per aver agito ad iniziativa propria a per interesse personale. Autoritario ed intelligente quando il Savioz, ex-direttore del Crec'ito che lo aveva assunto, non lo asseconda più, se ne libera facendo scoppiare lo scandalo che lo colpiva nella sua vita privata: successivamente si libera di m0ns. Stevenin con la nota lettera di- sura del bilancio del do una perdita di pari importanza. Il P- M. dichiara che non crede al disin teresse proclamato dall Assi e ritorna sul particolare delle ventimila lire di r.n«^M,Vn?inno olio m.al, annannn il retta al Cardinale Gasparri e poi dei sindaci Rosset e Bosson. Interviene nelle operazioni dolose del falso credito, e nella famosa inscrizione nella partita da regolare dei due milioni e ventimila lire che figurano nella chiu928, mascheran- partecipazione alle quali accennò il teste di accusa, rag. Silva, ai quadri di Villarosa e ad altri fatti di minore importanza, e gli fa colpa di non aver impedito che le cose venissero protratte con così gravi conseguenze Chiede quindi col cumulo da operarsi in conformità della legge, complessivamente, la pena a 6 anni e sette mesi e quindici giorni di reclusione. Inoltre pel comm. Puccinelli, imputato di correità in bancarotta fraudolenta chiede tre anni di reclusione. Per il geom. Giuseppe Bionaz, sindaco del Credito, imputato di bancarotta sem plice, chiede sei mesi di reclusione, per Amato Rosset, sindaco della pre detta Banca, chiede l'assoluzione dall'imputazione per la correità in bancarotta semplice per insufficienza di prò ve, per mons. Giovanni Stevenin, amministratore, colpevole di bancarotta reclusione; imputato di correità in truffa, chiede la condanna a otto mesi di reclusione e seicento lire di multa. Infine per il notaio Oglietti, impudi falso in atto pubblico, chiede minisiraLure, ruipevuie ui ^=;fA ;„ nViiort*, i= , tato _ l'assolutoria perchè il fatto non costi tuisce reato. Finita la requisitoria del Procuratore Generale, sono cominciate le arringhe defensionali. Ha preso per primo la parola ]'avv. Cavaglià di Torino, in difesa del sacerdote don Lyabel, imputato aj bancarotta semplice e del notaio Qglietti pel quale il P. M. ha chiesto Vltri inpqistenyn VSSSSSMTw^SS^S?, di reato. L'oratore esamina minutamente tutta l'intricata materia processuale, syolvendo una dotta tesi giuridica per concludere la sua arringa con l'invocare, per entrambi i difesi completa assolutoria per non avere essi commesso i fatti loro addebitati. E, seguito ,,avv Nefrrettii in difesa di mons. Stevenin, pure imputato di bancarotta semplice. Il patrone dipana tutta una serie di questioni, per dimostrare come il suo raccomandato debba essere assolto per non avere partecipato ai fatti ascrittigli. Infine 1 avv. Apostolo ha parlato a favore dell'am ctdsspmtdfivfsing2ministratore Usel e dei sindaci Bionnaz.le Rosset, imputati a\ bancarotta sem-jiviata a lunedì. Parleranno gli avvocati FarineUi, Degasso e Torrione, plice; e per tutti, il difensore ha chiesto l'assolutoria, per inesistenza di reato. L'udienza è quindi stata tolta e rin- savpr

Luoghi citati: Courmayeur, Roma, Torino, Villarosa