Convegno di Studi Corporativi chiuso con un discorso del Ministro Bottai

Convegno di Studi Corporativi chiuso con un discorso del Ministro Bottai Convegno di Studi Corporativi chiuso con un discorso del Ministro Bottai Ferrara, 7 notte. L'ultima seduta del congresso di studi corporativi e sindacali si apre alle 9 sotto la presidenza di S. E. Alfieri. Il presidente dà lettura fra gli applausi generali della assemblea del telegramma del Duce, indi apre la discussione sulla relazione del prof. Pergolesi sul tema: « Contributo della legislazione sindacale, al sistema delle fonti corporative » e su quella del prof. Zanobini su « Interferenze fra il diritto corporativo e gli altri rami del diritto ». Il Pergolesi ha tratteggiato il contributo apportato dalla legislazione sindacale corporativa dello Stato fascista al sistema delle fonti ed esaminati all'uopo i nuovi istituti creati dal regime. Zanobini ha sostenuto che il diritto corporativo è la parte dell'ordinamento giuridico che ha per oggetto l'organizzazione e l'azione dello Stato e delle associazioni economiche costituite come enti similari di esso in ordine al fine della unità economica nazionale. Sulle due relazioni hanno interloquito l dott. Fantinelli, presidente del Tribunale di Bologna per il gruppo di cultura bolognese, il prof. Bellavista, il prof. Venditti, l'on. Landi, l'aw. Miglioronni, il prof. Stolfi, S. E. Silvio Longhi, il prof. Palopoli e Biggini. Dopo la replica dei relatori ai vari oratori, viene posta in discussione la relazione di S. E. Santi Romano sul tema: «La potestà normativa del Consiglio Nazionale delle Corporazioni ». Le funzioni di cui si fa argomento nella presente relazione, dice l'oratore, sono esclusivamente quelle contemplate nell'art. 12 della legge 1930. Queste funzioni si possono dividere in due categorie: le une hanno la semplice funzione di coordinamento, le altre si propongono il regolamento dei rapporti economici collettivi fra le varie categorie della produzione rappresentate da associazioni sindacali legalmente riconosciute. Si capisce quindi il bisogno di determinare la materia nella quale può esercitarsi la competenza del Consiglio dele Corporazioni. Quanto ai limiti di questa potestà normativa è da ritenersi che essa non possa spingersi sino a ferire il principio stabilito dalla dichiarazione 7 della Carta del Lavoro che considera « l'iniziativa privata nel campo della produzione come lo strumento più efficace e più utile nell'interesse della Nazione ». Altri principii in ordine al contenuto delle norme del Consiglio possono desumersi dall'esame delle relazioni intercedenti fra gli enti e scaturiscono da fon^i diverse. Determinato il contenuto e gli oggetti della potestà, normativa del Consiglio resta il problema della sua natura giuridica. In merito, conclude l'oratoe, sono sorte delle auestioni ma esse ono indubbiamente sorpassate. Chiara ed esplicita è la terminologia della legge che parla delle norme, dato che delle norme giuridiche le disposizioni n parola hanno tutti i caratteri sostanziali, nessuno escluso. Sulla relazione interloquiscono Fa' nelli, Fodale, Greco e Sacerdoti. Alle 12,45 la seduta è tolta e rinviata al pomeriggio. Agricoltura e corporazione La seduta pomeridiana si inizia ale 15,30, sotto la presidenza di S. E. Bottai, accolto nella sala del Congresso da vivi applausi. Viene posta in discussione l'ultima relazione, quella dì S. E. Arrigo Serpieri, sul tema: «Economia corporativa e agricoltura ». Il relatore crede che sinché non sarà compiuta la nuova sistemazione della scienza corporativa la cosidetta « economia pura » sia da considerarsi come uno strumento dorientamento nella conoscenza delle concrete realtà sotto l'aspetto economico e conclude raccomandando ai nuovi economisti che non restino troppo a lungo nel vestibolo della scienza ma si immergano nello studio della realtà che ad essi si presenta come interesse, profitto, moneta, impresa, eccetera. Cosi soltanto la nuova scienza economica sarà la scienza dell'ordine nazionale e della ricchezza. Sulla relazione Serpieri parlano Marolli, Gennari, Montemurri, De Francisei e sen. Niccolini. Prende poi la parola il prof. Jotopulos dell'Università di Atene che porge ai congressisti il saluto degli stranieri per la cordiale ospitalità ricevuta nella patria del diritto romano che è ora la patria del diritto corporativo. Tutto il mondo — egli dice — è attratto dalle leggi fasciste e fa voti perchè le ardite e gemali trasformazioni conducano alla prosperità l'Italia e il mondo dall'acuta crisi dell'ora presente. Il saluto del Partito e il discorso BottaiL'on. Adinolfi porta il saluto della Direzione del P. N. F. che ha seguito con interesse lo svolgimento dei lavori. Sale poi alla tribuna, accolto da vivi applausi, S. E. Bottai che pronunzia il discorso di chiusura. E' stato infine presentato all'approvazione dei congressisti il seguente ordine del giorno: » «Il secondo Convegno nazionale di studi corporativi, dopo l'ampia discussione sui temi proposti, ritiene di poter unanimemente affermare: elio ogni costruzione scientifica sull'ordinamento corporativo noti può e non deve prescindere dal fatto storico della rivoluzione fascista e dalla concezione politica che ne è l'anima; nega la concezione liberale dei rapporti fra individuo e Stato; nega ogni identificazione fra corporativismo e bolscevismo per l'opposizione netta delle origini dei mezzi e dei fini; afferma che le realizzazioni dello Stato ■ corporativo, sono destinate, a sviluppi sempre più -precisi verso, una economia di produzione nella quale siano riassunte e potenziate le energie attive della Nazione organizzata nétta inscindibilità dei rapporti fra impresa, sindacato, corporazione e Stato; e per conseguenza auspica l'integrale applicazione del la Carta del Lavoro in una più rigorosa disciplina della iniziativa privata e in un rafforzamento della funzione sindacale in una più, notevole estensione dei poteri normativi detta corporazione che è e rima/ne l'organo dello Stato in cui si realizza la nuova civiltà economica italiana e il punto sicuro di riferimento per tutti quei Paesi che avvertono la necessità di un rinnovamento radicale della vita politica economica e sociale ». L'ordine del giorno è stato approvato all'unanimità fra scroscianti applausi dei congressisti. S. E. Bottai ha quindi dichiarato chiuso il Congresso,

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