Italia B-Ungheria B 4-2

Italia B-Ungheria B 4-2 Italia B-Ungheria B 4-2 Firenze, 9 mattino. Grandi applausi salutano le due squadre quando scendono in campo. La folla non e imponente se pur fitta ed entusiasta. La pioggia, che ha imperversato tutta la notte, ha dato il passo a un vento gelido di tramontana che sarà... il re della gara. Il manipolo « bianco » appare oltremodo prestante : quello « azzuro » più agile e snello. ' Gagliardo — quando l'arbitro Baumgartner fischia l'inizio — si addimostra il gioco magiaro. Le maglie candide invadono la zona italiana, mentre il pubblico a gran voce acclama Neri, presente quale riserva. Serantoni si fa soffiare la palla; il primo attacco ungherese è veemente ed è Piziolo che interviene e lo stronca fornendo il modo a Guarisi di sferrare la prima offensiva italiana. Gli « azzurri • giocano contro vento; gli stessi rimandi dei due terzini non varcano la linea di mezzo. Cavanna, che ha bloccato un facile pallone, respinge corto; piomba Deri sul bolide ma lo getta oltre il fondo. Oli ungheresi segnano in partenza Ecco la prima azione di qualche pregio in campo « azzurro >; Bisigato e Guarisi intessono una fitta trama di passaggi, rotta « in extremis » da Fùt'ò; sul rinvio lo stesso Deri manda fuori; Non sono trascorsi quattro minuti e già la squadra italiana saggia le forze magiare; Kozma, spostato al centro, infila la porta cogliendo di sorpresa Cavanna. Più che dal punto segnato — si pensa sia facile rimontare lo svantaggio iniziale — la squadra « azzurra » pare turbata dal gioco sano degli ungheresi; dirà poi la ripresa come il vento, più che la bravura, abbia governato la gara. Gli ungheresi attacacno: se non un netto predominio, essi marcano una superiorità sufficientemente netta per rendere accorti gli « azzurri • : con tutta evidenza non è, questa degli ospiti, una compagine tipo Bulgaria o della taglia del Lussemburgo. Bonizzoni e Gazzari contendono a denti stretti le raffiche dei « bianchi » La mediana è a ridosso a prestare man forte. Non v'è ordine nè giudizio di gioco nelle file cui Ferrari cerca dare un assetto; Ferrari che, non in ombra nel primo tempo, disputerà una ripresa veramente smagliante. Il capitano ghermisce la palla e rovescia la minaccia in campo bianco; Bisigato, cui la palla è passata, si fa cogliere in fuori gioco. Lo stesso accade per Guarisi, imbeccato da Castello; sopra un calcio di punizione a pochi metri dal limita il laziale manda fuori di poco. Un nuovo tiro dell'ala destra sibila oltre il fondo; una superba azione di Kozma è frantumata da Piziolo con un intervento tanto dosato quanto tempestivo. La squadra ungherese ha le re'Jni in pugno; gioco serrato, preciso, tìcco di passaggi, travolgente ed accorto: l'undici « azzuro » si regge sulla difesa seppur talvolta disbroglia qualche offensiva sempre appogigata sull'attivo Ferrari. Kristof si disimpegna da una saetta di Guarisi; subito dopo un bel passaggio di Bisigato a De Maria provoca unan uova spettacolosa parata del portiere magiaro. Il gioco ristagna a metà campo e la palla è contesa fra le mediane; Castello non è a fuoco, per una contusione al ginocchio, ma, nel complesso, regge eroico allo sforzo, mentre Piziolo e Bigogno Tiescono spesso ad avere la meglio sui più veloci avversari e a fornire palle d'oro al quintetto attaccante. Bisigato si incarica di sciuparle. Sbaglia una porta da pochi passi su allungo di Ferrari. Sarà la prima della serie. Il primo corner contro malia non ha effetto; è Gazzari che, di testa, allontana. Kristof para un tiro di De Maria: il barese impegna ancora il portiere bianco su passaggio di Guarisi. Castello è a terra: il bell'atleta deve cedere il campo mentre la folla, quando Neri prende il posto del casalese, urla la sua letizia. La mediana — la intera mediana dei viola — ritrova sè stessa: d'un subito il gioco «azzurro » si fa gagliardo e sicuro. Bigogno al centro si fa luce: allunga un pallone a Bisigato che. solo dinanzi alla rete, trova modo di metterlo a lato. La gara muta volto; ancor* i bianchi per qualche istante predominano, poi, fiaccati dalla fatica, rlmpizzano Deri con Bodrogt ed acennano a disgregarsi sotto le azioni più serrate e più ordinate dei nostri. Bella trama fra Bisigato, Ferrari e De Maria; quest'ultimo spara a fi! di palo. Eccone un'altra fra Piziolo, Serrantoni e Guarisi; Guarisi imbecca Bisigato che, risoluto, mette in rete L'arbitro annulla il punto perchè la palla gli parve uscita, durante l'azione, oltre la linea di fondo. Disappunto della folla che fiuta il paregigo e acclama a perdifiato gli « azzurri ». Il pareggio e II secondo punto magiaro Ferari se l'intende con Bisigato;; gli passa la palla che Gerlely gli soffia sul piede. Il barese piomba ancora sul terzino e tira a lato. Sul rimando è la volta di Cavanna: para in tuffo una saetta di Kozma che i più vedono già ss in rete. Piziolo passa a De Maria; senza un attimo di incertezza il laziale scarta l'uomo che lo tallona e, da una quindicina di metri, infila senza riparo la porta. Siamo al 1O.0 minuto e il primo tempo della gara par debba chiudersi con le squadre alla pari. Se taluno dei due manipoli sembra vicino al secondo punto è il manipolo « azzurro •. Pur lottando contro vento, la squadra si è ritrovata e tiene le briglie del gioco. E' invece, Kozma che, su tiro di punizione provocato da un discutibilissimo fallo di Ferrari, segna un magnifico punto nell'attimo stesso in cui l'arbitro fischia la fine del primo tempo. La doccia è fredda come il vento che sibila sul campo. cSe ci fòsse Petrone »... La folla commenta nell'intervallo in questo semplice modo la sterilità di Bisigato. Certo il barese nel primo tempo ha avute tante occasioni quante le dita di una mano; ne ha mandate a vuoto altrettante. Non dissimile, per questo atleta che per altro ha dei numeri e che forse si è trovato a disagio in una gara regolata dal vento, la ripresa Dissimile sotto ogni aspetto per la squadra nel suo complesso; le stesse mende del cento avanti — a suo onore bisogna dire che non si è mal scoragmende del centro avanti — a suo onore qualche gemma di pregio —. scomparvero per virtù di Ferrari,' che provvide da par. suo a guidare 'il quintetto e a tessere tanto lavoro da assicurare non soltanto la vittoriav-ma da dimostrare la sanità del gioco • azzurro ». L'Ungheria non ha modo di tener testa alla raffica senza respiro; i corners si accavallano ai corners. Futo e Gerlely stanno a ridosso della porta, mentre il compito di assalire è limitato alle ali, specie a Kozma che, di tutti gli atleti in maglia «bianca », è apparso senza dubbio il più attivo. Oli « azzurri » In vantaggio Pochi minuti di breve schermaglia e il nuovo pareggio è raggiunto. Pi ziolo allunga, Guarisi passa, Ferrari raccoglie e, con un tiro secco, batte Kristof; da questo istante, se non fini ta, la parti** è decisa. Gli • azzurri • sono lanciai. La gara è salda nel loro pugno. La mediana fa menavi glie e rare volte l'attacco bianco glun ge sino ai terzini. Calcio d'angolo contro l'Italia e una eguale punizione contro l'Ungheria; il corner contro gli « azzurri », è l'ultimo sprazzo dei « bianchi ». Il quarto d'ora non è scoccato e già Ferrari vuole sbrigarsi alla svelta; uno scambio con De Maria, una ripresa, un corto passaggio a Bisigato che questa volta non esita e getta in rete. Tre a due. La vittoria non può sfuggire e la condotta dei due manipoli in campo apre il varco a speranze p'ù vaste. Una serie di corners non dà frutti; è il vento che il più delle volte, spinge II pallone oltre il fondo. La squadra « azzurra »» soverchia gli ospiti di tutta una classe. Gioca con calma, con alterigia, vorremmo dire, quasi spavalda. I bianchi sono chiusi nella loro area e chiamano a raccolta le ultime forze per contenere la sconfitta che si profila più ampia. Bisigato racoeglie al volo una centrata di Piziolo e la scaraventa in porta: Kristof para, ma barcolla per 1 impeto del tiro. Un altro il barese ne sferra alle stelle dopo una superba azione in linea inscenata da Ferrarila difesa degli ospiti è fortunata seppur ancora gagliarda, tanto che, solo al 40.o minuto, dopo una lunga offensiva senza frutto Ferrari ha modo di segnare il quarta punto con un bolide da trenta metri. La fine giunge mentre i magiari snodano un loro ultimo attacco: meglio, il trillo finale coglie Gazzari che rimanda la palla. Uomini e reparti Squadra forte la bianca. Pane sapido pei denti dei « cadetti » e collaudo oltremodo severo, gli « azzurri » l'hanno piegata di forza in virtù della classe che, alla lunga, ha prevalso. Un primo tempo convulso — non solo il vento, ma forse anche la sorpresa dì trovarsi di fronte un avversario sul serio, più ricco di orgasmo che di ordine, più affidato alla bravura di ogni singolo atleta che a un vero e proprio gioco di assieme. Fin che Castello steti*, al centro — abbiamo già detto che il casalese scese in campo in condizioni precarie — la squadra tutta parve sbandata: sin che Bisigato guidò l'attacco non vi fu nulla di buono. Una ripresa coi flocchi. Con Bigogno che, ritrovatosi al suo posto e fra i suoi abituali compagni, impresse alla gara tutt'altra sagoma. Con Ferrari che, pur lasciando il barese al centro del quintetto, ne assunse il comando e seppe compiere tante prodezze da bastare per due partite. Ferrari è stato l'uomo migliore fra tutti i 22 atleti. Lo seguono nell'ordine in campo « azzurro » : Guarisi, Piziolo; gli altri tutti — escluso forse Serantoni che non ebbe una giornata d'oro — vanno accomunati tanto nel biasimo per un primo tempo privo di luce e ricco di affanno, quanto nell'elogio per la ripresa che fu una ripresa degna di moschettieri. Fra gli ospiti piacque Kozma. Le insidie maggiori partirono dal suo piede; 1 due punti recano la sua sigla. Un gioiello il secondo punto: la palla parye uscita fuori dalla bocca di una colubrina. Fortissima la difesa, se pur largheggiò in errori di intesa; ottimo il portiere, che ha al suo attivo il bolide di Bisigato. Più mobile che redaitizia la mediana; ostinata nel gioco in linea, fragile nel lavoro di rincalzo; solido il centro-sostegno, che ebbe la meglio su Castello e impastoiò sovente Bisigato; che neppure di fronte a Bigogno sfigurò più che tanto. La linea degli attaccanti non ci parve formata di elementi, tranne Kozma, maturi e sufficienti per gare cosi severe. Velocissima nel primo tempo col vento alle spalle, scomparve nel secondo quando il vento la percosse sul petto. Affidò il compito di tentare la porta esclusivamente alle ali; anche Zavodi, se pur meno di Kozma. si fece notare specie pel modo con cui seppe convergere al centro. In ombra il trio di punta. Bastò talvolta Gazzari a rintuzzare l'ardire. Nel complesso i • cadetti » ebbero di fronte una compagine che fu ricca di tecnica anche quando il flato l'aveva lasciata' da banda; che ebbe il merito, se non altro, di porre alla frusta gli « azzurri » e di costringerli a sfoderare tutte le unghie, nessuna esclusa; che cadde in ginocchio soltanto agli ultimi istanti, soverchiata dalla.freschezza deglFàvversarl e dall'autorità di uno stile più puro. Che merito il plauso della folla anche per lo spirito combattivo che sfoggiò sul campo e per l'ardore che la sorresse fino all'ultimo, quando già .la vittoria (.aveva chiuso le ali. L'arbitro fu guardingo ed equanime; il gioco privb di rudezza; tutti gli atleti esemplarmente corretti. La folla, paga e festante di avere in campo quattro degli uomini cari al suo cuore, salutò vinti e vincitori cori una ovazione senza fine. Le squadre in campo: Italia B: Cavanna; Bonizzoni, Gazzari; Bigogno, Castello, Piziolo; De Maria, Ferrari, Bisigato, Serantoni, Guarisi. Ungheria B: Kristof; Futo, Gerlelv; Kalmar, Londvai, Bokor; ZavodL Eber. Syucs, Deri. Kozma. MARIO FERRETTI. dLsoBchggstmmdimbtrdchpseti«zadvcdumscberipusuqupBpHdtocoazl'avdstl'lizunducodmvateJalola

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