La ricomparsa di Poincaré sull'orizzonte politico francese

La ricomparsa di Poincaré sull'orizzonte politico francese La ricomparsa di Poincaré sull'orizzonte politico francese Parigi, 5 notte. ' La politica riserva delle disillusioni anche a quelli che ne furono i capi. Così II candidato di Poincaré nella Mosa, il deputato uscente Taton Vassal, è stato battuto da un giovane e ardente membro dell'Unione repubblicana democratica, Jacqulnot. Poincaré, con una lettera diretta al sindaco del suo Comune, aveva fatto pubblicamente sapere che egli avrebbe votato per Taton Va^ai t a «un circoscrizionei^^S^^!^^^di Sampigny dove l'ex-Presidente abita e dove la sua popolarità, è doveroso riconoscerlo, non è stata affatto intaccata dalla recente votazione. Poincaré, uscendo dalla riserva che volontariamente aveva osservato fino ad ora, he consentito a ricevere un giornalista parigino, il quale gli ha chiesto se pensasse che la nuova Legislatura assomiglierà a quella del 1924. — Non lo credo — ha risposto Poincaré, — perchè anche una maggioranza di estrema sinistra avrebbe paura. Essa comprenderebbe i pericoli che non aveva preveduto a quell'epoca. Anzitutto vi è da fare una distinzione: vi sono dei radicali come Horriot e dèi radicali come Daladier. Se Herriot fosse chiamato a riprendere il potere, io non posso credere che egli ricadrebbe negli stessi errori commossi in passato. Interrogato poi sulle sue preferenze personali, Poincaré si è limitato a dire: — Io mi auguro il mantenimento al potere dell'attuale Gabinetto; Tardleu e anche Lavai hanno fatto quello che hanno potuto. Sarebbe senza dubbio preferibile che la Francia non mutasse di maggioranza. Io sono partigiano dell'unione più larga che sia possibile, come ho fatto nel 1926. E' quello, del resto, che bisognerebbe tentare di .rifare. — Ma quello che siete riuscito a fare grazie alla vostra alta autorità e alla vostra qualità di ex-Presidente della Repubblica, altri potrebbero rifarlo? — Poiché è stato fatto, si dovrebbe tifarlo anche con altra persona all'infuori di me. Si troverebbe certamente l'uomo che occorre per questo compito, che evidentemente non è facile. — E se non si trovasse quest'uomo, accettereste, occorrendo, di uscire dal ritiro volontario in cui vivete? ~ Non ancora, ma non dico di essermi condannato al riposo eterno. Ciò- dipende dalla mia salute e dai miei medici. , L'ex-Presidenta della Repubblica Doumergue, intervistato a sua volta ha detto di essere rimasto impressionato per la calma e la dignità nella quale si è svolto 11 periodo elettorale ; —Ciò prova—'egli ha aggiunto — che il Paese ritiene che i suoi rappre esentanti debbono mettersi al lavoro senza perdere tempo. Esso vuole una maggioranza di gente calma e seria, perchè ha coscienza che il momento è grave. — Più grave del 1926? — E" altra cosa. Nel 1926 la nostra divisa nazionale era''minacciata e lì franco ribassava. Oggi il pericolo è piuttosto all'estero. E' questa la ragione per la quale io auguro un Governo solido e deciso. Il momento non è più per le dispute, ma jper un'intesa. In un appello agli elettori, pubblicato dall'Ere Nouvelle, Herriot ha esposto stamane le idee fondamentali del discorso che doveva pronunciare questa sera al « Cirque de Paris » in risposta a Tardleu, discorso che terrà invece domani sera a Lione. Egli seriire fra l'altro: * scrivo queste righe prima del momento in cui il Presidente del Consiglio — con un gesto che non approvo da parte di un Capo di Governo — ri volgerà U suo ultimo appello agii amici della sua maggioranza oggi defunta. Il pensiero che affermo qui non sarà dunque stato in nessun modo influenzato dalle sue dichiarazioni. Liberamente, con l'indipendenza che amo, desidero ricordare la dottrina del mio partito quale l'ho di recente afferma ta a Bourg. In presenza del repubbli, card dell'Ain che cosa ho detto? Ho dettò che la nostra principale preoccupazione doveva essere di difendere il risparmio, di proteggere tutte le forme del lavoro onesto, il salario dell'operaio; gli averi duramente guadagnata il beneficio legittimo dell'industriale e del commerciante contro ogni forma di speculazione; ho detto che gli affari onesti avevano interesse a garantirsi contro i privilegi indebitamente accordati ai più audaci. «Ho detto che occorreva tornare a quegli anni lieti dell'anteguerra quando la Repubblica, con dei Governi perfettamente repubblicani, con maggioranze esclusivamente repubblicane, ci ha dato la pace interna ed estera. La pace e una vera prosperità. Ho detto che la stabilità finanziaria e la stabilita economica avevano per condizione la stabilità politica, e che questa ultima non poteva essere ottenuta se lion con l'applicazione regolare del regime contro tutti i suoi avversari. « Quali che siano le deformazioni Inflitte al mio pensiero, io non muterò la mia dottrina, la nostra dottrina, lussa 6 basata sulla ragione e sul buon senso. Essa non può mancare di ottenere domenica prossima un nuovo trionfo. Noi non abbiamo fatto udire nessuna minaccia. Non ho lo spontaneamente affermato che se fossi stato vinto mi sarei vietato ogni atto pericoloso per l'insieme degli interessi del paese? La nostra seconda vittoria sarà cosi pura come la prima. «Cittadini francesi, procedete nuovamente in avanti non per far trionfare questa o quella passione, questo o quel fanatismo, questo o quei rancore, ma per la Repubblica, per il paese, per la pace». Col discorso di domani sera, che svolge più ampiamente 1 medesimi concetti, la campagna elettorale si può considerare esaurita, la parola essendo ora agli elettori per il responso decisivo, 1 giornali continuano tuttavia a combattere, e i circoli polìtici si mantengono in effervescenza.

Persone citate: Daladier, Herriot, Poincaré, Vassal

Luoghi citati: Ere Nouvelle, Francia, Lione, Parigi