4 Una gita a Casale dei laureandi ingegneri torinesi

4 Una gita a Casale dei laureandi ingegneri torinesi 4 Una gita a Casale dei laureandi ingegneri torinesi La vìsita agli stabilimenti Casale Monf., 4 notte. L'interessamento preso in questi giorni dalla Stampa alle industrie Casalesi, ha avuto oggi un importante riflesso con la gita compiuta in qu sta città dai laureandi ingegneri del Politecnico di Torino, ai quali si erano aggiunti alcuni altri studenti dei corsi minori. I gitanti, il cui numero si aggirava sur centinaio, partiti da Torh.o in quattro torpedoni, sono arrivati a Casale verso le nove. Li accompagnavano i professori Garelli, Baggi, Galassini, Gamba, gli assistenti ingegneri Camoletto, Becchi, Dardanelli, oltre il comm. Vigna, segretario capo, e il cav. Martini, ragioniere capo del Politecnico stesso. Lo scopo della gita consisteva nella visita all'Eternit e ad alcune tra le principali fabbriche di cemento della città, visita che si è svolta tra il vivo e crescente entusiasmo di tutti i partecipanti per il magnifico sviluppo a cui, per valore e tenacia di uomini, le due industrie sono pervenute. Produzione e mano d'opera I dirigenti dell'Eternit, il primo opificio visitato, hanno fatto agli studenti e agli altri visitatori le accoglienze più liete. Ad attendere gli ospiti si trovavano l'amministratore delegato della Società, comm. ing. Adolfo Mazza, il direttore dello stabilimento, cav. Romolo Silvano col vice-direttore signor Nessi a l'ing. Quaglia. Era pure presente il direttore della filiale per il Piemonte, con sede a Torino, cav. uff. Mario Bertola. Divisi in vari gruppi, guidati dai dirigenti e dai tecnici, i visitatori hanno percorso i numerosi reparti dello stabilimento, da quelli delle lastre a quelli dei tubi, ascoltando le spiegazioni loro fornite sul processo della produzione e ammirandone la molteplicità dei tipi, destinati, come è noto, agli usi più svariati, specialmente per la parte dei tubi, che è quella di maggiore efficienza. Infatti le macchine per quest'ultima lavorazione, offrivano lo spettacolo caratteristico per un ininterrotto gettito dei rulli che moltiplicavano di minuto in minuto i tubi di ogni diametro e dimensione. Gli operai e le operaie al loro posto, tutti intenti all'opera febbrile accrescevano l'interesse della visita. Bisogna dire che la maestranza dell'Eternit, quasi tutta specializzata, costituisce uno degli elementi di apprezzata collaborazione per il successo della originale e caratteristica industria. Vere montagne di lastre e di tubi (è noto che la produzione di questi raggiunse nel 1931 i 1300 chilometri, e non i 130 come per uno svarione tipografico l'altro giorno usci stampato) erano accatastate nei vasti magazzini del piano inferiore. Ma tutta quella, merce non è destinata a rimanere giacente; essa è quasi interamente fabbricata su ordinazione e viene di mano in mano caricata sui vagoni o sui camion ed avviata a destinazione, all'interno e all'estero. « La diminuzione della mano d'opera da oltre un migliaio a circa settecento lavoratori — ci ha detto il direttore cav. Silvano, il quale è l'anima dell'immenso stabilimento — non è dovuta a diminuzione di lavoro, ma al graduale perfezionamento del macchinario. La nostra è un'industria pioniera, e non è pertanto a stupire se prima di arrivare agli attuali risultati, abbiamo dovuto passare per la trafila di esperienze lunghe e faticose: e sono appunto ••ali risultati che hanno condotto all'odierno assetto della mano d'opera ». Poco prima della fine della visita, il comm. Mazza ha voluto farci assistere ad un esperimento di resistenza. Un tubo di cento millimetri di diametro interno e di dodici di spessore per venti atmosfere di collaudo, è stato sottoposto a pressione. Esso ha resistito sino a cinquattotto atmosfere, limite cui si è spezzato. L'esperimento è stato naturalmente seguito con la più schietta ammirazione. Un corridore ciclista.., d'altri tempi I visitatori sono poi passati al vicino stabilimento della Società piemontese cementi e calce, dove sono stati ricevuti dall'amministratore delegato, dott. Ottavio Marchino, che ricopre la stessa carica nell'Unione cementi Marchino e C, ditte che hanno per presidente il sen. Agnèlli, a sua volta pure presidente dell'Eternit. I! dottor. Marchino, coadiuvato dal personale di direzione, ha guidato studenti e professori attraverso la fabbrica, della quale i laureandi ingegneri hanno ammirato la grandiosità del macchinario e la magnifica attrezzatura. A mezzogiorno i gitanti hanno partecipato a una colazione offerta dal comm. Mazza e dal dott. Marchino; essi si sono però divisi in due gruppi uno dei quali si è recato al «Ristorante della stazione», l'altro all'*Hotel Principe ». Nel salone di questo albergo, alle frutta, ha preso la parola il prof. Garelli per ringraziare della squisita, ospitalità ricevuta, che ha consentito ai visitatori di ammirare, specialmente nell'Eternit, uno stabilimento che fa onore all'Italia per il multiforme materiale prodotto, che i dirigenti hanno saputo adattare alle più svariate applicazioni per la civiltà ed il progresso. Proseguendo il prof. Garelli ha ricordato, tra gli scroscianti applausi e l'ilarità dei giovani, che il comm. Mazza, verso il 1885 e il 1886 fu forse il primo corridore ciclista, che sull'alto di uno dei celebri bicicli, se condo un'espressione dei giornali del l'època, « non corresse, ma... volasse ». accennando quindi anche al dott. Marchino, che ha dato un cosi vigoroso e moderno impulso alla produzione del cemento, ha terminato inneggiando all'avvenire dell'industria casalese. II comm. Mazza, rispondendo, ha detto quanto egli ed i suoi amici siano stati sensibili alla visita compiuta dagli studenti torinesi. Ha ricordato, provocando un'acclamazione, che anche S. M. il Re e il Duce, hanno onorato della loro presenza lo stabilimento. Ha posto in rilievo con affettuose parole il valido contributo datogli per lo sviluppo dello stabilimento dai suoi collaboratori, in prima linea il cav. Silvano; ha inviato un deferente saluto, accolto da nuovi applausi, al senatore Agnelli, «il grande capitano d'industria — ha soggiunto — sempre presente in tutte le intraprese che possano recar vantaggio all'economia nazionale », ed ha concluso brindando al Politecnico di Torino. Riunitisi quindi ancora i due gruppi, alle 14,30 è avvenuta la visita allo stabilimento casalese dell'Unione Cementi Marchino e C, che possiede altre fabbriche a Ozzano e Morano Po, oltreché a Berceto (Parma) e a Prato in Toscana. Come già alla « Piemontese », ciò che maggiormente ha attirato l'attenzione dei visitatori, è stato anche qui il gigantesco forno rotante, espressione ultima della tecnica in fatto di produzione cementièra. Lo stesso dottor Marchino ha accompagnato ancora i gitanti attraverso l'imponente fabbrica, che ha lasciato nei visitatori l'impressione più grata e profonda. Subito dopo i gitanti lasciavano Casale e sostavano, sulla via del ritorno, a Morano, per una rapida visita ai non meno grandiosi stabilimenti dell'Unione, effettuata, oltreché sotto la guida del dottor Marchino, dal direttore signor Borione. La giornata si è chiusa con un'ultima tappa a Trino allo stabilimento Buzzi. F. 0. caSVdvizascsaagdefalanilevosccedeavtarai onzipilafaLmdiziuntanaBscveprpuzieslictoinripelitidsideBrestmmti.mgotacustargagiunbefuchogBquTdimurenoFscdil'Iretazifafocha smchchmintoppletoantatnmtmgcPcppcLtfnssTairqnsrssdplnCgsvispfctsKdclMrrgagcsngl.mr'tc