Avventure: la "tampa,, del porto

Avventure: la "tampa,, del porto Avventure: la "tampa,, del porto (DAL. NOSTRO INVIATO) — SAN REMO, maggio. Quanti di coloro che scendono a San Remo, ne conoscono il porto? E' molto e qualcuno degli snobs che vanno a rendere il sole sulla Passeggiata delImperatrice a mezzogiorno, riconosce d Est lo sbarramento grigiastro delle ue gettate. Eppure il Porto di San Remo, col suo molo che sembra or ora colpito e profondato nel mare, le sue anchine rinnovate e asfaltate, i suoi astioni, il 'senso di nettezza e di orine che vi dominano, è una delle più ittoresche passeggiate della città. C'è utt'intorno ad esso uno scenario di ase bianche, le cui persiane sembrano cquerellate di verde. Stille panchine isseminate sulla cala viene a sedere uel popolo di tui-isti solitari, di penionati decorosi, di marinai in riposo, i popolane e di bambini che caratteizza i luoghi di sole e di contemplaione. Vino spagnuolo: olio d'Italia Da una parte, sulla riva, sono distee, come coleotteri in letargo, piccole arche da pesca e da passeggio. Qualhe motoscafo candido stempera, in mmagini ondulanti, le sue biacche nelacqua tranquilla. Il vocìo dei bamini che giocano, degli adolescenti che calciano nel pallone, è soverchiato solanto, di quando in quando,~dagli strapi rabbiosi degli idrovolanti turistici, he falciano l'aria con le loro eliche ertiginose, prima di prendere il volo. Dall'altra parte, sulle banchine del Molo, c'è invece il ritmo della vita merantile. Ma il movimento oggi, per le ipercussioni della crisi mondiale, non è molto intenso. All'ancora c'è qualche due-alberi generosamente dipinto di verde o di gialo; qualche yacht; qualche rimorchia ore corto ed erculeo, il cui fumo sale entamente, sparpagliandosi lungo misteriosi sentieri che le brezze marine racciano nel cielo. Si scaricano barili di vino; si ricariano barili d'olio. Il vino viene talvolta dalla Spagna; V dìo, ricavato dagli ulivi liguri, parte per lunghe crociere verso il mondo. Ma fra nave e nave vi ono ancora molti vuoti. Vi sono ancora, sulla riva, molti piloni che attendono le catene dell'ancoraggio. Il porto di San Remo è un bel porto virtuale: esso attende sempre il suo domani. I due semàfori che battono, di notte, le ciglia alla sua entrata, accendendo le loro stelle intermittenti — rosse e verdi — sotto l'alto scintillio delle costellazioni, parlano ancora un inguaggio interrogativo. Questo non è un articolo tecnico, ma d'avvenura: tuttavia esso può sempre accennare a ciò che questo Porto potrebbe divenire, quando le giù iniziate opere di protezione siano compiute e il suo bacino sia anche più gelosamente proetto contro l'ondata del Mediterraneo, che qui giunge anche più lunga, più vasta, più impulsiva, per quella dinamica che ben si potrebbe dire abissale. Alora il Porto di San Remo non sarà soltanto un porto d'appoggio e di « fortuna », ma una cala di lusso, che permetterà ai candidi yachts e ai cutters da crociera, di sostare più" numerosi nelle sue acque serene. Le bottìglie'e l'inflazione Avventura! Che cosa può esserci di strano nel Porto di San Remo'! Che cosa può indagarvi di meno die monotono, il giornalista in cerca di motivi? I motivi sono dovunque: basta avere sguardo per vederli. Lo stilo e l'intreccio della vita sono una questicme di ottica. Bisogna collocarsi sui fari, per vedere le lontananze del mare. Così, per vedere che cosa succede nel Porto di San Remo, bisogna sedere davanti alla sua pittoresca taverna: — quella die, nel fiorito linguaggio del gergo, si chiama anche « tampa ». Questo nome dal sapwe quasi tropicale, è uscito invece dai coloratissimi quartieri di Porta Palazzo. Ma esso si adatta in modo particolare al Caffè del porto sanremese. I suoi padroni provengono infatti dai vivai commerciali e gastronomici della vecchia Torino palatina. Ne hanno la parlata esuberante; ne conservano il piglio estroso e originale Sono commercianti nati: cioè conoscono l'arte e sanno mettere da parte. Hanno le bevande rapide che servono allo scaricatore frettoloso; ma custodiscono anche nei loro segreti ripostigli bottiglie del più annoso e generoso vino piemontese. Per una curiosa civetteria il Nebiolo più autentico riappare entro bottiglie da Sciampagna, che portano ancora il loro blasone aristocratico. L'Asti spumante ritorna, magari entro flaconi da Triple-Sec; e il Barolo in bottiglie da wisky. Non.è un trucco. Nonostante le sue mentite apparenze, è un segno di genuinità. Gli è che il vino vero è arrivato qui, dal suo paese originario, entro botti casalinghe ed è stato quindi travasato nei vetri che venivano atta mano più prontamente. — Queste bottiglie che conservano le loro antiche etichette — mi spiega un signore sentenzioso — sojio il ricordo d'un passato forse più truculento stchrasttalimviarzigie,gntabasetutrsetatuinanchremcolanngsidctasilusRvdnbssnadvnnpQml'sì mtslaerismcpnddacdumctucAuspplaudcedcsatcdgmlntigsdmmdppsvpcma meno sincero. Si può fare qui tal ystoria dell'inflazione, cioè di quello -c tato di esuberanza fittizia e morbosa he caratterizzò l'immediato dopoguera e sul quale sì fondarono tanti sitemi economici, tante speculazioni, ante megalomanie ed anche tanti falmenti... Si scambiava la febbre per italità; la cosa per la sua proiezione rtificiosa. Infatti. Oggi sotto la spinta d'un'aione tutta italiana, si toma più sagiamente allo stile di casa, alla realtà, , quindi, alla salute. Dallo Sciampana al Nebiolo! Quanti eventi e quana filosofia, in questo raffronto, che è acchico soltanto perchè oggi siamo eduti qui davanti alla « tampa » poruaria. Col suo aspetto di gabbia verata che la fa rassomigliare a un casero, col suo soffitto di legno, coi suoi avolini di ferro, la sua radio che gratugia melodie lontane, essa trasporta n un mondo più indigeno, più rude, ma nche più generoso. La padrona e la radio Una padrona simile a una virago, he fuma tutti i tabacchi, dalla sigaetta al sigaro; che vi parla con le mani piantate sui fianchi, fissandovi on gli occhi azzurri e diritti come ame, verrà tuttavia ad ammonirvi, ell'energico linguaggio del Balòn, che nei suo locale non c'è posto che per gli uomini sinceri. Qui vive, con le pas ioni generose, il culto di Euterpe, cioè di quella violenta musica popolare che parla d'amori infuocati, di chiarre tintinnanti, di notti stellate, come si conviene a un notturno del Sud. — La radio di questo pittoresco uogo batte — ella mi spiega in istile sportivo — tutte le radio di San Remo: costa 12.000 Zire. E siamo provvisti anche di un mezzo migliaio di dischi. Mezzo migliaio di dischi! Quanto nero alimento per quel rapace dal becco d'acciaio che è il pic-up. (Lasciatemi usare, una volta tanto, questa parola straniera che dà una risonanza di fauna misteriosa e bizzarra a questo ordegno sonoro!). A questa radio sarebbe inutile chiedere arie transoceaniche. Essa non rievoca voci di cantori anglosassoni o negri « di quelli die — dice un marinaio — sembrano tenere sempre una pallottola di gomma nel retrobocca ». Qui si eseguono canzoni di popolo, clamorose e ardenti. I tenori squarciano 'aria coi loro acuti zenithali, facendo sostare, percossi da meraviglia, anche carabinieri di servizio. Il melodramma e il tango, espressioni diversamene latine, regnano sovrani. / clienti sono scampoli di mondo. Basta ascoltare le loro favelle e grattare a loro scorza coriacea per capire che essi rappresentano un vasto campionario sul quale sono impressi, come disegno, i meridiani e i paralleli del mondo. C'è qualche uomo di veliero che viene dalle Baleari o da Alicante, portando vino. C'è qualche marinaio nordico. Si riconoscono i privni al modo di parlare e di bere; gli altri al modo di bere e di tacere. Qui, per non dare nell'occhio e per amalgamarsi all'ambiente, bisogna accettarne le leggi. In questa società rude basta un nonnulla per commettere una gaffe! E io ne faccio una, subito: — Si può avere — chiedo alla formidabile padrona — un « cappncci?io »? — Qui si può chiedere tutto, fuorché del lattei — mi rispotide ella in tono lievemente sdegnoso. Che lezione per un uomo! ymrcvylrptIepderibsscrilsermvIl pioniere del « Matuzia » Condurre un'inchiesta di coloro in un ambiente così speciale, non è facile. Mcp pian piano il pomo si sbuccia. Appena si viene a sapere che io sono un giornalista e che questo breve epi sodio di porto uscirà stampato, tutti si prodigano ad offrire particolari. Il pubblico popolare, e specialmente quello marinaro, è incline al sentimento e alla fantasia. Nca&ino più di questi uomini, pur così avvezzi a guadagnarsi duramente il pane, ama la poesia e conviene nella necessità dell'arte. Per essi la canzone e la favola sono il condimento del pane quotidiano. Se non ci fossero, la loro sosta in terraferma sembrerebbe più inerte d'una gómena abbandonata. E' la più grande smentita a Marco. Se c'è, in realtà, una classe che non creda alla necessità sociale del poeta e del musicista, è la borghesia. Le così dette élites e gli stessi mecenati si sono sempre serviti dell'arte come d'un inganno alle loro noie: l'hanno considerata una inutilità che va d'accordo coi momenti più inutili della loro vita. Il popolo, no. La canzone e l'immagine sono il suo riposo e un lembo del suo fuggevole Paradiso Terrestre. Il divino Cieco, Omero, cantò probabilmente per un pubblico di soldati e di marinai: — popolo delle armi e popolo del mare. Così nella « tampa » del porto si ap prendono molte cose. Il porto appare pieno di ricordi pittoreschi e di curio se figure. C'è un marinaio bidlese (te versatilità di questo grande popolo alpino può dare sorprese anche marine!) che ricorda il « Tlialassa », ctod il yacht di Pìerpont Morgan. Era attraecaio là, a quella banchina. Oggi il o , o r e yacht non c'è più, ma è rimasto, per le menti popolari, il suo fantasma. Invece quell'altro yacht che è tuttora attraccato a metà del Molo, ha ancor oggi la sua storia, una storia avventurosa. Non è oggi soltanto un yacht; è una vera e propria casa galleggiante. E' saldato alla riva con parecchie catene e gómene, che da tempo non vengono più staccate. E' diven tato una specie di appendice del porto. Il suo proprietario vive ormai su di esso da anni, sia sereno o soffi la tempesta. Egli vi rientra a notte tarda dalla città; vi fa colazione, vi pranza e vi cena. Non è uno stravagante americano o un Lord inglese, che vuol ribadire con questo suo soggiorno il simbolo della supremazia britannica sul mare. E' un nobile italiano, un conte di antica casata piemontese, che ricopre anche, a San Remo, un'alta carica. Ma ha voluto rimanere, come nella sua giovinezza avventurosa, una specie di moschettiere del mare, un eroe di cappa e spada, un irioniere. Dall'America del Sud alla Patria Tutti sanno la sua storia e tutti la raccontano. Da giovane emigrò nell'America del Sud; cavalcò nella pampa coi gauchos; fu fazendero e piantatore; visse sempre in margine al pericoloAncor oggi nella sua figura atticciata, nonostante gli anni, e nel suo volto rubesto sembra di vedere i segni dei soli che bruciarono e tannarono la sua pelle. Dopo aver adorato le pianure infinite del Sud,, amò il mare; compiè peripli intorno alle coste: dall'Argentina alla Terra del Fuoco, dal Capo Horn al Cile. La salsèdine marina rimane nel sangue come un eccitante o come un salubre tòssico. CTii ha navig"to non abbandonerà più le tolde. Nrisentirà la nostalgia; proverà il biso gno invincibile di essere cullato daflutti, durante i sonni e negli amoridì riudire le loro voci che parlano tante lingue misteriose, le loro melodìche racchiudono tutta la musica demondo. Il conte torinese, dopo le sue avventure e i suoi viaggi, nel momento in cui anche la vita umana chiede i suomeritati riposi, avrebbe potuto ritirarsi in una comoda villa sanremese. Dopo essersi inebbriato di mare, egli sera fatto patrono e coltivatore di fiori. Avrebbe potuto guardare il mare che amava, tra lo sfarzo floreale d'un giardino. Egli non ha voluto invece abbandonare l'acqua. Ha fatto del suo yacht — che ha nome « Matuzìa » — la sua casa ondulante. Francamentc'è da invidiare la vita di questo scafo, relitto d'avventure mondiali fissato a un porto con gómene e catene, chtuttavia si possono sempre scioglierun giorno! Invidiamo l'uomo che ci vive sopra: — egli è veramente un signore. Ed è anche un esempio dì vitalità e d'espansione italica; una vela ammainata che pure ravvolge in sè un esempio da imitare. Questa è la prima avventura che hscoperta nel Porto di San Remo. Non è banale come gli uomini superficialvorrebbero credere. Quantunque essa rappresenti un ciclo che si chiude, serve bene d'introduzione alle altre che vracconterò. CURIO MORTARI.

Persone citate: Alicante, Horn, Nebiolo, Sciampagna