La pista del sogno

La pista del sogno Nella foresta vergine, fra i cercatori di diamanti La pista del sogno (Dal nostro inviato speciale) I. PORTO ESPERANCIA, (Matto Grosso), aprile 1932. — Non andare ul garimpo/ — mi consiglia un buon diavolo, secco lungo come una carrube. — Ascolami: non andare al garimpo/ Questa rude parola indica, in brailiano, un terreno diamantifero. Io mi trovo a Porto Esperancia, capoinea della Noroeste, la ferrovia che attraversa tutto il Brasile da San Paolo al rio Paraguay, appunto in iaggio per i garimp'os del Matto Grosso. La Wichester a tracolla, la Smith-38 alla cintura, voglio visiarli tutti da Rio das Garcas, il fiume delle aspri, a Rio das Mortes. l fiume dei morti. Immerso fino alle anche nell'acqua, lavorando con a bateja, il grosso piatto di legno a forma conica, che serve a lavare e pietre e la sabbia del fiume, divoato dalle zanzare e abbrustolito dal ole, voglio vivere la vita avventuosa dei garimpeiros, i cercatori di diamanti, e, cullato dal ritmo e dal'ondeggiare della bateja sull'acqua, ognare anch'io tubetti ripieni di pietre preziose e diamanti di cinquanta carati, che fanno ricchi per utta la vita. — Non andare al garimpo.' Questo buon diavolo, che mi coniglia, di cambiare progetto, non lo onosco, non l'ho mai visto, mai gli ho parlato. Come ha saputo del mio viaggio ? — E' un maniaco! —. mi avverono. — Dà questo consiglio a tuti i viaggiatori di passaggio. — Perchè? — Perchè al garimpo ci è andato ui e ne è tornato, ome vedete, mezzo pazzo. E' Joao José de Moroes Cajango. E, siccóme questo lungo nome non mi dice nulla, mi spiegano:' — E il primo bianco che ha saputo dell'esistenza dei diamanti al Matto Grosso. — E mi raccontano la sua avventura. pvsbccinsoclssofsvggmUna strana avventura .Questa risale appena al 1908 e già si è tramutata in leggenda. Gli abitanti del Matto Grosso, brasiliani focosi e indolenti, dalla pelle bruna e dall'anima gaiamente colorata, la raccontano al forestiero lentamente, la sera, quando il sapore aspro della pinga, l'acquavite locale, lì rende poeti e la Croce del Sud brilla nel cielo, come una spadai fiammeggiante ad indicare la stra-' da dell'avventura. Sentitela. Erano in cinque a Poconé, nella casa di Joao José de Moroes Cajango, a giocare al poker, cinque raccoglitori di caucciù, uomini maltrattati da tutte le privazioni e da tutte le distanze. Alla luce di un lumino alimentato da olio di pesce, un bottone di madreperla splende fra la plebe delle fìches anonime. Joao José fa le carte e tiene un buon gioco: un poker di re. Ma, nemmeno a farlo apposta, senza motivo apparente, l'indio bororo, che gli è servito da guida nella foresta, soffia spegnendo il lume. — Eh! Giovanotto, noti fare scemenze! Ma l'indio ride e grida: — Madonna mia, Madonna mia, ti ringrazio. Non risplende più. — Cosa non risplende più, imbecille? Appena riacceso il lumino, l'ina' indica il bottone di madreperla, aggiungendo : — La pietra che io ho trovato riluceva nell'ombra, brillante e' viva come una stella. Lo sapete: le pietre, che rilucono nell'ombra, sono i diamanti. Immaginate, in conseguenza, la curiosità e l'interesse dei poveri cercatori d caucciù, magri e disperati come Giobbe. Gridano in cinque e l'indi non sente che una parola sola, un invito: — Parla! Parla! — Quando per la prima volta, sulla riva del fiume, vidi un oggetto come questo, ma più brillante, credetti che fosse un occhio di tigre. Ma occhio di tigre sentii subito che non poteva essere, perchè era uno solo e la tigre tiene due occhi. Neppure poteva essere di altro animale. Forse, pensai, sarà di Boppe, il diavolo, che sta, qualche volta, sulle rive dei fiumi a tentare la gente. quindi, per calpestarlo. Ma LtgdtslmmmrMtridmrsmmndsfrdi animale e neppure del diavolo Era una pietra come questa, ma più bella, più chiara, chiara come la luce. Mi chinai, la presi nella mano e, solo allora, con terrore, compresi che era una tori-c.iegge, una pietra di stella. E l'indio spiega come nella sua tribù la tori-ciegge sia portatrice di malefizio. Guai a chi la raccoglie e la conserva! — Così, scappai pieno di spavento. — E la pietra? — La gettai nel fiume. Per i cinque uomini, questo racconto è la rivelazione dell'esistenza di diamanti nella regione. E d'improvviso, come per incanto, un fenomeno meraviglioso appare ai loro occhi: in ogni punto, in terra e in cielo, mille stelle sfavillano raaqiando scintille. Tanta ricchezza di luci u riempie di stupore, li inchioda sul Corsi, v L'?^fl°_.r*^c^ÌÌL£L.^" ra^^S,^7„0. i o i o o , e l o posto, non li la-scia parlare, nè muovere. Attorno, la terra va seminandosi sempre più di brillìi ed anche l'ombra si, schiarisce, come se astri vicini vi proiettassero la loro fredda chiarezza. Sembra un sogno e sogno intanto non pare, perchè le stelle sbocciano ovunque, trasformano ogni più piccolo oggetto in prezioso cristallo, nascono c si dissolvono nell'aria, diffondono il loro solitario splendore su tutte, le cose morie e spente della natura. Istintivamente, ognuno di essi tende la mano per difendersi contro !.' allucinazione e stringere con le dita i tesori intravvisti, come si strìngono i beni lungamente agognati. Il fiume misterioso nvdmpcngTttSolo più tardi, lutti e cinque pan- Ogono all'indio la stessa doìnanda: Dove si troia il fiume? g— Nella matta virgem. amI fiumi sono più di mille nella] matta virgem, Za foresta vcrginc.\ue i e e , d ai -' , o a e , e a, ea, mgia o aà d e n a, o ee. e o pe. ale e. a Lì, le acque si confondono con la terra, si snodano fra gli alberi giganteschi, in un labirinto di canali di lagune, di paludi senza fine, mentre, sopra la terra e le acque, si estende una volta oscura di rami, di liane e di foglie non attraversate mai da raggiò di sole. — E' molto grande il fiume? — E' molto grande. — E' lungo? — E' lungo. — Da che parte scende? — Scende dalla parte dove tramonta il sóle. Dunque, da occidente. Quale fiume sarà? Rio Bon:'o, rio Pitombas, rio Barreiro, rio das Gargas, rio das Mortes? Tutti scendono da occidente ad oriente, verso il Paranà e l'Araguaya. L'indio non sa precisare. Dice soltanto che esso viene dalla Serra Chapada. Quali fiumi nascono lì? I rios das Garcas e das Mortes. Non può essere, dunque, che uno dei due. Lo è certamente. E, con questa sicurezza, i cinque uomini decidono di partire, di notte, perchè nessuno li vegga. Ecco : si indugiano un istante prima di ingaggiarsi decisamente nel mistero della via che porta alla foresta. Quale improvvisa nostalgia smorza il loro passo? Quali richiami interiori si fan sentire nell'intimo dell'anima loro? Tendono l'orecchio. Lo stridere degli ultimi catenacci, che sbattono contro le porte delle botteghe, li intenerisce. Aguzzano lo sguardo. Le luci dei focolari si spengono ad una ad una dietro le finestre e quelle che brillano ancora fra le imposte socchiuse, sembra che vogliano dar loro un ultimo, fraterno ammonimento. Ma gli uomini sono oramai votati all'avventura e riprendono il cammino, mentre le voci del inllaggìo si affievoliscono, si allontanano e il silenzio della foresta li attira con la musica dei suoi mille, impercettibili rumori. Adesso, avanzano come in un incanto. I loro piedi si affondano nell'erba e la luna ne riempie le impronte di ombra azzurra, quasi volesse segnare così la pista del sogno. Nella foresta Ed eccoli, nella foresta, sempre con l'illusione della fortuna, pieni di risa e di progetti, festeggiando l'indio, che hanno condotto con loro per guida, promettendogli amicizia, protezione, gratitudine. Joao Jose de Moroes Cajango ha tagliato una foglia di palma e la sventola in aria come una bandiera; il negro Candido Cherubino pensa di potere infine sposare una donna bianca e bionda, che odori di brandy e di rosa; l'italiano Teoduli parla di ritornare al paese a godersi tranquillamente la vita tra una partita di tarocchi c un bicchiere di vino, mentre l'americano Jarry afferma che si comprerà una automobile gigante per battere il record mondiale sulla pista di Miami. Solo l'argentino Luiz dice, in tono più risoluto, che, appena sarà ricco, scapperà a Parigi per visitarvi tutte le boìtes notturne così piene di donne pro- dpfo ù ue, si a a di e acnmeo n nci ul „0. lì sogno rende la strada facile e il passo leqgero. Quale direzione seguono? Quella della Serra sao Lourencp. Di lì, scenderanno nella vallata del Gargas per seguirne il corso fino all'Araguaya. Se non troveranno niente, valicata la Serra da Toquanal, esploreranno il rio das Mortes. — Tutti i bianchì, che si sono azzardati su questo fiume, — osserva il negro Candido Cherubino, —sono morti. — Non portarci il malocchio, nero uccello di malaugurio! — gli urlano dietro gli altri, e ridono. Ma, al sesto giorno di marcia nella foresta, la crisi comincia. Lefprovviste diventano rare, le paludiìnterminabili. Si arrestano per ripo-sarsi e Luiz c Jarry ne approfittano per avvilupparsi con il fazzolettodi seta le gambe tormentato dagliinsetU. Quando riprendono la marcia, il negro domanda: '— Dove andiamo ora? Tutti replicano con tono convinto: — Avanti! La scomparsa dell'indio All'alba dell'ottavo giorno, l'indio non si vede. Dove è? Lo chiamano per nome, sparano alcuni colpi di rivoltella. Non si fa vivo. Non c'è più dubbio: è scomparso nella notte, abbandonandoli al loro sogno. Nessuno dice niente, ina si guardano negli occhi e comprendono. Tutti sono nervosi, hanno il presentimento della catastrofe, eppure tutti si sforzano di ridere. Avanti! Meglio prendere l'avventura alle Osamente, — Nominiamo Candido Cherubino guida ad honorem! — propone l'a- mericano Jarry. — Vtva Candido Cherubino! — urlano gli altri e ridono. Ma, nel ri a y i a a dcre la bocca si piega in una smorfia. Sono perduti. Tutti lo sanno, ma nessuno osa dirlo : la minima parola fo' pcolirue trdtesacrularapotrebbe fare scoppiare il panico, la\rfollia, la collera. Ognuno, concen ' fomIriclatbtrsVds,-a l a a a e trando lutto l'essere nella memoria, fidando solo nel proprio cervello, cerca una via di salvezza. Se almeno potessimo vedere il sole! — esclama Jcao José. . Sotto la cupola verde, non vedono il cielo da nessuna, parte. — Se le sommità degli alberi potessero parlare! — Perchè non salire lassù ? — Impossibile : i tronchi sono troppo grossi. — Nulla è impossibile! — osserva l'italiano Teoduli. — Mi ci voglio provare. ' ' Gli altri lo guardano ansiosi. — Sì, di lassù vedrò il sole. Con il sole potremo orientarci e metterci in salvo. — In salvo! In salvo! — ripetono i compagni, prosternandosi a terra e baciandogli le ginocchia sporche di fango. Ai diamanti non pensano più. Teoduli si lega le caviglia con pezzi della giubba e tenta di aggrapparsi al tronco. Jarry, il più alto della compagnia, gli fa scala. Ma la scorsa si stacca e l'italiano scivola a terra. Ripete il. tentativo. Gli altri, allucinati dal desiderio, si allungano per aiutarlo. Infine, Teoduli ilzsce a raggiungere i primi rami. Sanguina dal petto, dal ventre, dalle gambe, dalle ginocchia. — Vedi qualcosa? Vedi qualcosa? La testa dall'alto fa: — No! No! Un nido di serpenti Lassù, aggrappato al tronco, l'uomo respira affannosamente. — Cerca di salire più in alto. Ma, tutto d'un tratto, egli scivola giù. — Che c'è? Che c'è? — Un nido di serpenti. La delusione accentua sul loro volto la smorfia tragica. Scarni, febbrili, gli occhi rossi, il polso tremante, riprendono il cammino. L'aspetto di questi dementi sotto gli alberi fa paura. Ma il loro calvario non è ancora finito. Stanno costeggiando mia palude, quando uno di loro nota un fenomeno singolare: orde di topi, scoiattoli, porci selvatici corrono da ogni parte in cerca di salvezza. Uno strano crepitìo, simile a quello degli incendi, li insegue, si avvicina, sta per raggiungerli. — Dio mio! Dio mio! Le formiche! I cinque naufraghi nell' oceano verde non pensano che a mettersi in salvo. Una palude, per fortuna, è lì, ed essi vi si buttano dentro: solo l'acqua può arrestare quest'orda. Con l'acqua fino alle spalle, essi vedono passare la prima ondata. Le formiche carnivore si spostano come un esercito, in massa, con lo stesso ordine, la stessa disciplina: ufficiali in testa, sottufficiali, soldati. Gli ufficiali sono le femmine, i sottufficiali i maschi, i soldati le formiche operaie. Al loro passaggio, un tremito continuo agita il suolo come se la terra e le foglie bollissero. Sotto i tronchi, fra gli sterpi e le radici, il tumulto dell'invasione avanza, mentre gli alberi si coprono di viventi strisele nere, che salgono implacabili verso i rami ad invadere i nidi. Non una tana, non una screpolatura, non un buco sono risparmiati. Uccelli, topi, rettili scompaiono con la rapidità della materia sotto un acido dissolvente. Quanto tempo dura il martirio degli uomini s-profondati nel pantano fino alle spalle? Un giorno? Due giorni? Due mesi nell'oceano verde Quando calcolano che l'ultima ondata sia passata, essi vogliono raggiungere la riva e s'accorgono aii l'improvviso che le membra sono pa- ratizzai.', jiow posseggono più forza o per liberarsi dal fango, entro il quale o sono sepolti vivi. Joao José riesce, i,adun tratto, ad afferrare alcuni ra mi, poi si aggrappa-aduna liana, fa lzsesmvmgdaRslmislpullQuvsgdliscpJlratpanpnpliszd forza c sente, a poco a poco, il cor-1 N .,.„ „. • ',„, <•„.,„„ '.,„ }- mpo staccarsi dal fango che io tiene kcome un vischio. Nel buco, che lascia |ribero, l'acqua si precipita con sordo ' rumore. Ansante, mezzo morto dalla fatica e dal, freddo, si siede sulla riva, mentre i compagni, si disperano e chiedono aiuto. Gettando delle liane, egli tenta di soccorrerli. Ecco, sta per salvare Teoduli. allorché un nuovo crepitìo d'incendio giunge inatteso: un'altra orda avanza. Allora l'uomo lascia andare la liana e fugge disperatamente. Ha perduto ogni compassione: la pbblpisèszvvgireso animale nell'apparenza, dispre, foresta l'ha conquistato completa-1 imente, dandogli la sua stessa crude-PIr hnnaiiihilitn ic ìnipassiouita.^ IvTutiavìa, il giorno dopo, torna air,tla palude a cercare i compagni. Nomatrova che uno scheletro iii-iconosci-\cbile sulla riva e. nelle acque stagnan- iti e putride, mani stecchite, affer- Irantolane, dalle quali pendono ^fesi fiori carnosi, rossi più della carne|fViva. IbSenza fuoco, nè fucile, Joao José,sdc Moroes Cajango errò per due me- |si nella foresta, ebete, privo di sensi, S,-0^m,;„ni..J;i'n«™r»»,n w^^^-ileso anunaieneuavpix^n^,»,^,^-^zato anche dalla morte, mangiando ,scorze, erbe, funghi come una bestia erbivora; con la differenza che osservava ciò che mangiavano le scimmie per imitarle. Una mattina, ebbe una brusca rivelazione. Si arrestò davanti una palma camuguche, che, secondo la leggenda, segue la traiettoria dell'astro diurno alia maniera del girasole.- Non aveva mai pensato a tale mistero. Restò lunghi istanti in estasi a constatarlo e credette di osservare che le alte foglie si muovevano lentamente con il ritmo di una testa,, che impiega dodici ore a girarsi dalla spalla sinistra alla spaila destra. La voce segreta delle cose riempì la sua anima di folle speranza. La palma girata verso l'azzurro come un indice, gli segnerebbe, dunque, la orientazione? Favola o verità, l'aveva sentito dire. E credette. Quello di cui egli aveva bisogno era una fede definitiva. E la strada del vegetale gli permise di trovare la sua. Qualche tempo dopo, due raccoglitori di caucciù, risalendo il rio das Garcas, lo trovarono seduto sulla riva: con gli occhi spalancati, immobili come quelli dei pazzi, fissava, nel cavo della mano, qualcosa che brillava come una stella. All'approssimarsi dei due uomini, Joao José de Moroes Cajango gettò nel fiume l'oggetto e i due videro nell'aria una traiettoria di luce. — Per carità, non venite a cercare diamanti! Da allora, per ventiquattro anni, a lutti coloro che incontra, nelle città e nei paesi del Matto Grosso, ripete: — Non andate al garimpo! Non andate al garimpo! Il suo consiglio, certo, non venne ascoltato. La notizia della scoperta dei diamanti accese luminarie nel cuore degli avventurieri, che si precipitarono lì, seguendo le impronte della pista del sogno che la luna segnò di ombre azzurre. Avventurieri di tutte le tinte Ai garimpos di Rio das Garqas di avventurieri ne troverete di tutti i paesi e di tutte le tinte. I bianchi, in generale, appartengono alla categoria di coloro che non sono riusciti ad osservare le leggi del proprio paese e Hanno battuto i poliziotti di una breve lunghezza alla frontiera. Gli uomini di colore — negri, mulatti di Pernambuco, Bahia, Pu¬ ro, meticci della Bolivia, del Para-guay e dì altre repubbliche sud-a- mericane — sono, invece, famelici disgraziati, i cui cadaveri finiranno abbandonati in un punto qualunque della foresta per la più grande gioia delle formiche antropofaghe. Sulle rive del Garqas. 7ia?i«o fondato la Repubblica dei Garimpeiros, ima repubblica primitiva con tradizioni rigide e ferree leggi elementari. Il simbolo della giustizia non è la classica bilancia, ma una di quelle lunahe rivoltelle a tamburo che si vedono nei films america?» e che il garimpeiro non abbandona inai, nemmeno la notte. Il reato con il quale non si transige è il furto. che il rispetto della roba altrui è la virtù primordiale nei paesi dova non esiste polizia. Una nallottola libera il ladro dal peso della vita. Perchè fare otto giorni di mulo ver consegnarlo ai gendarmi di Cuyabà ? Ma fanno fortuna costoro, domanderete, curiosi. Raramente. Al garimpo, vi sono cose più preziose dei diamanti: le carezze delle don¬ ne. Ed c così che il frutto d di ricerche accanite svanisci notte. L'alba trova il cercatore mési diamanti con la carne placata c r0»»le tasche vuote. Ma cali non rim-nianne nulla 11 fiume r virine, t- Ja piange nulla, u nume e unno c utmi iota #fortuna ali sembra sempre a porta ta di mano.. [ PAOLO ZAPPA.

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