La verità sulle belve che si vedono al cinematografo

La verità sulle belve che si vedono al cinematografoLa verità sulle belve che si vedono al cinematografo Gli animali delle jungle nelle prove preliminari - Sistemi ed astuzie di domatori - Attori che hanno paura • Belve specializzate LOS ANGELES, aprile. rg(g. b) Siamo nel regno del cinema-|stografo, m un bosco californiano de-isstinato a raffigurare una giungla del-]l'Africa Centrale. Una frusta scocca fra le grosse sbarre di ferro di una I gabbia, mentre una voce squillante im- partisce un ordine al leone africano jche si trova rinchiuso in essa. La por ta si apre e la maestosa belva si slan eia fuori, attraversando a grande velocità un lungo viale in discesa, che conduce ad una radura del bosco. Qui il leone si arresta Indeciso, ma due file di uomini, armati di fruste e dl lunghi bastoni, fanno continuare a cor- rere l'animale, che ruggendo feroce-1 mente entra subito in un secondo via- le, dove sparisce fra la densa vege- tazione di arbusti e di piante d'alto fusto. Trattasi di una delle tante prove destinate ad ammaestrare nella loro parte gli animali più feroci, che sono obbligati a lavorare per il cinematografo soli o in compagnia di artisti dello schermo. Queste prove, apparentemente pericolose, rappresentano un'impresa comune per i domatori. Durante queste strane lezioni preliminari, alle quali possono pigliar parte leoni, tigri o leopardi, gli artisti necessari per la pellicola che deve essere girata se ne stanno al sicuro, fuori il'alta cinta di legno e di. ferro che |Los Anle e\ Eft^ttJL,5SP&3^oÌ5f^'^.lt&^.fi™^1trrida deeli uomini fanno corrwe da grida degli uomini fanno correre aa|un punto all'altro del recinto le belv spaventate. Chi non ha mai assistito ad una di queste emozionanti scene non può rendersi conto del coraggio e della capacità dei numerosi domatori, i qua.i riescono quasi ad ipnotizzare i pericolosi « gatti grossi », in modo da potere al momento opportuno far lororappresentar bene la parte assegnata,r.on solo con la massima esattezza, ma anche senza alcun pericolo per le ncr-sone presenti. Per apprezzare il valore ^ domatori, di ambo i sessi, bisogna tener_ presente _ che^_es_si_tr^attano conanimali effettivamente pericolosi, dei quali alcuni sono nati nella lontana Africa e solamente da poco tempo cominciano ad abituarsi ai loro comandi. Le scene con i leoni Il pubblico che assiste in teatro ad :uno spettacolo cinematografico di av- venture o di viaggi nelle inospitali lan- de abitate dal re della foresta, quando la scena si svolge con la partecipazio- ne di grossi felini o di pachidermi dif- ricilmente si rende conto del lavoro che , ^ssf ha richiesto specialmente se non<H«*S£ frolliZl^t-^n6 nf"^Tf i= \ìé^v^^^il^^riai^^-ó^J,.nlL. Vle"e aupucata m uantornia C'i- minuisce n pericolo, ma il lavoro di pre- parazione aumenta. Le ipotesi che si fanno intorno al modo col quale sono adoperate le belve in cinematografia! non corrispondono quasi mai alla real-\^- 1^"} vi sono persone che riten-ffi»^^* S^Sfan™ il" „„, L u' 1Iulot-ut- menlre alLreo a i o a pensano a reti invisibili che separanoo . o a » a gli animali pericolosi dagli attori. Ma Isa verità ò differente ed il pericolo esiste effettivamente. Esso viene quasi eliminato con i metodi messi in pratica dai domatori, metodi che sono il frutto di tanti anni di esperienza e rappresen itano la parte più importante * in ogniscena di animali feroci. Mentre i leoni fanno le loro prove, aduno o a due o a tre alla volta, e corro-no fra due file di domatori che li dirigono con la voce o con la frusta, i fotografi addetti alle macchine cinematografiche se ne stanno riparati denlascian rare la pellicola. Circa dieci fetograf sono sempre pronti quando la scena ve fatte con gii animali, sta p cominciare cor l'intervento degli attori. Il segnale lo dà i! direttore, alzandoed abbassando una mano, ed allora ssente subito il rumore prodotto dalle gabbie ai ferro che si aprono, per la quarta o la quinta volta, per lasciar passare i leoni. Ecco tre magnifici leonche si avanzano lungo il viale in discesa, sì avvicinano alle macchine cinematografiche, attraversano con salt leggen la radura e spariscono più avanti. La scena si è svolta senza difficoltao inconvenienti e tutu sono contenti. Ed ora incomincia un altra scenamolto più complicata. II direttore di-|spone che un leone debba fermarsi dio nanzi le macchine cinematografiche, a- tre metri di distanza da uh attore^"§Ps5a„i5rHc,lrr^"t„e ° quindi_retro,i?,cda ritornando alla propria gabbia-i11 - e .Pr0ECC?!t0 PartG dai!.-» gabbiadKdSun7ertoPDur-or£si J°l ^rniJ^t 'via ••- -F-ata lae o e , . a, e e : a, il e — e ia da un domatore, che si avanzacontro di lui a piccoli passi, brandendo una frusta ed imponendogli di fèrmarsi. La belva infatti si ferma, esatoi. a. e >. a o e e o n g- ^ el a gnare di uno "sguardo l'attore che savT ' solamente nacciosa: poste non macchine "che funzionano continuamente. Frattanto l'attore svolge là suparte, come se affrontasse coraggiosamente la belva, che dà l'impressione di volere spiccare un salto contrdi lui da un momento all'altro. Ma nei che pra qtt->;Sa tutti i presenti: il leoni" vo^indietro e fuere-e di cora in dire7:nmdeUa sua gabbai La scena è^ statmagnifica dal punto di vista artisticoperò i lettori possono domandare come mai il leone abbia preso la vidella ritirata. La spiegazione è senplice. Il leone, che aveva paura dellfrusta, ad un certo punto ha sentitil consueto rumore fatto dal lucchettdella sua gabbia che si apriva? Saperdo di essere moito più al sicuro isimile attacco, generalmonte quaabbia, il re della, foresta ha approfittato dell'occasione che gli si offrived è scappato, abbandonando il domatore. Le bestie feroci possono però slanciarsi contro l'artista che le affrontae far ciò senza alcun preavviso. Ma aevitare le dolorose conseguenze di usempre improvviso, veglia il domatorche attraverso 8}l occhi ài^ osnJJ^vne intuisce il pensiero. Ed appena delinea il pericolo, egli si slanciavanti e fa rinchiudere presto l'artsta in una gabbia di sicurezza, che trova sempre a portata di mano. Uuomo protetto da una solida gabbipuò sfidare una mezza dozzina di leonspecialmente quando intervengono anche i domatori, ma in simili casi la peKlCJTXC oK^Kd?"eo^n»c%sfu\u^ un aKmento e convenientemente strati, allora è difficile inconveniente spiacevc Per registrare i suoni prodotti daganimali si devono superare parecchdifficoltà e principalmente si deve evtare che i domatori, sempre presen1 kl —" -'"«- ™-! f~*-.-•__*_ti ~Le pellicole sonore a o ei ne el e- benché non siano mai fotografati, a Zino la voce per fare lavorare a dfx1 ^ ^ ' ^M,e o a fatti con la frusta devono sostituiia voce, ma non si può certamenottenere il medesimo effetto con tutle belve. Un rinomato domatore, spcializzato nel lavoro per la cinematgrafia, interrogato in merito, ha spi gato che fra i suoi leopardi solo due si possono scegliere per le pellicole son°re, perche reagiscono immechatamente ai segni fatti con il manico della frusta, Inoltre uno di essi suole ringhiare appena ù afferrato per il collo con una mano e quando un attore deve rappresentare una lotta con un leopardo può ottenere ottimi effetti con questo animale mettendogli una mano al collo, dato r-he emette subito il più selvaggio ringhio che sia stato inteso in una giungla. Però sono pochissime le belve che reagiscono in tal modo. Infatti due belle tigri del medesimo domatore, che rispondono al nome di « Colonel ^ e di « Lady », po sano sempre in modo mcraviglioso; ma devono essere guidate tanto con la voce che con i segni durante lo svolgimento della scena e quindi non sono adatte per un film sonoro. Le più interessanti scene si ottengono quando le belve sono quasi a i h n nnvprr) attore | «ggg £ che si 'cdiIIsvnetrnepie dipedichcocoEplriTfacocontatto con gli attori. In quesu casi:rappaiono sempre due persone, 1 attore, ed il domatore, poiché la presenza dii"quest'ultimo si rende indispensabile, trLa belva non distrae mai la sua at- ntenzione dal movimenti e dalle paro-(zle del domatore, che occorrendo la ob-|tobiiga ad emettere gli strilli più assor-1 mdanti ed a dare l'impressione che vo-,E3 contemporanea regi-l 1*t^"» de!le fl"ure- e dci SUOn,V- Slie suol° <iuasi seraPre ^rarc una. Pe»ic°- c|,a siIenziosa eliminando il microfono.!pI ruggiti ed i ringhi sono poi duplicati b" ^%^^SS^^^\»' d! bisogna evitare che essi lavorino con 'leopardi o con giaguari. Una di qne ste piccole belve potrebbe in un attimo lacerare le carni di un attore che suoni, ai qual cinematografici. Non ò raro il caso di trovarsi in Spresenza di attori che hanno paura ! vdelle bestie feroci ed in questo caso fnfso trema, aggredendolo ai minimi segni sldi paura. 'Quest'inconveniente si evi-;, jta facilmente col ricorrere ad attori ; „che siano molto pratici a trattare ccn tali animali. Le scene difficili richiedono tempo e pazienza per indurre l'animale a agffar bene la sua parte. Una volta è, dstato perduto un giorno intero per'p■far saltare un leopardo sulle spalle j n|di un attore. Durante le ripetute "prò-1 c. Ve, il domatore era riuscito a fariS scendere sulle sue spalle il leopardo.|-; cne era saltato su una pianta, tiran-|c- dolo con un lungo guinzaglio. A poco Ze : a p0cO lo indusse a saltargli addosso n ; con colpettini di frusta sulle zampe.c 1 Postorìor1- Quindi riusci a far saltare : m^ì8^^ sue sp,?Ue rani,"ale ammansito'z-|acj un scmpi1Ce comando a voce. Era ! d-I anmto" occorreva" oer^ i ^rova co^e ^odtìrfMente Ouatóo ai o E[°avaCfc^sceim il Srdo esaltato a rgtantaneVmente su un attore che in- ! d^^^^^S^iaSle^ o5ifflo Si -|^ava un aùlt0 uSual- a 1uell° del ™ Keeentémente la tigre « Colonel * e o I Uscentemente la tigre iha dato una meravigliosa caccia ad a a o un attore, sulla radura della giungla rappresentata dal bosco di Los Angeles, salendo e scendendo continuamente dagli alberi vicini. Per l'apparente realtà la scena non poteva essere più bella, ma il merito spettava ali I l'astuto domatore. Egli i i l'astuto domatore. Egli precedente 1 mente aveva per ben due volte cold1 locato sulle piante alcuni pezzettini - di carne, che <i Colonel ■» non tardò a - [trovare appena uscita dalla gabbia, o- ! Durante la scena ha cercato inutil-a- mente la solita carne, ma ad un cer-j - to punto ne ha visto un bel pezzo le-1 f scdrdsnfdddJ.-le fìngeva di mettersi coraggiosameno1 *" si e a ni ieti! te in guardia. 11 domatore prende il posto rleli'attore Quando una scena può riuscire molto pericolosa, l'attore viene sostituito col domatore, che ne indossa gli abiti. ;Per girare ima pellicola rappresentan- - te le fasi dd'.a lotta svoltasi su un'ala ai d'aeroplano fra un aviatore ed un leo ; pardo, la nota domatrice Signora Cea'leste fu obbligata a pigliare il posto i-!dell'attore, il quale si era decisamente i-«rifiutato a sostenere la sua pericolosa:a1 parte su un velivolo sospeso a dieci e, : metri di altezza dal suolo. La domatri- !o- j ce, truccata in modo da sc-mbraro un a. '. aviatore, ha preso con sé'un leopardoaio, quando i fotografi erano proriti, lo tì^V0 pcv >}, ^oHo rtm una mano' aImentre con 1 altra gli stringeva a taTrv,f, anteriori In "tnlp nosWionp il n-iV;^.p,?H.;^^11 r-i'^Z^ T di.,rin-hia?;e- t- tfNon ^ nemmeno raro il caso che un1 attore debba essere sostituito da un le si! 13 --a-:—-------- —-, v,-r. ,— ua'P"10 111 tre sole Provo' ma 1 attore ha o-: proferito di non correre alcun rischio.o-1 m quanto agli elefanti, che sono ro; sempre addomesticati, si evita sempre el!dl renderli più selvatici di quello che;.-, sono e si fa di tutto per tenerli calmi, ^e anche quando si pedono eccitare ^m>,to determinate circostanze. Questota!compito è affidato ai domatori. Unao volta a Hollywood la luce elettrica sio- spenta durantei lina scena, nella qua-ia te prendeva parte un elefante. Il pa-i-1 chidsrma si e spaventato del buio e ha la i cominciato a trombettare tunosamen: to Ite, comi se volesse carie-to le calpestarli sotto 1 suo;. volesse" caricare i" presenti i enormi piedi. ri- ^ pericolo è stato evitato dal domato- in, re, che ha tranquillizzato l'elefante si Ifarilim-nte specializzare. con la semplice voce. La perfetta conoscenza delle abitu- dini e delle capacita degli animali sel-vatici che lavorano in cinematografiaè sempre indispensabile. Un certo pe-riodo di preparazione è assolutamente ova ona, ad j necessario, anche per studiare le ten-unIdenze dimostrate dalle belve e poterle re, I i;n domatore intelligente non ha dif-vj-iflcoltà a specializzare i leoni, assecon- sitando le loro tendenze, e ce-,i sotto la ia sua guida un leone può diventare unti- i_nlon<- saltatore, mentre altri si classiti- siLo„„ wt^t™ -~--i,wi ™ w.Un ia ni nel- cano come lottatori, corridori o bor-bottoni Vi sono scene in cui parecchi animalidella medesima specie eseguiscono laparte assegnata ad uno solo di essi,i appunto perchè ciascuno è specializza-K " «usiche cosa. In questo caso siKl^a dijar^appanre una belva comenante da "attore"principalèVlT pub^UMdegli spettatori si può ingannare congli facilità, dato che poche persone. ec-hie cettuati i domatori di mestiere, sonovi- in grado di poter distinguere duranteti, la proiezione un animale da un nitro~. -u_ crii rassomigli multo. eh al do , ^ " ™a<ximu grossezza E' quando si guarda un branco di ne!"-tifiloire stesso colore: le pecore sembrano tut-nte te uguali ai nostri ocelli, benché non !otte siano all'occhio pratico dei pastorepe-iche le sa distinguere ad una ad una cto-se non sono molto numerose, ha unie- i nome difierente per ciascuna di esse

Persone citate: Colonel, Durante, Zino

Luoghi citati: Africa, Africa Centrale, Hollywood, Los Angeles