L'enigma sovietico

L'enigma sovietico Inquietudine in Manciuria L'enigma sovietico e la guerra contro i "briganti ramente che la situazione della nuova Repubblica mancese è tutt'altro che brillante. Anzi ne riconosce implicitamente l'estrema serietà perchè l'anLondra, 18 notte. Tokio comincia a riconoscere fran- dCrplnnuncio che operazioni militari su lar ga scala sono contemplate allo scopo tdi porre termine alla cosidetta attivi-'stà brigantesca cinese è accompagnato : ucon una rinascita di inquietudini nei'sriguardi dell'atteggiamento della Rus-jfsia. La storia del conflitto cino-giap- sponese è tutta punteggiata da bru- lsene esplosioni anti russe, prodottesi rregolarmente ogni volta che la sorte'.Edelle armi era sfavorevole al Giappo-; jsastroso politicamente, militarmente, e ne. La Russia era dietro il generale Ma quando ingaggiava battaglia intorno a Mukden e offriva la sola resistenza efficace alla rapida conquista nipponica dell'immensa pianura mancese. Tokio contro Mosca Il generale Ma ha poi voltato casacca, seguendo la vecchia e gloriosa tradizione della guerra civile in Cina, e della Russia non si è più parlato fino al momento in cui le forze nipponiche incontravano la non meno inattesa resistenza nella regione di Sciangai. Intervenne allora uno scambio di Note fra Mosca e Tokio, colloqui tra il Commissario degli Esteri e l'Ambasciatore giapponese a Mosca, e a Tokio fu dimostrato che il Governo russo non aveva la minima intenzione di osteggiare il grande piano nipponico di invasione totale della Cina con una incauta mossa militare lungo la frontiera russo-mancese. Più tardi, e precisamente alcuni giorni or sono, la stampa di Tokio tornava in coro ad attaccare Mosca come se a quest'ultima volesse attribuire la responsabilità dell'esplosione sulla linea ferroviaria di Harbin che, come si ricorda, costò la vita a una ventina di soldati nipponici. Oggi assistiamo allo stesso parallelismo di situazione: da un lato uno strato di cose quasi di- -finanziariamente a Mukden; dall'altro - un attacco ufficiale contro Mosca. Il Comando delle forze nipponiche a Mukden aveva ultimamente ridotto ai minimi termini, compatibili con la sicurezza, la guarnigione nella capitale del nuovo Stato, e ciò per non offrire al mondo una prova incontrovertibile della assoluta dipendenza della Repubblica mancese da Tokio, e inoltre per utilizzare le truppe in operazoni di guerriglia contro gli sparsi manipoli di truppe cinesi operanti lungo la frontiera dello Stato, e persino all'interno di esso. Questi reparti cinesi erano formati da truppe del generale Ciang-Sue-Liang alle quali si erano unite gli ex-soldati che il generale Honjo aveva disarmato nei pri mi mesi delle operazioni in Manciù ria. Avevano poi varcato la frontiera soldati che l'armistizio di Sciangai aveva liberato dalla cura di difendere le trincee nelle vicinanze immediate della città. Il Comando nipponico poteva però chiudere gli occhi dinnanzi a questa infiltrazione alla spicciolata di soldati cinesi poiché di essi le forze nipponiche avrebbero avuto facilmente ragione. Sembra che attorno a questi nuclei si siano radunati volontari ap partenenti a tutte le classi del popolo mancese, e verso queste organizzazioni di ribelli al regime di Fu-Yi sono venute convergendo appelli di aiuti e appoggi finanziari non trascurabili. Lo sterminio dei « banditi » Come in passato il Comando nipponico ha battezzato « banditi » questi patrioti che lottano contro la separazione della Manciuria dalla Cina e que sti ex-combattenti di Sciangai, ed ha intrapreso contro di loro una guerra di vero e proprio sterminio. Senonchè le Autorità nipponiche riconoscono ora che il debellare gli insorti cinesi non è una operazione così semplice come prevedevano. I giapponesi hanno per ora scoperto che queste truppe di in sorti sono comandante dal generale ciprsoèlccumndnb- perchè, non esistendo uno stato di e guerra vero e proprio tra la Cina e il Ting-Ciao ed equipaggiate dal "genera-le Ciang-Sue-Liang, e armate probabilmente dai russi. Su questo punto però il Comando nipponico non insiste troppo finora Giappone, ognuno dei combattenti è li¬ bero di approvigionarsi in armi ovunque gli piace, senza che ciò comprometta la neutralità di terzi. Il Giappone che acquista armi in Europa, e per- i i -;„ -!fino m America, non può lamentarsi di a ! eventuali acquisti di materiale bellico in Russia, specialmente quando può : constatare ogni giorno di quale disa- -'strosa qualità siano le armi e le mu nizioni in possesso dei suoi avversari, ej si ritiene anzi, in circoli in contatto ||con U Comando supremo delle forze - nipponiche in Cina, che alla Russia si o e giiono, ma. non certamente quella dia, vendere armi ai cinesi ner la sfemnH- Jvenaer? armi. al clnesl> PeJ » sempli-o pOSSOno muovere quante accuse si vo- e — —1„ ,,_ j, i;dell'orso moscovita il generale Tamon -|e partito ieri da Harbin per assumere l ; ufQCialmente la direzione delle opera j^, militari cùntro i briganti cinesi ce ragione che — secondo Tokio — Mosca si preparerebbe seriamente ad operazioni militari contro il nuovo protettorato nipponico in Manciuria. Forse in previsione di un risveglio brusco a ma effettivamente per preparare la difesa della frontiera occidentale della Manciuria in vista di un eventuale attacco rosso. a Un'adunata verso la frontiera? I corrispondenti da Harbin dei giornali inglesi credono che il Comando nipponico ordinerà una avanzata in a gò^ìetìc a = e Pos^% so5tiene che S regolà delle truppe verso la frontieraili questo casa prevedono una recka opposizione da parte della Rus-siòVtl corrispondente della < Moniinglungo la frontiera sono state radunate truppe russe in ab-bondanza, magnificamente equipag- giate, e dotate di squadriglie di aero- plani pronti a spiccare il volo c iuon dare di bombe in poche ore Harbin, Ciang-Ciung e Mukden. L'opinione generale — dice il corrispondente del giornale in parola — prevede qui un inevitabile conflitto con la Russia entro quest'anno. A Tokio non si parla per ora di lotta aperta tra il Giappone e la Russia, bensì di serie possibilità di conflitto fra questa ultima e la nuova Repùbblica mancese. Si aggiunge che in questo caso le forze nipponiche saranno obbligate a scendere in lizza per la protezione del la frontiera del nuovo Stato. Un auto¬ revole portavoce del Ministero degli Esteri di Tokio, infatti, ha dichiarato stesso che il Giappone non attac/ a i o i a i e te ò a i o i i a i e a n e r e cherà la Russia, ma ha aggiunto che in seguito ai concentramenti di truppe sovietiche lungo la frontiera siberiana la- situazione fra Tokio e Mosca si è fatta <? più tesa ». « Non serve a nulla chiudere gii occhi dinnanzi al fatto che la Russia è scontenta dell'attività nipponica nella Manciuria settentrionale. Ora che il concentramento delle truppe russe è completato, al loro Comando occorre un atto1 di provocazione. Il Giappone ha detto il funzionario degli Esteri vuole ignorare questo stato di cose, ma non può tener segreto il fatto che nel caso di un conflitto tra la Russia e la Manciuria esso interverrà a lato di quest'ultima ». Lo stesso funzionario ha fatto minacciose allusioni all'attentato contro il convoglio militare nipponico e Harbin dicendo che « altri atti come questo potranno sortire più gravi conseguenze. L'invio di nuove truppe nelle regioni di frontiera dimostra che la Russia sovietica si accinge a combattere offensivamente e difensivamente ». {/attentato di Harbin Secondo informazioni ottenute dal Governo di Tokio le truppe sovietiche della Siberia estremo-orientale ammontano a 70 mila uomini, ma — come ha detto il funzionario giapponese « il Giappone rimane calmo, e non v'ha motivo di eccessivo allarme ». Senonchè da altra fonte nipponica si apprende che il Governo di Tokio è persuaso che all'attentato di Harbin hanno partecipato agenti sovietici. Si annuncia che 250 fra cinesi e russi sono stati arrestati dalle Autorità nipponiche di Harbin come presunti autori dell'attentato. Da Tokio si è inoltre appreso che speciali difese sono state costruite a Sagalin, dove il Giappone possiede importanti concessioni di pozzi petroliferi. Un aerodromo è stato poi costruito dai russi nella baia di Possiet, e ciò ha obbligato Tokio a equipaggiare le città mancesi delle regioni di frontiera di batterle di cannoni anti-aerei. Mosca però, stassera, ribatte le accuse di Tokio negando recisamente ogni responsabilità per il disastro del treno militare nipponico a Harbin. Mosca anzi sostiene che l'attentato è stato compiuto da fuorusciti bianchi che da molti mesi in qua, se non da anni, si adoprano con tutti i mezzi a loro disposizione per compromettere i buoni rapporti tra Russia e Giappone, e a rendere inevitabile un conflitto. R. P. Il Duce ordina il ritorno in Italia del <z Trento » e dell'* Espero » Roma, 18 notte. L'Ufficio Stampa del Capo del Governo comunica: « Data la situazione di armistizio a Sciangai, S. E. il Capo del Governo ha ordinato il ritorno in Italia dell'incrociatore Trento e del cacciatorpediniere Espero ». i l La Banca d'Inghilterra rinnova il prestito accordato all'Austria' Vienna, 18 notte. L'Austria ha ottenuto dalla Banca d'Inghilterra il rinnovo alle antiche -1 ^?n*zÌ°m d_el Prfst't° di 100 milioni o a ¬ - i o ò - , o e si iIcani della Credit Anstalt e sembra che - inl-hilif» JSJk= instare, e semora CBe -11 inchiesta debba - , n e di sterline accordatole l'anno scorso al momento della catastrofe della Credit Anstalt; però viene fatta, seguo da parte della stessa Inghilterra a delusioni e sorprese molto dolorose: i banchieri britannici- vogliono trattenere in patria i depositi della Banca Nazionale austriaca, per rifarsi di quanto deve loro la Credit Anstalt. L'Austria vi si oppone, ed ha già fatto partire per Londra l'ex-presidente della Banca Nazionale dott. Reisch, affermando che il testo sarebbe in contrasto col diritto e con le consuetudini internazionali; vi è tuttavia motivo di supporre che gli inglesi non intendano lasciarsi sfuggire di mano questa risorsa. Sugli scandali bancari austriaci degli ultimi anni, le indagini non sono ancora chiuse: il Giudice istruttore del Tribunale penale di Vienna ha sottoposto a ripetuti interrogatori gli antichi — d o a ro n ora estendersi agli ex-direttori della Boden-Credit Anstalt, la quale crollò per prima. I giornali annunziano essere ormai sicuro che quest'anno nessuna Banca viennese pagherà un dividendo. La stessa Niederoesterreichiscle Excompte Gesellsehaft, le cui azioni sono molto ben quotate, ha ora deciso, per motivo dì prudenza, di astenersi dal pagare qualsiasi utile. La Conferenza internazionale delie Corsiere di Commercio Un discorso deil'on. Olivetti Vienna, 18 notte. Nella seduta odierna della conferena'za internazionale delle camere di corna , niercio che si svolge a Innsbruck han-jno parlato i rappresentunti delle varie g1 Nazioni occupandosi della diversa posa I sibiliti ài applicazione delle tariffo -1 preferenziali a favore degli Stati Oa- nubiani. L'on. Olivetti, rappresentante - j dell'Italia, ha illustrato il punto di vi» n-sta italiano,

Persone citate: Ciang, Duce, Olivetti, Ting