L'energico atteggiamento italiano alla Conferenza del lavoro

L'energico atteggiamento italiano alla Conferenza del lavoro L'energico atteggiamento italiano alla Conferenza del lavoro definitivamente vittorioso degli ostracismi settarii La riduzione degli armamenti per tappe nella risoluzione del Comitato di redazione o n e o e o n i r e ' , ¬ Ginevra, 18 notte. Si è riunita questa mattina, in se duta plenaria, la Conferenza interna zionale del Lavoro per esaminare i rap [dqddnnrii ridila rwmi.~.in«. «-««vvetò uporli della Commissione delle proposte. ffll primo rapporto della Commissione del regolamento. Quest'ultimo riguar- ida, tra l'altro, la costituzione di una bfszccdtCommissione detta delle risoluzioni che dovrà riferire alla Conferenza sui progetti di soluzione che saranno proposti. La Conferenza ha adottato senza discussione tale proposta, ed ha costituito la Commissione con quattro membri governativi, quattro padronali e quattro operai. L'Italia è rappresentata nel gruppo governativo.. La grossa questione trattata da questo primo rapporto della Commissione del regolamento è quella relativa alle modifiche degli articoli 3, 7 e 21 del regolamento della Conferenza, proposte dal Governo italiano e su cui la Commissione — come fu ultimamente riferito — ebbe a dare, a maggioranza, parere favorevole. Riferisce in proposito il Presidente della Commissione, sir Atul Chateryec, delegato governativo dell'India. Le proposte riguardano la verifica del potori e le. designazioni dei membri delle Commissioni che, cor i e noto, hanno dato ogni anno pretesto per tentare di ostacolare al rappresentante operalo italiano l'esercizio del suo diritto di prendere parte attiva ai lavori della Conferenza. II solito discorso di Jouhaux Su tale parte del rapporto della Commissione si inizia una lunga discussione cui partecipano vari oratori. Il delegato giapponese, Yoshisava, esprime il proprio rincrescimento per il ripetersi ogni anno delle solite discussioni che fanno perdere tanto tempo al'.a Conferenza. Egli espone le ragioni del lieve emondamento suggerito dalla sua Delegazione alla proposta italiana la quale conserva alla Conferenza il suo diritto sovrano di pronunciarsi sulla' validità dei poteri dei delegati, conformemente all'art. 407 del Trattato, ma eviterà il rinnovarsi di discussioni su questioni già regolate nella sessione precedente. Egli termina invocando l'approvazione, e facendo appello ai sentimenti di conciliazione del gruppo operaio. Segue, per il gruppo operaio Jouhaux, delegato operaio francese, il quale coglie l'occasione per ripetere le stesse proteste e gli stessi argomenti che non ha mancato di esporre negli scorsi anni e per invocare il principio di libertà, ricordando che la Conferenza del lavoro è una organizzazione democratica. Gli succede il consigliere tecnico jugoslavo Topavovich, il quale invoca la difesa della libertà sindacale. Egli ha il più grande rispetto per l'Italia e per la sua cultura e per il suo grande passato, ma dice che il gruppo operaio vuole continuare a protestare, e che troverà nuovi argomenti per protestare, contro il merito della questione che è sempre la stessa. Per il gruppo padronale prende la parola il delegato padronale danese Olsted il quale nota che Jouhaux ha par rdldcutsdsgolato della libertà. I«Ma egli dice vi è libertà e liberta.vVi è la libertà dei gruppi, vie la libertà individuale. Oggi egli parla della libertà della Conferenza e della liberta dei Paesi che ne fanno parte. Ora la libertà della Conferenza e soffocata se le si permette di discutere sempre gli stessi argomenti. Su ciò la Conferenza si è pronunciata, e non è vero che Jouhaux abbia portato nuovi elementi. Egli ha. sempre ripetuto ogni volta, press'a poco, le stesse cose. Si è detto che questa è una organizzazione democratica, ed è vero: la libertà deve esaere rispettata. Ma non si deve dimenticare che della organizzazione del lavoro fanno parte gli Stati, e non si può impedire ad essi la libertà di decidere come essi intendono di fare la propria legre fondamentale ». Quanto aila libertà dei gruppi egli, che par sostiene questo punto, crede però che sia giunto il momento di fare osservare che, se i gruppi esistono in pratica, essi non esistono nel Trattato di Versailles, mentre esistono gli Stati. Scue il delegato padronale dellTnm -Ghetti, il quale appoggia le proposte di modificazione del regolamento. Parla il sen. De Michelis Prende quindi la parola il sen. De- Imicheiis il quale ricorda, ascoltatissi-'mo che il Governo italiano, nel corso 'di nove anni, ha fatto prova di un gran- " de spirito di disciplina, prestandosi regolarmente alle discussioni rituali istau- rate a questa tribuna, e che la Conte.- 1 renza ha ogni anno, respinta la propo- 'sta presentata dal medesimo delegatoloperaio dello stesso Paese. «E' venuto per noi il momento — dice loratore — di non più prestarci a vquesta discussione che, col pretesto pdella verifica dei poteri di un delegato, uda luogo, nel seno della Conferenza, ad c un dibattito che non è all'ordine del zffiorno de, lavori p L'oratore dimostra che le prcnoste ditaliane non tendono a(j Lrnnedire "la li- p berta dell conferenza giacché non im- Sfediscono la presentarne delle prete- ^ste e delle contestazioni. Ta.e presenta- tezione viene solo disciplinata nel senso cche si pongano le regole per la sua ri- ccevibilità. Il diritto della Conferenza qdi esaminare la legittimità di una prò-! dtesta rimane intatto. Si tratta solo di riconoscere il principio della cosa giudicata. La Conferenza potrà ricordarsi, rileggendo il resoconto della discussione di stamane, che Topalovitch ha detto che ogni anno ciascun gruppo apporta una documentazione diversa, che i punti e le virgole delle dichiarazioni del suo gruppo sono diversi, ma che il fondo della questione resta sempre lo stesso. Egli lo ha detto, e il sen. Demichelis lo ringrazia. Il rappresentante operai jugoslavo ha inoltre detto che il gruppo operaio vuole cogliere questa occasione per discutere sulla libertà, sindacale, per fare un processo alla legislazione interna di un Paese che è membro della Conferenza per instaurare da questa tribuna il dibattito politico che deve servire in ogni Pa*ae ai membri del gruppo operaio per la loro propaganda e per il loro partito. L'oratore osserva che il giorno in oui, conformemente al Trattato, sarà portata all'o. d. g. della Conferenza la questione delle libertà sindacali, egli sarà lieto di partecipare alle discussioni. Ma per ora nel Trattato e nel preambolo di questo Trattato, sono ricordati soltanto il principio della libertà sindacale ed il principio della libertà di associazione nei limiti delle leggi. Se il gruppo operaio crede, che la libertà sindacale — quale esso la concepisce — sia un dovere costituzionale per gli Stati membri dell'organizzazione del lavoro, esso inetta in movimento la procedura prevista contro questo o quello Stato che vi abbia mancato. Per ora l'oratore ritiene che gli sarà permesso di dire che i rappresentanti operai che si sono opposti alla proposta italiana sono ancora nell'obbligo di domandare ai loro Governi e alle loro leggi una certa libertà sindacale che non sarà forse la stessa in tutte le Repubbliche. Un « regime asciutto » Il sen. De Michelis prosegue dicendo: «Noi abbiamo un regime asciutto, un regime sotto il quale non occorre più domandare al Governo la liberta dei Sindacati padronali e operai per la semplicissima ragione che il braaacato non è un'associazione di diritto comune come negli altri.Paesi, ma e una associazione di diritto pubblico. Noi abbiamo realizzato, a casa nostra, ciuesta condizione che non esiste — a auanto credo — giuridicamente in molti altri Paesi: la legalità assoluta dell'esercizio completo del diruto di associazione nelle condizioni identiche starrietdun noi vi ne ab- Inerirti operai e per i padroni ». vh jj6sen,rDe Michelis comprende che gli oratori del gruppo operaio che hanno preso la parola non siano del suo PalMa, egli dice, noi siamo un Paese di 45 nùlioni di abitanti contenti di avere scelto il Regime.che abbiamo e constatiamo che, grazie a questo Regnile abbiamo fatto dei progressi e Siilo fronteggiare la durezza dei temei che attraversiamo. Se voi volete nrenderc occasione dalla discussione iene proteste per instaurare qui processo contro questo Regime, rispondiamo che personalmente Wa-Ouando^sIftA questa Conferenza fin dal 1924, sìa plS tardi nel Consi-Uo^ammtalstrazione dell'Ufficio del Lavoro noi abbiamo proposto modifiche al regolamento, ciò non e stato oer liquidare il nostro caso particolare, ?na per impedire che i sacrifici che noi abbiamo fatto durante nove anni alla solidarietà che ci lega alla Conferenza mternazionale del Lavoro non siano sopportati come vittime da altri "pope! ^ L'oratore potrebbe, e forse dovrebbe, esporre le ragioni giuridiche che hanno spinto il Governo italiano a pre- sentare'gii emendamenti al regolamen- to, ragioni che sono state sostenute innanzi alla Commissione del regola- mento, ma egli non lo farà per varii motivij c tra gli altri perchè questi 'principi! giuridici sono stati difesi brillantemente da questa tribuna dai suoj colleghi e specialmente da Jossisava. c Oerstcn in particolare, ; jj senatore Demichelis conclude di cendo: — «Continuando a permettere una de- viazione sul terreno politico dellesame puro e semplice della. ricevibilita di una protesta si manca al dovere che in combe a tutti i membri della Conferen za (ed ó questo lo scopo cui mirano le proposte italiane) che è quello di ricor- darsi che essi non sono chiamati qui per avvelenare le controversie che pos S0I1° separarli, le divergenze di opimo- ^J^S^^SS^SSS^ tentsJe di armonizzare, nell'interesse comune della pace e della giustizia so ciaJe, per tutti i lavoratori del mondo, queste divergenze di opinioni, queste divergenze che possono separarli, allo sitgtSslscopo di poter lavorare tranquillamente al compito che loro è imposto ogni] anno dall'ordine del giorno della Conte-j ssrenza: il loro dovere è anche quello di^Srispondere sempre meglio alla grande e alla nobile missione per il compimento della quale essi fanno parte tutti dell'organizzazione internazionale del Lavoro ». La seduta viene ripresa nel pomeriggio per la votazione. Riaperta la seduta, dopo l'intervento di altri due rappresentanti dèi gruppo operaio, si è esaurito il dibattito sulla prima parte del rapporto della Commissione del regolamento, e cioè, sulla proposta italiana di modificare il regolamento per quanto riguarda la verifica dei poteri delle Delegazioni. Le proposte italiane approvate Si procede alia votazione la quale ha il seguente risultato: Voti favorevoli alla proposta italiana 89. Contrari 30. La Conferenza ha quindi approvato la modifica proposta dal Governo Italiano. La Conferenza del Lavoro, votata la proposta relativa all'emendamento circa la questione della verifica dei poteri, votazione che ha segnato un notevolissimo successo per la delegazione italiana, ha preso in esame l'altra proposta che, in seguito ad iniziativa italiana, è stata sottoposta alla Commissione del regolamento, e che riguarda la costituzione delle Commissioni. Com'era da attendersi, tale proposta, che tende all'inclusione di un nostro delegato in seno alle varie Commissioni per controbattere la manovra del gruppo operaio affiliato all'In¬ drtcmlvitsptsdnVia UCl uj^ju uu'^uuu oujiia.i.v ui. | ternazionale di Amsterdam, che ha si- \ stematicamente rifiutato tale diritto al delegato dei Sindacati fascisti, ha sollevato le ire del cosidetto gruppo ope- raio, il quale vi vede un pericolo pernla sua libertà di azione, e sente che il ; suo accoglimento da parte della Con- ; f erenza significa una limitazione a : quella specie di dittatura che l'Internazionale di Amsterdam è appunto a- ! busivamente riuscita ad instaurare in j seno alla Conferenza del Lavoro. La discussione è stata pertanto delle più vivaci e laboriose. I delegati o- : perai, francese, belga, indiano, hanno parlato a nome del loro gruppo per: convincere la Conferenza a non accettare tale proposta. Il delegato governativo inglese e il i danese Oersted, l'hanno — per contro difesa, Infine il sen. De Michelis, Capo della nostra Delegazione, ha preso la parola per rispondere agli avversari, e per dimostrare alla Conferenza il buon fondamento della preposta. Il sen. De Michelis ha detto che è necessario insorgere contro la possibilità che è sta ta finora lasciata ad un gruppo, di li .mitare sistematicamente ~ i diritti dcijsingoli membri. .< Desidero - ha aggiunto il sen.^De Micheli — insistere sul fatto che:il testo della proposta sembra risnon-1dere pienamente allo scopo di.ristabi-Ilire l'eguaglianza dei diritti di tutti i delegati Essa comoortR snnrattuttn!ne, la quale ha dato il seguente sultato : 77 delegati hanno votato in favore della proposta, e 28 contro. ristabi-|itti di tutti ijsa comporta soprattutto una norma dì carattere negativo, cioè:l'interdizione di escludere da tale:fucate0 «no 'cerio3» renza le darà la sua sanzione favo-.revole». SI è quindi proceduto alla votazio-lquale ha dato il seguente riNon sfuggirà a nessuno l'importan za delle decisioni che oggi ha preso la Conferenza nelle sue due lunghe ,ed appassionate sedute, dedicate esclu- 'sivamente alla soluzione di questioni che interessano il nostro Paese. L'im- portanza di queste decisioni va con- siderata 3otto due aspetti. Un primo aspetto si rieonnette alla questione di -'l'alto significato che questo voto aa sostanza, e cioè al successo che ha riportato la Delegazione italiana con l'ottenere che la Conferenza abbia po- sto fine ad una situazione increaeiosa che si protraeva ormai da nove anni: un secondo aspetto si riconnette A-} sume per la politica del nostro Paese, in quanto dimostra la forza e l'autorità che il Governo fascista ha raggiunto anche in questo ambiente, ottenendo che Delegazioni di cinquanta Stati diversi riconoscano, con l'aperta sanzione di un voto, la legittimità delle nostre aspirazioni. G. T. la Conferenza del disarmo Ginevra, 18 notte. L'inizio della prima settimana del soggiorno ginevrino di Stimson non è stato molto felice: colpito da una leg- jsmvgvctgnsrnsdaSpra forma influenzale, il Segretario-fdi Stato americano non si è mosso durante tutta la giornata dal suo romitaggio di Bessinge, e non ha ricevuto colà nessuna visita di carattere diplomatico, a parte quelle dei membri della sua delegazione. All'infuori del rinvio di un giorno dell'inizio dei grandi incontri diplomatici, questo contrattempo non avrà però nessun altro risultato, dato che Stimson sarà senz'filtro in grado — a quanto si assicura stasera — di iniziare domani in pieno la sua attività diplomatica. E' ormai impressione generale che non soltanto la questione immediata del disarmo, ma anche quella delle riparazioni formeranno oggetto di trattative nei prossimi giorni. Per quanto sia per il momento vano voler fare delle previsioni al riguardo, dato il riserbo delle varie delegazioni — e in modo speciale del signor Stimson, il quale riafferma di essere venuto a Ginevra « unicamente per seguire le discussioni circa il disarmo» — è logico presumere che le riunioni di questi giorni avranno un carattere preparatorio ai fini della Conferenza delle riparazioni fissata, come noto, al prossimo giugno. Ma dove l'attesa di un risultato decisivo appare veramente giustificata è sulla questione del disarmo. Non è il caso di creare delle facili speranze, data la resistenza del blocco che tende a eludere ogni misura di disarmo, contrapponendo a questa il progetto di un Esercito internazionale; tutt?.via è indubitato che ne! corso di | - — \ questa seconda fase della Conferenza — caratterizzata fin dal suo inizio dal la clamorosa presa di posizione del delegato americano — la necessità ri' nia definizione precisa^del problema ; ; : ! j : : i riesce poco alla volta ad aver ragione delle più accanite resistenze. Se bastasse dare delle semplici risoluzioni come prova di questo mutato stato di spirito della Conferenza, certo è che quella elaborata stasera dal Comitato di redazione della Conferenza, come risultato di una lunga discussione svoltasi stamane, potrebbe avere un carattere assai significativo al riguardo. Eccone il testo integrale: « Tenuto conto delle opinioni espres- s degli armamenti, la Commissione gese nel corso del dibattito alla Cònfe- renza per la riduzione e la limitazione .nerale giudica che la riduzione degli armamenti, quale è prevista dall'art. 8 de! Patto della Società, sarà realizzata progressivamente per mezzo di revisioni succedentisi a opportuni in-tervalii. dopo che la presente Confe-renza avrà compiuto la prima tappa decisiva della riduzione generale al livello più basso possibile ». Tale risoluzione, alla cui elabora-'jzionevha efficacemente collaborato il .nostro rappresentante gen. Cavalierej^1Rff,erma m Td° nettP '•V,lduz'on(|:deS'" armamenti come fine della Con- 1ferenza, e ammettendo il principio Ideila riduzione per tappe, precisa che la prima di queste tappe, realizzata!«,.i.i= w« ^n» „v,„ ,i„Jprincipio |deila riduzione per tappe, precisa che jla prima di queste tappe, sulla tese della Convenzione che do:vra uscire da questa Conferenza, do:...a 6Ssere di carattere decisivo ™*"SjSLSaf&^ffl^n si.Snor ><adolny, a nome della Germa- nia, aveva sostenuto la necessità diluna riduzione al livello più basso pos-isibile, idea che si ritrova appunto nel testo elaborato stasera. Per contro, la tesi del signor Litvinoff, il quale dopo aver riaffermato nuovamente il suo progetto di disar¬ mo generale immediato si era piegato all'idea di un disarmo per tappe, e a veva fatta nota l'impossibilità per la Russia di considerarsi legata sulla na se dell'art. 8 del Patto societario, e a- veva pertanto proposto la soppressio ne dell'accenno a tale articolo, non ha " potuto essere accolta nei testo della risoluzione. Il delegato sovietico ha fatl° Pei'0 saPere c'hc '"tende domani presentare alla Commissione generale uml "serva formale per ciò che con cerne appunto tale allusione all'art. S } d-! Batto. G. T.

Persone citate: Capo, De Micheli, De Michelis, Demichelis, Michelis

Luoghi citati: Amsterdam, Ginevra, India, Italia, Russia