Loto volo di prova del "Do X 3" prima di valicare le Alpi

Loto volo di prova del "Do X 3" prima di valicare le Alpi Loto volo di prova del "Do X 3" prima di valicare le Alpi (DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE) Altenrhein, 14 notte, { „ 0. st ile Novecento delle officine] Dornier, dalle quali sono usciti i tre, * Dornier X» che navigano e navi-]aiteranno nei cieli e sui mari di tuttoì« mondo, si specchia nel lago di Co-' stanza, là dove, ravvivandola Manu- e **> ^ J n v - « , " pruno «Dornier X» è attualmente a New York, il secondo in Italia, e il terzo — pure destinato alla noSfra .Ariamone — é ancora qui tra je montagne della Svizzera, pronto a saHre a trcmUa metri di UiC~~a per ™- * ***** delle Alpi, e passai le al Colle dello Spinga. Questa mattina 1 ing. Gandusio, Ispettore superiore del Registro italiano navale e aeronautico, Ita rilasciato, a collaudo vjtimato. il certificato per il nuovo «rife delVaria u , , dichiara ™™ £■ 7rrde\avigaj*one di alto mare ». L'idrovolante, di fatto, fra un giorno o due, date le spiccate qualità marinare che possiede, inizier(j ia sua carriera... in alta montagna. Un colossale anfibio Il nuovo « Do X 3 », per il quale S. E. Balbo avrà già pronto un nome U hcittesimo meno aHdo deWattwae> Kfimi.rarn « "*"f «a n°n .sl\3u™ie. Quello di « Umberto Mad officina che qli permettesse ia costruf™ ^siva dei singoli elementi dell'apparecchio, i quali sono stati montati in modo tale da formare due enormi monoliti, cioè quello dello scafo con le pinne, e quello delle ali. Ques(j due monoliti, ognuno dei quali pesa cìrca ofto tonne'aatc> a costru^ne ultimata sono stati sollevati da apposite grues a ponte e quindi, da queste, deposti su grandi carri scor- renti sopra rotaie dallo scartamento di sei metri e cinquanta, che li han no portati in uìì capannone in cemen fQ e vetr0 dove venUero definitiva congiunti vamenie congiunti. La piattaforma di congiunzione, contemporaneamente, è una bascule che li ha pesati con l'esattezza di una bilancia da farmacista, e un carro di alaggio, dotato di motori elettrici chespingono le 90 tonnellate di tale piatte l'ap- parecchio discenda poi nell'acqua. Le accanto a Maddalena » imposto al suo gemello « Do. X. 2 », può benissimo, all'occorrenza, lasciare la navigazione mediterranea e oceanica e arrampicarsi con disinvolta sicurezza sui colossi alpini. Non ha preferenze, e le sue caratteristiche gli permettono di proiettare l'ombra delle ali sulle pianure o schiacciarle contro le pareti dei ghiacciai alpini, oppure lanciarle da bassissima quota tra il mobile gioco delle onde. L'autonomia di volo, la potenza dei suoi 12 motori Fiat, l'imponente capacità di portata gli danno via libera attraverso i mari come attraverso i continenti. Per realizzare tali miracoli aerodinamici, il dottor Dornier ha dovuto naturalmente fabbricare una speciale p^KETWa parecchio discende poi nell'acq*.*. pesature delle singole ossature formanti questo scheletro mastodontico sono state talmente precise che, una VOlta congiunte, hanno dato una dif ferenzp, di una decina di chilogram- mi. Perchè tale precisione sia valuta ta come si merita, darò le caratteristiche del <r.Do. X. 3»; l'apertura del ie 0jì è di 48 metri; la profondità dei \e medesime di 9 metri e 50; lo spes sore di metri 1,30. Lo scafo è lungo 40 metri; la larghezza massima, in corrispondenza delle pinne, queste comprese, di 10 metri e 60: la lun| ^ìmetrodi ghezza dello scafo fino al timone di acqua, cioè fino alla parte immersa, misura la bellezza di 27 metri. Data tate lunghezza e tale larghezza della 'superficie di immersione, risulta che \pcr ogni tonnellata di carico l'apparecchio viene a pescare soltanto un .centimetro di più. Da questa ecceljtolfe qualita di portanza deriva la fa1 cjj,(a dj decollaggio, tanto che appena janciati i motori, le pinne emergono [immediatamente, e l'apparecchio, por-fandosi quasi di colpo sul redan, baZ «B dall'acqua in trenta secondi por |fondosi in aria 42 tonnellate. L'apparecchio è tutto costruito in duralluminio, e di tale materiale sono statc- j 1 latte le tran maestre di chiglia, cioè U xpina dell'idrovolantc , I ^iiaìeè lunga 25 metri e "alta due, ed ■{ tre longheroni alari. Motori italiani Mettono in moto questa imponente \masaa volante 12 motori Fiat A 22 E, potenza di 600 cavalli ognuno,, gii stes3j c.;te hanno vittoriosamente |compiuto la trasvolata atlantica. Sul \ primo 1 Dornier*, quello che, come _ *> detto, trovasi attualmente a Nero -1 York> e che la ditta in questi giornista rimettendo in ordine perchè possae a r i in ^olo tornare in Europa, sono statiinstallati motori americani Curtiss die non hanno dato, neppure approssimativamente, il risultato ottenuto con quelli costruiti dalla nostra Caia torinese. I due « Dornier X » italianiinfatti, con motori Fiat, oltre ad avere la velocità di crociera di 180 chilometri all'ora assai supcriore al «DoX» munito di motori Curtiss. possono facilmente salire ad altissima quota, come lo ha dimostrato l'anno scorso Z'« Umberto Maddalena che ha- _„„„„,„ 7. <j„i„„_ „ QOfifi >,,„•>,..■ rfi „7- passato lo Spinga a S20O_ metri dì ala\tezza. Con un carice, di 49 tonnellateà!» 'Do. X. 3» può aiwhe raggiunger, la velocità di 21u chilometri all'ora e diminuendo tale carico di quattro fon nellate, può ancora aumentare di 10 chilometri tale sbalorditiva velocità. Sbalorditiva, intendiamoci, rispetto aiia, sua mole e al suo peso. Bisogna pensare che l'idrovolante porta in volo una infinità di installazioni, e cioè tre cabine con 24 poltrone, una cucina, due lavabi, un vestibolo, una stazione radiotelegrafica e un'altra radiogoniometrica completa con due cabine isolanti, un impianto di prosciugamento dei compartimenti stagni dello scafo con relative pompe, 400 chili di estintori fissi e mobili, numerose attrezzature marinare, 'fra le quali due àncore e relativi cavi di acciaio, e che raggiunge il rispettabile peso — con tali installazioni — di 33 tonnellate. Peso che può facilmente essere ridotto a 31 tonnellate, in modo da permettere un carico utile, per arrivare al carico di 49 tonnellate, da 16 a 18 tonnellate. A malgrado dell'imponenza di questa massa, il « Do X 3 » in velocità di crociera "ha un consumo orario di olio e benzina notevolmente inferiore ai 7 chili per chilometro. Nel Mediterraneo, che ha distanze massime in ciascuno dei due bacini di 1500 cliilomefri, i due « Do. X » italiani possono facilmente realizzare con una unica tappa qualsiasi percorso, portando tutto l'equipaggiò e un rilevante nùmero di passeggeri.' È' doveroso nominare quelli che hanno presieduto alla costruzione del nuovo « Do. X », e cioè il maggiore del Genio Aeronautico Corrado Gustosa, in rappresentanza del Consorzio Aereo Italiano acquirente dell'apparecchio, e che ha sèguito durante quattro anni tutte le fasi attraverso le quali sono nate e si sono sviluppate le due macchine meravigliose; l'ina. Magalda, capo del Registro Aeronautico, che ha costantemente, vigilato perchè fossero rispettate le caratteristiche costruttive consone alle vigenti norme italiane per tutti 'gli apparecchi civili, e Ving. Gandusio che ho già nominato, l'ing. Colombo e il radiomontatore D'Amico, il comaiidante Marescalchi e l'ing. marchese ferrerò De Gubernatis rappresentanti del Consorzio, gli ingegneri Bona e Mancini della Fiat, e i motoristi torinesi Maccagno, Foco e Gonnella, che hanno montato e messo a punto le parti più vitali dell'idrovolante. Meraviglioso equipaggio Il Ministro dell'Aeronautica, S. E. Balbo, accompagnato volta a volta dall'Accademico generale Crocco, dal generale Todeschini, e dal maggiore Cagna, sono venuti frequentemente ad Altenrhein per rendersi conto dei lavori. Oggi il « Do. X 3 » ha fatto l'ultimo volo di prova prima di intraprendere il viaggio per l'Italia con la rispettiva traversata delle Alpi. Erano presenti il Comandante dell'apparecchio che è stato affidato all'atUintico maggiore Donadelli, e al pilota ing. capitano Ravazzoni. Sono troppo noti i itomi dei due valorosi aviatori perchè abbiano bisogno di essere illustrati. Il primo, come tutti ricordano, avendo dovuto ammarare in pieno oceano durante la storica trasvolata per un gnu-, sto al radiatore, ha ripreso coraggiosamente il volo dopo 32 ore di tragiciballo sulle onde, arrivando alla méta, il secondo ha volato 100 ore fra i ghiacci polari alla ricerca dei naufraghi del Latham 47, suZ quale trovavas-i l'eroico Amundsen. Siederanno quindi vicino al Comandante del «Do. X 3» due chiarissimi piloti italiani, e il^Polo e l'Equatore saranno cosi a contatto ideale. Al volo di oggi hanno partecipato una ventina di passeggeri compresa la figlia del dottor Eckener Comandante de Conte Zeppelin. Se le condizioni atmosferiche lo permetteranno, fra un giorno o due, il meraviglioso « Do. X 3 » lascierà il Lago di Costanza per raggiungere il Mediterraneo, e alla nostra Flotta aerea sarà così aggiunto, per volontà del Duce, il nuovo gioiello unim al mondo. Non bisogna dimenticare che l'idrovolante, anche se costruito a Costan za, è l'espressione più pura dell'industria e della genialità italiana, perchè, la canzone dei suoi motori è scritta in lingua italiana. ERNESTO QUADRONE.

Luoghi citati: Europa, Italia, New York, Svizzera