Le vicende della Banca nell'interrogatorio dell'ex diertttore

Le vicende della Banca nell'interrogatorio dell'ex diertttore L'INIZIO DEL PROCESSO DEL « CREDIT VALDOTAIN » Le vicende della Banca nell'interrogatorio dell'ex diertttore Alessandria, 13 notte. Chi crede alla Kabbala ed usa trarre gli auspici, non potrebbe non ferÌS,^!^.fnterde r°U ?> f?2nte a questDuteH^«^ia±ÌatV 13 ,S°?° e" lmh» tntV^ «,,g'^°fÌn*ÌUi 11,Process£L?*itb£ì qUCSt? temai. le- variatatMi*^™?*»» «1 ?,"$g^"»* vorrebbe fondare, sopra il riPer necessità varie, il macchinosprocesso . viene tenuto nell'aula dell( difesa avv. Farinelli e Quaglia); awAlfonso Chatrian di Giuseppe, di 42ami! (difesa avv. Caron e Torrione! rag. Giovanni Mattio fu Modesto, dCorte d'Assise; un'aula vasta e singolarmente gelida in questa primavera inquieta. A ridosso della gabbiaprendono posto gli accusati che sonoin Istato d'arresto. Essi sono stati portati in un solo gruppo, legati ad unaunica catena e siedono in questo ordine: aw. Giuseppe Bettaz, di 43 ann41 anno (difesa aw. Arcavdim); c'av.Giuseppe Assi fu Giov. Battista, di 45anni (difesa avv. Bardanzellu e Bozzolai; Augusto Baldoni fu Carlo, di 46 anni (difesa aw. Dagasso e Suriano) Dinanzi a costoro, in un secondo banco, prendono posto gli imputati a piede libero: don Luigi Lyabel fu Serafino, di 62 anni (difesa aw. Enrico e Maurizio Cavaglià): Giuseppe Usel fu Grato, di 55 anni (difesa aw. Apostoo e Garose!); Giuseppe Bionaz di Gio vanni, di 30 anni (difesa aw. Apostoo); mons. Giovanni Giocondo Stevenin fu Giovanni, di 67 anni (difesa avv. Negretti e Jachino); Amato Rosset di Camillo, di 67 anni (difesa avv. Apostolo e Garose!). Assenze ed eccezioni Mancano, come si vede, tre impuati: il rag. Luigi Quaini fu France co, di 75 anni (difesa aw. Bertolino)e cui condizioni di salute, a causadell'età tarda, sono precarie, e i dueaccusati contro I quali venne spicca-o Invano il mandato di cattura: ilomm. Vincenzo Puccinelli fu Cesare,i 54 anni (difesa avv. P. A. Omodei Pelicioni) ed il notalo Felice omettii Basilio, di_53 anm (difesa aw, E.Cavaglià e Barberis). Ma la costitu ione di questi due Imputati latitanti nche se non è awenuta in questa prima- giornata, è da ritenersi imminente. . Così annunciano infatti i rispettivi pa-^T,< ™„„f,.„ il TVrf>,„„„i - /ra.„„ ' tironi, mentre il Tribunale (Pres. ilomm. Bertana e P. M. il comm. Moy) i insedia e prendfe atto della costitu-ione di Parte Civile proposta dal cu-atore del fallimento, rag. Lanza, col atrocinio dell'aw. Villabruna. Aw. Omodei: — Presento due cerificati medici dai quali appare che il omm. Puccinelli soffre di « angina ectoris » e va soggetto ad attacchi he potrebbero riuscirgli fatali ove si ottoponesse a sforzi fisici e morali. Tuttavia annuncio che egli si è messo n viaggio per costituirsi, e mi riservo i trarre dai documenti presentati le eduzioni che riterrò opportune, alorché il mio difeso sarà presente. Pres.: — lì Puccinelli è colpito da mandato dl cattura. Sarei curioso dl apere dove egli è stato visitato dal anitari. Aw. Omodei: — Probabilmente a Roma, dacché i certificati sono stati esi da un clinico di Roma, la cui firma è autenticata dal Governatore di uella città. E il dibattito introduttivo prosegue on le eccezioni svolte dagli aw. baaglia, Apostolo e Negretti, per otenere la rettifica del capo dl Imputaione contestato a taluni del loro diesi. Per Lyabel, Bionaz e Usel si è ffettivamente incorsi, nella formulaione del capo di imputazione, in un rrore materiale: si è Incluso, a loro arico, un addebito dl bancarotta raudolenta, per cui la Sezione d'Acusa 11 aveva prosciolti. E la rettifica disposta dal Tribunale. Ma per mons. Stevenin, il cui capo d'imputaone il difensore vorrebbe formulato n guisa più determinata, il Tribunale espinge l'istanza. Ed eccoci all'interogatorio degli imputati, tra 1 quali un continuo parlottare durante queta fase preliminare del giudizio. picca tra essi la figura di mons. tevenin; una figura notissima adosta, dove copriva, tra l'altro, la ca-ca di canonico della Collegiata di . Orso. Esile, egli appare Tome un ascio di nervi: lo sguardo vivido, taora lampeggiante, rivela in lui un arattere estremamente volitivo. Ma er tutta l'udienza, curvo, intento empre a prendere note ed appunti, gli quasi non emergerà tra la schiea degli imputati; nascosto alla vista el pubblico, egli non emergo che fugevolmente, quando eleva il capo caatterizzato da un cranio lucido, deositarlo del rosa più delicato delle urore tropicali. L'ex-direttore della Banca La trafila degli interrogatori ha nizio con l'interrogatorio del cav. As, l'ex-direttore della disgraziata Bana. E' incolpato di bancarotta semplie e fraudolenta, di appropriazione ndebita, di furto e di falso. Le viende che hanno dato luogo a questi ddebiti sono note. Del resto esse veranno via via rievocate nei loro sviuppi, le cui conseguenze, espresse in ifre, possono così compendiarsi: quinici milioni di risparmio volatilizzati, istrutti, che a tanto ascende lo sbiancio tra il passivo di 16 milioni e mezzo e l'attivo di un milione o poco iù. Con tono pacato, sereno (l'accuato si studia di manifestare una inima assurance che non eri! vieta, a olte, il sorriso), l'Assi intraprende la ua esposizione difensiva, ricordando ome sia stato assunto alla direzione el « Crédit Valdótaine » nel settemre 1922, dopo lunghe trattative col Consiglio di Amministrazione. Quindi prosegue : — Nella mia opera, fui sempre ar¬ ' fiancato dal Consiglio, e oggi devo ar- respingere un'accusa, che mi muovoer- nd i periti, quella, cioè, di avere porta tat0 Ul 3eno aUa Banca dei criteri mem" S^omaai, non consoni all'istituto al so quale ero preposto. In realtà, allorché a" venni assunto, io fui sottoposto ad un $? Periodo di Prova- e la miaP attività fu ri^&fcsgSg aD°? 'r^f i922 UCré-'so'Z10ni ™ finanziamento^ la Pres. : Quali? Sarà meglio inol¬ Un finanziamento di 750 mila li- la CnnnprnHva rii Pm^.imn T„r,i. jii w.laì Crédit il comm." Puccinelli* credetti ^42: di fare opera buona e vantaggiosa per I ! ; | l'istituto. Ero stato per 14 anni al Ban- ; di co di Roma, con il quale il Puccinelli ; n-jcarlee-l „„ „ ,. _ ia fe alla Cooperativa di Consumo. Inolno tre- era allo studio un mutuo, su ipor-iteca' dl mezzo milione al comm. Grosna|si> ™ Torino, e la cessione di titoli r-ìP61" 800 mila lire al Credito Biellese. niI Quando, ai primi .del 1923, presentai v.l aveva avuto rapporti ininterrotti, e I 5'avevo constatato che egli aveva sem-jz6 ) nea e u oo on v. di oaffare proposto dal Puccinelli fu un mutuo ipotecarlo di 500 mila lire. Ciò aweniva nel marzo del 1923. Il mutuo fu accordato, dopo che il Presi dente della Banca ebbe visitata la tenuta del Puccinelli. Le garanzie offerte da costui erano abbondanti: coprivano per tre volt»;, almeno, la portata del finanziamento. Oltre a ciò, egli offriva una indiscussa garanzia morale, in quanto si era sempre dimostrato correttissimo. Analogamente, il finanziamento accordato alla ditta Suquet dl Courmayeur, fu deciso dal Consiglio di Amministrazione, il quale sedeva, si può dire, permanentemente e vigilava l'andamento della Banca, Nel 1924, il fi) I nanziamento al Suquet fu eseguito, e a j cosi pure quello accordato alla Come|pagnla Automobili, di Roma. Questa -:ultima operazione fu troncata verso l'la metà di quell'anno, essendosi cone, • vinto il Consiglio, dopo un esame deiiia posizione, che esistevano del dubti;bi sul realizzo. Fu tenuta una rlunioE.|n presso la aede della Banca Berga- pre-dato luogo a ottimi affari. E l'imputato ricorda che il primo I - i e. masca, con l'intervento del sen. Dl Bagno, presidente della Compagnia. Intanto l'esposizione dellp banca verso cdcsodvpdigePsideCmdmec , t- " ^"JLf™ ZSJ. »! ti .11 umuiwnoi aim cui Tjrp^nen™ era,sl ) ^ ^'T' n»l\ » «™52r - sifone pesante. Del resto, il Suquet -ìatesso Schiarava di non essere In l l a i i . o o e a l l a i i e è n o a a r o e i . . d, -i' i ! amministratore delegato della « Socien ^ d?lle acque di Courmayeur », diede grado di restituire la somma, e fu perciò che sorse l'idea di rilevare l'azienda del Suquet e di dar vita ad una società, la « Società acque di Courmayeur », che fu una filiazione direH* d°l Crédit. « Questa operazione — aggiunge l'imputato — fu circondata dai migliori auspici, senonchè fu necessario attrezzare la nuova azienda per il suo sviluppo industriale. Io, in verità, ero contrario a tale sviluppo, perchè non avevamo i tecnici da preporvi ». Il contratto d'assunzione — Nel suo memoriale — osserva il Presidente — lei ha scritto di essere stato contrarlo alla costituzione della società. Ha aggiunto che preferiva fosse dichiarato il fallimento del Suquet, piuttosto che sobbarcarsi U peso di quell'azienda. — Si, quella era 1 nuell'e.noca io ero ancora in prova. Fu solo nel marzo del 1925, che venni assunto stabilmente, e mi fu fatto un regolare contratto. Pres.: — Quali erano i termini di questo contratto? — L'impegno fu assunto per due anni, e lo stipendio mi fu fissato iri 2500 lire mensili. — Più le spese di rappresentanza — aggiunge il Presidente. — Oh! nulla: io non ho percepito un centesimo oltre lo stipendio. Pres.: — Nemmeno la somma dl 6 mila lire, nel 1926, come partecipazione agli utili? —■ Non mi ricordo. L'imputato soggiunge che, nominato n a o , a e a e i n , e o a a o e l i ¬ ie dimissioni da tale carica il primo agosto del 1925 e la gestione dell'azienda fu affidata al dott. Jans. Quando nel 1927, questi lasciò l'azienda, egli fu reintegrato nella carica. Fu allora che avviò le trattative con il gruppo inglese, per il rilievo degli stabilimenti. Sfortunatamente, le trattative durate per molti mesi non approdarono ad una soluzione concreta. Forti somme andarono spese per tali trattative. Pres. : — Precisi a quanto ammontarono le spese. — Credo a 400 mila lire, smdilnapdzdvdlacchtavRsil'zuprnr.vdddmine ncdnl'ui spInadapgftogafv.fPres.: — Pare che siano state speseisinvece 600 mila lire. Cadute quelle trattative, ella ne allacciò, in seguito, delle altre; è vero? — Si, ma molto più tardi, nel 1930. A mie spese, andai a Londra e circa 40 mila lire costarono queste nuove trattative. Pres.: — Lei dice di avere sostenu- goralaf to^eW le CiS « in conto alla Banca. — Furono contabilizzate, ma io non ho avuto un centesimo. dpaNlolescPres Ad'Ògm^modo'il Consiglio'U.„„s.;;„„ ^,°£mi££&SÌ 1ÌiC2SSgS2 cnon aveva mai deliberato dl rimborsarle la somma. Quanto è pesato sul Crédit l'azienda di Courmayeur? La realtà viene stabilita attraverso parziali ammissioni dell'accusato, e precisazioni del Presidente. Le Acque di Courmayeur costarono al Crédit la bellezza dl tre milioni. Al Suquet, dal quale gli stabilimenti erano stati rilevati, venne pagato un premio, per srqcs per contodel 5 ^s^Fiyano in "«a settimana. Appena la cessione, di 50 mila lire. Questo, ad onta del fatto che egli avesse asportato dallo stabilimento, prima di effettuarne la cessione, un'automobile, che doveva essere inclusa fra i beni ceduti. Gli affari col comm. Puoeinelli Ed eccoci agli affari conclusi con il comm. Puccinelli. Secondo l'imputato, la prima operazione conclusa con que- MaUlrP°resSe SÌA_-Presidente_obietta che già pre-cedentemente il CrédiTavevà effettua-gemelli, un depo-sito di 493 mila lire presso il Mini' stero della Guerra, al quale egli si era rivolto per un appalto. Imputato: — Queste operazioni di erà restituita e la Banca in nessun caso aveva danno. Presidente: — Tuttavia, questa ope- c^rfS.o6^?6 -dl S"Jf arbitrio- 11 SS?wSi? ,*la ratlflco soltanto parecchi mesi dopo. Imputato: — Mi piace rettificare subito. Tutte le operazioni da'me effettuate avevano l'approvazione del ^0nsi8li0' er&no fatte in pieno accor- traccia, mjesto *nótf mi^suarda. ^ è Presidente: Comunque è un fatto inoppugnabile che cinque mesi dopo la sua assunzione il Puccinelli era debitore "versoli" Crédit dr^immillnne- o mezzo. | Ma l'accusato protesta che la posi-1zione debitoria del Puccinelli era nota1 al Consiglio. Egli spiega, poi, di ave re conosciuto il Puccinelli nel 1912, a Bengasi, quando era impiegato presso quella succursale del Banco di Roma. Il Puccinelli faceva operazioni con questo Istituto, e allorché fu stabilita a Bengasi una filiale della Banca d'Italia, egli abbandonò il Banco di Roma per quest'ultimo Istituto. Dl ciò, la Direzione del Banco di Roma si lagnò, perchè il Puccinelli era un ottimo cliente. Non c'era dunque da dubitare di lui. Imp. — Nel maggio del 1925, l'avvocato Bethaz e monsignor Stevenin pressarono il Fucclnelli, perchè saldasse il suo debito verso la Banca. Ma l Puccinelli non era in grado di pagare. Fu solo nel marzo del 1926, che esrli riusci a vendere la sua tenuta di Porrano, in quel di Perugia, per la omma di 8 milioni, e regolare cosi suoi rapporti con il Crédit. Eerli era debitore, in quell'epoca, di 6 milioni duecentomila lire. In più, doveva al Crédit 400 mila lire a titolo di premio, per avere concluso la vendita della tenuta. Sborsò un milione e 700 mila lire .in contanti: due milioni in ffetti, a firma del principe Ruspoli, he era stato l'acquirente della temi- metadcdpmPdsoda; e altri due milioni rilasciò in ef- mett} ?a 500 m!la lire' con scadenze'dcalar Dono mipsti ldtgfcalari. Dopo questi avvenimenti, io mi convinsi dell'opportunità, per me, i lasciare la Banca. Era scoppiato dissesto di un Istituto conslmile al ostro, e temevo per il Crédit. Ma vrei preferito essere allontanato, e er questo mandai un esposto al carinale Gasparri, prospettando la situaione. Non ottenni nulla; nel luglio, imessosi il Consiglio, ritenni mio doere rimanere al posto che occupavo. Intanto, monsignor Stevenin, che eteneva un forte pacco di azioni dela Banca, mi incaricò di trovare un essionario. Mi rivolsi al Puccinelli, he non ne volle sapere; fu solo più ardi, attraverso il Mattio, che io aveo conosciuto direttore del Banco dl oma, che 11 Puccinelli prese in conderazione l'affare, e addivenne alacquisto delle azioni. E' noto come attraverso tali operaioni il Puccinelli sia diventato, per n certo tempo, praticamente, il prorietario dell'Istituto. Ora l'imputato ievoca gli accordi che furono sanzioati nella scrittura, che coronò l'opeazione, e fra I quali era questo: il ersamento, da parte del Puccinelli, i un milione; somma che avrebbi ovuto rimanere nelle casse del Cré it. Invece, il Puccinelli, poco dopo, m due riprese, la ritirò. Egli mandò, n seguito, 11 proprio figlio ad Aosta, la Banca gli corrispose una Indenità di 1500 lire al mese. Mattio, per onto suo, fu chiamato a far parte el Consiglio di Amministrazione, e ominato consulente finanziario delIstituto. Con l'accusato, il Puccinelli stipulò na nuova convenzione, per regolarne rapporti dl impiego: in virtù di queta convenzione, lo stipendio dell'imutato fu portato da 2500 a 3000 lire. noltre, gli fu riconosciuto 11 diritto una interessenza, e al pagamento ella somma di centomila lire, ove vesse lasciato la Banca non per cola sua. E la laboriosa udienza è tolta. L'imputato proseguirà nel pomerigio di domani, la sua esposizione diensiva. Per ragioni varie si è adottao, d'accordo fra le parti, questo reime: una sola udienza al giorno, che vrà inizio alle 14 precise, e durerà ino alle venti. F. A. 1msctoaCninzvndròbdcliaafutàbmbrembstdcitortitarPnpdtimcsmosi