Immense plaghe dell'America del Sud terrorizzate

Immense plaghe dell'America del Sud terrorizzate I vulcani delle Ande si risvegliano dopo un sonno secolare Immense plaghe dell'America del Sud terrorizzate Spaventosa pioggia di cenere e lapilli = Nuvole solforose di sabbia trasportate dal Cile all'Argentina e all'Uruguay = Gli aeroplani non riescono a sfondare la muraglia di cenere = 11 sole oscurato = Notte in pieno giorno = 11 verde scomparso su centinaia di chilometri » Le comunicazioni interrotte ■ Un metro di cenere a Curico = Bombardamento di pietre su Santiago ■ Enormi nubi verso l'Europa (PER MARCONIGRAMMA DAL NOSTRO CORIMSI'ONDENTE) Rio de Janeiro, 12 notte. \Il Brasile vive un'ora di incubo per le notizie paurose che giungono dalia Repubblica Argentina, dal Cile e dall'Uruguay dove, dalle prime ore del pomeriggio di ieri fino a stanotte, su tutto il territorio è continuata, senza un attimo di interruzione, una spaventosa pioggia di cenere. In tutta l'America del Sud sta diffondendosi la sensazione che l'umanità assista, in questi due giorni, ai prodromi di una delle più grandi catastrofi della storia. Le ventale devastatrici Si sperava oggi che, dopo le prime esplosioni di ieri, l'attività vulcanica sulle Ande dovesse calmarsi. Si prevedeva anzi un ritorno alla normalità accompagnata magari da nuovi fenomeni sismici e da nuove esplosioni, ma si attendeva infine il segnale di una qualche attenuazione delle forze misteriose della natura. In luogo di essa la popolazione di Buenos Aires ha sentito giungere le prime orribili ventate dei vapori solforosi sprigionati dai vulcani. Tre di essi avevano annunziato il loro subitaneo risveglio dopo un sonno quasi secolare, con fragorose esplosioni accompagnate da gettiti di vapori, di ceneri e di lapilli. Il vento trasportava le ceneri dalle coste del Pacifico a quelle dell'Atlantico e, se sul litorale di questo Oceano il terreno rimaneva insensibile al travaglio interno, l'enorme distesa di terra da Santiago a Montevideo era in preda ad un quasi ininterrotto tremore. In alcune regioni, nella notte passala, il suolo, scosso dal terremoto, pareva in procinto di esplodere sotto le forze delle pressioni sotterranee. Dal cielo intanto, di un nero cupo e terrorizzante, pioveva a tonnellate la cenere. Per almeno tremila tonnellate ne è caduta, entro ieri ed oggi, sulla sola città di Buenos Aires, e nulla si sa di ciò che è avvenuto all'interno dell'Argentina e del Cile. Tutte le comunicazioni telegrafiche e telefoniche sono interrotte; ponti e linee ferroviarie sono infran-ti e sommersi sotto la cenere, e i grandi centri del Sud America attendono da un istante all'altro notizie di distruzioni senza precedenti nella storia del globo. s Allarme a Buenos Aires Qualche aeroplano è partito in esplorazione, ma degli uni non si hanno notizie, degli altri si sa che hanno dovuto atterrare non potendo i piloti sfondare la nera muraglia di cenere che copre l'interno del Paese. A Buenos Aires l'arrivo delle nuvole di cenere ha destato sulle prime intensa curiosità. Le strade si sono presto coperte di una impalpabile polvere grigiastra ed il pubblico si è divertito ad assistere a questo strano fenomeno senza manifestare, la menoma inquietudine. Ma lo strato di pochi millimetri che ieri copriva tetti e strade della Capitale era già di alcuni centimetri stamane, e la polvere vulcanica si infiltrava tra le porte e le finestre delle case rendendo l'aria irrespirabile. La città sembra oggi immersa nella notte ed il brusco abbassamento della tempera tura, causato dall'oscuramento delsole, trasforma l'indifferente curio sita della popolazione in allarme e anche in terrore. Nella Capitale dell'Argentina sono intanto giunti, dall'interno, i primi fuggiaschi. Essi hanno fatto de- écrizioni impressionanti di alcune contrade ricoperte da uno strato di cenere alto, in alcuni punti, 80 centi metri, e di boschi e di colture di strutti. Su centinaia di chilometri —essi hanno narrato — il verde è scomparso. Le foglie degli alberi colori della natura, prodigiosa di varietà, nell'America del Sud, è ridotta ad una tragica gradazione di grigi. Le immense foreste all'interno della Argentina hanno assunto aspetti spettrali. Non più foreste sembrano. sembrano disseccate, e il paesaggio,di un grigio uniforme, è paragonavi-le all'immagine proiettala su un gi-gantesco schermo da una lastra ne-gativa. Ciò che prima era di coloreoscuro e si staccava a netti contorni da un cielo di un azzurro luminoso e quasi bianco dal troppo sole, ora si distacca bianchiccio su uno sfondo dicielo nero cupo. Tutta la gamma dima hanno apparenza di un paesaggio lunare. Così pure, a due o trecento miglia all'interno dell'Argentina e di là verso le Ande, nessuno è -penetrato daieri in qua ed il silenzio del telegra-fo sembra indicare che all'interno dell'Argentina e più ancora nel Cile centinaia di piccole città e di villaggi abbiano subito o siamo destinate a subire la tremenda sorte di Pompei. Tragico silenzio dall'interno Che il disastro abbia proporzioni gigantesche risulta anche dal fatto che Montevideo, ancora più distante dalla Cordigliero di quel che sia Buenos Aires, annunzia che le ceneri piovono con intensità crescente di ora in ora sulla Capitale e nei dintorni. L'aria comincia a farsi irrespirabile e la popolazione, in uno stato di orgasmo, si chiude ermeticamente nelle case: per le strade si imbattono persone che camminano rasenti al muro, con gli ombrelli aporti e con fazzoletti e scialli per coprirsi il naso e la bocca. l rja informazioni non ancora con trollute ottenute a Montevideo, risulterebbe che danni tremendi siano stati prodotti dalle ceneri e dai gas solforosi nella regione di Chosmalal. nella Patagonia, presso il vulcano Dumayo. Strano a dirsi, mentre mancano del tutto notizie sulla situazione all'interno dell'Argentina, da Santiago giunge a notte tarda l'annunzio di un momenta- nco \'meo rallentamento dei movimenti siL\ i smici e della furia delle esplosioni, ! La città è stata, nella giornata, -bombardata da pietre e da enormi\-macigni proiettati dai vulcani di A\conaqua e di Tinquiririca, e a circa ,dieci centimetri si calcolerebbe lo '.spessore di cenere abbattutosi^ su .Quella Capitale. Verso sera, però, la) Moggia è cessata e poco dopo ginn- (levano notizie che erano pure cesrete eruzioni di lapilli e di proietifi dat provinola di tazione, in preda ad un panico in 1descrivibile, ha già incominciato ad Altri 5 vulcani Gravissima, invece, se non disperata, sembra essere la situazione a Curico, a San Ferdinando e a Molina; Curico, che s-i trova a 125 miglia da Santiago, ha mio strato di sabbia e di cenere di un metro di spessore. A Molina lo spessore è di circa sessanta centimetri. La popo- evacuare questa città. Le strade coperte di cenere sono invase da una folla tei-rorizzata, che avanza penosamente, senza una mèta fissa e senza sapere vei-so quali orrori essa va incontro. A Rancagm, a Rengo e a San Vincente una oscurità completa regna da due giorni, ma non si hanno notizie di vittime. Per contro, a San Raffael moltissime persone sono state raccolte semi-asfissiate dalle emanazioni di vapori solforosi che lentamente si diffondono sulla pianura, ai nipdi dell,, Catena dpllr Àndp 7Pai pieai aeua '^enia aellc Anae. Lctruppe sono state inviate nei centri lungo la frontiera del Cile per accelerare l'evacuazione resa indispensabile dalle scosse di terremoto. Medici ed infermieri sono stati mobilitati da stamane in tutta l'America del Sud, e centinaia di volontari sono già partiti — anche dalla nostra Rio — su aeroplani, alla volta delle regioni ove si teme che l'eruzione abbia mietuto vittime umane. I pochi telegrammi giunti da Santiago, dopo aver compiuto lunghissimi circuiti attraverso il Brasile, riferiscono che, mentre fino a stam<i- ne all'alba erano in attività tre vulcani, se ne sono risvegliati in gior}wta altri cinque, e che la zona — oscurata totalmente dalle nubi di cenere — ha una superficie maggiore di quella della Gran Bretagna. Un aviatore, tornato in serata a Buenos Aires dopo un volo di esplorazione all'interno del territorio argentino, ha confermato i referti dei fuggiaschi ed ha aggiunto che la regione più gravemente colpita dal disastro è la provincia di Mendoza, e specialmente la città di Malargue. Enormi crepe si sono prodotte nel terreno e si teme che l'intera città sia da un momento all'altro inghiottita. Agli uffici governativi di Buenos Aires sono giunti in serata disperati appelli di soccorso e richieste insistenti di tubi dì ossigeno. Sembra che vi siano numerosi casi di asfissia nella provincia di Mendoza. In un dispaccio del Prefetto, si chiede l'in\vio immediato di medici, medicine e di truppe, queste ultime necessarie per cooperare alla evacuazione degli ottanta mila abitanti della città di Malargue. Previsioni dà geologi r,„,j, a ±- ■ ■ j. j. iDall Argentina giungono intanto |notizie di disastri causati dalle inora- !dazioni dei fiumi. Le ceneri- hanno *„,.™„*„ ,7„7i ,--„t. 7 „ j. 'formato delle dighe e le acque stra- ripano, invadendo la pianura, specie \nella regione di San Tome. I geologi\preammnsìano pioggia di sabbia e 'di cenere persino sulle sponde europee dell'Atlantico per le prossime qua- largo dell' Oceano, ed enormi nubi \.rmtotto ore. Il vento le spinge al ) geodinamica di La Piata si dichiara " vagano ad una quota di due o tremila metri verso l'Europa. Il direttore dell'Osservatorio di convinto che queste nubi riusciranno a varcare l'enorme distesa oceanica e ad oscurare larghe plaghe di cielo ruroneo Alcuni -vulcani pali «/irpcuropeo. alcuni vulcani egu aice — eruttano vapori e lapilli che si innalzano in aria in colonne di cinque o sei miglia d'altezza. RENATO BELLUCCI. Vibrante elogio al Fascismo di un docente dell'Università di Btston Boston, 12 notte. Il R. «Console generale d'Italia ha proceduto alla solenne consegna della croce ài cavaliere della Corona d'Italia al decano del?a Facoltà di diritto di Boston, Homer Albers. La cerimonia, cali sono intervenute le più spiccate personalità cittadine e numerosi membri della colonia italiana, ha dato luogo ad una vibrante manifestazione di italianità. Il R. Console Margotti ha pronunciato un applaudito discorso in cui ha esaltato l'amicizia esistente fra i due Paesi, Italia ed America. Hannc parlato inoltre, fra gli applausi, il prof. Geddcs ed il decano Albers, i quali hanno sciolto un inno al Duce ed all'opera compiuta dal Fascismo in Italia. Il prof. Geddes ha detto, fra l'altro, che l'Italia odierna può insegnare molte cose al mondo, ed il decano Albers, dopo Plaver chJan?ato Mussolini «l'Uomo di|povern0 piu 3Tandc da Busnwrk ad og- gì», ha soggiunto che in Italia non siparla, ma si agisce, mentre dappertut-to si chiacchiera e nulla si fa per vin-cere la crisi economica. i l o gionieri. novanta minuti, nel golfo di Guayaquil, al largo di Punta Arena, è finito con la vittoria dei federali, che hanno cosi rioni ato ia ri volta iniziatasi la settima- "' " na scorsa. ., Mendoza, c;:po de: ribelli, ed ì suoi principr.li seguaci, sono stati fatti pri- I! moviineiìio rivoluzionario nell'Equador Guayaquil 12, notte. Uno scontro con i ribelli, durante tumm , „ _ „s..„ craAahs\