Elettra rediviva

Elettra rediviva Elettra rediviva Si è più volte notalo il carattere di cupo pessimismo della miglior letteratura americana d'oggi : Dreiser, Shervv'ood, Anderson, Hemingway, Dos. Passos, Elmer Rice, William Faulkner, autori amari, dalle cui opere si può misurare l'abisso di desolazione che vaneggia dietro la geometrica facciata della civiltà alla Ford. Vien fatto di scuotere scetticamente il capo dinanzi a certe manifestazioni melodrammatiche dell'emotività americana più divulgata, cui forse il carp.tterc sensazionale del giornalismo d'Oltreoceano conferisce più rilievo del dovuto: s'ha proprio da credere che in questi ultimi mesi tutti gli americani siano caduti in convulsioni per la piuttosto sordida tragedia di Honolulu e per quel magico incontro di nomi : « ÀI Capone and Lindbergh baby »?. Eppure, se da quella forma, infima di letteratura clic è il gazzettismo sensazionale ci si volge a considerare le opere di artisti alieni dalla pubblicità, come quelli che ho ora ricordati, troveremo, in forme infinitamente più nobili, la stessa emotività drammatica, direi quasi frenetica, nel senso in cui questa parola s'adoperava un secolo fa per certa scuola di romanzieri francesi. « Frenetico » non parrà aggettivo troppo colorato per chi legga i drammi di Eugene O'Neill, il massimo drammaturgo americano di oggi : Strange Intcrlude, e specialmente questa recentissima trilogia, Mourning becomes Blcctra. L'idea di trasportare ai tempi nostri la più orribile storia di famiglia tramandataci dall'anticKità classica era già venuta ad altri : per esempio al D'Annunzio. Ma // Ferro è opera calma, composta, accanto alla trilogia deU'O'Neill. Immaginate un Poe che abbia letto Freud, e che sia compreso, come il Hawthome della Lettera Scarlatta, della cupa inumanità del puritanismo; immaginatelo intraprendere un soggetto che aveva già fatto scrivere a un greco, cioè a un uomo appartenente alla più equilibrata delle civiltà, un'opera violenta come Le Coefore, e avrete un'idea di ciò a cui sia riuscito l'americano d'origine irlandese O'Neill. Uno storico della letteratura non può non considerare con certo compiacimento un'opera come questa dell'O'Neill; il compiacimento dell'orticultore che distingue i vari-processi per cui s'è ottenuto un fiore squisitamente mostruoso. Il lettore ordinario, lo spettatore di teatro, ricercano altre qualità in un'opera di arte ; ma ìieppur essi rimarranno delusi, purché il cuore basti loro a uno strazio che si protrae per tredici atti. Siamo nel 1865, aimo della guerra di Secessione, nella New England. La prima scena s'apre sulla facciata della casa dei Mannon. Nella cornice d'un giardino appare un candido portico classico, che contrasta con la retrostante severa muraglia di pietre grigie dell'edifìzio: il portico è _«co; me un'incongrua maschera bianca fatta per nascondere la cupa grigia bruttezza della casa». Come la casa degli Usher, nel Poe, la casa dei Mannon riassume in un simbolo il carattere dei suoi abitanti. Nella, famiglia Mannon non può fiorire l'amore ; una misteriosa eredità d'odio pesa sulle loro vite, che ne sono contaminate: muraglia grigia, ferrigna, come un promontorio sacro ai naufragi. Le facce dei Mannon han l'apparenza 'di maschere, quando sono in riposo : j:andido portico, sepolcro imbiancato c E' la crudele maschera della repressione puritana, quella maschera stessa che l'eroina della Lettera Scarlatta porta per la vita. La Clitemnestra di questa Orcstiade dell'O'Neill, Christine Mannon, è della famiglia dell'eroina del Hawthome. Un paganismo selvaggio dietro una maschera puritana, che a un certo momento, quando il marito, Ezra Mannon, è assente in guerra, erompe: Christine, che aveva odiato Ezra dal momento del matrimonio, e nell'odio aveva concepito i figli Lavinia e Orin, diventa l'amante di Adam Brant, mi romantico capitano di marina. E' un ambiente chiuso, soffocante : codesto byronico capitano- non si chiama realmente Brant, ma è un Mannon anch'egli, tìglio dello zio di Ezra, Abe Mannon, e di una governante francese, Marie Brantòme. Abe Mannon e suo fratello David, il padre di Ezra, amavano entrambi costei, e la gelosia di David s'era puritanicamentc mascherata di riprovazione morale pel matrimonio con una persona eli condizione inferiore. Abe Mannon, si era dato all'ubriachezza, aveva maltrattato la moglie, e alla fine s'era impiccato; la moglie, a cui la famiglia Mannon aveva negato ogni soccorso, era morta di staiti ; Adam aveva cambiato nome in odio alla famiglia paterna, che aveva giurato di punire pel trattamento della madre. E la forma della sua vendetta gli era apparsa insieme con la bella persona di Christine Mannon. Di costei diventa l'amante, per coprire d'onta l'odiata famiglia. Adam e dunque una reincarnazione dell'Egisto della tragedia greca. Ma la tragedia greca costata filtrata attraverso Poe. Poiché v'è un misterioso gioco di somiglianze e di trasfusioni di personalità che inquina d'incesto tutti i rapporti di questa famiglia puritana. L'O'Xcill introduce abilmen- . tè, con allusioni di più in più preci-se, angosciose come certe battute delMaeterlinck, questo motivo centrale dell'affinità. Brant ha^ nell'aspetto qualcosa dj simile a Ezra, spedai- niente a Ezra prima del matrimo-llio, e a Orin, il figlio di Christine.Christine ha i capelli dai riflessi di rame dello stesso colore di quelli del-la madre di Brant e della propria liglia Lavinia; lo spirito pagano diChristine, dopo ]a sua morte, si tras-fonderà in Lavinia, come Ligeia sì trasfonde in Rowena nel raccontostraordinario del Poe: la rigida pu- ritana Lavinia perderà ogni,angolo- egsità, diventerà per un momento Vin-jpnie, assetata di gioia sensuale, per- jevasa dall'incanto dei Mari delSud.è Christine resuscitata. Lo spirito di bBrant si trasfonderà in Orili... Con- aseguenze? Complesso d'Edipo a piena jiiorchestra. Orin è innamorato della |tomadre, Lavinia del padre, e, per un attimo, di Brant, perchè costui rassomiglia al padre. Brant, s'intende, era stato innamorato di sua madre. Orin, morta la madre, finisce per concepire una colpevole passione per Lavinia... Non nego che l'O'Neill sia riuscito a rendere con efficacia questo mostruoso angiporto della famiglia umana : si tratta di esseri imbottigliati in un angolo di labirinto che ricalcano sempre le stesse orme. Non v'è soffio d'aria sana in questo angolo morto se non, di tratto in tratto, una folata di pazzia come nel Forse che sì del D'Annunzio. Tutto ciò è agli estremi confini del tragico, a tanto estremi confini che basterebbe un difetto di rappresentazione, la stonatura d'un accento, per far precipitare tutto questo mondo teratologico in caricatura. E anche senza la rappresentazione, via, non c'è bisogno proprio di fare appello alla classica serenità del nostro genio latino, per definire alquanto grottesco questo mondo di maschere e di vanv piri. La caccia che si dan tra loro i membri di questa puritana famiglia è una caccia macabra, sì, ma a momenti sembra anche un gioco ; e forse '.tutta quella faccenda delle somiglianze e delle reincarnazioni non è che un fittizio prodotto, il più tipico, della coscienza puritana, assetata di vedere peccato e incesto dappertutto? O'Neill ha contaminato YOrcstiade con Edipo re; apriti cielo, cioè, apriti Freud! ' Ma finiamo il racconto, prima di trarre un'ovvia conclusione. Nel primo dramma. Homccoming {Il ritorno'), torna il puritanico Ezra dalla guerra, novello Agamennone senza consolazione di veruna Cassandra. Christine, a cui il_ contatto del marito ripugna, a cui le minacce della figlia, consapevole dell'adulterio, dan coraggio di determinazioni disperate, toglie di mezzo il marito con un veleno ottenuto dall'amante. La scena in cui il generale Mannon, preso da un attacco cardiaco quando la moglie sfacciatamente gli scopre la propria colpa, riceve per medicina dalla donna colpevole un veleno che lo spaccia in pochi istanti, ricorda i più •terrifici episodi del teatro elisabettiano. Un Webster avrebbe potuto concepirla. E, anche, l'O'Neill dà prova in un'ingenuità da drammaturgo primitivo quando fa della scatoletta contenente le pillole mortali un importante pernio del dramma. Perchè, mentre Mannon rantola, entra nella stanza Lavinia, e Christine sviene, e le sfugge di mano la scatoletta, che proverà a Lavinia la colpa della madre; e più tardi Lavinia dimostrerà al fratello che la madre è colpevole facendo che costei si tradisca alla vista della scatoletta deposta sul petto del cadavere... Son, codesti, espedienti da melodramma da arena, e non manca altro che la scatola rechi a caratteri cubitali il nome del veleno, a ulteriore informazione del pubblico. Ma forse in America son tanto abituati alla reclame, che non farebbero caso neanche se, insieme col nome del veleno, figurasse sulla scatola il nome del farmacista che lo ha così infallibilmente preparato ! Morto Ezra Mannon, LaviniaElettra istiga il fratello alla vendetta; ma Orin-Oreste non si sente spinto a questa dall'amore pel padre, dzadchcvNupmdamvsceE jibensì dall'amore per la madre e dal la gelosia per Brant. Nel secondo dramma della trilogia, The Huntcd (I perseguitati) Christine tenta invano d'assopire l'astio del figlio soffocandolo d'amore : l'anima della donna oscilla tra un disperato ardire e un disperato terrore (sentimenti assai ben resi dall'O'Neiil). Essa non può trattenersi dal mettere in guardia Brant appena crede che i figli non l'osservino; e così cade nel tranello tesogli da essi, che sorprendono il suo colloquio con l'amante, Brant è ucciso da Orin ; alla notizia della sua morte, Christine si uccide La maschera puritana fa apparire al mondo questi fatti cosi travisati : Brant è stato assassinato da ignoti ladri, Christine si è tolta la vita pel dolore della perdita del marito, morto di angina pectoris. Ma gli abitanti del paese, che formano come una specie di coro greco al principio dei drammi, mostrano nei loro commen? ti di aver visto al di là della maschera nel torbido ambiente della fa miglia Mannon. Due creature nor mali, Peter e Hazel Niles, cercano inutilmente di ricondurre sulla via dell'amore sereno Lavinia e Orin. The Hauntcd (Gli ossessi), terza parte della trilogia, ci mostra Lavinia reduce da un viaggio con Orin alle isole del Pacifico. Al contatto dei sani indigeni l'anima puritana della ragazza s'è intenerita (motivo, occorre dirlo? di naturismo mistico alla Lawrence") : eccola bella, sensuale, tale e quale la madre, in cerca d'oblio nell'amore di Peter. Ma Orin, che neanche a farlo apposta aveva ricevuto in guerra tale una ferita al capo da esacerbare la sua anima già impura, ora vuole impedire la felicita della sorella, che egli si rappresenta colpevole della morte della madre, per la quale non ha cessato di aver rimorso. Lavinia non deve sposare Peter. Orin scrive la storia della criminosa famiglia e la coivsegna ,in busta sigillata (questa busta e po' men srottesca della scatoletta del lvc}eno) a Hazel, la ragazza che l'ama. e situazioni si ripetono come si rio petono i lineamenti dei personaggi : - -j dnuvmia c veramente involto come -j un labirinto, con circonvoluzioni paValide e allucinanti: ora Lavinia ri pete ie parole di Christine contro il - fratello che vuole impedirgli la telia c;ra con Peter. Orin, anima tenebro.sa| c]ie |n Lavinia rivede e riama la -!madre, si uccide pel disdegnoso guì sto di condannare la sorella ai toro unenti del rimorso. E la sorella, che è - consapevole dell'atto disperato che tetcsprvsLvtdsnafleddgBelasmantsddl'cgaprmrtcbdmmdcqttc5Rdvpmpv■vpMgnmptptnlTpgimsnmcsasnqmlarrlpdgtgatibvvSllIpnlbrzciclrlnmlatscr gli sta per compiere, non glielo impedisce, ma si abbandona nelle bracia di Peter. Ma appena il fratello si è ucciso, lo spirilo puntano d'acerba compunzione la ripossiede; essa anela soltanto di punirsi, e per puiirsi e nello stesso tempo per non ogliere la maschera di rispettabilità dal nome della famiglia colla narra zione dei delitti, si calunnia di fronte a Peter, gli dice d'essersi data a uno degli indigeni del Pacifico, e, partito he è Peter, pieno d'orrore, si rinhiude pel resto della vita, che prevede lunga, nella casa dei Mannon. Ne fa inchiodare le imposte, « con uno strano crudele sorriso di assaporamento per gli anni di volontario martirio » ; tra le pareti da cui pendono i ritratti dei lugubri antenati si aggirerà, anima in pena, fino alla morte. L'ovvia conclusione a cui accennavo sopra sarà, da questo breve riasunto, evidente a chiunque ricordi he l'ultimo dramma àcWOrcstiadc eschilea s'intitola di proposito alle Eumenidi, alle placate Furie. V'era un intervento benigno, un rito e un termine al martirio nell'armoniosa concezione del greco. Ma nella trilogia dell' O'Neil v'è un abisso incolmato di pena e di disperazione; anzi, la pena stessa diventa voluttà della pena. Ha voluto l'O'Neill dimostrare con questo dramma d'ambiente puritano l'orrore della concezione puritana del mondo? Così egli sembra invitarci a credere; ma, oltre alle sue intenzioni, ha dimostrato come, anche al di là dell'Oceano, il romanticismo frenetico del secolo scorso, quello che ogni tanto gli storici della letteratura dichiarano morto e sepolto —c chi lo vuol morto già nel 1830, e chi, ritrovatoselo davanti nel '70, rimanda quella morte alla fin del secolo — sia ancora vivo c più verde, anzi, più vivo che mai, nell'anno di grazia 19,32. L'abusato tema dell'incesto, eh e mandava in visibilio i romantici della prim'ora, miete ancora vittime tra i romantici di quest'ora tarda, che nulla fa prevedere sia ancora l'ultima. MARIO PRAZ.

Luoghi citati: America, Honolulu