Lotta fra "secchi,, e "umidi,, in Val d'Aosta

Lotta fra "secchi,, e "umidi,, in Val d'Aosta Lotta fra "secchi,, e "umidi,, in Val d'Aosta Come in America, ma senza proibizionismo e senza Al f apone - Un allegra tenzone tra un medico chirurgo fautore dell'acqua e un rabdomante fautore del vino - Propaganda poetica, polemiche e bicchierate - Trasformazioni della vita : un ex-abate anti-alcoolista diventa un poeta bevitore Chàtillon, 28 notte. Scusi, lei, non appartiene per caso alla banda di Al Capone? — Io, alla banda dei « bootleggers >? Guardi come parla; v — E lei, piuttosto, guardi come beveQuesto colloquio gentile è avvenuto poco fa tra me e una graziosa ostessa di Chàtillon (in italiano Castel di Marmore) il noto industre borgo della Val d'Aosta, dolcemente adagiato, tra ville, castelli e campanili sulla strada da Saint Vincent e Cbambave. La domanda indiscreta rivoltami dalla bionda esercente (sono tutte bionde le donne di qui!) che stava servendomi da pranzo, è stata provocata dall'aver io rifiutato il mezzo litro di vino di Carema da lei offertomi col sorriso tutto cordialità e aria di famiglia caratteristico della gente del luogo. — Niente vino! — avevo risposto al suo invito. — Mi dia una bottiglia di quest'acqua sottile e cristallina, clic ovunque vedo scorrere abbondante e zampillare al sole dalle fresche fontanelle e dalle innumerevoli sorgenti di Chàtillon. E! al mio « niente vino », la donna, oscuratasi in volto con la stessa facilità con cui s'oscura di nuvole passeggere il cielo della Val d'Aosta, aveva risposto domandandomi se me l'intendevo con Al Capone. I rossi e i bianchi La spiegazione è venuta subito, sulla bocca leggiadra della mia ostessa, intercalata dalla musica di molte risate fragorose come il torrente di valtournanche. , Ero capitato senza volerlo, nel quartier generale del regime umido, che qui combatte la sua grande e decisiva battaglia contro il regime secco (qui, in Val d'Aosta, sissignori, senza bisogno d'andare in America e senza bisogno di rivoltellate). — Capirà — mi dice allegramente la donna — in questi giorni di lotta tra rossi (bevitori di vino) e bianchi (bevitori d'acqua), nel mio locale non si serve acqua che nelle camere, per riempirne le catinelle. Se io portassi acqua sulle tavole del ristorante perderei la clientela dello stato maggiore rosso! E, in cosi dire, l'ostessa arrossisce non so se in omaggio alla tinta di quello stato maggiore o per far la reclame al suo vino. — Gli unici avventori che, da una settimana in qua, hanno chiesto acqua, sono stati dei... contrabbandieri di alcool, individui mandati dai nostri amici di Saint Vincent per provocare defezioni nel campo avversario. Costoro pasteggiano ostentatamente ad acqua minerale per accattivarsi la simpatia dei bianchi, ma di nascosto ordinano il miglior vino della mia cantina. Ed io li favorisco presentando loro il nettare prelibato nelle scodelle da latte e nelle tazze da caffè. Credevo, e mi scusi, che anche lei fosse un contarabbandiere contro il regime secco. — No, io non sono nè secco, nè umido: sono anfibio, o, se volete, « demi-sec ». E, per dimostrarvelo, portatemi una « mezza » del vostro squisito « Chambave » ! Cosi, brindando con l'albergatrice alla vittoria degli umidi, ho appreso la storia di questa vertenza tra «vinofili » e... « acquafondai », vertenza incredibile, ma vera, sorta da tre mesi a sconvolgere giocondamente con un po' di lieto rumore il silenzio operoso di questa pacata popolazione. La C03a è andata cosi. Il mattino di Capodanno, il dottor Mario Costa, medico-chirurgo a Chàtillon e medico condotto di non non pochi paesi circonvicini, valoroso sanitario d'origine sarda, dalla figura distinta e asciutta come le sue teorie in fatto di bevande, inviava al suo amico geometra Pession, bevitore, ma con giusta misura (e se non ha la misura un geometra, chi la deve avere?) — gli auguri per l'anno nuovo, con alcuni versi scritti su carta da ricette per ammalati, che si iniziavano cosi (i versi, non gii ammalati) : Tu mi par che bevi troppo, Pession caro o sitibondo. Senza mali c senza intoppo vuoi tu viver l'anno tondo? Il dottor, che ben ti vuole, la ricetta ti prepara... b(PstMd« vUl'ci E l'augurio cosi terminava: Di bacilli, tu losai, sono nicne je bottiglie, malattie e. multi frual portan pia nelle famiglio! Sbatti in Dora il Grignolino, butta ai campi la Barbera.,. Acqua intra del mattino tu berrai fino alla sera. So del latte tu vorrai, bevi pure, ei fa per te... Sol così l'anno vedrai novecentotreutatrè ! Quando si dice le combinazioni! Questi versi, cosi innocui in apparenza, dovevano dare al dottor Costa maggior rinomanza che le numerose guarigioni da lui ottenute in più di un caso disperato. Tanta rinomanza che oggi il disperato (per modo di dire, anzi per modo di bere) è lui. I cantinieri gli hanno giurato la guerra ed ecco come. Accadde che i! Pession, uomo ililc(afsdctlassdLl'tuOtlilcsatVsbimmcrDvlgvniisctsmqptfdrrsvldtozdPniaidhmsntfizdlsdtaèdgtche crepa di salute, nel leggere l'augu-l rio poetico scoppiò... in una risata così tonante da far tremare tutti i vetri delle pittoresche casino di Chàtillon. Barecatosi al ritrovo dei suoi amlci (quello nel quale sono oggi capitato), lesse ad .alta voce la poesia. Il suc-!cesso del poema... samtarlo fu tale che... Japriti cielo, anzi, apriti bottiglia la comitiva di Pession e compagni senti la necessità di reagire violentemente, buttando gnignolino e barbera non nella Dora, ma nei propri! ventricoli. — Bisogna rispondere — esclamò qualcuno..- — Bisogna fondare una società antiidrica — aggiunse un altro. — Pession! — urlò un terzo. — A to,lvoluminoso geometra, al cospetto di Dio e dei terreni della Val d'Aosta! tu devi rispondere in versi: lascia i Com-jpassi e assumi un'aria ispirata. ||Pession e Perron Ma Pession non potè che assumere^un'aria... compassata. E dichiarò di non essere poeta, per motivi prefes- sionali. Tuttavia disse che avrebbe pò-!tuto rimediare, rivolgendosi al suo ca- ■ ro amico Joseph Perron, poeta regio- naie, rabdomante, ex-abate, nonché autore, ad uso degli intimi, di strofe. bacchiche piene di sugo e di succo d'uva). Cosi Pession si recò da Perron, e Perron rispose in versi francesi alle trofe italiane del dott. Mario Costa. Ma questi, da vero sardo, non si diede per vinto, e in nome di tutte lo « chiare, fresche e dolci acque » della vallata contrattaccò con nuove quar zripn(rifUne più sferzanti che mai. Al che;p'ex-abate, dimenticandosi, ingrato!,|fhe, quale rabdomante, trae dall'acqua l mezzi di vita, si diede a difendere,nl vino replicando al contrattacco. Ma l Costa, mentre intorno a lui si raccoglieva — con sede in un noto caffè e latte) del centro — un gruppo di acquaioli, controreplicava alla replica atta al contrattacco: «Il vino ò poesia» Perron, mi dici tu! Ah no!, che in fede mìa Bagion nou hai; mai più. E Perron, ormai deciso a giocare la sua posizione e quella della sua verga di rabdomante per un bicchier di vino, che avrebbe potuto essere il suo piatto di lenticchie, controbatte pronto ala controreplica fatta alla replica ch'è stata fatta al contrattacco. E così via, per tre mesi. Ogni poesia lanciata nell'agone è come un litro di petrolio rovesciato in un braciere. La folla dei discepoli dell'uno e del'altro regime aumenta quotidianamente, e nelle osterie frequentate dagli umidi aumentano le consumazioni. Ogni parto poetico dei due capi-partito viene letto e commentato da proseiti ed avversari. E poiché, com'è noto, a mania di far versi è attaccaticcia, c'è da sperare che, continuando di questo passo, nella zona da Saint-Vincent a Valtournanche s'incontreranno quanto prima più poeti che abitanti. Intanto dai paesi lontani dell' alta Valle, e persino dalle baite solitarie, sono giunte richieste dì neofiti di ambo i partiti, che domandano di essere struiti, di leggere i sacri testi, i poemi dei due leaders. Contemporaneamente, proprio come in America, incominciano a piovere al medico e al rabdomante proposte d'ogni genere. Ditte di acque minerali all'uno, Caso vinicole all'altro offrono capitali per anciare i rispettivi prodotti. Un tipografo di Chàtillon fa la proposta più vantaggiosa: quella che siano riunite nello stesso volume le poesie... idriche italiane del dott. Costa e quelle antiidriche francesi dell'ex-abate Perron. Se una simile proposta — cioè di scrivere un volume in collaborazione col suo avversario — fosse stata fatta ad Al Capone, il povero tipografo sarebbe stato mitragliato sull'istante; ma qui la lotta tra il regime umido e quello secco non è ancora giunta alle prodezze della civiltà americana. Frattando per mezzo d'intermediari, i due formidabili capi-partito si sono messi d'accordo di fronte all'* affare » editoriale, e, per essere sempre meno americani e più che mai italiani, hanno stabilito che il ricavo della vendita dei volumetti (due lire per copia) sia devoluto alle Opere Assistenziali. In tal modo ha potuto essere buttato sul mercato, anzi sui mercati di tutta la Valle, un opuscolo recante la seguente intestazione: «Mario Costa (da non confondersi con l'autore deH' Histoire d'un Pierrot) e Joseph Perron: Chatilloneide - Acqua o vino? - Allegro torneo italo-francese ». La protesta di Saint Vincent L'opuscolo .— manco a dirlo — è andato a ruba: direi, per mantenermi in carattere, che è stato « bevuto » dal pubblico, d'un fiato solo. I proseliti hanno imparato a memoria i versi dei maestri, anche perchè questi hanno saputo infarcire le loro strofe dei nomi e delle gesta dei più noti bevitori, e viceversa, di Chàtillon. Ma era fatale che la poesia, la quale infiamma i cuori e li sprona alle più ardenti tenzoni, dovesse trascinare la vertenza dalla osteria sulla piazza (di Chatil lon). Alle cantonate in questi giorni sono comparsi, proprio come ai tempi delle battaglie elettorali i primi cartelli : « Acqua o vino? ». Gli animi sono accesi, ma è accesa anche l'allegria ed è rotta una volta tanto la monotonia della vita di paese, che pareva inestinguibile come la sete degli « umidi ». E sul motivo d'una nota canzonetta napoletana gli « acquafondai » cantano: Quel giorno infln verrà che la cantina ria sinonimo sarà di bianca latteria. E gli altri sul motivo d'un noto « refrain » francese rispondono, coi versi di Perron, il Victor Hugo della situazione : « Thcatres, cinemas. auberges et cantine tnus chnntent di; piatali' Ics ivresses divines Ics oublis confortants ics extases d'amour, tous cea dona qui font beau uotre mortel isé.iour ! Ma il successo dell'opuscolo « Chatilloneide » suscita le proteste di Saint Vincent. — Anche noi — dicono i sanvincenti ni — abbiamo preso parte al torneo, rctaitbbghndszricacsrfbccdcinfbsnemtdauJ "■'"•"<= at- B1 "aL d'a^ua Purf;atl™, ^ venne l'opuscolo dello stesso toraiato ma con versi... diversi anche per Samt Vincent. E le più note persona della seducente stazione climatica son passate al filtro duna satira De na™ nellc poesie del due ormai ce" lebri autori. anche da noi si spezzano lancie e si vuotano bottiglie in favore dell'una o dell'altra tendenza. Vogliamo avere il nostro opuscolo, vogliamo anche noitramandare ai posteri gli eroi dellabottiglia e quelli del bicchier d'acqua,anche se si tratta d'un bicchierNel campo degli « umidi » Finito il pranzo, giacché mi trovo nel campo rosso, chiedo di parlare col « leader » dell'« umidità» lla propaganda, Apprendo più tardi che Perron — fedifrago — si è recato, come rabdojm£mte' aIla "cerca duna sorgente | d'acqua! | E l'ostessa continua: — So non C'È lui' c'è Però 11 suo ^Tss'entel'-miTisponde l'ostessasi è recato in un vicino paese per ^erVu^^^^ piano di sopra. La parola d'ordine è «Chambave!». ! Attraverso, pronunciando 'ja.P^a mag litri) ed entro nella sala segreta, dove al mio apparire, i convenuti impugna.no i bicchieri colmi e cercano di al- K?/SSi ed ehteo n^sa^^taS zarsi in piedi. E qualcuno, persino, ci riesce. Quei valorosi sono al lavoro, per dirigere l'epica battaglia, da un numero d'ore indefinito. Ma definito (dal conto dell'oste) è invece il numero dei decalitri consumatri. — Ci dispiace che non sia presente il nostro capo — mi dice il facente funzioni. — Noi facciamo tutfo il pof«ibiie, ma non abbiamo la sua forza di resistenza alle fatiche dol la battaglia, che in questo caso sono le fatiche della bottiglia. Del o i i a a a i o d a a o i a s , ! t , resto, la vittoria non può mancare. Per mezzo di agenti provocatori e anche d'agenti provocatrici, abbiamo inviato nel campo avverso, in vetri camuffati dell'acqua purgativa di Saint Vincent, certi irresistibili campioni di Montjovet, che farebbero risuscitare un morto. E molti degli avversari sono risuscitati. Lei che ha il lasciapassare giornalistico, vada nel quartier generale dei bianchi e dica che il nostro stato maggiore... — ... è in ottimo stato! — ho risposto. E sono passato al nemico. Le forze... acquatiche Ho trovato il generalissimo delle forze acquatiche in un locale allegro: una ridente sala per operazioni chirurgiche, nella quale entra, per le vetrate aperte, l'ampio respiro della valle e il canto della Dora verde e spumosa. Ma (orribile a dirsi ed a vedersi!) sorprendo il dottor Mario Costa, il purissimo poeta delle sorgenti e delle fontane in intimo colloquio con una bottiglia di Chambave! E (dolce a ricordarsi) ne accetto un bicchiere anch'io. — Dottoro, a quanto vedo, lei prende vigore per la lotta. — Non si spaventi se io appaio in contrasto con le mie teorie. Del resto, io bevo tra le pareti del mio studio, e nessuno, all'infuori di lei, lo sa, — E nessuno, stia certo, lo saprà! — Grazie. Ma questo è nulla in confronto a ciò che succede al mio terribile amico ed avversario Giuseppe Pession. Quest'uomo, al quale non si può negare una viva intelligenza, questo ex-prete, in nome del quale in questo momento centinaia di valligiani, in tutti 1 paesi dei dintorni, tracannano damigiane di vino, è stato, non molti anni or sono, nella stessa Val d'Aosta, un apostolo convinto del regime secco. Guardi... E il mio interlocutore mi presentaun opuscolo così intitolato: «AbateJoseph Pession - Lacroix des Alpes _Optiscule de propagande anti-alcoo-lique-». In calce alla copertina è scrit-ta uqesta citazione: «.Soyez sobres! (Saint Pierre). Mi rimangono impressi alcuni titoU di capitoli, tra cui questo: «In Val d'Aosta si beve troppo! »E costui, oggi, in nome del vinoè il mio più accanito contraddittore — conclude il dott. Costa, sorseggiando un secondo bicchiere del suo vinello. Con simili capitani — io domando a me stesso — che cosa succederà degregari? Ecco: l'altra sera, per esempio, in una b ttiglieria di Saint Vincent un propagandista « umido » teneva una conferenza. Sul tavolo del conferenziere, un garzone ha deposto il tradì-zionale bicchier d'acqua. L'indignazio ne del pubblico fu tale, che per lavare l'onta, ha lavato le pareti della sala e quelle del proprio stomaco col contenuto di molte bottìglie. Il conferenziere, per punizione, dopo aver parlato per un'ora del regime umido, è rimasto a gola secca. Anche i neutralisti ! Nel campo opposto due « secchisti » — stavo per dire seccatori — litigavano oggi tra loro, pronosticando su chi vìncerà. — Vuoi scommettere che vinceremo noi? — diceva uno. — Me lo auguro — rispondeva l'amico. — Ma scorgo troppo defezioni nenostro campo. — Non fare il disfattista... Scommettiamo! — Scommettiamo pure... E i due « acquafondai » hanno scommesso... un litro di vino! Quando si sono accorti della distrazione, hanno provato una tal vergogna di se stessi, che sono fuggiti dall'osteria senza nemmeno pagare ilitro! C'è però, a quanto mi si assicuraun oste di una frazione isolata che ha risolto il problema, rimanendo neutrale. Egli vende ai,suoi clienti un liquido, che ha del vino il colore e un vago sapore, e dell'acqua ha la sostanzaE se qualcuno protesta egli risponde<? Io sono per la concordia ». Cosicché, tra secchi, umidi e neutralisti non si sa quale possa essere il responso d'un futuro « referendum » chverrà indetto in una delle prossime domeniche. All'ultima ora viene comunicato un colpo di scena : il dottor Casta, « leader » degli asciutti, è stato visto entrare nascostamente nel quartier ge??Fi£?„?6f,U. *„_ ordinare unar a " i bottiglia di vino bianco, o Ma questa potrebbe essere una fall sa notizia lanciata per metter panico i:nelle file degli astemi... a' Nel frattempo la grigia scniera de,inc-utralistl va prendendo piede; ma par|re, con tutto questo Chambave, chesarà un piede poco in equilibrio. A un neutralista sorpreso a bere un liquido misterioso è stato domandato— Che cosa bevi? Acqua o vino? E l'altro, sornione: — Acquavite! GIOVANNI CORVETTO.