Un illuminista

Un illuminista Un illuminista Le correnti illuministiche largamen-_ . _ , . , _ " , te diffuse in Francia ed in Germania durante il settecento, ebbero un'eco, un riflesso in Italia. Il Piemonte ha pure avuto i suoi illuminati, tra I qua- li il conte Dalmazzo Francesco Vasco è uno dei più distinti e interessanti non solo per il suo pensiero e i suoiscritt: ma anche per le vicende varie «ioli» qua vita, cho in certi minti han- della sua vita che, m certi punti, nan no del romanzesco. II conte Dalmazzo Vasco sortì isuoi natali a Mondovì nel 1732; il pa-dre addetto all'amministrazione finali-ziaria del piccolo Stato Sabaudo, si - trasferiva nel 1736 a Torino. I suoi .due figli, Dalmazzo e Gian Battista vi frequentarono l'Università con buonprofitto e conobbero le teorie illuministiche che cominciavano allora a diffondersi. Il giovane conte Dalmazzo vivace, 11 giovane come i-^um^u pronto, insofferente, fu tosto preso dimira dalla polizia; questa insofferenza gli attirò due giorni di arresto, uno nella nostra Cittadella — dove doveva;poi morire il Giannonc — e l'altro nel forte di Ceva. Nel 1758 eccolo alle prese coll'avvocato fiscale; egli si fa sempre più notare per la sua indole focosa e lo spirito novatore. Intanto prosegue i suoi studi; ne abbiamo un primo saggio nel 1785 colle Meditazioni sulla felicità di Pietro Verri. Il libro gli procura delle illustri amicizie; da notare quella con Pietro ed Alessandro Verri e con Cesare Beccaria. In quello stesso anno escogita tutto un piano di leggi per regola e governo degli abitanti della Corsica. Quel piano doveva essere l'inizio e la causa di avventure veramente romanzesche. A quel tempo la Corsica è governata da Pasquale Paoli; un mercante di Mondovl, certo Lanzone, si incarica di presentare al Paoli il piano proposto dal conte Vasco. Quando egli ebbe fatto la presentazione, tirò fuori e mostrò un ritratto al Paoli dicendogli: « Questo è il conte Vasco, vostro liberatore e liberatore di tutta l'isola *. Il governatore corso non prese sul serio quelle idee considerandole piuttosto come effetto di pazzesca esalta j2ione. Nell'isola serpeggiava un certo j malcontento; il piano del conte Dal-'mazzo gli offri l'occasione di manife- ' starsi. Alcuni preferivano senz'altro ' al Paoli il Vasco, ma questo che non ! era un ingenuo mise quale condizione!a qualunque sua iniziativa in Corsica,!Per l'impresa occorre gente; i due fratelli Vasco si mettono all'opera per raccoglierne; si fanno arruolamenti. Il Governo sardo si allarma e viene ordinato l'arresto del 'due fratelli; uno è subito preso, ma il conte Dalmazzo, più abile riesce a svignarsela; egli fugge prima a Savona e poi in Toscana. E nel frattempo prepara la sua difesa che viene pubblicata nel 1792. In essa egli afferma di avere messo Re Vittorio Amedeo al corrente di quanto si stava preparando; il Re gli avrebbe detto che, se l'impresa fosse riuscita, egli l'avrebbe approvata. Quella difesa il Vasco la fece .l'appoggio di una Potenza estera il cui Ministro presso la Corte Sabauda, Giorgio Pitt, frequentava a Torino, la Bua casa. Sorse e venne su, in Corsica, HUn»n Vf^C°-1 Ali Inghilterra non dispiaceva l'im-presa; perciò essa l'avrebbe aiutato chiedendo in compenso la concessione di un porto. pervenire al Re a Torino, ma ebbejun bell'attendere, di risposta non ne | venne alcuna. Che fare? Prendere la strada di Roma per chiedere l'intervento a suo favore di qualche cardinale od altro personaggio ragguardevole. Un giorno il Governo sabaudo con un colpo di sorpresa riesce a far arrestare in pieno giorno il conte a Roma presso la fontana di Trevi. E' condotto, con tutte le precauzioni, in Piemonte e fatto rinchiudere nel forte di Villafranca. Di là lo si trasporta nelle carceri d'Ivrea, dove gli si mette al fianco, un canonico della Cattedrale, il teol. Tonco, allo scopo di « ispirargli sentimenti di religiosità, di saviezza, di esemplarità e buon regolamento ». Non pare che il buon canonico ottenga grandi frutti. Il povero conte si lagna della durezza del carcere e soprattutto della sua incerta situazione. Ma intanto, da uomo di animo forte e laborioso, trascorre il primo periodo della prigionia in un intenso lavoro intellettuale Che cosa scrive? Egli prosegue il lavoro: « Le riflessioni di un legisla-: tore sopra le azioni e passioni umane ». Poi si mette a tradurre ed annotare l'« Exprit des lois » del Montesquieu. Ma quell'attività dava fastidio e faceva nascere sospetti. Un liei di sono presi al Vasco i suoi manoscritti e vengono spediti a Torino dove sono esaminati dall'abate lìerta, il quale lamenta che l'autore si richiami, con tanta simpatia, al patto sociale. Finalmente, nell'ottobre del 1770, al conte Vasco è. concessa la piena libertà. La vita della capitale subalpina, verso il 1785, si fa più animata ed interessante; egli prende parte alle vivaci discussioni e, nel 1790, cioè in piena rivoluzione francese, fa uscire un saggio filosofico intorno ad alcuni darticoli importanti di legislazione ci-1 I vile. Il diffondersi delle idee e delle novità che venivano d'oltrtolpe era tenuto d'occhio dall'Autorità che se ne allarmava. Il conte Vasco cade in sospetto che egli si faccia propagatore di false massime; il che segna l'inizio di altri guai; eccolo di nuovo arrestato e tradotto al forte di Ceva. Non fu una lunga prigionia; stanco, povero di forze, amareggiato egli vi moriva il 13 agosto 1794. Questa la figura di cui una interessante monografia che fa parte del-, l'Istituto giuridico della R. Università, 'dovuta ad Ernestina Durio, ci narrate vicende lc ' \i „„„„„„„ „ ì%n „„,,• ,,i ,. , i , ;Al concorso a 150 jiosti di volontario nell'Amministrazione delle importo dirette llilo catterà ammesso il pprFonalc nun <ii ruolo che. rdia data, del bando di concorso inerita servizio negli Unici finanziari 0 che eia romito .del diploma del corso RÙBoriore htituto Tecnico (Sezione Agrimensura), rimonti rivolgersi all'I ni cndonza di tir- za. Corso Vhizaglio N. 8. ,

Persone citate: Alessandro Verri, Cesare Beccaria, Francesco Vasco, Gian Battista, Giorgio Pitt, Lanzone, Pasquale Paoli, Pietro Verri, Vittorio Amedeo